sabato, aprile 13, 2013

venerdì, aprile 12, 2013

Compleanno del giorno

 
partenza
 
cartonizzata
 
 
 
qui col pupo
 

AUGURI SPAPPI!!!



giovedì, aprile 11, 2013

Percorsi Ciclabili Brescia - 28

Dalla Bassa ai piedi delle Prealpi e ritorno   


Percorsi Ciclabili in provincia di Brescia - 28

Lograto-Gussago-Lograto

Lograto - Berlingo - Travagliato - Ospitaletto - Castegnato - Rodengo S. -  
Gussago - Cellatica - Brescia - Roncadelle - Castelmella - Torbole C. - Lograto

 
68 km
tipo di bici:
mountain bike
Note: qualche difficoltà in zona Gussago/Cellatica lungo 
il sentiero e la breve rampa con pendenza spezzagambe



LEGENDA



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mercoledì, aprile 10, 2013

Pubblicità divertenti

Su segnalazione di Fede...

 
20 Worst Advertising Placement Fails
When it comes to advertising, companies have to double and triple check everything they’re going to publish. However, that is where their limits of control end, and once the ad is released into the wide world, strangest things can happen. For example, who could have thought that sliding Starbucks van door would turn their brand name into a word “Sucks” right next to the logo!
Another easy venue for advertising fails is, of course, the Internet, where the last thing a brand can control is what type of content is placed alongside their ad. With the wide use of contextual advertising, when the systems scan the keywords in the text and place supposedly relevant ads to it, brand names and products often end up in crime stories.
Check out our selection of worst advertising placement fails and feel free to share your own finds!




Starbucks Sliding Door Van Fail



Kitekat Cat Jesus



Mmm… Fabulous Ad Placement !



Don’t Let Them In



(S)Hell



Les Miserables vs The Shining



Got a Giant Thirst?



Perfect CD Placement



Shameless Health Trick



Daniele Smith’s Wheels




Turkish Airlines



Heart Problems for $3



Coca Cola Ad Placement Fail



Spearmint Rhino Gentlemen’s Club vs. Where’s daddy?



Oops



Man Plunges: aaaaaaaaahhhhhh



Nestle Dumpster Fail



Hidden Pussy



Black and Unwanted



Taxi Door Handle Fail



 

Vecchi post sul tema:
 
 
 

martedì, aprile 09, 2013

Che testo, un capolavoro

La serata di pasquetta ci ha fatto scoprire questo "capolavoro" della discografia italiana!

un poeta..... uahahauhahahahah
 
Fedez
"Pensavo fosse amore e invece..."

La prima volta che ti ho vista in quel locale tu eri in abito da sera così bella che a guardarti da lontano non sembravi vera,tu scarpe con i tacchi e io jordan con new era.
Ho sempre gli occhi su di te ma nascosti dalla visiera, io faccio il sostenuto e accenno un timido saluto con la sigaretta in bocca perchè fa uomo vissuto,

ti chiedo che ore sono e mentre tu guardi il quadrante, noto sotto le mie ascelle un alone preoccupante e mentre penso che devo comprarmi un nuovo deodorante, mi dai in mano un listino prezzi fresco di stampante,io non sono molto esperto ma in un solo istante ho capito che non si trattava del menù del ristorante.

RIT: hai detto che mi amavi ma era solo un pretesto,vorrei baciarti in bocca ma ora io non ci riesco,non ho da cambiare..non è che c'hai il resto?! pensavo fosse amore invece eri una escort.Non devo preoccuparmi più per come mi vesto,dai fammi un po' di sconto,tanto io faccio presto.Tu sei stata con Paolo,Caludio,Franco,Francescopensavo fosse amore invece eri una escort.

Ci sono delle strane macchie sopra il tuo letto,sembra quasi che qualcuno ha rovesciato il sorbetto,il tuo non è un salotto ma una sala d'aspetto, io pensavo fosse amore invece eri una escort.
Ecco eri partita da ragazza immagine,tanto bella quanto fragile,è la storia difficile di una ragazza facile, i miei amici l'hanno detto ma io sono troppo ingen..oh sei venuto con un escort? no una panda station wagon. Non so se mi rifiuti per i miei Gucci tarocchi o perchè il mio conto in banca non mi risalta gli occhi, hai l'amica che t'accompagna che fa la modella in Spagna ma a me sembra più un indossatrice di passamontagna.
E da quando guardo il mondo da quest'altra prospettiva, anche il bar sotto casa non è più quello di prima, mi sà che la barista arrotonda con le mance! Da quando uno è entrato e fa mi fai un chinotto grazie?!

RIT-

Guè:
(G U E)Chiamiamo le cose col loro nome, non siete delle modelle voi siete.... e sapete il nome, e no non lavori in televisione, non sono nato ieri non puoi fregare il pappone. Hai visto più palle che Wimbledon, ti ho sgamata sei su rosarossa.com.
Io ti ho liquidata non torno indietro dopo che ti ho spruzzata come un liquidator,

baby non ti parlo non ti cago volevi un amore magico vengo e sparisco come un mago e vuoi fare un video ma fammi un bel provino, più guardo il tuo tipo e penso poverino con quella macchina e tutte quelle scarpe, non serve un genio a capire che baby fai le marche.
Parli il 500,foglio viola,darla al vento,continua cosi che qua arrivi in Parlamento!


se volete sentire l'audio, ecco il VIDEO:

lunedì, aprile 08, 2013

"Bob Aggiusta Tutto" al FrecciaRossa

I figli dei miei colleghi pare siano super presi dal cartoon di "Bob Aggiusta Tutto".

Se anche i vostri sono dei "fan", domenica 14 aprile "sarà" (che essendo un cartone non so di preciso che significhi :D ) al Freccia Rossa di Brescia




Interventi su edifici storci: si architetti, no ingegneri


Interventi su edifici storici preclusi agli 
ingegneri italiani ma non agli stranieri 
La Corte di Giustizia Europea supera la legge italiana del 1925 che riserva la competenza solo agli architetti

Gli ingegneri civili possono dirigere i lavori su immobili di interesse storico e artistico? Gli stranieri sì, ma non quelli che hanno studiato in Italia. È la conclusione cui è arrivata la Corte di Giustizia europea, che con una sentenza pronunciata ieri ha fatto il punto della situazione sulla normativa italiana e comunitaria.

La legge italiana può infatti disciplinare le competenze professionali a livello interno. Al contrario, non può impedire agli ingegneri che hanno conseguito la laurea all’estero di agire sugli edifici storico-artistici perché verrebbe meno all’obbligo di riconoscere i titoli di studio conseguiti in altri Paesi dell’Ue.

Cosa prevede la normativa UE
Secondo la Corte di Giustizia, la Direttiva 85/384 riconosce che nella maggior parte degli Stati membri le attività pertinenti all’architettura sono esercitate da persone che hanno la denominazione di architetti. Questi soggetti non detengono però il monopolio, a meno che altre disposizioni legislative non prevedano il contrario.

Ne consegue che le attività di direzione dei lavori sugli immobili storici e artistici possono essere esercitate da altri professionisti e, in particolare, da ingegneri che abbiano ricevuto una formazione specifica nel settore delle costruzioni o dell’arte edilizia.

Allo stesso tempo, gli Stati membri devono riconoscere i titoli di studio rilasciati dagli altri Paesi europei. Se il titolo conseguito in un altro Paese può essere confuso con un titolo di studio comprendente una formazione complementare non compiuta, lo Stato ospitante può prescrivere l’utilizzo di una formula adeguata in grado di differenziare i percorsi formativi.

La situazione in Italia
In base al Regio decreto 2537/1925, spettano all’ingegnere il progetto, la condotta e la stima dei lavori per estrarre, trasformare ed utilizzare i materiali direttamente od indirettamente occorrenti per le costruzioni e per le industrie, i lavori relativi alle vie ed ai mezzi di trasporto, di deflusso e di comunicazione, le costruzioni di ogni specie, le applicazioni della fisica, i rilievi geometrici e le operazioni di estimo.

Sia l’ingegnere che l’architetto possono occuparsi di opere di edilizia civile. Tuttavia, le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico, il restauro e il ripristino degli edifici sottoposti a vincolo culturale spettano solo all’architetto. Su questi edifici, però, l’ingegnere può occuparsi della parte tecnica.

La decisione della Corte Ue
Alla luce della normativa europea e italiana, la Corte di Giustizia ha concluso che agli ingegneri civili che hanno ottenuto i propri titoli in Italia non competono le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico ed il restauro e il ripristino degli edifici di interesse culturale.

Trattandosi di una situazione puramente interna, la Corte Ue ha stabilito che la norma italiana non viola né la direttiva 85/384 né il principio della parità di trattamento.

Per la Corte Ue, la direttiva 85/384 non si propone di disciplinare le condizioni di accesso alla professione di architetto e non intende fornire una definizione giuridica delle attività del settore dell’architettura. Per questi motivi spetta alla normativa nazionale dello Stato membro ospitante individuare le attività rientranti in tale settore.

La limitazione opera però solo a livello nazionale. L’Italia riconosce infatti i titoli di studio rilasciati dagli altri Paesi membri e non può effettuare una verifica sulle qualifiche prima di consentire ad un ingegnere laureato all’estero di intervenire su un immobile artistico.




febbraio 2013
da edilportale.com

 

domenica, aprile 07, 2013

Nuovo libro di Saviano

Su segnalazione di PaolaF...



La cocaina oro del mondo
il nuovo libro di Saviano

Sette anni dopo Gomorra esce "Zero Zero Zero"; il libro inchiesta sulla droga che fa girare il mondo. "Non esistono titoli quotati in Borsa che possono generare lo stesso profitto e così velocemente"

PRENDI un elastico e comincia a tenderlo. All'inizio non c'è quasi resistenza. Lo allunghi senza difficoltà. Sino a quando raggiungi la massima estensione oltre la quale l'elastico si spezza. L'economia di oggi funziona come il tuo elastico. Quell'elastico è il comportamento secondo le regole di concorrenza leale e secondo la legge. In principio tutto era facile, le risorse disponibili, il mercato pronto a essere invaso da ogni nuova merce capace di renderti la vita più bella e più comoda. Quando compravi, sentivi di aver fatto un salto verso un futuro migliore. Se producevi, ti percepivi nella stessa dimensione. Radio. Automobili. Frigoriferi. Lavatrici. Aspirapolvere. Scarpe eleganti e scarpe sportive. Rasoi elettrici. Pellicce. Televisori. Viaggi organizzati. Abiti firmati. Computer portatili. Cellulari. Non dovevi tirare più di tanto l'elastico delle regole. Oggi siamo vicini al punto di rottura. Ogni nicchia è stata conquistata, ogni bisogno soddisfatto. Le mani che tendono l'elastico si spingono sempre più in là, rifuggono la saturazione allargandolo ancora di un millimetro nella speranza che quello sforzo non sia davvero l'ultimo.

GUARDA IL VIDEO

Al limite ti attrezzi per delocalizzare all'Est o provi a lavorare in nero ed evadere le tasse. Cerchi di tirare l'elastico il più possibile. È la dura vita dell'imprenditore.
Di Mark Zuckerberg ne nasce uno al secolo. Pochissimi possono generare ricchezza soltanto da un'idea e, per quanto vincente, quell'idea non genera un indotto solido. Gli altri sono costretti a una guerra di posizione per piazzare beni e servizi che magari durano il tempo di un battito d'ali. Tutti i beni sono costretti a sottostare alla regola dell'elastico. Tutti tranne uno. La cocaina.

Non esiste mercato al mondo che renda più di quello della cocaina. Non esiste investimento finanziario al mondo che frutti come investire in cocaina. Nemmeno i rialzi azionari da record sono paragonabili agli "interessi" che dà la coca. Nel 2012, anno di uscita dell'iPhone 5 e del mini iPad, la Apple è diventata la società più capitalizzata che si sia mai vista su un listino azionario. Le azioni Apple hanno subìto un rialzo in Borsa del 67 per cento in un solo anno. Un rialzo notevole per i numeri della finanza. Se avessi investito mille euro in azioni Apple all'inizio del 2012, ora ne avresti milleseicentosettanta. Non male. Ma se avessi investito mille euro in coca all'inizio del 2012, ora ne avresti centottantaduemila: cento volte di più che investendo nel titolo azionario record dell'anno!

La cocaina è un bene rifugio. La cocaina è un bene anticiclico. La cocaina è il vero bene che non teme né la scarsità di risorse né l'inflazione dei mercati. Ci sono moltissimi angoli del mondo che vivono senza ospedali, senza web, senza acqua corrente. Ma non senza coca. Dice l'Onu che nel 2009 se ne sono consumate ventuno tonnellate in Africa, quattordici in Asia, due in Oceania. Più di centouno in tutta l'America Latina e Caraibi. Tutti la vogliono, tutti la consumano, tutti coloro che cominciano a usarla ne hanno bisogno. Le spese sono minime, piazzarla è immediato, altissimo il margine di profitto. [...]

Non esistono titoli quotati in Borsa che possono generare il profitto della cocaina. L'investimento più spericolato, la speculazione più anticipatrice, movimenti rapidissimi di ingenti flussi di danaro che riescono ad abbattersi sulle condizioni di vita di interi continenti, non ottengono una moltiplicazione del valore neppure lontanamente paragonabile. Chi punta sulla coca, accumula in pochi anni ricchezze che in genere le grandi holding hanno conseguito in decenni di investimenti e speculazioni finanziarie. Se un gruppo imprenditoriale riesce ad avere le mani sulla coca, detiene un potere impossibile da raggiungere con qualsiasi altro mezzo. Da zero a mille. Un'accelerazione che non può dare nessun altro motore economico. Per questo, laddove la coca è l'economia di scala, non esiste altro che lo scontro feroce e violento. Non c'è mediazione sulla coca. O tutto o nulla. E tutto dura poco. Non puoi fare traffico di cocaina con sindacati e piani industriali, con aiuti dello Stato e norme impugnabili in tribunale. Vinci se sei il più forte, il più furbo, il più organizzato, il più armato. Per qualsiasi azienda vale che più tendi l'elastico, più riesci a importi sul mercato. Se quell'elastico riesci a tenderlo ancora di più con la coca, allora potrai vincere in ogni altro settore. Solo la legge può spezzare l'elastico. Ma anche quando la legge rintraccia la radice criminale e cerca di estirparla, resta difficile che riesca a trovare tutte le imprese legali, gli investimenti immobiliari e i conti in banca che sono stati acquisiti grazie alla tensione straordinaria ottenuta dalla polvere bianca.

La cocaina è un bene complesso. Dietro il suo candore nasconde il lavoro di milioni di persone. Nessuna di queste si arricchisce come coloro che sanno piazzarsi nel punto giusto della filiera produttiva. I Rockefeller della cocaina sanno come nasce il loro prodotto, passaggio per passaggio. Sanno che a giugno si semina e che ad agosto c'è la raccolta. Sanno che la semina dev'essere fatta con un seme proveniente da piante di almeno tre anni e che i raccolti di coca si fanno tre volte all'anno. Sanno che le foglie raccolte devono essere messe a seccare entro ventiquattr'ore dalla potatura, altrimenti si rovinano e non le vendi più. Sanno che il passo successivo è scavare due buchi nel terreno. Nel primo, insieme alle foglie secche, devi aggiungere carbonato di potassio e kerosene. Sanno che poi bisogna pestare per bene questo mix, fino a ottenere una sbobba verdastra, il carbonato di cocaina, che una volta filtrato deve essere trasferito nel secondo buco. Sanno che l'ingrediente successivo è l'acido solforico concentrato. Sanno che quello che così si ottiene è il solfato basico di cocaina, la pasta basica, che va fatta essiccare. Sanno che gli ultimi passaggi comportano acetone, acido cloridrico, alcol assoluto. Sanno che bisogna filtrare ancora e ancora. E poi di nuovo a seccare. Sanno che si ottiene il cloridrato di cocaina, chiamato comunemente: cocaina.

Sanno, i Rockefeller della cocaina, che per ottenere più o meno mezzo chilo di coca purissima servono: tre quintali di foglie e un manipolo di operai a tempo pieno. Tutto questo gli imprenditori della cocaina lo sanno come qualunque capo d'azienda. Ma sanno soprattutto che la massa dei contadini, degli spacciatori e trasportatori che hanno trovato un lavoro poco più redditizio di ciò che possono tentare di cercarsi altrove continua lo stesso ad avere entrambi i piedi piantati nella miseria. È manovalanza, una marea di sudditi interscambiabili nella perpetuazione di un sistema di sfruttamento e arricchimento a beneficio di pochi. E in cima a quei pochi ci sono quelli che hanno avuto la lungimiranza di capire che nel lungo viaggio della coca, dalle foglie colombiane alle narici del consumatore occasionale, i soldi veri si fanno con la vendita, la rivendita e la gestione dei prezzi. Perché se è vero che un chilo di cocaina in Colombia viene venduto a millecinquecento dollari, in Messico tra i dodicimila e i sedicimila, negli Stati Uniti a ventisettemila, in Spagna a quarantaseimila, in Olanda a quarantasettemila, in Italia a cinquantasettemila e nel Regno Unito a settantasettemila; se è vero che i prezzi al grammo variano dai sessantuno dollari del Portogallo e arrivano ai centosessantasei del Lussemburgo, passando per gli ottanta in Francia, gli ottantasette in Germania, i novantasei in Svizzera e i novantasette in Irlanda; se è vero che da un chilo di cocaina pura con il taglio si ricavano mediamente tre chili che verranno venduti in dosi da un grammo; se è vero tutto questo, è altrettanto vero che chi comanda l'intera filiera è uno degli uomini più ricchi del mondo.

Nuove borghesie mafiose gestiscono oggi il traffico di coca. Attraverso la distribuzione conquistano il territorio dove viene commerciata. Un Risiko di dimensioni planetarie. Da una parte i territori di produzione che diventano feudi dove non cresce più nulla se non povertà e violenza, territori che i gruppi mafiosi tengono sotto controllo elargendo carità ed elemosina che spacciano per diritti. Non deve esserci sviluppo. Solo prebende. Se qualcuno vuole riscattarsi non deve reclamare per sé diritti ma ricchezza. Una ricchezza che deve sapersi prendere. In questo modo si perpetua un unico modello d'affermazione di cui la violenza è solo veicolo e strumento. Quel che si impone è potere prodotto e conteso in purezza, come la cocaina stessa. Dall'altra parte paesi e nazioni dove piazzare al centro della mappa le proprie bandierine. Italia: presenti. Inghilterra: presenti. Russia: presenti. Cina: presenti. Ovunque. Per le famiglie più forti, la coca funziona con la facilità di un bancomat. C'è da comprare un centro commerciale? Importi coca e dopo un mese ci sono i soldi per chiudere la transazione. Devi influenzare campagne elettorali? Importi coca e sei pronto nel giro di poche settimane. La cocaina è la risposta universale al bisogno di liquidità. L'economia della coca cresce a dismisura e arriva ovunque

2 aprile 2013

Foto della settimana


Val di Daone
04 gennaio 2010

Val Daone, altra patria delle cascate di ghiaccio, pestando neve vergine alla ricerca della colata "Notre Dame de la glace"...
Alessio