sabato, settembre 12, 2009
venerdì, settembre 11, 2009
9/11
giovedì, settembre 10, 2009
Dovrebbe leggerla anche Silvio...
dopo al sua visita in Abruzzo
Lettera dei terremotati a Napolitano: «La verità è che restiamo senza case»
«Dopo cinque mesi non sappiamo dove passeremo
l'inverno e gli alberghi sono già pieni di sfollati»
Caro Presidente,
le cronache sulla sua visita di ieri nella nostra città, a cinque mesi dal terremoto del 6 aprile, parlano del calore con cui gli aquilani l'hanno accolta e riferiscono del conforto da lei espresso nel vedere, dopo tutto quello che è successo, “fiducia e gente sorridente” che “crede molto nelle istituzioni”. Altro, a parte le note di colore, non è stato riportato. Sappiamo che ha parlato con i responsabili della Protezione Civile, con i rappresentanti locali. Ha avuto modo di chiedere, di vedere e di informarsi. Ma non ha aggiunto altro.
E' vero caro Presidente. Noi, anche quelli che non erano lì a stringerle la mano o ad ascoltare l'inno di Mameli, crediamo molto nelle istituzioni. Anzi moltissimo. Perché per noi le istituzioni rappresentano la possibilità di affrontare insieme i problemi di una comunità per risolverli insieme. Quindi dato che di problemi, dal 6 aprile, ne abbiamo un po' più del normale, nelle istituzioni crediamo molto, anche perché ne abbiamo molto bisogno. Questo lei lo sa, lo ha visto. Ha visto la distruzione immensa. Sa, come tutti noi, che da un evento del genere non ci si riprende se non attraverso sforzi collettivi eccezionali e soprattutto attraverso le scelte giuste. Altrimenti, semplicemente, le città e i paesi muoiono.
Ha visto, caro Presidente, il sorriso riaffiorare su qualche volto degli abitanti di Onna. Perché dopo i troppi lutti e la sofferenza di cinque mesi di tenda, potranno avere un tetto nel piccolo villaggio di case di legno che sorge accanto al paese distrutto. Ha potuto capire, caro Presidente, che la speranza è nel poter riallacciare i fili spezzati con le persone e i luoghi. E' poter restare insieme e restare lì. Vicino alla tua casa rotta, o mezza rotta, smozzicata, scoperchiata, ma che è la tua casa. La speranza è di ricostruire la casa, la scuola, le strade e le piazze e di ritrovarsi insieme.
Ma sulla strada che dall'Aquila conduce ad Onna, caro Presidente, avrà visto anche il cantiere di Bazzano, dove si costruisce il più grande dei 19 nuovi insediamenti destinati ad ospitare chi ha perso la casa. E' il Piano C.A.S.E. (Comitati Antisismici Sostenibili Ecompatibili), voluto dalla istituzione Protezione Civile, previsto da un decreto legge dell'istituzione Governo, convertito in legge dall'istituzione Parlamento, approvato con il sostegno convinto dell'istituzione Regione Abruzzo e con l'avvallo delle istituzioni Provincia e Comune dell'Aquila. E questa è tutta un'altra storia. Ed è, purtroppo, quella vera che nulla ha a che vedere con la vicenda di Onna, è il suo contrario.
Il Piano era già pronto, ambizioso e innovativo: per la prima volta gli sfollati non sarebbero stati ridotti in roulotte o container ma, dopo qualche tempo in tenda, avrebbero avuto direttamente case vere, antisismiche, ecologiche e con tutti i comfort. Circa 5.000 abitazioni per circa 15.000 persone, che vi avrebbero abitato il tempo necessario a ricostruire la propria casa.
Così 30 mila persone sono state tenute in tenda per cinque mesi e altrettante, lontane negli alberghi della costa abruzzese, perché tutti, in autunno, avrebbero potuto avere un tetto: chi riparando i danni lievi della propria abitazione, chi trovando posto nelle nuove C.A.S.E.. Ma, caro Presidente, non è andata così. Non gliel'hanno detto?
Le tende hanno cominciato a toglierle davvero, solo che le case danneggiate non sono state riparate e le C.A.S.E., quando saranno tutte consegnate (dicembre? febbraio? aprile?), non basteranno. Per cui le persone dalle tende vengono trasportate in caserma o in albergo - la destinazione viene comunicata poco prima in modo da ridurre il rischio di rimostranze. Gli alberghi dell'aquilano sono pieni e quindi decine di migliaia di persone dovranno essere piazzate in altri territori e province. Chi ha la fortuna di avere ancora lavoro a L'Aquila o ha un figlio da mandare a scuola, potrà viaggiare con mezzi propri o autobus navetta, questi – pare – messi a disposizione dalle istituzioni. Gli altri staranno lì in attesa degli eventi.
Questa è la storia di una devastazione annunciata, caro Presidente. Lo smembramento delle comunità, praticato all'indomani del terremoto, viene proseguito dopo cinque mesi e perpetuato in quelli a venire. Perché non si è saputo e non si è voluto dare priorità alla ricostruzione ma alla costruzione del nuovo. E poi l'antico adagio resta valido: divide et impera. Se vuoi comandare sulle persone, tienile separate. Nei campi tenda, dove le persone per forza stanno insieme, è vietato distribuire volantini, è vietato riunirsi e discutere liberamente. I diritti e le libertà costituzionali, caro Presidente.
Con tutte le nostre forze, da subito, abbiamo chiesto alle istituzioni che venissero risparmiate sofferenze, denaro pubblico e le bellezze del territorio, ricorrendo a case di legno, prefabbricati e simili. Soluzioni rapide (4 settimane per averle pronte), economiche (un terzo di una C.A.S.A.), dignitose, sicure, che permettono di restare vicini nel proprio territorio da ricostruire e che possono essere rimosse quando non serviranno più. Ma non c'è stato nulla da fare. Le istituzioni non hanno voluto ascoltare.
Bisogna costruire le nuove C.A.S.E. 24 ore al giorno, spendendo tutti i soldi che ci sono davvero - oltre 700 mil. di euro - e usando pure quelli donati dagli italiani. Tirando su, in tutta fretta, insediamenti che saranno definitivi, dove capita, senza logica urbanistica, senza minimamente rispettare criteri di prossimità ai nuclei precedenti. Intanto, tutto il resto, con l'inverno alle porte, è fermo. Il riparabile non viene riparato, il centro storico resta immerso in un silenzio spettrale. Perché?
Che farebbe lei caro Presidente, se a cinque mesi dal terremoto non sapesse dove trovare una sistemazione per la sua famiglia, una scuola per i suoi figli, un lavoro che ha perso? Se non avesse la minima idea di come e quando potrà riparare la sua casa, ammesso che ne abbia ancora una? Molti, troppi, non hanno potuto fare altro che andare via. Accettare che, almeno per un po', a L'Aquila non è possibile tornare. Ma se non ora, dopo cinque mesi, quando? Lo spopolamento in atto, diventerà progressivo e definitivo se qualcosa di importante non cambierà e subito.
Tutto questo l'abbiamo denunciato, chiesto, urlato, ogni volta che abbiamo potuto e come abbiamo potuto. Di tutto questo nessuno le ha detto nulla? Perché nemmeno una perplessità, un dubbio nelle sue parole di ieri sulle scelte fatte?
Caro Presidente, ha ragione, noi ci crediamo davvero nelle istituzioni. Eppure si sbaglia, caro Presidente, perché di fiducia non ce n'è più. La supponenza, l'arroganza, l'ignoranza, la complicità, gli interessi inconfessabili, l'incapacità e l'inettitudine logorano la fiducia nelle istituzioni. Come pure il silenzio.
Comitato Rete-Aq, Campagna 100%,
Ricostruzione – Trasparenza – Partecipazione
mercoledì, settembre 09, 2009
Domenica gratis a Gardaland...
a Gardaland il 13 settembre !!!
Per l’occasione è prevista un’inconsueta promozione; entrano gratis tutti coloro che si presenteranno a Gardaland indossando una particolare tenuta balneare composta di 5 elementi: maschera da sub, boccaglio, camicia hawaiiana colorata, bermuda e ciabatte infradito; un modo simpatico per salutare l’estate ed entrare gratuitamente nel Parco!
Per beneficiare dell’ingresso gratuito gli stravaganti bagnanti dovranno recarsi all’ingresso del Parco presso il “Beach-Point” in tenuta da mare facendo attenzione a non dimenticare alcun accessorio. Avvenenti “assistenti bagnanti”, dopo aver controllato la regolarità della vestizione, rilasceranno un voucher che consentirà di entrare gratuitamente nel Parco. Nella medesima occasione, sarà inoltre possibile fotografarsi per poi apparire in un’apposita area del sito web di Gardaland.
La singolare promozione sarà attiva solo domenica 13 settembre dalle ore 9 alle 13.
La zona Hawaii, fin dal primo pomeriggio, si trasformerà in una vera e propria oasi del divertimento caraibico in un’atmosfera unica ed indimenticabile. Nel perfetto stile tropicale sarà possibile gustare bizzarri cocktail, specialissime granite e gustosi stuzzichini di frutta. La scenografica fontana a cascata, i coloratissimi cesti di frutta, le collane di fiori, l’animazione, le splendide ballerine e le coinvolgenti proposte musicali del nostro DJ trascineranno il pubblico presente in divertentissimi ritmi caraibici, latino-americani, revival degli anni 70 e 80 e special dance degli anni 90.
Il finale di serata sarà all’insegna della bellezza balneare: alle 22.00, infatti, in piazza Hawaii, giungerà una delegazione di “Miss” provenienti dalle selezioni 2009 del Festival del Garda, manifestazione itinerante “no profit” con la direzione artistica del maestro Vince Tempera, già ospite di Gardaland per l’inaugurazione della nuova attrazione Ramses.
Le affascinanti “Miss” chiuderanno ufficialmente la stagione estiva di Gardaland lanciandosi nell’ultima divertente corsa serale di “Mammut”: il family roller coaster più grande d’Italia. Rigorosamente in tenuta balneare, le belle “Miss” saranno accompagnate nella loro avventura da 12 fortunati giovani, i primi ad essersi presentati al “Beach Point” mattutino. Un’occasione irripetibile per un’invidiabile foto-ricordo da mostrare agli amici.
mi han detto:"E' vecchio tutto quello che lei fa,
parli di sesso, prostituzione,
di questo han voglia se non l'ha capito già"
E che gli dico:"Guardi non posso, io quando ho amato
ho amato dentro gli occhi suoi,
magari anche fra le sue gambe
ma ho sempre pianto per la sua felicità"
ROBERTO VECCHIONI, Luci a San Siro
martedì, settembre 08, 2009
lunedì, settembre 07, 2009
Giu' il cappello
S. Berlusconi
domenica, settembre 06, 2009
10 anni di C.d.I.
Tutto ebbe inizio il 6 settembre 1999…
Brescia…
Test d’ingresso Facoltà di Ingegneria…
Un spaesato uomo della bassa varca il cancello di inge e dopo poco rimane folgorato da una aitante bionda… dopo anni&anni di “riformatorio” (istituto per geometri “Cossali”, Orzinuovi), circondato solamente da ominidi con barba e parlata stretta bresciana, il nostro “eroe” decide subito di andar a conoscere la bella rappresentante del gentil sesso…
E tutto cominciò così… l’ormone a mille di Stefano lo porta ad avvicinar
Stefano, accompagnato da Luca D. (amico di suo cugino Bix & “arnaldino”) si imbattè subito nel gruppo dell’Arnaldo formato da Paola F. , Chiara D. , Giangi & Fede (in realtà “copernichino”, ma compagno di pallanuoto del conte).
Lo zoccolo duro si formò durante i precorsi: per gli studenti normali questi servono a tappare le lacune lasciate dalle superiori, per noi hanno un altro obiettivo… conoscere più gnoc..., ehm più donzelle possibili! E proprio spinti da questa “missione”, io mi imbattei in Stefano: il secondo giorno, seduti x caso vicini, stavamo battendola entrambi alla Chiara D. (di cui si sono perse le tracce x’ è finita a far elettronica… unica donna del corso!).
Dicevamo quindi i precorsi: con l’aiuto di personaggi “caratteristici” come Ciot, Pelo, Willy (compagni del “Cossali” che sparirono… dopo 1mese di lezione) trasformammo l’aula in un discreto casino (aiutati anche dal nostro “150orista-tutor” Paolo l’orceano… in teoria colui che doveva controllarci) ed allargammo il gruppo coinvolgendo
A fine settembre cominciarono poi le lezioni ed arrivò anche chi aveva scagato i precorsi:
Per un paio di annetti, con qualcuno che si smarrì durante il percorso (Ciot, Luca, Claudia, Yari), qualche breve apparizione (Chiara F. , Camy ) ed una momentanea fusione col gruppo dell' "ex- aula plotter" (Gigi, Ila, Spedo, Baby, Glenda, il Presidente, Ricky, Laura, Bocia), questo fu il gruppone che proseguì compatto e (contro ogni aspettativa visto le premesse ai tempi di Boieri...) produttivo.
Ci fu poi l’avvento delle nuove leve: la classe “ ’81 ” entrò nella compa.
Si cominciò con
Come si conobbero? Bisognerebbe chieder a loro… noi li abbiamo accolti in toto senza far troppe domande. ;-)
Bon, ormai siamo tanti, casinisti (ma anche studiosi), facciamo un sacco di cose, stiam un gran bene insieme ed ad inge ci conoscono (quasi) tutti. Che ci manca? Be, un gruppone così non può non avere un nome…
… e chi fu colui che ci “etichettò” ? Il grande Ciccio! Il nostro siculo-napoletano conobbe
Lui e Graziano ci stavano “puntando” da un sacco di tempo: ora che avevano l’ “aggancio”, volevano venir ad una nostra cena, volevano far parte di quel “gruppo di amici belli&sinceri” (parole di Ciccio). Fu così che scoprimmo di esser chiamati la “Compagnia delle Indie”… e da allora diventammo la “C.d.I.”!
Il Ciccio poi ci fece conoscere PaolaZ., Francy C., Enzo & Emilio e si concluse così l’ultima grande “acquisizione” ad inge.
Ad inge appunto, perché nel corso del tempo abbiamo avuto altri bellissimi innesti anche “extra-bunkeristci”: Elisa, Annalisa, Laura, Mary, Giordy, Tommy, Sandra e come ultimo Lucio.
E tra pochi giorni (ci sono scommesse in ballo) accoglieremo un nuovissimo membro!
Che dire: 10 anni sono tanti… in pratica metà della nostra vita “da non bambini” l’abbiamo passata insieme. Questo basterebbe a far capir quanto questa compagnia ha segnato la nostra esistenza…
Abbiamo fatto davvero tutto durante questo cammino… siamo partiti ragazzi ed oggi alcuni di noi sono sposati ed hanno già figli… abbiamo sorriso, sofferto, vissuto insieme molte&diverse esperienze… volenti o nolenti, un parte di quello che siamo oggi è cresciuto attraverso questo gruppo di persone con caratteri così diversi, ma che stanno così bene assieme…
Non so per voi, ma probabilmente se non avessi fatto inge, se quel giorno non mi fossi seduto in quel posto, la mia vita sarebbe stata diversa…
Grazie di tutto
Ai prossimi 10 anni!