sabato, dicembre 25, 2010

Pinguini di Madagscar - Missione Natale


Un bel cortometraggio per farsi 2risate coi mitici Skipper, Kowalsky, Rico e Soldato


Pinguini - Missione Natale

http://www.youtube.com/watch?v=Hzl8R9yVeQc


BUON NATALE!!!!!

venerdì, dicembre 24, 2010

Natale partenopeo

The Digital Story of the Nativity


Ecco come sarebbe raccontata la natività al giorno d'oggi



iphone, facebook, gmail, wikipedia, twitter, farmville, amazoon, googlemaps

:D

bellina l'idea!



Buon natale tecnologico!


Che dite, insultiamo tutti il nostro capo?

Benitez è stato 181giorni all'Inter.
Ha insultato il suo presidente ed è stato cacciato... alla fine ha preso una cifra netta di 29mila euro AL GIORNO!!!!!



INTER: BENITEZ E' COSTATO
60MILA EURO AL GIORNO

Per 30mila euro al giorno (che per l’Inter, tra imposte e contributi, equivalgono al doppio) si può insomma essere gentiluomini anche nell’addio e ringraziare il mondo intero. «Voglio ringraziare tutti - sono le parole affidate all’Ansa da Benitez - per l’appoggio ricevuto durante la mia esperienza all’Inter. Voglio ringraziare personalmente, e anche a nome dei miei collaboratori, i calciatori, i dipendenti del club e i tifosi che hanno avuto fiducia in noi. I due titoli conquistati sono stati il risultato dell’impegno di tutti quelli che sono stati al nostro fianco, mantenendo sempre come principi fondamentali la professionalità, l’educazione, il rispetto e la dedizione al club. Di tutto ciò siamo molto orgogliosi. Aprescindere dalla naturale tristezza che c’è quando si lascia un grande club come l’Inter, andiamo via portando con noi l’allegria del ricordo dei tifosi che ci hanno accolto dopo la vittoria del Mondiale. Saluto inoltre i calciatori, lo staff e i collaboratori che, a causa del periodo di festività, non potrò salutare personalmente nei prossimi giorni. A tutti loro, così come al club e ai tifosi auguro i massimi successi sportivi per il futuro. Infine, è doveroso da parte mia un ringraziamento al presidente Massimo Moratti per avermi scelto a suo tempo come allenatore dell’Inter » . Ora Rafa viene osannato dai tifosi del Liverpool (e Hogdson fa spallucce), mentre altri rumors lo danno sulle panchine di Blackburn e Valencia

24 dicembre 2010

giovedì, dicembre 23, 2010

IL CASO
Brescia, trovato in un garage
il corpo impalato di un 52enne
L'uomo, Giovanni Albertanza, lavorava nell'edilizia. Il cadavere è stato scoperto dalla moglie

Il corpo senza vita un uomo di 52 anni, Giovanni Albertanza, è stato trovato ieri sera in un garage a Orzinuovi (Brescia). L'uomo sarebbe stato impalato. Il corpo è stato trovato dalla moglie, che ha dato l'allarme. Albertanza lavorava nel settore dell'edilizia e oltre alla moglie lascia un figlio di 27 anni e una figlia di 24. I vicini, sconvolti dall'accaduto, lo descrivono come una persona cordiale. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri della compagnia di Verolanuova e del reparto operativo di Brescia.

Mentre agli investigatori inizialmente sembrava una barra di ferro ad averlo ucciso, poi si è scoperto essere un cacciavite industriale. Il cadavere presenta inoltre delle lesioni alla testa. L'ipotesi maggiormente accreditata rimane quella dell'omicidio. Non si esclude però anche un gesto autolesionistico portato alle estreme conseguenze. Ipotesi, ques'ultima, che potrebbe trovare conforto nella depressione di cui sembra recentemente soffrisse Albertanza.

A Orzinuovi era arrivato alcuni anni fa con la famiglia. Era un piccolo artigiano edile, noto alle forze dell'ordine per vicende di droga e rapine. La morte, secondo i primi accertamenti, risalirebbe alle 3 dell'altra notte. Questo sarebbe in contrasto con quanto dichiarato da alcuni vicini che l'avrebbero visto in mattinata a passeggio con il cane. Sempre i vicini hanno ricordato che nell'ottobre scorso aveva partecipato alle selezioni per il Grande Fratello insieme con la figlia.

23 dicembre 2010

La corsa dei Babbi Natale

Su segnalazione di PaolaZ...


La maratona dei Babbi Natale

La manifestazione organizzata dal Dopolavoro dei dipendenti comunali ha ottenuto un grande successo: ben 700 persone vestite da Babbo Natale hanno partecipato alla maratona per le vie del centro storico



22 dicembre 2010
da bresciaoggi.it



Vi hanno partecipato in tanti: Ste, Lu, Sara, Paola & Paola.

E c'è qualcuno(a) che evidentemente ha fatto colpo sul fotografo ;-)



What a fucking name :D

Su segnalazione di Giangi....

Pensate un po' se col mio cognome abitassi in sto paese.... dovrei staccar il telefono :D


BARRIERE LINGUISTICHE
Telefonate burla e furti:
la
dura
vita a Fucking,
a 32 chilometri da Petting
Gerundio dell'atto sessuale in inglese. Ridente villaggio in Austria.
Un doppio senso costoso. Con 15 segnali stradali rubati in due anni,
a 200 euro l'uno.
E ora si aggiunge la birra...

MILANO - Nella lingua inglese è una parolaccia. Nell'Alta Austria il nome di un antico villaggio, Fucking, una delle 21 frazioni di Tarsdorf, a pochi chilometri da Salisburgo. Gerundio del verbo che designa fare sesso e imperativo, nello slang, per mandare qualcuno a quel paese, per gli inglesi. Ridente località bavarese, a 32 chilometri da Salisburgo, per gli austriaci. Ma la globalizzazione fa strani scherzi e la formula volgare è ormai quella universalmente riconosciuta.Vivere nella cittadina col toponimo dal significato inequivocabile ci vuole autoironia. E pazienza. Passi il segnale stradale di benvenuto, oggetto di frequenti furti, e pure i tanti turisti buontemponi, armati di battutacce di cattivo gusto. Ora, però, il vaso è colmo: sempre più spesso i residenti vengono tempestati di telefonate più che beffarde. Anonime e provenienti, non a caso, dall'Inghilterra.

QUELLA MALEDETTA «C» - Un tempo, agli inizi, era «Fugging». Poi il nome cambiò in «Fuking». E con gli anni si aggiunse una «c». «Fucking» in tedesco non significa nulla. Pare derivi dal nome di un nobile bavarese, «Focko». Gli abitanti hanno vissuto giorni sereni e inconsapevoli fino al termine della Seconda Guerra, quando soldati britannici e americani hanno"scoperto il villaggio" e svelato ai cittadini il significato in inglese del nome della loro città.

MENO DI 100 ABITANTI - Particolarmente apprezzato, il segnale stradale di benvenuto nella cittadina. «Saranno una quindicina i cartelli stradali rubati negli ultimi due anni», ha raccontato il sindaco di Tarsdorf, Meindl Franz, al quotidiano Die Presse. Il comune del distretto di Braunau am Inn comprende infatti il villaggio di Fucking che oggi conta meno di 100 abitanti. Duecento euro è il costo per comprare ogni volta la segnaletica. «Potremmo fare cose più sensate con quei soldi», ha sottolineato il primo cittadino. Nel frattempo l'amministrazione ha fissato i cartelli stradali col cemento, adeguatamente saldati e avvitati perché sia impossibile sottrarli. Però è servito a poco. Qualche settimana fa ne è sparito un altro.

UN INFERNO - La popolarità del luogo è aumentata di recente, dopo che l'Ufficio europeo per l'armonizzazione nel mercato interno ha approvato la proposta per l'inserimento del marchio di una birra «Fucking Hell» presentato da una società di marketing in Germania. «Fucking» per la cittadina dell'Alta Austria ed «Hell» è l'abbreviazione per il colore «chiaro» (in tedesco). In inglese, però, è "inferno". «Cosa possiamo farci?», chiede un affranto sindaco. «Appellarci all'Ufficio brevetti? Costerebbe dai 2.000 ai 3.000 euro solo per far aprire la pratica».

BERSAGLIO DEGLI INGLESI - Dal suo ufficio il sindaco cerca di rispondere con gentilezza alle domande dei giornalisti di mezzo mondo ogni qualvolta il nome della sua cittadina finisce sui media. In ogni altro posto ci si ralleggrerebbe di tanta pubblicità gratuita, non qui però. Da qualche settimana le telefonate anonime hanno ripreso a martellare gli abitanti. Sono soprattutto inglesi, spesso alticci, riporta il portale Vienna Times. Anche nel cuore della notte. L'inevitabile domanda, con risate a crepapelle in sottofondo, è sempre la stessa: «Is this Fucking?». Poi buttano giù il telefono. «Le telefonate sono numerose», conferma uno degli abitanti, il 56enne Johann Maier. «Sta diventando sempre più insopportabile». I numeri si trovano facilmente nell'elenco telefonico dell'Austria su Internet. Non è che la vita sia più facile mezz'ora d'auto più in là per i 2000 abitanti di Petting, altro ridente villaggio bavarese, dove il doppio senso del nome provoca altrettanta ilarità.

IRRINUNCIABILE - Al loro nome però gli abitanti di Fucking non vogliono rinunciare. Nel 2004, un referendum sul cambio di nome del paese è stato respinto. Il rancore nei confronti dei britannici è però sempre più incontenibile. «Qualcosa dovremo pur fare», ha detto Meindl Franz. «Per gli abitanti si tratta solo più di un peso, oramai insostenibile». Ciò nonostante, per il sindaco la rivalsa nei confronti degli inglesi potrebbe essere dietro la porta: «Loro hanno il distretto di Furzton». Che in lingua inglese non significa nulla, ma in tedesco esprime un concetto poco elegante.

24 ottobre

mercoledì, dicembre 22, 2010

Olografia

Su segnalazione di Ciccio

Olografia, le nuove
frontiere del 3D

In questi ultimi tempi il 3D sembra andare molto di moda ed è presente in molti settori, compreso quello fotografico con molti prodotti che vanno dalle fotocamere 3D agli obiettivi 3D.
L’attuale tecnologia, però, è piuttosto carente per quanto riguarda la visione delle immagini 3D, ma qualcosa sta per cambiare. Zebra Imaging sta già sviluppando degli schermi per quello che sarà il vero futuro del 3D, l’olografia.

Qui sotto potete trovare due esempi di come le vostre immagini 3D potranno, in futuro, essere visualizzate senza la necessità di particolari accessori.
Il prezzo dello schermo base 30cm x 45cm è di 1500$.

10 dicembre 2010



Guardate questi video: incredibili!!!
presentar così dei progetti è spaziale




Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo


Addio Bearzot, il ct mundial
che non cercava gli applausi
Si è spento a 83 anni, era da tempo malato.
Un italiano di confine, più di campo che di palazzo.
Amava Ovidio e il jazz

E così, anche il Vecio. Enzo Bearzot era da tempo un cittadino di se stesso, e non più del mondo che aveva conquistato. Non usciva dal suo fortino dal 2007, quando la Gazzetta, per i suoi 80 anni, gli aveva fatto trovare in via Solferino una «torta» di campioni: i suoi. La moglie, Luisa, ne proteggeva il dolore, la fatica, i ricordi. La solitudine, soprattutto. Era nato ad Aiello del Friuli il 26 settembre del 1927. Terra generosa di sport e con lo sport, il Friuli: Primo Carnera e poi Ottavio Bottecchia, trevigiano di culla ma furlan di bicicletta, e quindi la tribù del calcio, quasi una cantilena di formazione, Zoff, Burgnich, De Agostini, Collovati, Blason, Tumburus, Fanna, Capello, Virgili, Vendrame, Pascutti. Allenatore, Annibale Frossi. Una vita da mediano, Enzo, prima che arrivasse a cantarla il Liga: Pro Gorizia, Inter, Catania, Torino, ancora Inter, ancora Toro. In tutto, 422 partite, di cui 251 in serie A, quando le sostituzioni non c'erano.

Un mediano ortodosso, normale, che ogni tanto prendeva su e si buttava sulle fasce. Cominciò marcando Silvio Piola, finì correndo dietro a Sandro Mazzola e Jair. E mai un tunnel, dicasi uno, da parte di quella vipera di Omar Sivori, questa sì una medaglia al valore. La Nazionale, che sarebbe diventata la bussola della carriera (e non solo), da giocatore si ridusse a una striminzita presenza, novembre 1955 a Budapest, la grande Ungheria: Bearzot a uomo su Puskas, zero a zero fino all'80', poi Puskas e Toth II, due a zero.

La pipa sarebbe venuta dopo, in tempo per arredare la mutria e dargli l'unica cosa di cui non sentiva la necessità: un tono. In principio fu il naso, quel naso un po' così, caro alla prosa di Giovanni Arpino: «Un calcio durante lontane risse in area di rigore, aveva schiacciato il setto nasale del Vecio, che ora ostentava la maschera sorniona d'un pugile in guardia perenne». Maschera fino a un certo punto. Quello era e sarebbe stato, sempre, Enzo Bearzot. Un italiano di confine e dunque al limite, più di campo che di palazzo, più Cecco Beppe che inciuci democristiani, un tipo che amava Ovidio e il jazz, devoto al gruppo e refrattario al gregge. Luoghi, non luoghi comuni. Un anti italiano tutto spigoli: «in guardia perenne», appunto. Il tecnico nacque all'ombra di Nereo Rocco, al Toro; un po' di Prato, in senso geografico e letterale, e, alla fine della giostra, le gonne della Federazione come scelta estrema e rampa di lancio. La gavetta fu severa, oscura. Il disastro tedesco del 1974, con gli eroi messicani strafavoriti e fuori al primo turno, contribuì a spianargli la strada. A ceneri ancora calde, affiancò Fulvio Bernardini e quindi gli subentrò, commissario unico. Sembrava un atto dovuto, un timbro essenzialmente notarile. Viceversa, più che una mossa risultò una scossa.

C'era da ricostruire. Le frontiere chiuse gli diedero un mano. Erano gli anni Settanta, gli anni di Juventus e Torino. Bearzot modellò la Nazionale sui loro blocchi, bianconeri titolari, granata riserve. Sul piano squisitamente estetico, meglio gli azzurri d'Argentina che i «campeones» spagnoli, ma il calcio non è una scienza, quarti i più belli, primi i più concreti. Non che se la passasse male, visto che come ala destra poteva scegliere fra Causio, Claudio Sala e Bruno Conti. In compenso, passava per un difensivista, visto che per convinzione - e per convenzione - erano le stagioni, quelle, del catenaccio. Italiano? Allora, catenacciaro. Catenacciaro un corno: un libero come Scirea, cioé piedi rubati al centrocampo, più Cabrini, più Conti più Antognoni più due punte. Tu chiamale, se vuoi, etichette. Il Vecio non è stato né un santo né un eroe. Detestava i protocolli, la ricerca spasmodica del consenso. Era uno contro: Italo Allodi e il suo vincerenonimportacome; i mandarini federali; la geopolitica.

Il Mondiale bearzottiano del 1982 fece da spartiacque anche a livello giornalistico e di pubblica opinione. Il silenzio stampa di Pontevedra, quartier generale degli azzurri in Galizia, non sarebbe mai stato adottato, se non avesse prodotto, subito, il miracolo di un titolo, e che titolo. La sindrome d'accerchiamento religiosamente invocata, cercata e predicata da Arrigo Sacchi a Marcello Lippi non sarebbe diventata un'esigenza ambientale e quasi spirituale se, inaugurata da Enzo con il concorso esterno, e greve, della stampa italiana, non avesse cementato il gruppo accentuandone le risorse e il rendimento. Infine, la cesura di risultati fra la fase di Vigo (tre pareggi) e il crescendo rossiniano con Argentina, Brasile, Polonia e Germania spinse i direttori a piazzare in prima pagina, accanto al commento di stroncatura, un «fondo» di solidarietà, all'inizio piccolo e poi sempre più ampio fino all'apoteosi di Madrid, sera in cui tutti salirono sul carro, a cominciare da coloro che avevano gridato al destino cinico e baro per aver fatto nascere Bearzot di qua e non di là, in Austria. Perché sì, questa era l'aria che tirava.

La celebre partita a scopone di Bearzot con Pertini in aereo

Una sola ombra, su quel Mondiale. Da un'inchiesta di Oliviero Beha e Roberto Chiodi emerse che il Camerun avrebbe venduto la partita contro di noi. Venduto a chi: alla federazione, agli sponsor? Il Vecio era furibondo, ogni volta che si toccava l'argomento. La grandezza di Enzo era che faceva di tutto per inimicarsi tutti. Il sacrificio di Evaristo Beccalossi gli costò lo «scimmione» di una tifosa. La rinuncia a Roberto Pruzzo gli scatenò le penne all'arrabbiata di tutta Roma. Lui, zitto e dritto. Aspettò Paolo Rossi al di là di ogni umana sopportazione. Pagò la gratitudine verso il nucleo storico agli Europei '84 (fuori nelle eliminatorie) e ai Mondiali '86 (fuori negli ottavi). Piano piano, è scivolato ai margini del sistema. Dimenticato, e forse dimenticatosi. «La melassa soffoca», parole sue, e, per questo, non ha mai amato le celebrazioni. In compenso, non c'è uno di quella covata e di quella spedizione che non ne abbia amato il senso etico, la coerenza spinta all'eccesso di velocità (e rispettabilità). Erano altri tempi, certo. Ma anche altri uomini. Le partite, ha continuato a guardarle ad audio rigorosamente azzerato. Era fatto così. Molto meno italiano del portoghese Mourinho. Un solitario grande, non un grande solista. Uno che aveva perso il padre quando giocava in Sicilia e la madre quando si trovava per lavoro in Olanda. A Gianni Mura che gli chiese come gli sarebbe piaciuto essere ricordato, rispose: «Come una persona perbene».
Missione compiuta, Vecio.

22 dicembre 2010
Devo finir di colorare
il mondo che vorrei abitare
BANDABARDO'

martedì, dicembre 21, 2010


http://www.ffwebmagazine.it/

Palinsesti DTT

Concludiamo il "trittico" di post sul digitale terrestre, con la cosa più difficile da trovar... i palinsesti :)

Cento canali, ma spesso non si sa che cosa fanno, se non al max il programmma successivo a quello che si sta guardando (tramite il tasto "INFO" sul telecomando).
E le poche sere che l'accendo perdo mezzora ogni volta per trovar qualcosa da veder :)

Come su SKY c'è da secoli il tastino con tutti i palinsesti, col digitale c'è la funzione EPG - electronic program guide - un comodissimo tasto sul telecomando che fa comparire i palinsesti di tuttiiiiiiii i canali.... ma non sempre funziona o è aggiornato.


Nel caso non funga il suddetto "tastino magico",
ecco qui sotto i link per le guide tv dei principali canali:


Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rai 4, Rai 5, Rai Premium, Rai Movie, Rai Storia,
Rai YoYo, Rai Gulp, Rai Scuola, Rai Sport 1, Rai Sport 2:

Rete 4, Canale 5, Italia 1:

La 5 :

Iris:

Boing:


Cielo:

La 7:


MTV:

DeeJay TV:

Rtl 102.5 TV:

Sportitalia 1, Sportitalia 2:

Coming Soon:

Real Time:

K2:

Frisbee


TV 2000:

Telettutto:

Retebrescia:

Brescia Punto TV:


Poi li metterò anche qui sulla destra come link fissi.



PS: mi son giunte voci che stanno ancora sistemando alcuni ripetitori ed hanno tempo fino al 26dicembre per sistemar i segnali se no incorrono in multe.
Quindi se ancor nn beccate dei canali c'è speranza... magari con l'inizio dell'anno fate una bella risintonizzazione di tutto e via :)


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Please be philosophical,
please be tapped into ypur feminity
please be able to take the wheel from me
pleaze be crazy and curious...
ALANIS MORISSETTE

lunedì, dicembre 20, 2010

W il lato B

Avete visto l'ultima pubblicità della Reebok?!?!?

Ho dovuto vederla 2 volte per capir che si pubblicizzavano scarpe!




Un arcobaleno che dura un quarto d'ora non lo si guarda più.
Johann Wolfgang von Goethe
Fino al giorno in cui Lola
trovo' qualcosa in qualcuno
un tale Giuseppe
piu' brutto di noi.
BANDABARDO'

domenica, dicembre 19, 2010

Foto della settimana


Excalibur
4 gennaio 2007

Dopo aver rimandato in continuazione, siamo pronti per la prima cascata della stagione; scegliamo di andare a fare Excalibur, in Alta Val Daone, quasi alla diga di Malga Bissina; con le macchine si parcheggia alla centrale del Lago di Malga Boazzo, e questa è l'alba che abbiam visto appena fermata la macchina...
Alessio