280.951
EepyBird's Sticky Note experiment from Eepybird on Vimeo.
P.S. Spero di non aver rallentato troppo la pagina, ma non ho molto tempo di fare immagini, ecc.
venerdì, settembre 12, 2008
Trucchi e segreti della casta volante
Visto che è venerdì ... perché non in iniziare il week end con una bella girata di palle??
Leggete e divertitevi...ricordando che il Presidente del Consiglio più amato dal Vex ci ha scaricato addosso tutti i debiti di questo malefico carrozzone per l'ennesima volta... (lasciamo perdere tutti gli altri politici del passato ma almeno potevamo liberarcene per un tozzo di pane e rifilare la patata ad Air France....)
ROMA — C'era una volta una compagnia aerea che perdeva 25 mila euro l'anno per ognuno dei suoi dipendenti. Che aveva 5 (cinque) aerei cargo sui quali si alternavano 135 (centotrentacinque) piloti. Che arrivò ad avere un consiglio di amministrazione composto di 17 poltrone: tre per i sindacalisti e una assegnata, chissà perché, al Provveditore generale dello Stato, l'uomo incaricato di comprare le matite, le lampadine e le sedie dei ministeri.
Che istituì perfino una commissione di otto persone per decidere i nomi da dare agli aeroplani: e si possono immaginare i dibattiti fra i sostenitori di Caravaggio e quelli di Agnolo Bronzino. Che in vent'anni cambiò dieci capi azienda, nessuno uscito di scena alla scadenza naturale del suo mandato. E che negli ultimi dieci anni ha scavato una voragine di tre miliardi chiudendo un solo bilancio in utile, ma unicamente grazie a una gigantesca penale che i preveggenti olandesi della Klm preferirono pagare pur di liberarsi dal suo abbraccio mortale.
C'era una volta, appunto. Perché una cosa sola, mentre scade l'ultimatum di Augusto Fantozzi, è certa: quella Alitalia lì non c'è più. La corsa disperata di cui parlò Tommaso Padoa-Schioppa quando ancora confidava di poter passare la patata bollente ad Air France, dicendo di sentirsi come «il guidatore di un'ambulanza che sta correndo per portare il malato nell'unica clinica che si è dichiarata diposta ad accettarlo», è comunque finita. E con quell'ultimo viaggio, fallito in modo drammatico, si è chiusa un'epoca. Con un solo rammarico: che la parola fine doveva essere scritta molti anni prima. Se soltanto i politici l'avessero voluto.
Già, i politici. Ricordate Giuseppe Bonomi? Politico forse sui generis, leghista e oggi presidente della Sea, ora ha chiesto all'Alitalia 1,2 miliardi di euro di danni perché la compagnia ha deciso di lasciare l'aeroporto di Malpensa. Anche lui è stato presidente dell'Alitalia: durante la sua presidenza la compagnia prossima ad essere «tecnicamente in bancarotta», per usare le parole del capo della Emirates, Ahmed bin Saeed Al-Maktoum, sponsorizzò generosamente i concorsi ippici di Assago e piazza di Siena. Alle quali Bonomi, provetto cavallerizzo, partecipò come concorrente. Ma senza portare a casa una medaglia. Ritorno d'immagine? Boh.
E ricordate Luigi Martini? Ex calciatore della Lazio, protagonista dello storico scudetto del 1974, chiusa la carriera sportiva diventò pilota dell'Alitalia. Poi parlamentare e responsabile trasporti di Alleanza nazionale: ma senza smettere mai di volare. Per conservare il brevetto gli fu concesso di mantenere anche grado e stipendio. Faceva tre decolli e tre atterraggi ogni 90 giorni, quando gli impegni politici lo consentivano, pilotando aerei di linea con 160 passeggeri a bordo. Inconsapevoli, probabilmente, che alla cloche c'era nientemeno che un parlamentare in carica. Questa sì che era degna di chiamarsi italianità. In quale altro Paese sarebbe stato possibile?
Domanda legittima anche a proposito di quello che accadde nel 2002, quando con la benedizione di Claudio Scajola venne istituita una linea quotidiana Alitalia fra Fiumicino e Villanova D'Albenga, collegio elettorale dell'allora ministro dell'Interno. Numero massimo di passeggeri, denunciò il rifondarolo Luigi Malabarba, diciotto. Dimesso il ministro, fu dimessa anche la linea. Ripristinato il ministro, come responsabile dell'Attuazione del programma, fu ripristinato pure il volo: in quel caso da Air One, con contributi pubblici. Volo successivamente abolito dopo la fine del precedente governo Berlusconi e quindi ora, si legge sui giornali, riesumato per la terza volta.
Ma politici e flap in Italia hanno sempre rappresentato un connubio spettacolare. Lo sapevano bene i 9 sindacati dell'Alitalia, che non a caso nei momenti critici, ha raccontato al Corriere Luigi Angeletti, regolarmente pretendevano di avere al tavolo il governo, delegittimando la controparte naturale, cioè l'amministratore delegato. E i ministri regolarmente si calavano le braghe. Forse questo spiega perché mentre tutte le compagnie straniere, alle prese con le crisi, tagliavano il personale e riducevano i costi, all'Alitalia accadeva il contrario.
Nel 1991, dopo la guerra del Golfo, si decisero 2.600 prepensionamenti. Poi arrivò Roberto Schisano, che diede un'altra strizzatina, e i dipendenti scesero nel 1995 a 19.366. Armato di buone intenzioni, Domenico Cempella nel 1996 li portò a 18.850. Nel 1998 però erano già risaliti a 19.683. L'anno dopo a 20.770. E nel 2001, l'anno dell'attentato alle Torri gemelle di New York, si arrivò a 23.478. Poi ci si stupì che per 14 anni, fino al 1999, fosse stato tenuto in vita a Città del Messico, come denunciò l'Espresso, un ufficio dell'Alitalia con 15 dipendenti, nonostante gli aerei avessero smesso di atterrare lì nel lontano 1985. Come ci si stupì che gli equipaggi in transito a Venezia venissero fatti alloggiare nel lussuoso Hotel Des Bains del Lido, con trasferimento in motoscafo. O che per un intero anno (il 2005) la compagnia avesse preso in affitto 600 stanze d'albergo, quasi sempre vuote, nei dintorni dell'aeroporto, per gli equipaggi composti da dipendenti con residenza a Roma ma luogo di lavoro a Malpensa. Per non parlare della guerra sui lettini per il riposo del personale di bordo montati sui Jumbo, al termine della quale 350 piloti portarono a casa una indennità di 1.800 euro al mese anche se il lettino loro ce l'avevano. O dell'incredibile numero di dipendenti all'ufficio paghe del personale navigante, che aveva raggiunto 89 unità. Incredibile soltanto per chi non sa che gli stipendi arrivavano a contare 505 voci diverse.
Tutto questo ora appartiene al passato. Prossimo o remoto, comunque al passato. Della futura Alitalia, per ora, si conosce soltanto il promotore: Compagnia aerea italiana, Cai, stesso acronimo di un'altra Cai, la Compagnia aeronautica italiana, la società che gestisce la flotta dei servizi segreti. E le cui azioni, per una curiosa e assolutamente casuale coincidenza, sono custodite nella SanPaolo fiduciaria, del gruppo bancario Intesa SanPaolo, lo stesso che supporta la cordata italiana per l'Alitalia.
Sergio Rizzo da corriere.it
Leggete e divertitevi...ricordando che il Presidente del Consiglio più amato dal Vex ci ha scaricato addosso tutti i debiti di questo malefico carrozzone per l'ennesima volta... (lasciamo perdere tutti gli altri politici del passato ma almeno potevamo liberarcene per un tozzo di pane e rifilare la patata ad Air France....)
ROMA — C'era una volta una compagnia aerea che perdeva 25 mila euro l'anno per ognuno dei suoi dipendenti. Che aveva 5 (cinque) aerei cargo sui quali si alternavano 135 (centotrentacinque) piloti. Che arrivò ad avere un consiglio di amministrazione composto di 17 poltrone: tre per i sindacalisti e una assegnata, chissà perché, al Provveditore generale dello Stato, l'uomo incaricato di comprare le matite, le lampadine e le sedie dei ministeri.
Che istituì perfino una commissione di otto persone per decidere i nomi da dare agli aeroplani: e si possono immaginare i dibattiti fra i sostenitori di Caravaggio e quelli di Agnolo Bronzino. Che in vent'anni cambiò dieci capi azienda, nessuno uscito di scena alla scadenza naturale del suo mandato. E che negli ultimi dieci anni ha scavato una voragine di tre miliardi chiudendo un solo bilancio in utile, ma unicamente grazie a una gigantesca penale che i preveggenti olandesi della Klm preferirono pagare pur di liberarsi dal suo abbraccio mortale.
C'era una volta, appunto. Perché una cosa sola, mentre scade l'ultimatum di Augusto Fantozzi, è certa: quella Alitalia lì non c'è più. La corsa disperata di cui parlò Tommaso Padoa-Schioppa quando ancora confidava di poter passare la patata bollente ad Air France, dicendo di sentirsi come «il guidatore di un'ambulanza che sta correndo per portare il malato nell'unica clinica che si è dichiarata diposta ad accettarlo», è comunque finita. E con quell'ultimo viaggio, fallito in modo drammatico, si è chiusa un'epoca. Con un solo rammarico: che la parola fine doveva essere scritta molti anni prima. Se soltanto i politici l'avessero voluto.
Già, i politici. Ricordate Giuseppe Bonomi? Politico forse sui generis, leghista e oggi presidente della Sea, ora ha chiesto all'Alitalia 1,2 miliardi di euro di danni perché la compagnia ha deciso di lasciare l'aeroporto di Malpensa. Anche lui è stato presidente dell'Alitalia: durante la sua presidenza la compagnia prossima ad essere «tecnicamente in bancarotta», per usare le parole del capo della Emirates, Ahmed bin Saeed Al-Maktoum, sponsorizzò generosamente i concorsi ippici di Assago e piazza di Siena. Alle quali Bonomi, provetto cavallerizzo, partecipò come concorrente. Ma senza portare a casa una medaglia. Ritorno d'immagine? Boh.
E ricordate Luigi Martini? Ex calciatore della Lazio, protagonista dello storico scudetto del 1974, chiusa la carriera sportiva diventò pilota dell'Alitalia. Poi parlamentare e responsabile trasporti di Alleanza nazionale: ma senza smettere mai di volare. Per conservare il brevetto gli fu concesso di mantenere anche grado e stipendio. Faceva tre decolli e tre atterraggi ogni 90 giorni, quando gli impegni politici lo consentivano, pilotando aerei di linea con 160 passeggeri a bordo. Inconsapevoli, probabilmente, che alla cloche c'era nientemeno che un parlamentare in carica. Questa sì che era degna di chiamarsi italianità. In quale altro Paese sarebbe stato possibile?
Domanda legittima anche a proposito di quello che accadde nel 2002, quando con la benedizione di Claudio Scajola venne istituita una linea quotidiana Alitalia fra Fiumicino e Villanova D'Albenga, collegio elettorale dell'allora ministro dell'Interno. Numero massimo di passeggeri, denunciò il rifondarolo Luigi Malabarba, diciotto. Dimesso il ministro, fu dimessa anche la linea. Ripristinato il ministro, come responsabile dell'Attuazione del programma, fu ripristinato pure il volo: in quel caso da Air One, con contributi pubblici. Volo successivamente abolito dopo la fine del precedente governo Berlusconi e quindi ora, si legge sui giornali, riesumato per la terza volta.
Ma politici e flap in Italia hanno sempre rappresentato un connubio spettacolare. Lo sapevano bene i 9 sindacati dell'Alitalia, che non a caso nei momenti critici, ha raccontato al Corriere Luigi Angeletti, regolarmente pretendevano di avere al tavolo il governo, delegittimando la controparte naturale, cioè l'amministratore delegato. E i ministri regolarmente si calavano le braghe. Forse questo spiega perché mentre tutte le compagnie straniere, alle prese con le crisi, tagliavano il personale e riducevano i costi, all'Alitalia accadeva il contrario.
Nel 1991, dopo la guerra del Golfo, si decisero 2.600 prepensionamenti. Poi arrivò Roberto Schisano, che diede un'altra strizzatina, e i dipendenti scesero nel 1995 a 19.366. Armato di buone intenzioni, Domenico Cempella nel 1996 li portò a 18.850. Nel 1998 però erano già risaliti a 19.683. L'anno dopo a 20.770. E nel 2001, l'anno dell'attentato alle Torri gemelle di New York, si arrivò a 23.478. Poi ci si stupì che per 14 anni, fino al 1999, fosse stato tenuto in vita a Città del Messico, come denunciò l'Espresso, un ufficio dell'Alitalia con 15 dipendenti, nonostante gli aerei avessero smesso di atterrare lì nel lontano 1985. Come ci si stupì che gli equipaggi in transito a Venezia venissero fatti alloggiare nel lussuoso Hotel Des Bains del Lido, con trasferimento in motoscafo. O che per un intero anno (il 2005) la compagnia avesse preso in affitto 600 stanze d'albergo, quasi sempre vuote, nei dintorni dell'aeroporto, per gli equipaggi composti da dipendenti con residenza a Roma ma luogo di lavoro a Malpensa. Per non parlare della guerra sui lettini per il riposo del personale di bordo montati sui Jumbo, al termine della quale 350 piloti portarono a casa una indennità di 1.800 euro al mese anche se il lettino loro ce l'avevano. O dell'incredibile numero di dipendenti all'ufficio paghe del personale navigante, che aveva raggiunto 89 unità. Incredibile soltanto per chi non sa che gli stipendi arrivavano a contare 505 voci diverse.
Tutto questo ora appartiene al passato. Prossimo o remoto, comunque al passato. Della futura Alitalia, per ora, si conosce soltanto il promotore: Compagnia aerea italiana, Cai, stesso acronimo di un'altra Cai, la Compagnia aeronautica italiana, la società che gestisce la flotta dei servizi segreti. E le cui azioni, per una curiosa e assolutamente casuale coincidenza, sono custodite nella SanPaolo fiduciaria, del gruppo bancario Intesa SanPaolo, lo stesso che supporta la cordata italiana per l'Alitalia.
Sergio Rizzo da corriere.it
Per quando si viaggia all'estero
Ecco una informazione utile per i nostri amici sempre in giro per il mondo.
Il Ministero degli Esteri ha creato questo sito per i cittadini italiani che vanno in viaggio fuori dai nostri confini:
Prima di partire si compila la propria scheda indicando dove si va, quanto si sta via, ecc.
Perchè farlo? semplice, in caso di calamità o altro imprevisto che dovesse accadere in qualche parte del mondo, la Farnesina sa quanti cittadini italiani vi sono presenti e può organizzarsi di conseguenza.
Il Ministero degli Esteri ha creato questo sito per i cittadini italiani che vanno in viaggio fuori dai nostri confini:
Prima di partire si compila la propria scheda indicando dove si va, quanto si sta via, ecc.
Perchè farlo? semplice, in caso di calamità o altro imprevisto che dovesse accadere in qualche parte del mondo, la Farnesina sa quanti cittadini italiani vi sono presenti e può organizzarsi di conseguenza.
I dati del viaggio vengono inseriti nella banca dati dell'Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e vengono cancellati 2 giorni dopo la data di conclusione del viaggio.
Toccandosi i maroni, si spera non serva mai... ma in caso di un viaggio in "culo al mondo" (termine tecnico) non farebbe male compilarlo.giovedì, settembre 11, 2008
Sardinia tour - cap.1
Ecco il tradizionale "Diario di bordo" della vacanza in quel della Sardegna.
Vi gusterete un breve "book" delle spiaggie che abbiamo avuto la fortuna di visitare durante la settimana nella terra dei 4 mori... ed ovviamente un paio di capitoli con le immancabili foto stupideeeeeee che abbiam scattato!
Vi gusterete un breve "book" delle spiaggie che abbiamo avuto la fortuna di visitare durante la settimana nella terra dei 4 mori... ed ovviamente un paio di capitoli con le immancabili foto stupideeeeeee che abbiam scattato!
Buona visione!
Capitolo 1
Non servono commenti, le foto parlano da sole...
mercoledì, settembre 10, 2008
Brescianità... Class is not Water
Per tutti quelli che..sono bresciani..perchè bresciani si nasce, non si
diventa!!
Sei un vero bresciano se:
...hai bevuto ancora lo champagnone del Beppe Viselli...un uomo, un' istituzione!
...sai che uno champa passa, due mnn, al terzo sei per terra!
...per te l'aperitivo..è solo il pirlo!
...conosci o hai visto ancora monetina e ti chiedi come mai sia ancora vivo, nonostante tutte le malattie che avrà raccattato in tutti questi anni
...hai fatto almeno una volta l'ape - cena da spazio
...sai che il Circus è il beat club per eccellenza
...sai che se vai all'Art, sei un uomo, e becchi la serata giusta, è a tuo rischio e pericolo!
...Spazio Arnaldo e tutta la Piazza sono come una seconda casa
...di venerdì sera impieghi almeno un quarto d'ora per trovare parcheggio o in fossa o in largo
...conosci qualcuno che ha preso a noleggio la macchina per parcheggiarla in doppia fila
...andavi ad ubriacarti in cantinaccia, quando ancora si pagavano 10 mila lire e la consumazione era illimitata
...sei andato al Bicicletta, e in bagno hai ascoltato la canzoncina degli alpini
...hai mangiato ancora al putrido...e ti sei reso conto che putrido non era solo un nome, ma un dato di fatto!
...andavi a ballare sui tavoli del Samarcanda, prima che si riempisse di giargianesi
...hai giocato ancora al Ceralacca allo Zelinda
...vuoi boicottare la Freccia rossa, per salvaguardare il Lio
...il vino? Franciacorta doc
...se qualcuno ti dice 'gino' e tu rispondi 'cul' o 'nculet!'
...dici 'gnari dom a baita' per dire 'ragazzi andiamo a casa'
...hai visto ancora le corse tamarre al mercato dell'ortofrutta
...parli male dei bergamaschi...'noter dè bresà som ei piò bei, voter de berghem sif dei porcei'
...sai che Roberto Baggio rimarrà per sempre nel tuo cuore
...quando andavi in curva nord al Rigamonti, sapevi che se si giocava contro l'Atalanta rischiavi di trovarti incastrato in una sassaiola
...Brescia 1911!!!
...hai giocato a faccia di pietra
...andavi al Roller per beccarti le più zoccole
...sai che beccarsi significa limonare
...sai che le bresciane non hanno un'ottima fama...ma ne hai conosciute poche così!
...sai che il Carmine è out of control
...sai che Brixia è la leonessa d'Italia
...hai fatto almeno una gita con la scuola a vedere Brescia romana e la vittoria alata
...vai a vedere la partenza delle mille miglia, con la voce di sottofondo di qualcuno che ti dice 'di solito piove sempre'
...porti in castello la tua futura tipa
...la tua morosa a volte va a fare shopping a Milano
...sai che se ti infratti in Maddalena trovi almeno un guardone
...la domenica d'estate corrisponde a gita sul lago di Garda
...Desenzano lo chiami Dese
...hai visto il Vittoriale e non te n'è fregato niente di D'annunzio ma di quante tipe si scopava
...sei andato a studiare almeno una volta in Cavalla
...andavi alla festa di Radio onda d'urto solo per comprarti il fumo
...sai che sugli scalini del Grande ci sono gli sfattoni
...sai cos'è il Magazzino 47
...il residence Prealpino è stato per anni il cuore dell'africa bresciana
...usi lo stra davanti alle parole per enfatizzare il loro significato (stravanti, strabello)
...usi fes per enfatizzare ancora di più le cose
...quando sei in macchina non dici gira a destra o gira a sinistra, ma gira in su, gira in giù
...quando cerchi qualcosa che è vicino ad un altro oggetto dici 'ma si passami quel robo li che è in parte a...' e sai che 'in parte' non significa assolutamente niente fuori dalla provincia, ma lo dici comunque!
...sai che polenta e osei l'hanno inventata i bresciani
...sai che lo spiedo per essere buono deve cuocere almeno 5 - 6 ore
...orgoglioso del fatto che in Italia ti conoscano come 'laurà laurà laurà'
...per te chi non lavora 'l'è en terù' per forza!
...hai almeno un parente che abbia votato per la lega
...hai visto ancora scritte sui muri 'Roma ladrona, la lega non perdona!'
...se abiti in città ti senti molto più figo di quelli che vengono dalle valli, o dalla bassa
...la nebbia, per te non è un problema, è uno status symbol
...sai che Brescia è la repubblica del Nord...Bresà my beautiful city
...'pota' per te è l'intercalare per eccellenza...ed ha mille significati
...se senti qualcuno che dice 'ma 'nculet' sai che per forza di cose proviene da Brescia
...conosci almeno una canzone dei Charlie and the cats
...sai che potresti vivere a pane salamina e vin brulè
...se sei donna e hai fatto l'Itis, sai che hai rischiato la vita causa i 2000 allupati
...hai passato un pezzo della tua adolescenza a parlare al trancorio...ovvero al contrario, spostandole sillabe
...hai giocato ancora a Vegeto
...hai giocato ancora al Galaxy
...sai che anche Brescia per quanto piccola sia, avrà la sua metro..un po' come una grandemetropoli
...sai che ormai il simbolo di Brescia non è più la leonessa, ma la rotonda
...la vera festa per te non è san Valentino, ma san Faustino...ci vai, anche se sai che non comprerai niente
...chissenefrega di Babbo Natale e della Befana...noi abbiamo Santa Lucia!!!!
...quando senti in tele qualcuno che parla in bresciano, anche se non in dialetto stretto ma solo in italiano, la cadenza bresciana rimane e ti rendi conto che è proprio un accento pesante!
...quando nevica ti ritrovi con i tuoi soci in qualche parcheggio con la macchina a fare le sgargiate
...da piccolo col grest la gita finale era Gardaland
...sei stato almeno una volta al Caneva e ti sei cagato sotto quando ti sei reso conto che dovevi scendere dallo Stukas
...se hai la moto sei andato almeno una volta a fare le coste
...conosci almeno una ragazza che manda sms scrivendo abbreviato e usando parole in inglese
...quando saluti non dici solo ciao, ma 'ciao vecchio', 'ciao vecio'
...quando il fobal è il pallone da calcio
...quando Paderno FC non è footbal club ma Francia Corta
...quando sai che i casoncelli si mangiano solo a Longhena
...quando in terza elementare ti portano in val Camonica a vedere le incisioni rupestri
...quando sai che se passi sotto l'arco piccolo vicino al grande sai che sarai canato a scuola
...quando sai che in Mandolossa ci puoi trovare di ogni
...se gnaro sai che se bruciavi dovevi passare dal Picca in stazione
Andate e diffondete il verbo...e postate altre tipiche brescianità!
diventa!!
Sei un vero bresciano se:
...hai bevuto ancora lo champagnone del Beppe Viselli...un uomo, un' istituzione!
...sai che uno champa passa, due mnn, al terzo sei per terra!
...per te l'aperitivo..è solo il pirlo!
...conosci o hai visto ancora monetina e ti chiedi come mai sia ancora vivo, nonostante tutte le malattie che avrà raccattato in tutti questi anni
...hai fatto almeno una volta l'ape - cena da spazio
...sai che il Circus è il beat club per eccellenza
...sai che se vai all'Art, sei un uomo, e becchi la serata giusta, è a tuo rischio e pericolo!
...Spazio Arnaldo e tutta la Piazza sono come una seconda casa
...di venerdì sera impieghi almeno un quarto d'ora per trovare parcheggio o in fossa o in largo
...conosci qualcuno che ha preso a noleggio la macchina per parcheggiarla in doppia fila
...andavi ad ubriacarti in cantinaccia, quando ancora si pagavano 10 mila lire e la consumazione era illimitata
...sei andato al Bicicletta, e in bagno hai ascoltato la canzoncina degli alpini
...hai mangiato ancora al putrido...e ti sei reso conto che putrido non era solo un nome, ma un dato di fatto!
...andavi a ballare sui tavoli del Samarcanda, prima che si riempisse di giargianesi
...hai giocato ancora al Ceralacca allo Zelinda
...vuoi boicottare la Freccia rossa, per salvaguardare il Lio
...il vino? Franciacorta doc
...se qualcuno ti dice 'gino' e tu rispondi 'cul' o 'nculet!'
...dici 'gnari dom a baita' per dire 'ragazzi andiamo a casa'
...hai visto ancora le corse tamarre al mercato dell'ortofrutta
...parli male dei bergamaschi...'noter dè bresà som ei piò bei, voter de berghem sif dei porcei'
...sai che Roberto Baggio rimarrà per sempre nel tuo cuore
...quando andavi in curva nord al Rigamonti, sapevi che se si giocava contro l'Atalanta rischiavi di trovarti incastrato in una sassaiola
...Brescia 1911!!!
...hai giocato a faccia di pietra
...andavi al Roller per beccarti le più zoccole
...sai che beccarsi significa limonare
...sai che le bresciane non hanno un'ottima fama...ma ne hai conosciute poche così!
...sai che il Carmine è out of control
...sai che Brixia è la leonessa d'Italia
...hai fatto almeno una gita con la scuola a vedere Brescia romana e la vittoria alata
...vai a vedere la partenza delle mille miglia, con la voce di sottofondo di qualcuno che ti dice 'di solito piove sempre'
...porti in castello la tua futura tipa
...la tua morosa a volte va a fare shopping a Milano
...sai che se ti infratti in Maddalena trovi almeno un guardone
...la domenica d'estate corrisponde a gita sul lago di Garda
...Desenzano lo chiami Dese
...hai visto il Vittoriale e non te n'è fregato niente di D'annunzio ma di quante tipe si scopava
...sei andato a studiare almeno una volta in Cavalla
...andavi alla festa di Radio onda d'urto solo per comprarti il fumo
...sai che sugli scalini del Grande ci sono gli sfattoni
...sai cos'è il Magazzino 47
...il residence Prealpino è stato per anni il cuore dell'africa bresciana
...usi lo stra davanti alle parole per enfatizzare il loro significato (stravanti, strabello)
...usi fes per enfatizzare ancora di più le cose
...quando sei in macchina non dici gira a destra o gira a sinistra, ma gira in su, gira in giù
...quando cerchi qualcosa che è vicino ad un altro oggetto dici 'ma si passami quel robo li che è in parte a...' e sai che 'in parte' non significa assolutamente niente fuori dalla provincia, ma lo dici comunque!
...sai che polenta e osei l'hanno inventata i bresciani
...sai che lo spiedo per essere buono deve cuocere almeno 5 - 6 ore
...orgoglioso del fatto che in Italia ti conoscano come 'laurà laurà laurà'
...per te chi non lavora 'l'è en terù' per forza!
...hai almeno un parente che abbia votato per la lega
...hai visto ancora scritte sui muri 'Roma ladrona, la lega non perdona!'
...se abiti in città ti senti molto più figo di quelli che vengono dalle valli, o dalla bassa
...la nebbia, per te non è un problema, è uno status symbol
...sai che Brescia è la repubblica del Nord...Bresà my beautiful city
...'pota' per te è l'intercalare per eccellenza...ed ha mille significati
...se senti qualcuno che dice 'ma 'nculet' sai che per forza di cose proviene da Brescia
...conosci almeno una canzone dei Charlie and the cats
...sai che potresti vivere a pane salamina e vin brulè
...se sei donna e hai fatto l'Itis, sai che hai rischiato la vita causa i 2000 allupati
...hai passato un pezzo della tua adolescenza a parlare al trancorio...ovvero al contrario, spostandole sillabe
...hai giocato ancora a Vegeto
...hai giocato ancora al Galaxy
...sai che anche Brescia per quanto piccola sia, avrà la sua metro..un po' come una grandemetropoli
...sai che ormai il simbolo di Brescia non è più la leonessa, ma la rotonda
...la vera festa per te non è san Valentino, ma san Faustino...ci vai, anche se sai che non comprerai niente
...chissenefrega di Babbo Natale e della Befana...noi abbiamo Santa Lucia!!!!
...quando senti in tele qualcuno che parla in bresciano, anche se non in dialetto stretto ma solo in italiano, la cadenza bresciana rimane e ti rendi conto che è proprio un accento pesante!
...quando nevica ti ritrovi con i tuoi soci in qualche parcheggio con la macchina a fare le sgargiate
...da piccolo col grest la gita finale era Gardaland
...sei stato almeno una volta al Caneva e ti sei cagato sotto quando ti sei reso conto che dovevi scendere dallo Stukas
...se hai la moto sei andato almeno una volta a fare le coste
...conosci almeno una ragazza che manda sms scrivendo abbreviato e usando parole in inglese
...quando saluti non dici solo ciao, ma 'ciao vecchio', 'ciao vecio'
...quando il fobal è il pallone da calcio
...quando Paderno FC non è footbal club ma Francia Corta
...quando sai che i casoncelli si mangiano solo a Longhena
...quando in terza elementare ti portano in val Camonica a vedere le incisioni rupestri
...quando sai che se passi sotto l'arco piccolo vicino al grande sai che sarai canato a scuola
...quando sai che in Mandolossa ci puoi trovare di ogni
...se gnaro sai che se bruciavi dovevi passare dal Picca in stazione
Andate e diffondete il verbo...e postate altre tipiche brescianità!
martedì, settembre 09, 2008
Sondaggio
Mi servirebbe un favorino semplice semplice. Potreste per favore scrivere come commento l'orario a cui vi alzate ogni mattina per andare a lavorare? Grazie!
In una recente intervista, Carlo Rubbia ( premio Nobel per la fisica ) ( come Scajola ) ha dichiarato:
“Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”.
" Quando è stato costruito l’ultimo reattore in America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo Stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.
“ Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."
" Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.
“C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma”.
"I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.
Se è così semplice, perché allora non si fa?
“Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”. (30 marzo 2008)
“Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”.
" Quando è stato costruito l’ultimo reattore in America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo Stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.
“ Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."
" Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.
“C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma”.
"I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.
Se è così semplice, perché allora non si fa?
“Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”. (30 marzo 2008)
lunedì, settembre 08, 2008
"Un giorno senza carne per salvare la terra"
non ho letto l'articolo...
ma già solo il titolo mi ha fatto preoccupare...
dal sito di REPUBBLICA... (08/09/08)
L'appello di Pachauri, presidente dell'Ipcc, premio Nobel per la pace 2007 con Gore"Rinunciare alla fettina almeno una volta alla settimana avrebbe un impatto notevole"
Onu: "Mangiare meno carne per salvare l'ambiente"
LONDRA - Rinunciare a fettina o bistecca una volta alla settimana per salvare l'ambiente. Perché facendo sparire da tavola la carne almeno un giorno ogni sette si combatte il surriscaldamento globale. L'appello è rilanciato dall'Onu per bocca di Rajendra Pachauri, economista indiano, vegetariano, e una delle voci più autorevoli in materia di clima: presidente dell'Ipcc, il panel intergovernativo sui mutamenti climati delle Nazioni Unite, lo scorso anno ha ricevuto insieme ad Al Gore il premio Nobel per la pace. L'impatto di quella che appare come una modesta rinuncia sarebbe notevole, più di quello che i non addetti ai lavori possono pensare: l'allevamento di bestiame, infatti, è responsabile del 18% delle emissioni complessive di gas serra, molto più del settore trasporti cui è attribuito il 13%. E, se per molte persone rinunciare all'auto può diventare molto problematico, scegliere insalata, frutta e verdura almeno una volta ogni sette giorni è decisamente più fattibile. E anche più conveniente per l'ambiente. I numeri parlano chiaro: la produzione di un chilogrammo di carne causa emissioni equivalenti a 36,4 kg di anidride carbonica. L'allevamento e il trasporto di animali inoltre richiede, per ogni chilo di carne, la stessa energia necessaria per mantenere accesa una lampadina da 100 watt per quasi tre settimane. E il bestiame è una fonte diretta di metano, 23 volte piu dannoso dell'anidride carbonica, prodotto naturalmente dai processi digestivi degli animali da allevamento. Pachauri, che aveva già lanciato l'allarme all'inizio dell'anno a Parigi, ne parlerà domani a Londra nel corsodella annual lecture della 'Compassion in World Farming', un'associazione animalista britannica che ha chiesto al governo di impegnarsi per ridurre il consumo di carne del 60 per cento entro il 2020. Se l'industria della carne denuncia di essere ingiustamente nel mirino, la causa promossa dall'Onu ha già testimonial famosi, come sir Paul McCartney e il Italia l'ex ministro della Sanità Umberto Veronesi. E acquista una urgenza particolare, alla luce delle stime della Fao: secondo l'agenzia Onu per il cibo e l'agricoltura, il consumo di carne è destinato a raddoppiare nel 2050.
ma già solo il titolo mi ha fatto preoccupare...
dal sito di REPUBBLICA... (08/09/08)
L'appello di Pachauri, presidente dell'Ipcc, premio Nobel per la pace 2007 con Gore"Rinunciare alla fettina almeno una volta alla settimana avrebbe un impatto notevole"
Onu: "Mangiare meno carne per salvare l'ambiente"
LONDRA - Rinunciare a fettina o bistecca una volta alla settimana per salvare l'ambiente. Perché facendo sparire da tavola la carne almeno un giorno ogni sette si combatte il surriscaldamento globale. L'appello è rilanciato dall'Onu per bocca di Rajendra Pachauri, economista indiano, vegetariano, e una delle voci più autorevoli in materia di clima: presidente dell'Ipcc, il panel intergovernativo sui mutamenti climati delle Nazioni Unite, lo scorso anno ha ricevuto insieme ad Al Gore il premio Nobel per la pace. L'impatto di quella che appare come una modesta rinuncia sarebbe notevole, più di quello che i non addetti ai lavori possono pensare: l'allevamento di bestiame, infatti, è responsabile del 18% delle emissioni complessive di gas serra, molto più del settore trasporti cui è attribuito il 13%. E, se per molte persone rinunciare all'auto può diventare molto problematico, scegliere insalata, frutta e verdura almeno una volta ogni sette giorni è decisamente più fattibile. E anche più conveniente per l'ambiente. I numeri parlano chiaro: la produzione di un chilogrammo di carne causa emissioni equivalenti a 36,4 kg di anidride carbonica. L'allevamento e il trasporto di animali inoltre richiede, per ogni chilo di carne, la stessa energia necessaria per mantenere accesa una lampadina da 100 watt per quasi tre settimane. E il bestiame è una fonte diretta di metano, 23 volte piu dannoso dell'anidride carbonica, prodotto naturalmente dai processi digestivi degli animali da allevamento. Pachauri, che aveva già lanciato l'allarme all'inizio dell'anno a Parigi, ne parlerà domani a Londra nel corsodella annual lecture della 'Compassion in World Farming', un'associazione animalista britannica che ha chiesto al governo di impegnarsi per ridurre il consumo di carne del 60 per cento entro il 2020. Se l'industria della carne denuncia di essere ingiustamente nel mirino, la causa promossa dall'Onu ha già testimonial famosi, come sir Paul McCartney e il Italia l'ex ministro della Sanità Umberto Veronesi. E acquista una urgenza particolare, alla luce delle stime della Fao: secondo l'agenzia Onu per il cibo e l'agricoltura, il consumo di carne è destinato a raddoppiare nel 2050.
Capitali, città & bandiere
Fichissimo TEST di GEOGRAFIA!!!!
Ti dicono una città famosa, una capitale, un luogo famoso
e tu devi piazzar la bandierina nel posto esatto sul mappamondo.
Subito ti dicono di quanti km hai sbagliato ed in base agli errori che fai puoi passar o meno al livello successivo.
lancio la SFIDA: al primo tentativo son arrivato all'undicesimo livello... su 12!
Per gli esperti di BANDIERE ecco la versione ad hoc.
Il principio è lo stesso:
ti viene mostrata una bandiera e tu devi piazzar la bandiera sulla capitale di quello stato...
... ammetto che, escluso quelle europee e sud americane, le altre sono davvero impossibili!!!!
Ti dicono una città famosa, una capitale, un luogo famoso
e tu devi piazzar la bandierina nel posto esatto sul mappamondo.
Subito ti dicono di quanti km hai sbagliato ed in base agli errori che fai puoi passar o meno al livello successivo.
Per gli esperti di BANDIERE ecco la versione ad hoc.
Il principio è lo stesso:
ti viene mostrata una bandiera e tu devi piazzar la bandiera sulla capitale di quello stato...
... ammetto che, escluso quelle europee e sud americane, le altre sono davvero impossibili!!!!
domenica, settembre 07, 2008
"Moriremo tutti!" (cit.)
L'esperimento il 10 settembre. Guerra tra scienziati: "Un buco nero ci inghiottirà"
Il Cern di Ginevra: nessun rischio. Ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani
LONDRA - Per gli studiosi che si apprestano a spingere il pulsante d'accensione, si tratta di ricreare le condizioni che esistevano una frazione di secondo dopo il Big Bang: ovvero di riportarci indietro nel tempo sino al momento della creazione del nostro universo, all'inizio del mondo.
Ma per un gruppo di preoccupati ricercatori l'esperimento che dovrebbe cominciare tra dieci giorni in un immenso laboratorio sotterraneo, sepolto a un centinaio di metri sotto il confine tra Francia e Svizzera, comporta il rischio della fine del mondo, la distruzione e anzi la letterale scomparsa del nostro pianeta. Così, all'ultimo momento, gli oppositori del progetto hanno presentato un ricorso davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani, che in teoria potrebbe bloccare il più grande, ambizioso e costoso test scientifico di tutti i tempi.
Oggetto della contesa è il "Large hadron collider", un acceleratore da 6 miliardi di euro che, facendo scontrare particelle atomiche ad alta velocità e generando temperature di più di un trilione di gradi Celsius, dovrebbe rivelare il segreto di come è cominciato l'universo.
Venti paesi europei, più gli Stati Uniti, hanno finanziato il progetto, che dopo anni di preparativi dovrebbe prendere il via il 10 settembre al Centro di Ricerche Nucleari di Ginevra.
Qualcuno, tuttavia, teme che l'esperimento andrà ben oltre le aspettative, creando effettivamente un mini buco nero, che crescerà di dimensioni e potenza fino a risucchiare dentro di sé la terra, divorandola completamente nel giro di quattro anni. Gli scienziati di Ginevra ribattono che non c'è assolutamente nulla da temere: ci sono scarse possibilità che l'acceleratore formi un buco nero capace di porre una minaccia concreta al pianeta, dicono, perché la natura produce continuamente delle collisioni di energia più alte di quelle che saranno create artificialmente dall'acceleratore, per esempio quando i raggi cosmici colpiscono la terra. Esperimenti di questo tipo, inoltre, sono stati condotti per trent'anni, senza avere risucchiato nemmeno un pezzettino della terra né causato danni di qualsiasi genere.
Vero è che il nuovo acceleratore ha suscitato attenzioni e polemiche perché è il più grande mai costruito, con una circonferenza di 26 chilometri e la possibilità di lanciare particelle atomiche 11.245 volte al secondo prima di farle scontrare una contro l'altra a una temperatura 100mila volte più alta di quella che esiste al centro del sole. La speranza è individuare, così facendo, le teoriche particelle chiamate bosoni di Higgs, giudicate responsabili di avere dato massa, ovvero peso, a ogni altra particella esistente. Ma gli scienziati ammettono che ci vorranno anni prima di arrivare eventualmente a un risultato del genere, per le difficoltà nel trovare particelle così infinitesimamente piccole nel caos primordiale post-Big Bang creato dentro l'acceleratore.
"Abbiamo ancora dieci giorni per salvare la terra?", si chiede, con leggera ironia, il Sunday Telegraph. "I miei calcoli indicano che il rischio che un buco nero mangi il pianeta a causa dell'esperimento è serio", afferma il professor Otto Rossler, un chimico tedesco della Eberhard Karls University che ha presentato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani insieme ad alcuni colleghi. Replica James Gillies, portavoce del Centro Ricerche Nucleari di Ginevra: "Il ricorso non introduce nessun argomento che non sia già stato esaminato e respinto in passato, se questi esperimenti fossero rischiosi lo sapremmo già".
In ogni caso lo sapremo con certezza dopo il 10 settembre, se la Corte Europea, come sembra di capire, darà luce verde all'iniziativa: che non sarà la "fine del mondo", ma un po' di curiosità al di fuori dei confini della scienza, in questo modo, l'ha ottenuta.
Il Cern di Ginevra: nessun rischio. Ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani
"Fermate il test
sul Big Bang
o la Terra sparirà"
sul Big Bang
o la Terra sparirà"
LONDRA - Per gli studiosi che si apprestano a spingere il pulsante d'accensione, si tratta di ricreare le condizioni che esistevano una frazione di secondo dopo il Big Bang: ovvero di riportarci indietro nel tempo sino al momento della creazione del nostro universo, all'inizio del mondo.
Ma per un gruppo di preoccupati ricercatori l'esperimento che dovrebbe cominciare tra dieci giorni in un immenso laboratorio sotterraneo, sepolto a un centinaio di metri sotto il confine tra Francia e Svizzera, comporta il rischio della fine del mondo, la distruzione e anzi la letterale scomparsa del nostro pianeta. Così, all'ultimo momento, gli oppositori del progetto hanno presentato un ricorso davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani, che in teoria potrebbe bloccare il più grande, ambizioso e costoso test scientifico di tutti i tempi.
Oggetto della contesa è il "Large hadron collider", un acceleratore da 6 miliardi di euro che, facendo scontrare particelle atomiche ad alta velocità e generando temperature di più di un trilione di gradi Celsius, dovrebbe rivelare il segreto di come è cominciato l'universo.
Venti paesi europei, più gli Stati Uniti, hanno finanziato il progetto, che dopo anni di preparativi dovrebbe prendere il via il 10 settembre al Centro di Ricerche Nucleari di Ginevra.
Qualcuno, tuttavia, teme che l'esperimento andrà ben oltre le aspettative, creando effettivamente un mini buco nero, che crescerà di dimensioni e potenza fino a risucchiare dentro di sé la terra, divorandola completamente nel giro di quattro anni. Gli scienziati di Ginevra ribattono che non c'è assolutamente nulla da temere: ci sono scarse possibilità che l'acceleratore formi un buco nero capace di porre una minaccia concreta al pianeta, dicono, perché la natura produce continuamente delle collisioni di energia più alte di quelle che saranno create artificialmente dall'acceleratore, per esempio quando i raggi cosmici colpiscono la terra. Esperimenti di questo tipo, inoltre, sono stati condotti per trent'anni, senza avere risucchiato nemmeno un pezzettino della terra né causato danni di qualsiasi genere.
Vero è che il nuovo acceleratore ha suscitato attenzioni e polemiche perché è il più grande mai costruito, con una circonferenza di 26 chilometri e la possibilità di lanciare particelle atomiche 11.245 volte al secondo prima di farle scontrare una contro l'altra a una temperatura 100mila volte più alta di quella che esiste al centro del sole. La speranza è individuare, così facendo, le teoriche particelle chiamate bosoni di Higgs, giudicate responsabili di avere dato massa, ovvero peso, a ogni altra particella esistente. Ma gli scienziati ammettono che ci vorranno anni prima di arrivare eventualmente a un risultato del genere, per le difficoltà nel trovare particelle così infinitesimamente piccole nel caos primordiale post-Big Bang creato dentro l'acceleratore.
"Abbiamo ancora dieci giorni per salvare la terra?", si chiede, con leggera ironia, il Sunday Telegraph. "I miei calcoli indicano che il rischio che un buco nero mangi il pianeta a causa dell'esperimento è serio", afferma il professor Otto Rossler, un chimico tedesco della Eberhard Karls University che ha presentato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani insieme ad alcuni colleghi. Replica James Gillies, portavoce del Centro Ricerche Nucleari di Ginevra: "Il ricorso non introduce nessun argomento che non sia già stato esaminato e respinto in passato, se questi esperimenti fossero rischiosi lo sapremmo già".
In ogni caso lo sapremo con certezza dopo il 10 settembre, se la Corte Europea, come sembra di capire, darà luce verde all'iniziativa: che non sarà la "fine del mondo", ma un po' di curiosità al di fuori dei confini della scienza, in questo modo, l'ha ottenuta.
Iscriviti a:
Post (Atom)