29 aprile 2006
Ponte del primo maggio, col CAI di Bozzolo è stata organizzata una gita all'Isola d'Elba; qui, in particolare, ci troviamo alla spiaggietta di Fetovaia, dove abbiamo anche fatto il bagno!!
"A bunch of crazy people"
Si danno da fare più delle donne e si lamentano di meno
Una ricerca della London School of Economics
MILANO - Uomini pigri in casa? Un falso mito, scardinato da una ricerca della London School of Economics (Lse) che ha evidenziato, invece, come fra le mura domestiche i maschietti si diano da fare di più e talvolta persino meglio delle loro compagne, malgrado siano queste ultime a lamentarsi sempre di doversi dividere fra casa e ufficio, lavorando così a loro dire di più, e tendano fra l’altro a ridurre l’orario di lavoro o a lasciare del tutto la loro occupazione non appena hanno un bambino. Un comportamento che, invece, non appartiene al sesso forte che, al contrario, in caso di perdita nei guadagni, si attrezza a fare gli straordinari o i turni supplementari pur di portare a casa i soldi.
LA REALTÀ - «Questi dati rovesciano la ben radicata teoria secondo la quale le donne fatichino sproporzionatamente di più degli uomini fra casa e ufficio», ha commentato al Daily Mail la dottoressa Catherine Hakim, sociologa della Lse, «e la consueta lamentela femminista legata al fatto che gli uomini non farebbero la loro parte in casa, assumendosi la metà dei compiti, è sovvertita dalla realtà, perché gli uomini farebbero già molto di più di quello che ci si aspetterebbe da loro». Una visione che non trova, però, d’accordo Justine Roberts, co-fondatrice di Mumsnet, sito dedicato a mamme e bambini: a suo parere, infatti «sono ancora le donne che lavorano ad assumersi quasi interamente la responsabilità di mandare avanti la casa e a dedicarsi all’educazione e alla crescita dei figli».
LAVORI - Tornando allo studio inglese, analizzando i lavori retribuiti al pari di quelli non retribuiti come pure del tempo trascorso a fare volontariato e assistenza, gli esperti hanno calcolato che uomini e donne lavorerebbero una media di otto ore giornaliere, con i primi a dare un contributo in casa sensibilmente maggiore di quanto verrebbe riconosciuto loro nella realtà dalle mogli brontolone. L’unica eccezione è rappresentata dalle coppie senza figli, in cui entrambi i partner hanno un lavoro a tempo pieno: in quel caso, infatti, sono le donne a darsi complessivamente più da fare degli uomini nelle faccende domestiche. La ricerca ha poi evidenziato come appena il 14% delle donne inglesi preferisca dedicarsi totalmente al lavoro, mentre il 69% sogni di conciliare il ruolo di casalinga con quello di lavoratrice e il restante 17% consideri la casa come il fulcro centrale della propria vita. Una scelta che, però, l’attuale governo non pare incoraggiare, come ha ribadito la dottoressa Hakim, visto che si tende a favorire di più i lavoratori full-time, ignorando le mansioni casalinghe proprio per la loro natura «non retribuita». E la ricerca londinese troverebbe il conforto anche di altri dei numeri, sotto forma del sondaggio lanciato dalla versione online del tabloid: alla domanda, infatti, se gli uomini «facciano la loro parte nei lavori domestici», il 63% dei lettori ha risposto affermativamente. Che siano tutti uomini?
I vigili hanno l’ordine di girare in bicicletta per inquinare meno, e gli scuolabus sono alimentati dal biodiesel derivato dall’olio che usano le nonne dei bimbi per friggere in cucina. Grazie all’ecoeuro, una moneta coniata dal Consiglio comunale dei ragazzi, le famiglie virtuose della comunità acquistano prodotti sfusi senza imballaggi, consumano prodotti locali e di stagione, si scambiano beni e saperi. La banca che fa affari d’oro si chiama “Banca del racconto”, e gli operatori attivano quelli che chiamano focolari narrativi per non disperdere col tempo l’enorme patrimonio di storia e memoria che portiamo ognuno dentro al nostro percorso di vita. Da un anno il comune si è convinto che il porta a porta non si fa solo in televisione, ma anche in oltre millecinquecento comuni italiani nella gestione dei rifiuti: le cifre di raccolta differenziata sono schizzate all’85%, e già il 20% delle circa 1.500 famiglie ha acquistato una compostiera domestica. Non contenti, gli amministratori ne hanno creata una di comunità, più grande, dove ogni cittadino può portare scarti alimentari che nel giro di qualche mese si trasformeranno in ottimo fertilizzante per gli orti urbani del paese. Grazie alla fontana pubblica che eroga l’acqua del sindaco, la comunità ha eliminato l’uso (e il trasporto) di circa 200.000 bottigliette da mezzo litro in PET, per non parlare della montagna di flaconi e contenitori vari messi al bando grazie alla vendita di prodotti alla spina (detersivi, alimentari, ecc.). Grazie alle modifiche introdotte nel regolamento edilizio, le case possono essere costruite o ristrutturate a patto che seguano specifiche prescrizione per il risparmio e l’efficienza energetica, e per dare il buon esempio una volta tanto i primi a far qualcosa sono stati proprio gli amministratori, installando impianti fotovoltaici sul tetto del municipio e su quello della scuola. Grazie ad una sorta di gruppo di acquisto comunale, i cittadini hanno la possibilità di accedere ad informazioni, consulenze e supporto per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. A fare la spesa i cittadini vanno con una sporta riutilizzabile e periodicamente l’amministrazione organizza i mercatini del riuso, dove libri, giocattoli, mobili, vestiti, biciclette, …, tornano a prendere vita nella vita di altre persone e dove il dono e lo scambio sono la moneta vigente. Da anni sono attivi percorsi di cooperazione decentrata con la Repubblica Democratica del Congo, grazie alla collaborazione del Comune con diverse realtà associative, e l’amministrazione (oltre a far parte dall’inizio dell’anno dell’Associazione dei Comuni Virtuosi) è tra le promotrici del Coordinamento degli Enti locali per l’Acqua Pubblica. Il Sindaco si chiama Bengasi Battisti, e quando lo guardi negli occhi vedi un sacco di cose tutte insieme: futuro, progetti, buonsenso, entusiasmo, serietà, trasparenza. Amministra il Comune di Corchiano, comunità di circa 4.000 abitanti in provincia di Viterbo. Che non è sulla Luna, ma in quest’Italia apparentemente impantanata in una melma di immobilismo e inefficienza che travolge ogni cosa, a partire dalle istituzioni. Che si può fare politica con onestà e spirito di servizio, che si può entrare nelle istituzioni e governarle con rispetto e buon senso, efficienza e fantasia. [....] |
Il Car Sharing è già presente in molte altre città italiane, oltre ad essere ormai pratica diffusa in molti paesi europei ed extraeuropei.
In Svizzera è partito alla fine degli anni 80 e ad oggi gli utenti sono più di 80 mila.
Rappresenta un approccio alla mobilità secondo uno stile sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale ma anche rispetto agli stili di consumo contemporanei: chi adotta il car sharing decide di non pagare la proprietà dell’auto ma solo l’effettivo utilizzo.
E’ dedicato al city user che deve effettuare brevi spostamenti, sia in termini di km percorsi che di tempo di utilizzo, e permette di ottenere vantaggi sia economici, perché elimina i costi di mantenimento e gestione, che pratici (parcheggio gratuito in città, circolazione nei giorni di blocco del traffico, ecc.).
Un quarto d’ora prima della scadenza della tua prenotazione il display apposito ti avviserà che sta scadendo il tempo a tua disposizione, o porti l’auto al parcheggio più vicino entro l’ora stabilita, oppure puoi prolungare la tua prenotazione chiamando il call center. Prossimamente la prenotazione sarà possibile anche via sms.
Il rifornimento è gratuito se ti rivolgi ai distributori convenzionati.
Scarica il REGOLAMENTO corredato delle istruzioni per l'uso.