L’Emilia Romagna un anno dopo il terremoto
Erano le
4.03 del 20 maggio 2012 quando la prima scossa sconvolse l’
Emilia Romagna, una scossa di
magnitudo 5.9, svegliando i cittadini nel cuore della notte. Il
terremoto
però colpi ancora una volta la regione il
29 maggio: la prima scossa
intorno alle 9 del mattino e un’altra verso le 13,
due eventi di
magnitudo superiore a 5. Quaranta furono le scosse nelle successive tre
ore.
I sismologi avvisarono che la causa poteva essere la rottura di una
faglia,
che c’erano più faglie attive, che le scosse sarebbero continuate per
settimane. I comuni colpiti alla fine saranno circa cinquanta tra Finale
Emilia, Mirandola, Modena, Medolla, San Felice sul Panaro, San
Possidonio. Circa 1600 i beni culturali danneggiati.
Oggi l’Emilia, a un anno da questi terribili eventi sismici, ricorda i 27 morti e lotta disperatamente per rialzarsi, perché
la ricostruzione
in questo periodo di crisi economica dell’intero paese non è
agevole. Fortunatamente gli Emiliani sono persone forti, abituate ai
sacrifici e al duro lavoro: dove non è arrivato lo Stato, che tarda a
pagare ogni tipo di rimborso, è intervenuta la
solidarietà. “Un
mondo”, per citare le parole di Luisa Turci, sindaco di Novi di Modena:
lo sciame sismico non ha ferito solo la terra dell’intera regione, ma
soprattutto ha ferito il cuore della popolazione.
Ora è il
momento della RIcostruzione delle case, della RIpresa della vita
cittadina, della RIqualificazione del territorio, della
Riprogettazione. RI davanti a tutto, RI come RESPONSABILITÀ IMPORTANTE…
Il
territorio ha ancora bisogno di tenere alto l’interesse alla ricerca di
soluzioni adeguate, del dialogo tra cittadini e amministrazioni, delle
discussioni su come e dove voler ricostruire quell’identità infranta ma
non ancora perduta. La popolazione colpita comprende e ha a cuore il
futuro di questa terra, capisce la responsabilità delle scelte e vuole
partecipare.
Anche
noi tecnici modenesi abbiamo un ruolo importante: con la nostra massima
professionalità possiamo aiutare la popolazione a RIprendersi la
propria casa, il proprio lavoro e la propria storia.
Il terremoto dell’Emilia sta aiutando moltissimo gli studi che offrono servizi di ingegneria e caratterizzazione dei materiali con
controlli non distruttivi,
a divulgare e a investire ancora in risorse, con la consapevolezza che
con la conoscenza approfondita del materiale e della struttura esistente
si è in grado di fornire un progetto “fatto a misura” con conseguenza
certa di riduzione dei costi per l’esecuzione delle opere.
Partendo dall’informazione
, spiegando in modo semplice la differenza tra miglioramento e adeguamento sismico, tra stato di fatto di un’immobile e stato autorizzato, tra autorizzazione comunale e stato
catastale,
ognuno può capire l’iter e i tempi necessari per giungere a progetto
esecutivo, per affrontare il cantiere e infine rientrare nella propria
realtà lasciata drammaticamente un anno fa. La conoscenza allevia il
disagio e può far vivere l’esperienza della Ricostruzione come un
percorso che giungerà al traguardo.
Per far ciò è altrettanto
importante e necessario l’apporto storico, antropologico ed estetico di
un edificio, e questo è ciò che arriva da seri collaboratori con cui
condivido progetti professionali nell’area terremotata e di volontariato
per la divulgazione di temi tecnici, non rivolti ai soli colleghi ma
anche alla popolazione, che è il nostro principale committente.
Un convegno dal titolo “
Sisma Emilia Romagna 2012”
è previsto a settembre a Mirandola, organizzato in
collaborazione con l’amministrazione pubblica e altri tecnici, per
informare e formare i nostri colleghi e cittadini sull’importanza della
terminologia nell’informazione, raccontando il vissuto, parlandone del
presente, e per aiutare il più possibile sia tecnicamente che umanamente
a risolvere alcuni problemi a tutt’oggi esistenti per la rapida ma
altrettanto sicura RIcostruzione della nostra regione.
3 giugno 2013