sabato, novembre 05, 2011

Appello pro bibblioteche

Su segnalazione di manu...

La notte delle biblioteche
Appello pubblico a favore delle biblioteche italiane

L'Associazione Italiana Biblioteche, il Forum del Libro, l'Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presìdi del libro, con il sostegno di IFLA - International Federation of Library Associations and Institutions, ed EBLIDA - European Bureau of Library, Information and Documentation Associations, promuovono un appello a tutta la società italiana, per chiedere un'inversione di rotta che porti maggiore attenzione e maggiori risorse per le biblioteche italiane, prima che sia troppo tardi.

Le biblioteche sono un servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese e rappresentano un presidio di democrazia fondato sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee.

Le biblioteche costituiscono un'infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e dell'ingegno, fornisce accesso a una pluralità di saperi e di informazioni, agevola l'attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l'acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa.

In Germania i frequentatori delle biblioteche superano gli spettatori delle partite del campionato di calcio; negli Stati Uniti l'investimento sulle biblioteche è parte integrante degli interventi governativi per contrastare la crisi economica; in Francia, Gran Bretagna e Spagna le biblioteche nazionali ottengono finanziamenti e dispongono di personale, attrezzature, risorse adeguate a un paese ad economia avanzata.

Mentre in queste nazioni le biblioteche sono considerate servizi indispensabili, da tutelare in quanto bene comune, da promuovere perché grazie ed esse è possibile costruire una coscienza civica fondata sulla centralità della cultura e dell'istruzione, in Italia, per colpa della crisi economica e di una politica culturale miope, le biblioteche sono allo stremo e hanno bisogno del supporto di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della cultura.

Moltissime biblioteche (statali, di ente locale, universitarie, scolastiche, di istituti culturali) hanno subito pesanti tagli ai bilanci e al personale, blocchi all'aggiornamento delle raccolte e riduzioni all'orario di apertura, e ciò rende spesso impossibile l'esercizio delle funzioni più elementari, pregiudicando il diritto dei cittadini alla cultura, all'istruzione, alla conoscenza, alla condivisione dei valori su cui si è costruita la nostra storia.

Un paese senza biblioteche efficienti è un paese senza memoria e senza futuro. Per ogni biblioteca che chiude, si restringono gli spazi di democrazia e di libertà. Uno Stato che ha paura di discutere i problemi delle biblioteche e della cultura, riducendo la richiesta di dare vita a un dibattito pubblico sul loro ruolo e sulla loro crisi a un problema di ordine pubblico ? come è avvenuto martedì 11 ottobre davanti alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, dove cittadini che volevano difendere le biblioteche e valorizzarne la funzione hanno trovato i cancelli sbarrati e sono stati accolti da poliziotti in tenuta antisommossa ? è uno Stato che tradisce l'interesse pubblico, che nega a chi ha a cuore le sorti delle biblioteche persino la possibilità di parlarne.

Roma, 22 ottobre 2011
da aib.it

Quanto vale la tua pagina Facebook

Quanto vale una Pagina Facebook?

Quanto vale una fan page, pardon, una Pagina Ufficiale di Facebook? Avendo a che fare quotidianamente con quesiti di questo genere (si, sono una persona che ha problemi di un certo livello) e dovendo lavorare spesso su pagine aziendali di clienti più o meno grandi, ho esultato quando ho scoperto il Social Page Evaluator messo a punto da Vitrue.

Si tratta in sostanza di un tool che permette di fare una stima del valore potenziale di qualunque pagina Facebook gli facciate organizzare: basta inserire l’url e attendere il calcolo, il quale non solo vi darà un valore in dollari ma anche una valutazione qualitativa della pagina basata su criteri quali la frequenza di aggiornamento, il tipo di post che vengono inseriti e l’utilizzo approprito di servizi di Url shortening. Ogni fan viene valutato circa 5$, ma è possibile cambiare la cifra di riferimento, com’è anche possibile paragonare il proprio brand a quello di un competitor.

Vediamo insieme come funziona:


Come vedete, la pagina Facebook di questo blog è valutata 436 dollari, con un potenziale discreto se vediamo la cosa a lungo termine quando raggiungerà (magari!) i 2.000 iscritti. Viene invece rimandata per quanto riguarda la frequenza dei post (rettangolino rosso) ma questa è colpa mia che trovo poco tempo per animarla a dovere!

15 giugno 2010
da davidelicordari.com


venerdì, novembre 04, 2011

Bambino col broncio

Su segnalazione di manu...


Il broncio del bambino
allo stadio: web e tv ridono

Il piccolo tifoso dei Giants è imbufalito: la pallina di baseball finisce sugli spalti ma non è lui a prenderla, bensì una ragazza davanti. E allora mette in scena un repertorio di smorfie che non passano inosservate neanche ai commentatori in tv. I quali non possono fare a meno di riderci sopra. Ma c'è il lietofine: siccome la sequenza era andata in replay sul maxischermo dello stadio, uno stewart poco dopo ha consegnato un'altra pallina al ragazzino. Finalmente felice


( dal secondo 33 )

Un po' di buona musica

Arriva l'inverno e con l'inverno arriva il momento di canzoni da godersi quando fa un freddo becco, ed e' buio, e ci si vuole godere una serata tranquilla. Senza dirsi un cazzo, o almeno niente di trascendentale. Magari concendendosi al Chivas Regal.

So che in particolare il Gianlu apprezzera'.
Giusto per non parlare di politica ma per volerci tutti bene.

http://www.youtube.com/watch?v=22Ey5UnaE-Y
http://www.youtube.com/watch?v=vrSz85SWn6s
http://www.youtube.com/watch?v=dqueuhZ8d1U
http://www.youtube.com/watch?v=nANWooO8ok0
http://www.youtube.com/watch?v=IvAlQy599ig

It's just this long and lonely nights
Everytime I close my eyes
All I see is her face
Everytime I shut my eyes
All I see is her face
But I'm gonna be alright, now
I'll be alright, now
When I shut down all the lights
When I turn off all the lights
When I turn down all the lights
And when I lay my head on the pillow
I can't stop myself in thinking
"Baby, where are you tonight?"
"Where is she tonight?"

Forza Paniz a tutti!

DUE ARTICOLI

Che ritengo fotografino molto bene la situazione italiana :

Una terra sconosciuta

Se anche Papandreou fosse costretto a lasciare, l'Italia resterebbe l'unico tra i Paesi a rischio a conservare il primo ministro di prima: Portogallo e Irlanda hanno infatti già cambiato governo e la Spagna sta per farlo. Sembra però ogni ora più impossibile che questa anomalia italiana sopravviva. Il premier ha assicurato ieri al G20 che il nostro debito pubblico è coperto dalla ricchezza privata. Ma i governi possono esaurire il loro capitale politico ben prima di esaurire i capitali e i patrimoni da tassare.

[...]

Tutto ruota intorno alla sinistra, intendendo per essa l'alleanza di Vasto, con il Pd al centro e Di Pietro e Vendola alle ali. Questa coalizione oggi dispone, secondo i sondaggi, del maggior numero di consensi in caso di elezioni. E la sua forza parlamentare sarebbe decisiva anche in caso di un governo d'emergenza. La domanda è: ci si può contare per un programma da lacrime e sangue, del genere che ci viene richiesto?

[...]

Stavolta si ha l'impressione di avventurarsi in una terra sconosciuta. E anche se il cammino è obbligato, perché dietro di noi è rimasto solo il deserto, ciò non di meno bisogna riconoscere che, per ora, stiamo camminando al buio.

di Antonio Polito da "Il Corriere della Sera" del 04/11/2011

Furbi e ipocriti, troppi paraocchi

Eurolandia, l'Europa monetaria, è due cose contemporaneamente. È, prima di tutto, un tassello di quella costruzione europea che fu il frutto di una intuizione, oggi più valida che mai, dei padri fondatori: nell'epoca del gigantismo delle potenze, quelle già emerse e quelle emergenti (Stati Uniti, Cina, India, Brasile, Russia e domani altre ancora), i vecchi Stati nazionali europei, singolarmente presi, non hanno più né taglia né risorse economicamente e politicamente sostenibili. Solo il futuro ci dirà se fu saggio o no dare vita all'euro prima di aver messo in piedi un governo europeo dell'economia. Ma una cosa è sicura: se crollasse l'euro il contraccolpo manderebbe in pezzi l'Unione Europea, azzererebbe sessant'anni di integrazione. Mario Monti, sul Corriere di ieri, ha ricordato a Berlusconi quanto sia essenziale anche per noi che quella impresa collettiva non fallisca.

[...]

È verissimo che, nel ring di Eurolandia, i più forti cercano di scaricare sui più deboli anche le loro difficoltà. Sarkozy ha interesse a mascherare i suoi gravi problemi prendendosela con l'Italia, e anche la Germania, il Paese leader, nonostante il suo cipiglio moralista, non ha poi tutte le carte in regola: i suoi governanti, mentre puntano (giustamente) il dito contro le nostre inadempienze, omettono di ricordare quanto i loro iniziali errori di fronte al focolaio greco siano stati determinanti nel favorire la propagazione dell'incendio.

Però, è anche vero che quello del capro espiatorio non è un ruolo che venga assegnato a caso. Bisogna, per così dire, meritarselo.

[...]

Se il governo non riuscisse a fare ciò che va fatto, sarebbe allora l'opposizione a raccogliere il testimone? Non pare proprio. Con l'eccezione dell'Udc di Casini, che fa storia a sé, gli altri oppositori, Partito democratico in testa, non rappresentano al momento una credibile alternativa di governo: se per «credibile alternativa di governo», nelle condizioni d'oggi, si intende il portatore di un progetto di riforme capaci di rilanciare lo sviluppo e di renderci meno deboli in Europa.

[...]

Tra il «vorrei ma non posso» del governo e il «potrei ma non voglio» dell'opposizione, non si vedono spiragli. Sarebbe già tanto se, almeno, imparassimo tutti un paio di lezioni. La prima è che in una condizione di stretta interdipendenza europea e internazionale nessuno può fare a lungo il furbo.

[...]

La seconda lezione è che l'ipocrisia è dannosa. Che senso ha ostentare il massimo rispetto per ciò che dice il presidente della Repubblica e poi fare l'esatto contrario di ciò che egli auspica? Non è forse questa una situazione di emergenza nella quale, isolando gli agitatori di piazza, maggioranza e opposizione dovrebbero cercare, come Napolitano ha tante volte chiesto, la massima convergenza possibile sulle cose da fare? La sola cosa buona delle situazioni di emergenza è che offrono un'occasione di rinsavimento, spingono a mettere da parte i paraocchi. Speriamo che non venga sprecata.

di Angelo Panebianco da "Il Corriere della Sera" del 31/10/2011





Redditometro: polemiche da cani

Il Capo delle Tasse e i
“lamenti da cani” sul redditometro

ROMA – Il “Capo delle Tasse”, Attilio Befera direttore dell’Agenzia delle Entrate, se la prende molto e denuda e smonta alquanto i “lamenti da cani” sul redditometro. Lamenti partiti dai veterinari e subito raccolti da chi vive con animali da compagnia, insomma i cani. Grande e immediato è stato il grido di dolore: vogliono tassare i cani. Crudeli e insaziabili quelli del fisco, vogliono addirittura tassare i cani. Befera prende carta a penna e scrive al Corriere della Sera, il quotidiano che più forte di tutti aveva fatto eco all’allarme indignato. Scrive per spiegare ciò che dovrebbe essere ovvio e in effetti lo è: non c’è nel redditometro nessuna tassa sui cani e il redditometro non contiene per natura nessuna tassa. Il redditometro monitora quanto spendi e lo paragona a quanto dichiari. Ogni spesa è un indicatore appunto di spesa: il parrucchiere, la palestra, l’auto…e anche il cane. Nessuna spesa determina e comporta tassa. Ciascuna spesa è appunto un coefficiente, una misura che va rapportata al reddito dichiarato. Se dichiari tremila euro al mese e di cani ne hai quattro e di automobili una, nel redditometro non si accende nessuna luce-spia di allarme evasione. Ma se dichiari ottocento euro al mese e di auto ne hai due e in più mantieni anche un cane e una volta al mese vai in beauty-farm, allora al redditometro qualche fondato sospetto viene. Chiaro, ovvio ma non c’è miglior sordo di chi non vuol sentire.

Scrive Befera: “In Italia, quando si fanno interventi per rendere un po’ più efficace il recupero dell’evasione, la tentazione di alzare paletti e barricate è molto forte da parte di chi la lotta all’evasione non la vuole affatto o la vuole solo nel giardino altrui. Non di rado ci si scherma dietro scudi umani. In questo caso si profila un’operazione più sofisticata, che accoppia scudi umani a scudi animali. Lo scudo umano è dato da teneri bambini e da mogli abbandonate cui un Fisco crudele intende negare un’amorevole pet therapy. Lo scudo animale è dato dai cagnolini di cui pare si annunci ormai una strage perché i loro poveri padroni non sarebbero più in grado di mantenerli per le grinfie del Fisco crudele scatenando la peggior vessazione d’Europa…I veterinari vogliono essere esclusi dal redditometro. Probabilmente nei prossimi giorni ci saranno altre categorie…Prima che si scateni la ribellione degli animali, proverei a sgombrare il campo dagli equivoci. Il redditometro non misura la ricchezza ma il reddito effettivamente speso mettendo insieme ben 100 voci di spesa…Le spese veterinarie sono solo una di queste cento e incidono marginalmente rispetto ad altre di lusso…Le spese veterinarie, come le altre, non vengono assunte individualmente ma valutate all’interno di un contesto, senza nessun automatismo. I veterinari fino a prova contraria non lavorano gratis…”.

Chiarire, sgombrare l’equivoco? Vasto programma quello di Befera. In realtà non c’è nessun equivoco come non c’è nessuna nuova tasse sul cane. E’ tutto chiaro: si fa finta di non capire cosa sia e a cosa serva il redditometro. Misurare la distanza tra io dichiarato e lo speso. Ma misurare questa distanza dà fastidio. I cani non c’entrano, quelli che abbaiano e ringhiano pure sono altri. Abbaiano e ringhiano non alla tassa che non c’è ma all’idea che qualcuno misuri la distanza tra dichiarato e speso addirittura, perfino e “orwellianamente” nel suo portafoglio.

28 ottobre 2o11
da blitzquotidiano.it

giovedì, novembre 03, 2011

Tempesta in G.B.

Su segnalazione di manu...

Tempesta in Gran Bretagna, mai così da 15 anni

Non sarà più un ciclone vero e proprio, ma la coda dell'uragano Katia si sta abbattendo sulla Gran Bretagna con una forza molto simile. Dopo aver attraversato l'Atlantico proveniente dagli Usa, Katia ha perso potenza e gli esperti la hanno declassata a semplice bufera. Tuttavia i suoi effetti continuano a farsi sentire, con venti che superano i 120 chilometri orari. Violente mareggiate hanno colpito le coste del nord dell'Inghilterra, del Galles e della Scozia. E' la tempesta più forte che si sia registrata nell'area negli ultimi quindici anni

12 settembre 2011
da repubblica.it











mercoledì, novembre 02, 2011

Il più grande B. dopo il Big B.

Io ovviamente non ho un cervello paragonabile a quello del brillante trust di Renzi, e inoltre sono distratto da tutti questi scricchiolii. Però qualche pensierino non banale al proposito del suo programma in 100 punti spero di riuscire a farlo. Intanto un complimento al coraggio, raramente in Italia qualcuno si è presentato col programma in mano, nero su bianco.

Cominciamo da quello che non c'è: mi sembra che lo sintetizzi abbastanza efficacemente. Malvino. Non c'è una sola parolina sulla Chiesa, quella cosa che potrebbe pagare un sacco d'ICI e da un po' di tempo non lo fa. Non una parola pro o contro l'eutanasia, pro o contro il reato di clandestinità. Non si capisce se è favorevole a regolarizzare le unioni gay, ma si capisce abbastanza bene che non è tra le sue cento priorità. Ma soprattutto non si parla di conflitto d'interessi, è come non ci sia mai stato. È come se Berlusconi fosse già stato infarinato, fritto, digerito. Renzi sembra non sapere (qualche suo collaboratore potrebbe ragguagliarlo) che per quanto la persona-Berlusconi possa essere al termine della sua parabola, dietro c'è un partito-azienda che non si arrenderà senza combattere. Anche laddove fosse sconfitto, Berlusconi o un suo eventuale successore potrebbe continuare dall'opposizione ad avvelenare i pozzi del dibattito politico, come già gli è riuscito benissimo tra il '96 e il 2000 e nel biennio 06-08: soprattutto se nel frattempo gli si lascia il controllo di Mediaset. Ora, è comprensibile che Renzi&co. vogliano marcare le distanze tra la loro nuova sinistra e l'antiberlusconismo: però se su 100 punti ti dimentichi proprio di questo, e il tuo programma te l'ha scritto Giorgio Gori, e qualche mese fa sei andato ad Arcore senza avvisare nessuno, insomma, a un certo punto unire i puntini diventa imbarazzante e forse è meglio che cominci a marcare le distanze tra te e Alfano.

Continua qui: http://leonardo.blogspot.com/2011/11/il-piu-grande-b-dopo-il-big-b.html

Cena medioevale con delitto


si svolgerà nella Cascina Cattafame di Ospitaletto.

Costo a persona: 35,00 euro.

Posti limitati consigliata la prenotazione.
Info e prenotazioni al 339.2258673 o info@piccololaboratorio.it


I giovani e l'ingresso nel mondo del lavoro


Opuscolo "Buon Lavoro ! I Giovani
e l'ingresso nel mondo del lavoro"

"Buon Lavoro ! I Giovani e l' ingresso nel mondo del lavoro" è il titolo di un opuscolo curato dal Ministro della Gioventù e pensato per giovani alla ricerca di un impiego.

Nella forma della guida pratica illustra diritti e doveri delle persone nelle varie tipologie di lavoro esistenti, tra cui tirocini, apprendistato, libera professione, cooperativa etc.

Lo scritto è agile e scorrevole, riuscendo ad evitare del tutto il "burocratese": ad esempio, nell' introduzione scritta dal ministro si cita il protagonista di Shining, ed il testo vero e proprio inizia con una citazione del Moby Dick e continua col parallelismo tra il "mondo del pequod" ed il mondo del lavoro.
In seguito si passa alla parte pratica, con paragrafi concisi dai titoli come: "Durata", "A chi è rivolto e per quale attività", "Cosa è" ( questo per ogni declinazione di tipologia lavorativa ), fino ad attivare, in appendice, a casi reali di "Retribuzioni, compensi e costi aziendali".

da regione.lombardia.it


Per leggere on-line l' opuscolo o scaricarne il pdf:

www.ipotesidilavoro.it


martedì, novembre 01, 2011

Il blog della Nicchia!

Come molti sapranno la nostra "cittadina del mondo" si è lanciata in un'altra avventura!

Dopo gli Stati Uniti & il Medio Oriente, dopo aver finito un anno di MBA a Milano ha deciso di dedicar tempo&energie a dar una mano in un ospedale in Uganda!!!

E per tenerci aggiornati su questa sua fantastica esperienza ha creato un blog apposito:


In queste ore è in viaggio per il continente nero: un super abbraccio da tutti noi & in bocca al lupo Ale!!!!

Le regole degli uomini

Su segnalazione di manu...





























lunedì, ottobre 31, 2011

Siam 7 miliardi!

Prima o poi ci si dovrà pur fermare...


La terra raggiunge quota 7 miliardi con la neonata indiana Nargis
Le Nazioni Unite lanciano un giochino per sapere che numero di abitante sei, quanti abitanti ha il tuo paese, cha aspettativa di vita hai se sei maschio o femmina

I demografi l'avevano previsto: saremo arrivati a quota 7 miliardi di abitanti sulla Terra, entro fine mese. E così è stato. Questa mattina nello stato di Lucknow, in India, è nata la piccola Nargis, alle 7,20 ora locale. E proprio lei è stata individuata come abitante della Terra numero 7.000.000.000. L'attribuzione a Nargis viene tuttavia "contestata" dalle Filippine, dove un'altra bimba è venuta al mondo a ridosso del 31 ottobre: nata due minuti prima della mezzanotte nella capitale Manila, la piccola Danica May Camacho ha però mancato di poco l'obiettivo.

La previsione del raggiungimento di quota 7 miliardi entro fine mese di ottobre era arrivato dal rapporto sullo Stato della Popolazione mondiale del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) che avrebbe anche rivisto al rialzo le stime demografiche per la fine del secolo: entro il 2100 la popolazione del Pianeta dovrebbe raggiungere e superare i 15 miliardi di persone e non più i 10 precedentemente stimati.

Inoltre, entro il 2050, nella corsa demografica senza sosta l'India (1,17 miliardi di persone oggi) supererà con 1,69 miliardi di abitanti la Cina (oggi a 1,33 miliardi), che grazie alle politiche per il contenimento delle nascite limiterà la sua popolazione a 1,31 miliardi nel 2050. L'Europa manterrà una popolazione stabile con un incremento modesto: nel 2011 la sua popolazione totale è di 502 milioni, nel 2050 sarà di 523 milioni.Altro sorpasso sarà quello della Nigeria che con i suoi 433 milioni di abitanti nel 2050, supererà gli USA, che si fermeranno a quota 423 milioni.

E per sapere che numero di abitante sei, la Bbc inventa un "giochino": inserendo la propria data di nascita, è possibile sapere, con una certa approssimazione, che "numero" di nato è l'utente. Le altre pagine del test permettono di conoscere quanti abitanti ha il tuo paese e che aspettativa di vita hai se sei è maschio o femmina: tutti i dati sulla popolazione sono basati sulle stime della United Nations Population Fund. Solo una piccola avvertenza: se impiegate 30 secondi a fare il test e a"numerarvi", tenete conto che siamo già 60 in più.

31 ottobre 2011
da gqitalia.it

Blasfema ma divertente

Oh lala'...

Condoni

Visto che si parla di nuovo di "condono" dicendo che sarà l'ultimo, ecco una breve storia di questa "pratica" utilizzata un po' troppo spesso da chi ci governa...



Trent'anni di storia patria attraverso quindici condoni
Dal 1973 a oggi si registra in media una sanatoria ogni due anni.
La'tombale' (1982) la più redditizia; in totale incassi per 26 miliardi di euro

Una quindicina di operazioni con un "raccolto" di 26 miliardi di euro (50mila miliardi di lire): è questo il bilancio dei condoni in Italia in 30 anni di storia repubblicana, escludendo la sanatoria in corso. Tributari, previdenziali, assicurativi, valutari, edilizi: dal 1973 a oggi, il Parlamento ha offerto ai contribuenti un ampio ventaglio di opportunità per regolare le proprie pendenze con il fisco e molte più o meno comode vie d'uscita per evitare di essere colpiti dalle sanzioni. Non soltanto a causa di evasioni ultramiliardarie, ma anche semplicemente per una disattenzione nel compilare le carte necessarie all'assolvimento degli obblighi nei confronti dell'erario.

La moderna cronistoria dei condoni parte dunque nel 1973. E' l'anno in cui le tensioni politiche mondiali fanno scarseggiare la benzina, lasciando a piedi gli italiani. Il repubblicano Bruno Visentini presenta una riforma che cambia da cima a fondo il sistema nazionale. Per chiudere i conti con il passato (e per dare ossigeno al bilancio pubblico) prima dell'entrata a regime delle nuove norme, il governo Rumor (il ministro delle Finanze è Emilio Colombo) decide di varare un condono fiscale. La risposta dei cittadini è clamorosa. Aderiscono alla sanatoria 2 milioni e 700mila tra singoli contribuenti e imprese, assicurando alle casse dello Stato 3mila miliardi di lire. Se si pensa che il gettito complessivo in quell'anno è di circa 20mila miliardi e che negli ultimi 30 anni la moneta ha subito una rivalutazione di 25 punti (cioè uno stipendio di 100mila lire al mese di allora corrisponderebbe a 1.250 euro di oggi), si ha una idea della portata dell'operazione.

Nel 1976, un condono valutario frutta all'erario 2mila miliardi di lire. Di ben altra portata la sanatoria fiscale del 1982. Pochi giorni dopo il trionfo della Nazionale ai Mondiali di calcio, il ministro Formica vara un condono che si giustifica con la necessità di disintossicare il sistema dal cumulo delle cause tributarie pendenti, anche alla luce del recente cambiamento dell'impianto normativo. L'operazione, più volte riaperta, ha la durata di un paio d'anni e produce, soprattutto per merito delle imposte dirette, 11mila miliardi di lire (4mila nell'82 e 7mila nell'83). Valutando che dall'82 a oggi, la moneta si è rivalutata di 8 punti, il primo varato da Formica può essere considerato "il padre di tutti i condoni".
Tra l'85 e l'89 arriva infatti una raffica di sanatorie che porta in cassa 12mila miliardi di lire. Dal condono edilizio (contestatissimo nelle piazze) dell'85 a quello immobiliare dell'89 ce n'è per tutti i gusti. Nell'89 se ne registrano addirittura quattro. Tra questi uno per la tassa sui rifiuti e uno per sanare le irregolarità tributarie formali, che frutta 650 miliardi. Nel 1991, il ministro Formica non riesce a replicare la brillante operazione di dieci anni prima. Il suo condono "tombale" si ferma a quota 6mila e 500 miliardi.
Un altro condono edilizio, varato dal governo Dini nel corso del biennio '94-'95, porta in cassa poco meno di 5mila miliardi di lire, a fronte di aspettative molto più robuste. Quell'anno, poi, il ministro Fantozzi vara il "concordato": un'operazione che ha come scopo quello di preparare l'entrata in vigore dei nuovi strumenti di calcolo del reddito, i "parametri" (i vecchi Studi di settore).
Le Finanze chiedono ai contribuenti con partita Iva di verificare se quanto versato nel periodo '87-'94 sia congruo con quanto sarebbe emerso con i nuovi meccanismi di calcolo. Per chi fa emergere materia imponibile, gli sconti sono consistenti: l'erario incassa 9mila miliardi di lire. Seguiti a stretto giro da 2mila miliardi per una sanatoria riguardante le scritture contabili.


Ogni provvedimento è seguito dalla promessa: sarà l' ultimo. Risultati quasi sempre al di sotto delle stime
I condoni «mai più»
e gli incassi dimenticati
Cinque anni dopo non ancora riscossi 5,2 miliardi della misura del 2003.
Dal ' 73 al 2003, per l' Agenzia delle entrate, con i principali condoni sono arrivati 26 miliardi di euro: 15 euro l' anno per abitante

[.....]
In un rapporto del novembre 2008 sulle sanatorie fiscali la Corte dei conti ne ha contati 13, soltanto fra il 2003 e il 2004. E lì i magistrati contabili non hanno avuto timore a chiamare «condono» anche il primo scudo fiscale, papà della nuova sanatoria per i capitali illegalmente esportati. Quella che l' Avvenire, il quotidiano dei vescovi, che ha definito «una beffa» perpetrata dal «furbetto del governino» dopo essere stato allargato in Parlamento anche ai reati penali. Una bella botta per Tremonti, che avendo all' inizio escluso tassativamente la non punibilità di nefandezze tipo il falso in bilancio, si è poi rassegnato: «Senza le modifiche del Parlamento lo scudo sarebbe stato un suicidio». Un suicidio? Già, «sarebbe stato un' autodenuncia penale». Ci sarebbe da domandarsi che fine abbiano fatto le telecamere alle frontiere (con la Svizzera?) che aveva promesso di installare dopo il primo «scudo fiscale del 2002-2003» per pizzicare gli spalloni che avessero continuato a frodare il fisco. Ma comunque, evviva la sincerità del ministro dell' Economia. Ma quella del deputato del Pdl Michele Scandroglio non è forse sincerità? «Non c' è dubbio che la teoria dei condoni sia passibile di critiche. Però non dobbiamo nasconderci dietro un dito: gli italiani sono anche questo. Noi dobbiamo rappresentare al meglio la realtà che abbiamo, si fa quello che si può con quello che siamo».
Poco prima delle elezioni del 2008 Tremonti ha giurato davanti alle telecamere di Repubblica Tv: «Oggi non ci sono più le condizioni per fare i condoni, che non certo ho fatto volentieri ma perché costretto dalla dura necessità. I condoni sono una cosa del passato».
Concetto ribadito addirittura dal futuro premier Silvio Berlusconi, questa volta durante una video chat con il Corriere.it: «Basta con la stagione dei condoni. La prossima sarà una stagione di forte contrasto all' elusione e all' evasione fiscale». (31 marzo 2008)
Adolfo Urso, esponente di An ora viceministro, dichiarava un paio di mesi prima: «Vengo dalla cultura della legalità della destra e dico: mai più condoni di nessun tipo, nemmeno l' indulto». Poi, quando l' Unione europea bocciò il condono Iva varato dal precedente esecutivo di centrodestra nel 2003 ritenendo che avesse «seriamente» danneggiato il mercato comune e favorito i contribuenti colpevoli di frode fiscale, Tremonti commentò: «Messaggio ricevuto, per il futuro è impegno del governo escludere provvedimenti del tipo oggetto della sentenza». (luglio 2008).
Ma non si potrebbe dire che il ministro dell' Economia non avesse mai manifestato ostilità verso le sanatorie.
Diciotto anni fa (1991), mentre l' ultimo governo di Giulio Andreotti stava per approvare la terza sanatoria fiscale della storia repubblicana Tremonti scrisse in un editoriale del Corriere: «In Sudamerica il condono fiscale si fa dopo il golpe. In Italia lo si fa prima delle elezioni ma mutando i fattori il prodotto non cambia: il condono è comunque una forma di prelievo fuorilegge». Passato quel condono, l' allora segretario generale delle Finanze Giorgio Benvenuto, in seguito parlamentare del centrosinistra, promise: «Questo condono sarà l' ultimo».
Quattro anni più tardi (1995) arrivò il concordato fiscale. Ma il ministro Augusto Fantozzi sentenziò: «Credo che ormai l' epoca dei condoni sia tramontata». Mai previsione fu meno azzeccata.
Sei anni dopo (2001), ecco lo scudo fiscale e la raffica di sanatorie tributarie. Le polemiche si erano appena smorzate quando, nell' estate del 2003, il sottosegretario Giuseppe Vegas oggi viceministro all' Economia, azzardò: «In futuro non ci saranno altri condoni». Mentre il capogruppo di Forza Italia Renato Schifani ammoniva: «Siamo di fronte all' ultimo giro di boa di una riforma fiscale. Il cittadino sa benissimo che una volta varata non ci sarà più spazio per la clemenza».
Pochi mesi dopo, la finanziaria 2004 reiterò il condono fiscale tombale. E toccò al successore di Tremonti, Domenico Siniscalco, ripetere ancora nel 2004: «La stagione dei condoni è finita». Arriviamo quindi ai giorni nostri. Non che nel frattempo i vari condoni non siano stati rivendicati. Durante la campagna elettorale del 2006 Berlusconi arrivò ad affermare che «i condoni non sono poi così negativi, visto che l' Unità, l' Unipol e il signor Prodi, in una società in cui è presente un suo familiare, ne hanno usufruito». Per concludere: «I condoni hanno portato molti soldi all' erario e vi ha ricorso chi aveva evaso le tasse durante il governo Prodi». Sul fatto che i condoni abbiano fatto ricco il Fisco, tuttavia, si potrebbe discutere. Secondo la Cgia di Mestre tutti i condoni, compresi quelli edilizi e previdenziali, varati dal 1973 a oggi avrebbero garantito un incasso, attualizzato in valuta 2005, di 104,5 miliardi di euro. Se fosse così, in trent' anni l' Erario avrebbe recuperato con le sanatorie l' evasione fiscale di un solo anno, che è appunto stimata in circa 100 miliardi di euro. Ma se fosse così. Una fonte al di sopra di ogni sospetto, e cioè la rivista on-line dell' Agenzia delle Entrate Fiscooggi.it ha calcolato invece che dal 1973 al 2003 lo Stato ha incassato con i principali condoni tributari, previdenziali, assicurativi, valutari ed edilizi 26 miliardi di euro. Fatevi i conti sul numero degli abitanti: 15 euro a testa l' anno. L' equivalente di una pizza e una birra, per fare strame di quel minimo di correttezza civica che esisteva in Italia.
Soltanto in due casi, vale a dire con i condoni fiscali del 1982 e del 1992, si è superata la previsione di gettito. In altri casi, si è andati ridicolmente sotto le stimeme. Come se non bastasse, c' è stato pure chi ha aderito al condono ma poi non ha nemmeno pagato o pagato tutto. La Corte dei conti nel novembre 2008 ha rivelato che a quella data restavano da incassare ancora 5,2 miliardi di euro dei 26 miliardi attesi per il condono 2003-2004, in base alle dichiarazioni pervenute alle Finanze. Cinque miliardi su 26: il venti per cento. In quel rapporto si racconta anche un altro particolare. E cioè che 34 mila persone fecero il condono tombale in forma anonima, avvalendosi di una facoltà prevista da quella sanatoria: presentare al Fisco una «dichiarazione riservata», come per lo scudo fiscale. Con il risultato di restare nell' ombra pure in quel caso. Ma il numero di 34 mila è soltanto una stima. Quando il magistrato della Corte dei conti ha chiesto di avere i dati relativi a quelle dichiarazioni «riservate» si è sentito rispondere dall' Agenzia delle entrate che, «trattandosi di dati sensibili», erano «in possesso unicamente del ministro». Ma potevano avere sulla coscienza 34 mila suicidi?





Ma quante volte avevano già detto che non se ne sarebbero più fatti?!? !?!?!
Sta di fatto che continuando a fare condoni, il cittadino "furbo" si sente libero di far quel cazzo che vuole (costruire senza permessi, evadere tasse) tanto prima o poi gli fanno un condono e pagando 1/5 di quello che dovrebbe se la cava... gran bel messaggio...

domenica, ottobre 30, 2011

Foto della settimana


Tower Bridge

25 aprile 2008

Tower Bridge, in una delle sue rare aperture, qui per far passare il veliero...
Alessio