lunedì, giugno 07, 2010

SU ISRAELE

Credo che abbiate letto/sentito dell'assalto alle navi degli attivisti filo palestinesi (o pacifisti se preferite), qui c'è un video che mostra alcuni fatti.

http://www.focusonisrael.org/2010/06/01/nave-pacifisti-gaza-soldati-israeliani-video/

e qui un articolo interessante di Panebianco sul corriere della sera:

"E’un noto circolo vizioso: l’ossessiva, e di per sé giustificata, ricerca di sicurezza da parte di chi vive in costante pericolo, può indurlo in errori che ne accrescono ancor di più l’insicurezza. È capitato ad Israele. Cadendo stupidamente nella trappola preparata dai simpatizzanti di Hamas e spargendo sangue, il governo israeliano ha fatto un regalo ai suoi nemici (e sarà un bene se ne pagherà il conto sul piano elettorale). E ha dato altra linfa alla generale ostilità per Israele, l’unico Paese al quale non si perdona niente. Pur essendo anche l’unico Paese che vive in permanente stato d’assedio dalla sua fondazione. Nulla misura la «popolarità» di Israele meglio dell’atteggiamento delle Nazioni Unite. Dove si passa spesso sopra ai delitti di qualunque sanguinario regime ma mai a quelli, veri o presunti, della democrazia israeliana. Lo si chiami pure lapsus freudiano ma molti ricordano la mappa del Medio Oriente che faceva mostra di sé all’Onu e sulla quale non v’era traccia di Israele. La volontà della maggioranza del Consiglio per i diritti umani di metterlo oggi sotto inchiesta (con i soli voti contrari di Stati Uniti, Italia e Olanda(per una volta non dobbiamo vergognarci del nostro Paese n.d.Vx.)) è in linea con una consolidata tradizione onusiana di ostilità preconcetta verso quello Stato.

(...)

C’è poi l’avversione di tanta parte dell’opinione pubblica mondiale. Chi finge che il pregiudizio antisemita non c’entri nulla deve spiegare questa mancanza di equanimità verso la democrazia israeliana. E deve spiegare perché la legittima difesa dei palestinesi si accompagni spesso alla cecità di fronte alla natura dei movimenti islamisti e alla ferocia dei nemici di Israele. Ricordo una lettera che mi inviò un tale a seguito di un articolo sul conflitto arabo-israeliano. Dopo avermi accusato di negare l’evidenza, ossia la «natura criminale» di Israele, quel tale concludeva con una domanda: «Ma perché difende Israele, lei che non è nemmeno ebreo?».

Checché ne dicano i suoi nemici, Israele è una realtà fragile, precaria. Se un giorno venisse distrutto c’è chi brinderebbe anche in Europa. Ma quella tragedia anticiperebbe o accompagnerebbe una grande sconfitta occidentale: la vittoria di concezioni, modi di vita, istituzioni, antitetici ai nostri e a noi ostili."


2 commenti:

Marco ha detto...

Siam di fronte al solito dibattito che purtroppo non porta a nulla... chi ha ragione tra le 2parti?
Entrambi hanno argomenti validi e valide accuse verso l'altra parte.
Io sono sempre stato, per quel poco che son riuscito ad informarmi, filo-israeliano, ma stavolta è evidente che hanno proprio fatto una cazzata che purtroppo ha riportato indietro la situazione di anni (rischiano davvero di essersi "fottuti" il supporto della Turchia, uno dei pochissimi stati a maggioranza mussulmuna che aveva rapporti con Israele)...

Vex ha detto...

Sì han fatto una cazzata, ma la reazione turca è stata preconfezionata. I turchi volevano rompere con israele e inasprire i rapporti, altrimenti non avrebbero dato appoggio a quelle navi.Si sarebbero inventati comunque un motivo valido per farlo. E Israele non aveva intenzione di aspettare la provocazione successiva. Il problema è che troppi stati non riconoscono l'esistenza di Israele, e gli stati europeri in materia sembrano abbastanza indifferenti. E Israele è fin dalla sua nascita ininterrottamente in lotta per la mera sopravvivvenza ed è quindi assuefatto alla violenza. Forse se sapesse che alle sue spalle l'Occidente è realmente compatto e pronto a difenderne l'esistenza, avrebbe un atteggiamento mentale e un comportamento più sereno. Invece sappiamo bene che se Israele sparisse la maggior parte degli stati europei tirerebbe un sospiro di sollievo.