Il video ufficiale del + flash mob tenutosi sabato 2 ottobre presso il centro commerciale Freccia Rossa a Brescia...
sabato, novembre 13, 2010
Flash mob a Freccia Rossa
Il video ufficiale del + flash mob tenutosi sabato 2 ottobre presso il centro commerciale Freccia Rossa a Brescia...
venerdì, novembre 12, 2010
La "profanazione" dei Lucchetti
giovedì, novembre 11, 2010
UN AIUTO CONCRETO PER IL VENETO
Un sms al 45501 anche senza messaggio da tutti gli operatori (Tim, Vodafone, Wind e 3) o una chiamata da rete fissa Telecom si tradurranno in due euro, soldi che serviranno per aiutare a ricostruire case, scuole e fabbriche
mercoledì, novembre 10, 2010
Twitterare... al vento
tweet cade nel vuoto
Avete mai avuto la sensazione che nessuno si interessi dei vostri tweet? Un recente studio lo ha appena dimostrato: avete ragione. Gran parte dei messaggi del microblogging sono totalmente ignorati.
Ne ha parlato anche Wired in un recente articolo, simpaticamente intitolato “Non capita soltanto a te”: il monitoraggio ha esaminato un milione e 200.000 tweet inviati nei mesi di agosto e settembre e il risultato è stato crudele oltre ogni aspettativa:
Più di 7 tweets su 10 affondano nel Web senza alcun tipo di reazione da parte del mondo. Dei rimanenti, solo il 6 per cento guadagna un retweet, e il 92 per cento di questi avviene entro la prima ora. Moltiplicando queste probabilità, significa che meno di un messaggio su 200 viene re-tweettato dopo un’ora. In sostanza, una volta che è postato, il tuo messaggio ha un’ora di vita e poi è storia antica.
Lo studio non indaga sulle ragioni di un numero così alto di tweet che non riescono a generare una risposta. Sicuramente il sistema di microblogging tende a spingere verso il basso i contenuti meno recenti, privilegiando l’aggiornamento. Secondo alcuni commentatori, sarà interessante vedere come il nuovo Twitter saprà incoraggiare le relazioni più lunghe all’interno del sito.
Bisogna comunque fare attenzione a non sopravvalutare l’importanza del retweet rispetto alla capacità di Twitter di dare visibilità alle nostre emozioni, e anche le nostre informazioni. È esperienza comune, ad esempio, che mettendo sempre un link che pubblicizza un proprio post, magari a scadenza costante, il numero di accessi verso un sito Web aumenti anche in assenza di retweet.
Questo perché se si riesce a creare interesse chi ci segue clicca sul link e visita il sito. Per non parlare della scansione dei motori di ricerca tramite parole chiave. Insomma, la costellazione di Twitter è molto complessa, una vertigine di opportunità.
[....]
Il primo passo?
ROMA - Basta con i colleghi-parenti. Una norma, approvata nel comune di Pistoia, stabilisce che non ci potranno più essere relazioni familiari tra capi e sottoposti, bisognerà evitare che cugini, zii e cognati abbiano rapporti di lavoro negli stessi uffici e che marito e moglie possano influire l'uno sulla carriera dell'altra. L'hanno già chiamata la regola anti-nepotismo, combatte quella rete capillare e insidiosa, quel muro invisibile presente in tutti i posti di lavoro fatto di "colleghi in ufficio e a casa parenti". Legami esibiti o occultati ma che suscitano sempre invidie e insofferenze, bloccano o favoriscono carriere.
La rivoluzione amministrativa fa discutere il comune toscano dove hanno deciso di disciplinare la presenza nello stesso servizio di persone legate da un vincolo di parentela. "Da quanto mi risulta è la prima volta in Italia che si verifica nell'amministrazione pubblica, e credo che non ci sia niente di simile in Europa", spiega soddisfatto Andrea Betti, consigliere comunale dell'Italia dei Valori, che ha presentato la mozione approvata. "Ci sono ovunque queste situazioni di rapporti "misti" in ufficio, da noi c'è una dirigente che ha la sorella come funzionario nel suo servizio: un conflitto d'interesse evidente. La norma che è stata approvata stabilisce che quando c'è una posizione gerarchica non possono coesistere né coniugi né parenti entro il terzo grado". E poco importa se spuntano ciclicamente indagini che dimostrano che l'amore tra le scrivanie favorisce la produttività, in questo caso non ci sarà comprensione neanche per le coppie conviventi.
Nel testo si legge infatti "che in un Ente Pubblico è doveroso non mischiare famiglia e lavoro. Che nell'ottica di una produttività dei servizi è necessario valorizzare le capacità in una cornice di trasparenza che valichi ogni parzialità familiare". Il comune di Pistoia è governato dal centro sinistra ma la norma è stata accolta favorevolmente in modo trasversale da tutti i partiti, anzi, "accettata come una liberazione". Anche perché, dicono, non si dovrà più essere testimoni involontari di litigi di coppia, o fingere di non sentire noiosi battibecchi e resoconti familiari. Andrea Betti ha promosso questa crociata per smantellare i gruppi parentali proprio partendo dalla propria quotidiana esperienza: "In ogni lavoro che ho cercato e fatto mi sono sempre trovato davanti il "parentame", al consiglio comunale ci sono arrivato da eletto ma ho trovato le stesse situazioni. Nelle aziende private ci sono codici etici che però spesso sono solo una vetrina. Solo alla Coop, dove lavoro adesso, questa regola viene rispettata".
Ora il regolamento andrà applicato, ci vorranno 60 giorni perché entri in vigore. "Sembra una cosa ovvia ma nessuno la mette in pratica", aggiunge Alberto Niccolai, l'assessore al personale che ha portato avanti il provvedimento. "Vorrei precisare però che non è esatto definirla norma anti-nepotismo perché non riguarda ciò che accade sul lavoro nel momento dell'accesso, se ci sono o no favori, qui si tratta dei rapporti gerarchici tra persone legate da un vincolo di parentela, della compresenza negli stessi uffici di parenti o coppie, un legame che può di fatto influire sullo svolgimento del lavoro, creando favoritismi". L'applicazione della regola avrà un suo iter burocratico. Bisognerà fare una mappatura di tutti gli uffici e poi procedere agli spostamenti. In comune sono ottimisti, le rivoluzioni sono possibili. Meno entusiasti, o forse no, gli "spostati".
martedì, novembre 09, 2010
Benigni - E' tutto mio
Compleanno del giorno
lunedì, novembre 08, 2010
Dal Corriere del 3 novembre
L'immagine di un paese
L'immagine di un paese
di SERGIO ROMANO
da corriere.it
Il lettore troverà in altre parti del giornale le parole inaccettabili che il presidente del Consiglio ha pronunciato ieri alla Fiera di Milano. Posso quindi esimermi dall’obbligo di ripetere ciò che è stato detto sui gay e sui mezzi d’informazione. Ma non posso impedirmi di pensare che Berlusconi stia distruggendo ciò che è riuscito a fare in questi anni. Conoscevamo il suo carattere, le sue debolezze, il suo conflitto d’interessi, le leggi ad personam e certi aspetti goliardici della sua personalità. Sapevamo che i suoi continui scontri con la magistratura rappresentavano un rischio per la tenuta delle istituzioni e l’equilibrio fra i poteri dello Stato.
Ma non ho mai pensato, a differenza di altri, che i suoi governi fossero inetti e impotenti. Mi sarebbe sembrato assurdo ignorare i risultati della lotta contro la criminalità organizzata, la riforma universitaria del ministro dell’Istruzione, gli entusiastici furori riformatori del ministro della Funzione pubblica, i passi compiuti sulla strada del federalismo fiscale, le missioni militari all’estero, l’attenzione dedicata ai problemi dell’energia, il progetto sulla legislazione del lavoro, la maggiore sensibilità per le opere pubbliche, certi interventi della Protezione civile, il recupero dell’evasione fiscale, la prudenza e l’abilità con cui è stata affrontata la crisi del credito. So che il bilancio deve tenere conto anche delle molte cose promesse e non fatte o fatte male. Ma se mi guardo attorno e confronto la politica italiana con quella di altri Paesi dell’Unione europea, non mi sembra che l’Italia, quando la partita si gioca sulle cose fatte e da fare, sia rimasta indietro. E guardandomi attorno non vedo altro Paese dell’Unione europea in cui lo stile di vita del premier, spesso per sua deliberata volontà, sia divenuto il tema centrale della politica nazionale.
Berlusconi non sembra rendersi conto che questa pubblica rivendicazione delle sue debolezze private sta divertendo il mondo, riaccendendo tutti i più triti pregiudizi sul carattere degli italiani e soprattutto oscurando quello che il governo è riuscito a fare in questi momenti difficili. Non credo che il presidente del Consiglio possa continuare a polemizzare con tutti, a braccio e nelle occasioni più disparate, senza neppure calcolare gli effetti delle sue parole su coloro che non gli sono pregiudizialmente ostili. Voglio sperare invece che Berlusconi possa ancora, se lo vuole, lasciare la tribuna delle dichiarazioni improvvisate per tornare a Palazzo Chigi dove lo aspettano molte cose da fare e molti problemi da risolvere. Se vi è ancora spazio per un accordo con Fini, tanto meglio. Il Paese non ha bisogno di una crisi che rischierebbe di frantumare il quadro politico nazionale con conseguenze forse devastanti.
La nazione ha il diritto di essere rappresentata autorevolmente nelle sedi in cui si sta disegnando il nuovo profilo della finanza internazionale e soprattutto a Bruxelles, dove nei prossimi mesi si deciderà, tra l’altro, la politica fiscale dell’Europa. Ma se la prospettiva razionale non fosse praticabile, è meglio tornare alle urne senza la scorciatoia di improbabili governi tecnici. Temo che dalle elezioni anticipate possano uscire equilibri ancora più traballanti degli attuali. Ma niente è più grave di questo continuo stillicidio di picche e ripicche, questa sciagurata confusione di pubblico e privato. Gli italiani non lo meritano.
Sergio Romano03 novembre 2010
Non credo a ciò che vedo!!!
MILANO - Stambecchi golosi sfidano la forza di gravità: le incredibili foto di un branco di stambecchi delle Alpi (Capra ibex) che scalano senza apparente difficoltà la parete quasi verticale della diga del lago Cingino a quota 2.250 metri nel parco naturale della Valle Antrona, in Piemonte, fanno il giro di Internet. Gli animali non stanno cercando di portare a termine una missione suicida, bensì vengono attirati dalle pietre incrostate di sale.
DATTAMENTO ALL'AMBIENTE - Le foto scattate da Adriano Migliorati trovano ampio spazio sulla stampa inglese. Ne ha parlato il Daily Mail e in questi giorni pure il Guardian. Su YouTube sono presenti anche alcuni video che documentano l'impresa a dir poco sbalorditiva dei mammiferi di Cingino. Tuttavia, non c'è nulla di inusuale. E' un classico esempio di come questa specie si sia adattata al suo ambiente. A
IN CERCA DI SALE - Aggrappati alle pareti della diga alta quasi 49 metri, al confine con la Svizzera, sembra possano precipitare da un momento all'altro data la pendenza impossibile. Invece, questi grossi bovidi sono semplicemente alla ricerca di sale, minerale che trovano in natura sotto forma di salnitro, presente in quantità insufficiente nella dieta da pascolo. Questi erbivori, il cui habitat sono le praterie d'alta quota e le pareti rocciose, riescono a scalare il muro della diga grazie soprattutto agli zoccoli larghi ed elastici che fanno presa come una tenaglia nelle fessure della roccia.