sabato, febbraio 25, 2012

Le foto più importanti di sempre II

Su segnalazione di Ciccio...



PART II











continua....

Google logos


Google Doodle

I doodle sono divertenti, sorprendenti e a volte sono varianti naturali del logo di Google per celebrare festività, anniversari e le vite di artisti, innovatori e scienziati famosi.

Da dove è nata l'idea dei doodle?
Il concetto di doodle è nato nel 1998, prima ancora che la società assumesse una ragione sociale, mentre i fondatori di Google Larry e Sergey giocherellavano con il logo aziendale per comunicare la loro partecipazione al festival Burning Man nel deserto del Nevada. Dietro alla seconda "o" della parola "Google" venne collocata la figura di un omino stilizzato, una sorta di messaggio comico per segnalare agli utenti di Google che i fondatori erano "fuori ufficio". Anche se il primo doodle era relativamente semplice, quell'idea diede il via all'abitudine di decorare il logo aziendale per celebrare eventi significativi.
Due anni dopo, nel 2000, Larry e Sergey chiesero all'attuale webmaster Dennis Hwang, che a quei tempi era solo uno stagista, di realizzare un doodle per commemorare il giorno della presa della Bastiglia. Fu talmente apprezzato dai nostri utenti che Dennis fu nominato "chief doodler" di Google e i doodle divennero una presenza sempre più regolare sulla home page di Google. All'inizio i doodle celebravano le festività familiari più diffuse; oggi i doodle rappresentano una vasta gamma di eventi e anniversari, dal giorno di nascita di John James Audubon al gelato sundae.
Con il passare del tempo, la richiesta di doodle negli USA e a livello internazionale è cresciuta. Oggi la creazione dei doodle è compito di un team di illustratori di talento (che chiamiamo doodler) e ingegneri. Per loro, la creazione dei doodle è diventata un lavoro di squadra mirato a ravvivare la home page di Google e a far sorridere gli utenti di Google in tutto il mondo.

Quanti doodle ha realizzato Google nel corso degli anni?
Il team ha creato oltre 1000 doodle per le nostre home page in tutto il mondo.

Chi sceglie quali doodle creare e come fate a decidere quali eventi e festività celebrare con un doodle?
Un gruppo di googler si riunisce regolarmente per decidere quali eventi celebrare con un doodle. Le idee per i doodle provengono da numerose fonti, inclusi i googler e gli utenti di Google. Il processo di selezione dei doodle mira a commemorare eventi e anniversari interessanti che rispecchino la personalità di Google e il suo amore per l'innovazione.

Chi disegna i doodle?
Dietro ogni doodle che vedi c'è un team di illustratori (che chiamiamo doodler) e ingegneri.

Come possono fare gli utenti/il pubblico di Google per inviare idee per i doodle?
Il team dei doodle è sempre entusiasta di raccogliere idee dagli utenti: le richieste possono essere inviate tramite email all'indirizzo proposals@google.com con idee per il prossimo doodle di Google. Il team riceve centinaia di richieste ogni giorno, quindi purtroppo non possiamo rispondere a tutti. Ma ti assicuriamo che leggiamo tutte le email :)


Qui trovate TUTTI i doodles pubblicati finora:

venerdì, febbraio 24, 2012

Le migliori invenzioni del 2011

Su segnalazione di Ciccio...

Le migliori invenzioni del 2011
Dal microscopico allo stratosferico. Le 50 migliori idee, intuizioni, invenzioni e rivoluzioni del 2011. Secondo Time

Dalla scienza ai gadget di ogni tipo, insieme a strumenti militari, utensili per la vita di tutti i giorni e futuristiche scoperte in ambito medico. Sono queste le 50 migliori invenzioni del 2011 secondo la rivista Time. Idee, innovazioni e rivoluzioni, dalla prospettiva microscopica a quella stratosferica.

Quest’anno l’ ingengo umano ha creato quello che potrebbe diventare un vaccino contro la malaria, o qualcosa che molto gli si avvicina; siamo riusciti a ricreare una foglia artificiale imitando la fotosintesi clorofilliana. Abbiamo anche scoperto che le lampadine posso consumare poco, inquinare ancora meno e fare la stessa luce calda a cui siamo abituati da sempre. Il mondo è strano e qualcuno ha pensato di mettere sul mercato un rasoio che costa 100mila dollari, ma vi assicuriamo che, nel genere, è quanto di meglio sia mai esistito.

Scopriremo molte cose in più su Marte e sulla Luna e il nostro pianeta ci sembrerà ancora più piccolo, proprio ora che possiamo attraversarlo con aerei in carbonio che inquinano poco o super-auto con motori elettrici. A Parigi invece mangeranno baguette anche di notte, mentre uno chef di grido americano ha scoperto che le pietanze più trendy sono quelle che si cucinavano da bambini attorno al fuoco. Pare che nel Qatar durante i mondiali di calcio nel 2022 farà molto caldo; non c’è problema: avremo le nuvole artificiali.

Ah, se ve lo steste chiedendo: certo che gli specchi ci riconoscono e sì, questo bel colibrì che vi svolazza attorno è finto, è un robot molto carino ma vi sta riprendendo. E dirà tutto all’esercito americano.
25 novembre 2011
da daily.wired.it

Sexy barista a Bagnolo

Su segnalazione di xxxx...

A BAGNOLO MELLA, NELLA BASSA BRESCIANA
Mogli e fidanzate contro Laura, la sexy barista
Clienti e affari triplicati e su Facebook sfiora i 4mila iscritti
La sindachessa: «Qui l'ordine pubblico è a rischio»

«Si dice che al cugino di una gli ha fatto certe moine». «Mica solo a quello lì, sai. Anche a un altro, certo, una volta gli ha fatto vedere tutte le sue foto osè, quelle del calendario». «Anche al fidanzato di quella bella ragazza che lavora in città, l'altra sera gli ha permesso di baciarla».
Andate a Bagnolo Mella. Avvicinate una signora, una qualsiasi. Mi scusi signora, dove si trova il bar di Laura Maggi? Ma come, risponderà basita, anche lei va al bar di Laura Maggi? Sì, rispondete di sì. Scatenerete l'ira di un intero paese. Delle donne di un intero paese. Mogli, fidanzate, zitelle. Soprattutto zitelle. Eppure il bar di Laura Maggi ha un nome così chic, che fa tanto Parigi: "Le café". «Fossero solo i caffè», commentano stizzite le donne. Già. Ci sono anche i vodka-tonic. Al venerdì sera, se ne vendono, di vodka-tonic, al bar di Laura Maggi.

Forse perché sono squisiti
. O forse perché «quella lì» il vodka-tonic lo serve sfoggiando un lembo di tessuto che chiama vestito, 30 centimetri di stoffa (millimetro più, millimetro meno) e trampoli che manco l'ultima sfilata di Jean Paul Gaultier.
Forse perché alle pareti del bar non sono appese riproduzioni di Matisse ma i calendari in cui Laura, ogni anno, si fa ritrarre in pose vuoi bucoliche, vuoi metropolitane, vuoi naif. Svestita. Il bar è sempre pieno, ovvio. Di uomini. E Bagnolo Mella è la Sant'Ilario cantata da De Andrè, con le signore adirate contro Bocca di rosa, pardon Laura Maggi. Le cui gesta echeggiano ben oltre il paese. A Bagnolo, invece, volano su facebook. Laura non fa in tempo a sfoggiare un abito argento, che è già pubblicato sul wall del gruppo Gli amici di Maggi Laura con i suoi 3mila e 543 adepti. Laura non fa in tempo a realizzare un calendario che il mese di gennaio è già postato. Per non parlare dei commenti alla gonna da collegiale. Sexy, certo. Un galantuomo, forse un letterato, scrive «Tanta bella roba! Mmmm». Un appassionato d'arte, forse un mecenate, pensa subito al Canova: «Sculturaaaaaa». Un altro chiede se Laura tornerà mai alla fiera di Montichiari.

Nel frattempo, la buona fede riposta
negli uomini si dilegua. Impossibile credere quando ti dicono che la donna è sensuale se sussurra, se si vela. Ma sì, ti dici, i pantaloni a vita alta sono meglio della minigonna. Sai quali fantasie possono suscitare? Chiedetelo a Bagnolo, cosa ne pensino dei pantaloni a vita alta. «Qui i pantaloni a vita alta non sanno più cosa siano», lamenta il sindaco Cristina Almici. «Ormai del paese si conosce solo il sexy bar». Le cittadine sono piuttosto agitate. «Solo? Direi furiose! Si sono persino rivolte ai carabinieri». Addirittura? «Certo. La signora Maggi è stata convocata al Comando. E ammonita verbalmente». Qualcuno le avrà pur dato il permesso di lavorare fino a notte fonda. «L'autorizzazione ce l'ha, ma che ne sapevo che avrebbe servito cocktail vestita così? Mi dia il tempo, sto pensando a un provvedimento. Qui l'ordine pubblico è andato a farsi benedire».

22 febbraio 2012
da corriere.it

Ecco qui qualche istantanea della "barista"
foto
calendario
.

giovedì, febbraio 23, 2012

10 regole per un addio al celibato...

... secondo Matteo Caccia, conduttore di "Voi siete qui" che va in onda su Radio 24 ogni giorno alle ore 16

1° regola di un addio al celibato:
se il festeggiato non vuole farsi un privé non bisogna obligarlo perché il giorno dopo é uno straccio

2° regola di un addio al celibato:
se qualcuno ha con sé una videocamera, distruggerla o renderla inutilizzabile

3° regola di un addio al celibato:
se non sai niente di macchine comprati un 4ruote. L'auto sarà il terzo argomento di conversazione

4° regola di un addio al celibato:
la ragazza del lap dance bar sta lavorando. SEMPRE!

5° regola di un addio al celibato:
chiarire subito con gli amici che anche se non é las vegas, "what you do in cervinia stays in cervinia"

6° regola di un addio al celibato:
portarsi i tappi per le orecchie se capiti in stanza con ciccio ne hai bisogno

7° regola di un addio al celibato:
non invitare amici single. Loro non sanno.

8° regola di un addio al celibato:
chiedere agli amici sposati quante volte fanno sesso dopo il matrimonio puo' far cambiare idea

9° regola di un addio al celibato:
da ora in poi smetterla di chiedersi cosa cazzo abbia da spartire il vostro amico con lei. Ormai é tardi

10° regola di un addio al celibato:
vai ad un addio al celibato solo se non é il tuo.

Un'altra "scoperta" degna di nota....

Per la rubrica "Anche l'Ovvio Va Dimostrato" che piace tanto al Vex


Su segnalazione di Giangi...

LO STUDIO
Passare 11 ore o più in ufficio raddoppia
il rischio di cadere in depressione
I più colpiti dal mood negativo sono i giovani e le donne
Immuni gli stakanovisti maschi con stipendi elevati

MILANO - Workaholic niente affatto pentiti, meglio che prendiate nota: uno studio anglofinlandese condotto su più di 2mila impiegati governativi inglesi fra i 35 e i 55 anni e pubblicato su PLoS ONE ha infatti scoperto che passare oltre 11 ore al giorno – ovvero più di 55 alla settimana – fra le scartoffie dell’ufficio aumenta di due volte e mezzo il rischio di cadere in depressione, mentre chi segue ritmi di lavoro più regolari (in altre parole, sta alla scrivania le 7 o 8 ore contrattuali) vive senz’altro meglio, a tutto vantaggio dell’umore. E i più colpiti dal mood negativo sono risultati i giovani (spinti a lavorare di più per soddisfare le esigenze familiari e finanziarie), le donne (da sempre colpite dalla sindrome del “come faccio a fare tutto?”) e chi guadagna poco (perché vuole comprensibilmente aumentare le entrate). Fanno eccezione, invece, gli stakanovisti maschi con stipendi elevati e lavori impegnativi, che sembrano essere immuni dal pericolo, visto il numero relativamente basso di episodi depressivi registrati nello studio, che ha avuto un follow-up di sei anni.
LAVORO E UMORE -
Va rilevato che all’inizio della ricerca tutti coloro che vi hanno preso parte erano sani e non presentavano particolari fattori di rischio legati alla depressione: ragion per cui la correlazione fra sovraccarico di lavoro e umore pessimo, tendente alla depressione, è stata lampante. E proprio la durata standardizzata del super lavoro ha reso questa ricerca assai più accurata ed affidabile rispetto alle precedenti, lasciando così pochi dubbi sulle conclusioni. «Sebbene lavorare di più possa aver occasionalmente apportato a dei benefici individuali e sociali – ha commentato la dottoressa Marianna Virtanen del “Finnish Institute of Occupational Health” di Helsinki – è altrettanto importante riconoscere che lavorare per troppe ore al giorno espone ad un rischio maggiore di depressione». Una tesi condivisa anche dal co-autore dello studio, il professor Stephen Stansfeld della “Queen Mary University of London”, che al “Daily Mail” ha sottolineato come «fare spesso gli straordinari possa rendere le persone meno efficienti, con ripercussioni negative in termini di stress e preoccupazioni sulla loro stessa vita al di fuori dell’ufficio»

26 gennaio 2012
da corriere.it

mercoledì, febbraio 22, 2012

Lezione di alta finanza

Bastava così poco per spiegar tutto...


Lezione di scienza dell'economia e finanze

E' una giornata uggiosa in una piccola cittadina, piove e le strade sono deserte.
I tempi sono grami, tutti hanno debiti e vivono spartanamente.
Un giorno arriva un turista tedesco e si ferma in un piccolo alberghetto.

Dice al proprietario che vorrebbe vedere le camere e che forse si ferma
per il pernottamento e mette sul bancone della ricezione una banconota da 100 euro come cauzione.
Il proprietario gli consegna alcune chiavi per la visione delle camere.

1. Quando il turista sale le scale, l'albergatore prende la banconota, corre dal suo vicino, il macellaio, e salda i suoi debiti.

2. Il macellaio prende i 100 euro e corre dal contadino per pagare il suo debito.

3. Il contadino prende i 100 euro e corre a pagare la fattura presso la
Cooperativa agricola.

4. Qui il responsabile prende i 100 euro e corre alla bettola e paga la
fattura delle sue
consumazioni.


5. L'oste consegna la banconota ad una prostituta seduta al bancone del
bar e salda così il suo debito per le prestazioni ricevute a credito.

6. La prostituta corre con i 100 euro all'albergo e salda il conto per
l'affitto della camera che usa per lavorare.

7. L'albergatore rimette i 100 euro sul bancone della ricezione. In quel momento il turista scende le scale, riprende i suoi soldi e se ne va dicendo che non gli piacciono le camere e lascia la città.

- Nessuno ha prodotto qualcosa

- Nessuno ha guadagnato qualcosa
- Tutti hanno liquidato i propri debiti e guardano al futuro con maggiore
ottimismo

Ecco, ora sapete con chiarezza come funziona il pacchetto di salvataggio
UE.....

Le follie del sistema giudiziario


Eternit, la beffa del computer

A decine perdono il risarcimento:
il loro nome è svanito nel passaggio
dal “file” al testo scritto

Fra le 1700 parti civili superstiti del processo Eternit escluse da ogni tipo di risarcimento vi sono almeno alcune decine di familiari di vittime e di malati che i giudici avevano preso in considerazione ma i loro nomi e cognomi sono scomparsi nel trasferimento dai file del collegio giudicante al testo cartaceo del dispositivo della sentenza, quello letto in aula, lunedì, dal presidente Giuseppe Casalbore per tre ore.

A qualcuno forse è sembrato un rito inutile, ma ora si ha l’occasione di chiarirne la ragione vera: solo la lettura rappresenta l’atto formale del riconoscimento di un diritto e in questo sciagurato caso chi è stato dimenticato nel testo elettronico, vittima della stampa incompleta, è come se non ci fosse mai stato. Ugualmente cancellato, ad esclusione di quanti, pochi, abbiano sentito pronunciare i loro nomi e cognomi storpiati. Per tutti questi è sufficiente un’integrazione dei giudici che dia conto della correzione dell’errore materiale. La forma è salva e si rientra. I dimenticati con «risarcimento annesso» no: dovranno ricorrere in appello. Poveri, una beffa, di cui i primi ad essere mortificati saranno i giudici.

Il presidente Casalbore e i suoi colleghi hanno svolto un lavoro pazzesco ma il dispositivo della sentenza non poteva che essere redatto e stampato nelle ore dell’ultima camera di consiglio di lunedì. Una volta completato è stato stampato: operazione affidata a più personale amministrativo ed è stato in quest’ultima fase che qualche foglio e decine di nomi sono «saltati».

Ieri l’avvocato Anna Fusari ne ha avuto la conferma recandosi in tribunale a chiedere spiegazione, le pareva strano, che a 265 su 280 lavoratori Eternit da lei assistiti fosse stato riconosciuto il diritto al risarcimento al contrario di tutti i suoi 53 clienti cittadini. Si è chiarito che almeno in parte erano stati presi in considerazione: stavano tutti nello stesso foglio elettronico della sentenza. Qualcosa del genere è capitato per alcune delle parti civili difese dall’avvocato Enrico Brunoldi di Alessandria. Fusari: «Sono molto dispiaciuta per i miei clienti dimenticati per svista e amareggiata anche per i giudici che non meritavano questo incidente tecnico finale». Di sicuro questa è stata la prima sentenza penale italiana con 2900 parti civili cui si è riconosciuto il diritto al risarcimento e l’evento ha collaudato l’organizzazione del tribunale torinese nel bene e anche un pochino nel male.

C’è anche un altro dato significativo che emerge: dei lavoratori Eternit di Casale e di Cavagnolo solo per 66 su 1192 è stata stabilita una provvisionale immediatamente esecutiva di 30-35 mila euro, un quarto dello stesso riconoscimento accordato ai cittadini colpiti dall’amianto. I lavoratori sono stati indubbiamente penalizzati dalla prescrizione del reato di omissioni dolose di norme antinfortunistiche (tipicamente da fabbrica) per il periodo precedente all’agosto 1999. I morti e ammalati fra i cittadini sono più recenti, e poi dei 552 operai Eternit esclusi da ogni risarcimento 250 casi risalgono addirittura a prima del 1966.

17 febbraio 2012
da lastampa.it

martedì, febbraio 21, 2012

Il sasso nel vuoto

Su segnalazione di manu...

In bilico sull'abisso
Le spettacolari immagini di turisti che si fotografano in posa sul celebre masso di Kjeragbolten, una grossa roccia incastrata in un crepaccio nelle montagne di Kjerag in Norvegia. Viene anche chiamato Kjerag boulder o «bullone». Sotto, mille metri più in basso, il fiordo Lysefjorden (Olycom)

gennaio 2012
da corriere.it

Iva sei partita

chi è Iva

Iva nasce con l’intento di mettere insieme il maggior numero di architetti e ingegneri che lavorano a Partita Iva e con contratti "atipici", svolgendo di fatto un lavoro da dipendenti. L’obbiettivo è quello di raggiungere un cospicuo numero di adesioni in modo da far sentire le nostre ragioni agli ordini professionali, ai sindacati e agli organi di governo.

Questo blog non vuole solo raccogliere esperienze personali, ma diventare uno strumento utile per orientarsi e condividere conoscenze, perciò chiunque vorrà contribuire redigendo un documento che aiuti a capire la situazione “ingarbugliata” in cui ci troviamo, potrà farlo.

E' importante farci sentire come un'unica voce, perchè solo in questo modo sarà possibile cambiare.

Dobbiamo smettere di pensare che questa sia l'unica forma possibile di svolgere il nostro lavoro, dobbiamo fare richieste, perchè quello che facciamo ogni giorno è importante e lo facciamo bene, con passione, curiosità e impegno.


Iva non è un blog sull'architettura, ma un blog per fare architettura.

Perchè il nostro lavoro deve essere riconosciuto, l'impegno e la passione devono poter trovare la strada per essere espresse: non possiamo continuare a vivere questa situazione di frustrante precarità, che annichilisce ogni pensiero sull'architettura.

Siamo tanti e questo, una volta tanto, gioca a nostro favore.
Dobbiamo contarci e cominciare a costruire una rete comune per poter cambiare, per vedere riconosciuto il nostro lavoro, per capire come funziona questo deprimente lunapark, per essere informati e vigili, per poter finalmente ricominciare a parlare di architettura.

Dobbiamo smettere di rassegnarci a una condizione che ci fa vivere in costante precarietà e frustrazione, perchè abbiamo diritto di pensare al nostro futuro. Non si tratta di fare battaglie contro chi ci fa lavorare, ma non possiamo portare noi a testa bassa il carico di un vuoto legislativo e sociale. Deve risultare chiaro che questa anomalia esiste e non può passare come normalità. Non è una nostra scelta!

QUESTI I PUNTI CHE VOGLIAMO PORTARE AVANTI:

1) Creare una rete di persone che condividono la stessa situazione e che partecipino attivamente alle azioni che saranno via via concordate.

2) Mettere a disposizione di tutti informazioni su come districarsi nel mercato del lavoro (contratti, procedure per denunciare una violazioni, tutele ecc...)

3) Redigere (attraverso il questionario che troverete nel blog) un documento che illustri la situazione dei finti lavoratori autonomi e che dia alcune cifre su una categoria di fatto "invisibile", da presentare agl'ordini professionali, ai sindacati, e ai nostri referenti politici.


IL BLOG E' STRUTTURATO IN QUESTE SEZIONI:

Home: dove verranno pubblicate notizie e aggiornamenti utili.

Questionario: e' necessario per quantificare il fenomeno del finto lavoratore autonomo, per avere dei dati e redigere un documento di sintesi, e' importante per far capire che questo "illegale" modo di pensare al lavoro deve cambiare.

Azioni: Aggiornamenti e proposte sulle azioni da intraprendere.

Utilità: Documenti e segnalazioni che possono tornarci utili su: contratti, ordine professionale, inarcassa, stipendi ecc.. questa sezione

A.A.A.: un archivio surreale delle proposte di lavoro che ci vengono fatte.

Letture: una raccolta di testi, saggi e documenti di approfondimento.

ISCRIVITEVI E PARTECIPATE, cominciamo a farci sentire!


lunedì, febbraio 20, 2012

Piccoli interisti crescono

Bet, l'hai già mandato a San Siro???


:D

Finte partite iva


Fisco: col finto co co pro lo studio non paga le tasse
"Il Paese sommerso: storie di ordinaria evasione" (Radio24)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - , 13 feb - Antonio, 34 anni, lavora a come ingegnere in uno studio di ingegneria. Almeno otto ore al giorno, da lunedi' a venerdi', ormai da sei anni. Luisa lavora a Bologna da cinque anni come architetto presso uno studio, anche lei a tempo pieno.

Sono dipendenti a tutti gli effetti, ma per lavorare devono fingere: Antonio e' un finto co co pro e Luisa e' una finta partita iva. Succede a molti. In questo modo pero', oltre che scippare il futuro a una generazione, si evadono anche le tasse. Infatti il titolare dello studio dove lavora Luisa, finta partita iva, invece di pagare un lordo di 3000 euro al mese per un dipendente, ne da' a Luisa circa 2000, poi sta a lei pagarsi contributi, tasse e commercialista. Ovviamente per 1100 netti al mese Luisa ha i doveri del vero lavoratore, ma non ne ha i diritti. Niente malattia, permessi, ferie, maternita'. Al titolare di Antonio, falso co.co.pro, va ancora meglio. Antonio infatti viene pagato 700 - 1100 euro lordi al mese. Non deve praticamente versare contributi e buonanotte alla pensione.

Di fatto questi lavoratori non versano contributi all'inps. Pero' ogni anno gli architetti e ingegneri con partita Iva devono inviare le dichiarazione dei redditi a Inarcassa, e in tale dichiarazione viene richiesto anche di indicare le societa' di ingegneria/architettura per cui hanno lavorato e per ciascuna indicare il peso sul totale annuo. Quindi se un architetto o un ingegnere, come Luisa o Antonio, dichiarano che il 99% del loro lavoro annuo deriva da fatture fatte a un solo committente, non ci vorrebbe molto a capire. Basterebbe che la finanza si facesse dare i dati da Inarcassa e anche gli studi di progettazioni, molti che ci vengono segnalati, inizierebbero a pagare le tasse.

13 febbraio 2012
da radiocor.ilsole24ore.com


Nel post di domani vi segnalerò un blog che si occupa proprio di questo argomento.
.

domenica, febbraio 19, 2012

Gratis partita Rugby Calvisano

Una sorpresa per chi ama lo sport da GIOVENTU' CARD!

GRATIS per te una partita del
RUGBY CALVISANO!

DOMENICA 26 FEBBRAIO 2012
alle ore 15.00

ti aspettiamo allo Stadio San Michele di Calvisano per assistere GRATUITAMENTE alla partita CAMMI RUGBY CALVISANO - RUGBY MOGLIANO valida per la massima serie (Eccellenza).

Dovrai solo presentarti con la tua GIOVENTU' CARD presso la biglietteria dello stadio.
BUONA PARTITA A TUTTI !!!

Per informazioni 030 3748587 - info@gioventucard.it

oppure 030 968012 - info@rugbycalvisano.it


Gioventù Card - Progetto a cura dell'Assessorato
Giovani e Politiche Giovanili della Provincia di Brescia
tel. 030 3748587-546 - fax 030 3748544
mail: info@gioventucard.it
sito web: www.gioventucard.it
PI 03046380170

Foto della settimana


Lago di Pian Palù

11 ottobre 2008
Tentativo di salita al Bivacco Meneghello, situato vicino alla P.ta Cadini, nel Gruppo dell'Ortles- Cevedale: durante la discesa il sole si specchia nel Lago di Pian Palù.
Alessio