Dito medio di Cattelan,
resterà in piazza Affari?
Rinviata ai primi di gennaio la decisione sul fuck off dell'artista
ora esposto di fronte al Palazzo della Borsa. La giunta è divisa
Che piaccia o meno, una cosa è certa:
L.O.V.E - alias il dito medio firmato Maurizio Cattelan - è una statua-star. Ha fatto parlare di sé già prima di essere montata in piazza Affari. Dopo mesi di tira e molla fra artista, sindaca e giunta, è stata
collocata a settembre in piazza Affari con un folto strascico di polemiche sull'adeguatezza di un enorme fuck off a due passi dal palazzo della Borsa.
Inaspettatamente, L.O.V.E è piaciuto ai milanesi al punto da spingere il Comune a
prorogarne la permanenza in piazza Affari prima fino al 24 ottobre - di concerto con la personale dell'artista veneto ospitata presso il Palazzo Reale - poi
fino al 9 gennaio. Era stata Letizia Moratti in persona ad annunciarlo dalla poltrona del talk Victor Victoria su La7: «Ho parlato con Cattelan. Abbiamo deciso che il dito rimane là dov'è fino a tutte le vacanze natalizie e
poi sceglieremo dove metterlo, ma il dito rimarrà in città».Ora che le festività sono arrivate, la decisione definitiva si avvicina. Che fare? Le posizioni in giunta restano polarizzate: da una parte gli antagonisti, colori i quali ritengono il dito di marmo sia solo una provocazione, o - con le parole dell'assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna - "un tormentone". I nomi sono quelli di Maurizio Cadeo, responsabile dell'arredo urbano, Alan Rizzi, sport e tempo libero, Carlo Masseroli, assessore all'urbanistica e Giacomo Beretta, al bilancio.
L'arco del no è ampio, le ragioni si ascrivono principalmente all'estetica e al decoro urbano di Milano
. Cattelan, l'attuale proprietario di L.O.V.E., si è detto disponibile a donarla alla città con una sola condizione: la statua deve rimanere dov'è. Prendere o lasciare. Certo, undici metri di marmo al centro di un luogo pubblico non sono una bazzecola e la città deve esprimere il suo assenso all'"adozione permanente". Ecco dunque che la palla ripassa all'amministrazione comunale.
Chi è favorevole a rendere perenne il dito medio è Giovanni Terzi, responsabile dell'attività produttive, dello stesso avviso il collega Stefano Pillitteri, assessore ai servizi civici. A capeggiare la fazione pro-Fuck off, Massimiliano Finazzer Flory, "uomo cultura" della giunta Moratti e promotore dell'arte contemporanea negli spazi collettivi.
Finazzer vorrebbe che il dito rimanesse in piazza Affari per poi trovare casa nel museo dell'arte contemporanea in costruzione nell'area City Life, l'ex fiera.
Come andrà a finire? Tutte le decisioni sul dito sono per ora rimandate alla seduta di giunta calendarizzata il 4 gennaio, solo allora (forse) si saprà qualcosa sul futuro del mega fuck off di Cattelan.
Franz Bernardelli, curatore ed esperto d'arte, ci ha segnalato il bel video di Monica Castiglioni. Così la regista sul suo lavoro su undo.net: «La prima parte del video documenta la messa in opera della scultura, con incastri di grande precisione come nel gioco del tetris. La cerimonia di inaugurazione dell'opera e' stata accompagnata da un forte temporale che ha amplificato la potenza del monumento, quasi fosse un segno divino.
Filmando quel momento pensavo al film di De Sica "il giudizio universale" e il contesto architettonico, chiaramente d'epoca fascista, mi faceva sentire dentro un cinegiornale di propaganda degli anni '30 e '40».