sabato, novembre 07, 2009
"Si, io credo nell'uomo." ERNESTO CHE GUEVARA
"Crede in Dio?"
"No, credo negli uomini, che ognuno faccia la sua parte con onestà". TERESA SARTI STRADA
Io penso che il Divino non chieda all'essere umano di credere in Dio, ma di credere nei suoi simili - un'impresa assai più difficile. MONI OVADIA
venerdì, novembre 06, 2009
Wrong hole
Ecco il video...
Si, è quello che pensate....
PS: la tipa ha una voce spettacolo!
DIEGO CUGIA, Jack Folla
giovedì, novembre 05, 2009
Che cosa ne è stato di quel senso di infinito che ti prendeva ogni anno, alla fine della scuola, davanti alla distesa sterminata di un'intera estate?
Che cosa ne hai fatto dei tuoi sogni, ma quelli veri, quelli che contano: gli specchi da attraversare: i mondi alla rovescia, i paesi delle meraviglie, i rifugi segreti, gli amici immaginari, le carte magiche, i voli, tutte quelle cose che ti stanno dentro, e ti nutrono l'anima, e ti fanno sentire voluto bene da te...
Che cosa ne hai fatto, tu, del tuo tempo?
LELLA COSTA, Amleto, Alice e la Traviata
mercoledì, novembre 04, 2009
Habemus PEC: gratis!
DAL SITO DELL'ORDINE:
Convenzione CNI-ARUBA | |
PEC | |
In questi giorni ci è pervenuta l’informazione che anche il CNI - Consiglio Nazionale Ingegneri ha attivato una sua convenzione con ARUBA per la fornitura della casella PEC. Detta fornitura è GRATUITA agli ISCRITTI, completamente a carico del CNI. SCARICA IL MODULO PER LA RICHIESTA DA INVIARE ALLA SEGRETERIA DELL’ORDINE DI BRESCIA TRAMITE FAX 0302294722 o MAIL info@ordineingegneri.bs.it. PER CHIARIMENETI DI QUALSIASI TIPO CONTATTARE IL SERVIZIO DI ASSISTENZA HELP DESK DI ARUBA 0575-050014 in funzione dal Lunedì al Venerdì dalle 9 alle 18. SERVIZIO BASE: Dimensione caselle 1 Gbyte Numero di invii illimitato Invio fino ad un massimo di 500 destinatari Dimensione massima messaggio 50 Mbyte (*) Caselle aperte alla ricezione di messaggi non certificati Accesso via client e via Web mail Interfaccia Web mail personalizzata con logo CNI Antivirus Antispamming A LIVELLO PRATICO: l'utente finale vede la casella di PEC come una normale casella di posta può utilizzare un qualsiasi client di posta (Thunderbird, Outlook, Outlook Express, Eudora, ...) può utilizzare la web mail non ha bisogno di installare software non ha bisogno di device Unica differenza: per ogni spedizione il mittente riceve: Una ricevuta di accettazione (certifica l'istante di invio) Una ricevuta di avvenuta consegna (certifica l'istante di consegna a destinazione) VANTAGGI PRINCIPALI Economicità (traffico illimitato, risparmio di tempo) Velocità di consegna (tempi di consegna azzerati) Semplicità d'uso (è come una casella tradizionale, non è necessario alcun software aggiuntivo) Validità legale (le ricevute rappresentano una prova legale opponibile a terzi, non ripudio della mail consegnata) Sicurezza (canali di trasmissione sicuri, firma e verifica dei messaggi, identificazione del titolare) |
Basta scaricare il modulo e mandarlo con un docomento di identità all'Ordine via fax o mail!
MONTE GUGLIELMO
La città fantasma
un' atmosfera spettrale in mezzo alle macerie
Così sta morendo
il centro dell'Aquila
Non sono iniziate né le demolizioni né le ristrutturazioni.
E ora il maltempo può peggiorare ancora le cose
L'AQUILA - L'anima della città. Con queste parole gli aquilani si riferiscono al centro storico, in pratica alla città dell'Aquila periferie escluse. Ma da quasi sette mesi il centro si chiama "zona rossa", nessuno può metterci piede e ad entrare sono solo i Vigili del fuoco e le ditte che si occupano di puntellare gli edifici danneggiati e di completare i traslochi delle abitazioni rimaste in piedi. Eppure, sette mesi dopo, il centro dell'Aquila non è troppo diverso da come si presentava dopo il sisma. Le macerie sono presenti in maniera stupefacente, insieme a calcinacci, polvere, spazzatura e insieme a quei brandelli di vite distrutte che avevamo visto a poche ore dal sisma. Gli oggetti personali, le foto, gli indumenti, le bambole, i monitor dei computer, mescolati a pezzi di intonaco, mattoni, cornicioni venuti giù.
NESSUNA DEMOLIZIONE O RESTAURO - Nel centro storico dell'Aquila non è partito il programma di demolizione degli edifici ormai irrecuperabili. Non è partito il restauro degli edifici privati, di quelli pubblici, nè di quelli di interesse artistico ed architettonico. E sono tanti. In molte zone le strade sono state ripulite e le macerie ammassate al centro di una piazza o all'angolo di una strada. La Regione Abruzzo ha dato disposizione per ampliare i siti dove potranno essere conferiti i resti degli edifici terremotati, ma per il momento l'operazione non è ancora partita. Il primo problema della "zona rossa" è proprio questo: togliere le macerie. I Vigili del fuoco lavorano senza sosta per cercare di proteggere tutti quegli edifici di straordinaria bellezza - le chiese, le cattedrali, i palazzi storici - dall'inevitabile. Dopo un primo assaggio amaro di autunno e un paio di settimane quasi estive, all'Aquila sta per arrivare il freddo, la pioggia, l'inverno.
«LA CITTA' STA MORENDO» - «Fin ora la priorità - giustissima - è stata quella di dare un tetto a chi lo aveva perso», racconta Marina Marinucci, giornalista della redazionale aquilana de "Il Centro". «Ma nel frattempo - dice - la città sta morendo, non è iniziato nessun lavoro di recupero e di restauro, e tra poco sarà troppo tardi». Il centro è praticamente ovunque puntellato. Cornici di legno a tenere le finestra, grandi cinghie a cingere un loggiato, innocenti ovunque, e poi tubitiranti, perni d'acciaio applicati alle facciate, altro legno per fare da contrafforte ad un costone che sembra reggersi per miracolo. La città sembra, in alcune zone, come bombardata. Non è solo un problema del centro storico, ci sono le periferie, c'è Santa Barbara, Pettino, San Giuliano. Eppure, da quando i riflettori sulla "zona rossa" si sono spenti, tra gli aquilani serpeggia un pensiero terrificante. La città dell'Aquila, così come l'hanno conosciuta, abitata, amata e vissuta, non esisterà più, non potrà più risorgere. I problemi abitativi sono stati parzialmente risolti, mentre quattromila persone restano nelle tende ed altre migliaia aspettano una casa stando in un albergo sulla costa. «Ma qui, all'Aquila - dice la Marinucci - non c'è più una chiesa intera, e tutti i palazzi delle istituzioni, dalla Prefettura al Comune alla Provincia, sono fortemente danneggiati e la pioggia e il maltempo arriveranno presto a finire il lavoro. E poi ci sono ancora palazzi interi da puntellare. Tornerà mai a vivere tutto questo?».
CORSI UNIVERSITARI NON SI FERMANO - Anna Tellini insegna Letteratura russa alla facoltà di Lettere e filosofia. Insegna, non insegnava. Anche se la facoltà è crollata interamente, come quella di ingegneria. «Dopo il terremoto le lezioni le abbiamo terminate sotto una tenda, al Polo di Coppito, dove c'è la facoltà di scienze. Poi gli esami estivi si sono svolti all'aperto, sul prato. E poi dal 19 ottobre abbiamo ripreso le lezioni a Bazzano, in un capannone industriale. Il secondo semestre invece lo facciamo nel carcere minorile. Al prossimo anno accademico non voglio nemmeno pensare». Si stima che i danni riportati dall'Ateneo dell'Aquila si aggirino tra i 150 e i 180 milioni di euro. Il calo degli iscritti è stato - prevedibilmente - vistosissimo. I fuori sede non sanno più dove stare, molti studenti hanno difficoltà ad andare avanti. «Molti di loro hanno crisi di panico, non è facile lavorare. Però noi restiamo - dice Anna Tellini - per non condannare questa città a morte certa. Resistiamo per mantenere viva l'anima della città». L'anima della città. Tutti usano questa espressione. L'anima si chiama Collemaggio, si chiama Santa Maria Paganica, sventrata e scoperchiata - bellissima anche nella sua devastazione - che non può essere coperta e protetta perchè ogni protezione volerebbe via. Si chiama Santa Maria degli Angeli, con la cupola di Raffaello, orrendamente sventrata e mirabilmente protetta. Si chiama Palazzo Ardinghelli, palazzo dei Nobili, di recente ristrutturazione, palazzo Margherita, la sede del Comune, palazzo Quinzi, che la Provincia, dopo averlo rimesso a nuovo aveva dato al liceo classico. Tutto distrutto. Gusci vuoti, come il rettorato, o come il Duomo, all'apparenza, nella facciata, salvo, ma imploso dentro e a cielo aperto.
PIAZZA DUOMO - Il giro nella "zona rossa" popolata solo da uomini con la divisa dei pompieri, continua. Siamo in piazza del Duomo, la piazza del mercato, quella dove i contadini dei dintorni portavano tutte le mattine quanto di buono produce questa terra. Sembra un ricordo lontanissimo. Ma soprattutto, ora, sembra un'utopia. Anna Cerasoli è una scrittrice che ha appena preso parte ad un festival letterario. Il festival si chiama "Minimondi" e normalmente si svolge a Parma. Dopo il terremoto, le organizzatrici Silvia Barbagallo e Paola Cantarello, hanno deciso di portare un pezzo del festival all'Aquila. Una parte degli scrittori che hanno partecipato al festival, prendono parte a questo sconvolgente tour nella "zona rossa" dell'Aquila. Mentre Anna Cerasoli parla, inizia a piovere e lei scuote la testa. Con la mano indica delle macerie da cui spuntano dei cespugli. «Sono passati sette mesi e siamo ancora in queste condizioni, la pioggia intride le macerie, le case pericolanti, le chiese, tutto marcirà. Sembra impossibile pensare al fatto che l'Aquila diventerà una new town e di tutto questo non rimarrà niente». Il racconto della Cerasoli viene interrotto dalla professoressa di letteratura russa. Anna Tellini, mentre camminiamo nelle strade più strette del centro dice: "io abitavo qua". Vuole farci vedere solo l'androne, ma i Vigili del fuoco che ci accompagnano dicono che non è sicuro, che non si può. Il tira e molla va avanti per alcuni minuti, ma dentro, non si può entrare. Tutto sembra sul punto di crollare da un momento all'altro.
TERREMOTO PARTY - Il giro continua, in un silenzio religioso rotto solo dal rombo delle ruspe al lavoro. Si passa davanti ai luoghi simbolo catastrofe aquilana. La farmacia più antica della città, quella della dottoressa Carli, morta a casa sua nel crollo del 6 aprile. Il Convitto, dove diversi ragazzi hanno perso la vita. In tutto all'Aquila sono morti 55 studenti universitari, 8 alla casa dello studente, diventata un simbolo. Anna Cerasoli prova a raccontare la storia di una mamma che ha perso la figlia di nove anni. «Mi raccontava dei laboratori della sua scuola intitolati ai bambini morti, e commentava che le altre erano state fortunate, perché erano morte insieme alle loro mamme». Il racconto si interrompe. C'è commozione anche nelle parole di Marina Marinucci, quando passiamo davanti alla sede della sua redazione, squassata dal sisma come tante case in via XX Settembre, strada che ha pagato un tributo altissimo di vittime. E poi un pub, sempre in centro, sempre nella "zona rossa", lascia tutti senza parole. Guardando dall'ingresso a vetri si legge una scritta su di una lavagna. «Stasera Terremoto party. Moyto a 3 euro. Dj set. Parola di Gas». Sulla lavagna una data: sabato 4 aprile 2009. Una festa annunciata per esorcizzare la paura, due giorni prima del terremoto, nel cuore dell'anima della città.
da corriere.it
Dai racconti degli aquilani si capisce che il cuore, la vita della città era davvero tutta nel centro storico... e ci vorranno decenni x cercar di recuperarne una parte (x' tutto è impossibile e, termine bruttissimo, "economicamente" non fattibile)... ed i terremotati ne sono assolutamente consapevoli... una signora sulla 40ina mi ha detto: "Io so che non vedrò mai più la mia città com'era, forse avranno questo privilegio le mie figlie, ma io no di certo"...
Amore è ora un corpo longilineo e asciutto, dalle membra ancora adolescenti, morbide, sinuose e nobili. E' un viso allungato dalle forti mascelle squadrate. E' una coppia di occhi intensi e neri su cui, ogni tanto, ricade un ciuffo di capelli color miele scuro. E' un particolare modo di muovere le mani o di lasciarle penzolanti, parallele alle gambe. E' finalmente una voce, l'intonazione di un bacio soffocato, l'emozione di una risata aperta e squillante. E' la sobrietà nei modi, l'essenzialità, la grazia di una entità che nel presente stato di questo sogno corrisponde al nome di Thomas, suona con la sue mani, bacia con le sue labbra. "
Pier Vittorio Tondelli, Camere Separate.
martedì, novembre 03, 2009
lunedì, novembre 02, 2009
Vaccino, no grazie.
Spiega Gianluigi Passerini, della Società europea di qualità in medicina generale: "Non mi vaccino per non dare ai pazienti un messaggio allarmistico. Questo virus non è aggressivo e non c'è motivo per spingere sull'acceleratore". Concorda il medico di base Mario Nejrotti, direttore di torinomedica.com: "La decisione di vaccinare gli operatori sanitari deve basarsi su criteri di diffusione e gravità di un virus. Qui manca la gravità". Sulla stessa linea Guido Giustetto, del gruppo indipendente nograziepagoio.it: "Al momento la preoccupazione non è medica, ma sociale. Si teme che scuole, ospedali e uffici si svuotino per l'influenza. Ma questa è una ragione valida per una campagna di vaccinazione solo se il prodotto è efficace e sicuro". Lo è davvero? Un vaccino simile è stato fabbricato negli Usa nel 1976, ma ha dato luogo a casi di una grave malattia neurologica, la sindrome di Guillan-Barré. A denunciarlo, tra gli altri, è l'epidemiologo della Cochrane Collaboration, Tom Jefferson. Sarà per questo che le case farmaceutiche hanno fatto firmare ai governi contratti capestro in cui i produttori non sono perseguibili per eventuali effetti collaterali, ma saranno addirittura risarciti in caso di danni causati a terzi?
La stessa Corte dei conti, controllando il contratto italiano, ha sollevato interrogativi. Che dire, per esempio, del fatto che l'articolo 9.3 del contratto prevedeva di pagare a Novartis 24 milioni anche se il prodotto non avesse ottenuto l'autorizzazione all'immissione in commercio? I chiarimenti non arriveranno mai perché la stessa Corte conclude che, "vista la somma urgenza dell'intervento, non procederà alla disamina dei punti sollevati dall'ufficio di controllo".
Un richiamo all'informazione consapevole viene dalla referente per le vaccinazioni dell'Associazione culturale pediatri, acp.it Luisella Grandori: "Al momento abbiamo a disposizione dosi del vaccino Focetria della Novartis che contiene un adiuvante, l'MF59". Non è chiaro perché il nostro governo abbia prenotato un vaccino con un potenziatore quando persino Anthony Fauci, che dirige il Dipartimento per le malattie infettive dei National Institutes of Health, ha dichiarato di non sentirsi tranquillo sulla formula potenziata. In America si è deciso di non mettere adiuvanti nei vaccini per i bambini perché non c'è abbastanza tempo per raccogliere dati. Lo ammettono gli stessi ricercatori Novartis. L'ultimo studio, appena uscito sul 'Pediatric Infectious Disease Journal', conclude che servono altri dati sulla sicurezza. C'è poi la questione dell'uso di confezioni di vaccino multidose che contengono Thiomersal, un sale di mercurio che già nel 2000 la Food and Drug Administration chiese di togliere perché potenzialmente tossico.
E parlando con i medici di famiglia si scopre che neanche i pazienti smaniano per vaccinarsi. Del resto ciò che è successo in Australia, dove l'ondata di suina si è ormai conclusa, non può che raffreddare l'allarme. Su una popolazione di oltre 20 milioni di abitanti sono state 179 le morti associate al virus, mentre ne erano state previste 3 mila. Non lo dice persino il testimonial Topo Gigio che "l'influenza A è una normale influenza"?
Daniela Condorelli
Duemillesimo post!!!!
E se volete bervi un po' di voglia di vivere...
Come si fa a resistere alla gioia, poi?
Una splendida contagiosa settimana a tutti!
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/08/27/alda-merini.html
A tutte le donne
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.
ALDA MERINI
domenica, novembre 01, 2009
PEC: quale scegliete?
qualcuno ha già provato a "scandagliar" in giro x veder qual'è la più economica?
Io dando un'occhiata veloce ho trovato:
- ARUBA: http://www.pec.it/Offerta.aspx
offerte da 5€/anno, 25€/anno e 40€/anno (tutti e 3 +IVA!)
- GIGAPEC: http://www.gigapec.it/caratteristiche-caselle-posta-certificata.html
stessa offerta di cui sopra
- PEC ITALIA: http://www.pec-italia.it/offerte.html
"costa 6 euro il primo anno + il costo per la pratica di attivazione pari a 60 euro una tantum. Dal secondo anno in poi il costo della casella è di 12 euro annui (costi Iva inclusa)"
- EUROWEBSOLUTION: http://www.sedevirtuale.it/default.asp?Pag=Offerte
14€/anno +IVA!
- poi c'era quella proposta dal nostro ordine:
http://compagniaindie.blogspot.com/2003/08/mail-pec.html
Quella di Aruba mi puzza x' non parla costo di attivazione e nn dice quanto costa dal secondo anno (non ho ancora avuto tempo/voglia di leggere il "contratto).
Che mi dite?
voi che fate?
avete altre proposte?
fateve sentì!