sabato, gennaio 14, 2012
PC lento all'avvio?
Spesso è dovuto al fatto che in automatico si avviano mille programmi inutili.
Ecco come risolvere il problema in 30secondi
Per verificare quali programmmi sono configurati per l’esecuzione automatica e per disabilitare l”avvio se non sono utili è possibile utilizzare msconfig.
-Cliccare "Start" e digitare "msconfig" e primere Invio.
-Viene aperta la finestra "Configurazione di Sistema".
-Accedere alla scheda "Avvio".
-Nella scheda troviamo l’elenco dei programmi che sono configurati per essere eseguiti all’avvio. Per disabilitare l’esecuzione dobbiamo semplicemente togliere la selezione da quelli che sono inutili.
Altro articolo sull'argomento:
http://windows.microsoft.com/
venerdì, gennaio 13, 2012
Stampe degli Uffizzi sul web
Rendere disponibile sul web l’intera raccolta del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Questo l’obiettivo del progetto Euploos, inaugurato nel 2006, nato dalla collaborazione del ’Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizì (GDSU) - afferente alla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze - con due grandi centri di eccellenza e ricerca come il Kunsthistorisches Institut in Florenz Max-Planck-Institut e la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Si tratta di una delle più antiche e importanti collezioni di arte grafica e centro catalizzatore della ricerca sul disegno a livello mondiale. Un patrimonio di oltre 150.000 opere tra disegni, stampe, miniature e fotografie prodotte dalla fine del Trecento a oggi, in cui prevalgono gli artisti del Rinascimento toscano come Botticelli, Leonardo, Raffaello e Michelangelo, ma dove sono significativamente rappresentate anche le scuole straniere e gli artisti contemporanei, questi ultimi in costante aumento.
Un bene inestimabile, oggi accessibile in loco praticamente solo ai ricercatori, che sarà reso disponibile gratuitamente agli studiosi e agli appassionati di tutto il mondo, una volta terminato il processo di digitalizzazione e catalogazione dell’immenso patrimonio grafico dell’istituzione fiorentina.
«Oltre alla digitalizzazione e catalogazione delle opere - spiega Manuela Valaguzza Belingardi, Presidente dell’Associazione Amici del GDSU - il progetto si propone come un programma di ricerca interdisciplinare e innovativa che coinvolge storici dell’arte, architetti, informatici e ingegneri, con l’obiettivo di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dai nuovi strumenti tecnologici per sviluppare la ricerca scientifica sulla grafica, nella sua accezione più ampia».
«Euploos - continua la Presidente - vuole inoltre favorire il dialogo tra la comunità internazionale dei ricercatori, consentendo la condivisione del patrimonio fiorentino con quello delle più importanti collezioni grafiche del mondo, permettendo così agli Uffizi di allinearsi ai musei mondiali di pari importanza che hanno già realizzato progetti analoghi, come il British Museum, il Louvre, l’Albertina o il Metropolitan di New York».
Grazie al progetto Euploos, il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi diventerà uno dei più grandi musei online al mondo. Il progetto, che prevede la messa in Rete dell’intero catalogo entro il 2016, ad oggi ha inventariato 25.600 disegni, 4.000 dei quali già digitalizzati, per i quali è stato adottato un modello di catalogazione informatica le cui caratteristiche relative alla schedatura, alla digitalizzazione delle immagini e all’aggiornamento bibliografico potranno essere condivise tra le principali raccolte internazionali di opere d’arte su carta.
Inoltre, le ricerche degli studiosi hanno consentito in alcuni casi di riclassificare le opere attraverso nuove attribuzioni e scoperte, fornendo così un contributo decisivo alla ricostruzione di vicende artistiche ancora inedite.
L’operazione Euploos prevede un investimento di circa 4 milioni di euro che devono essere reperiti da privati, attraverso donazioni e sponsorizzazioni.
Con questo preciso scopo è stata fondata l’Associazione Amici del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, cui hanno aderito autorevoli nomi del mondo della cultura, della moda, della ricerca e delle imprese. Accanto a loro, si è costituito anche un gruppo di giovani che sostengono attivamente la promozione del programma e l’attività di fund raising, anche attraverso una campagna sui social network.
Santoro su CieloTV
Servizio Pubblico in onda anche su Cielo»
ROMA - Servizio Pubblico sbarca su Cielo. Da giovedì prossimo, dopo la pausa festiva, il programma condotto da Michele Santoro andrà in onda sul canale della pay tv di Rupert Murdoch, ma visibile gratis anche sul digitale terrestre.
Santoro. «Con tutti i dubbi sui dati Auditel che ci riguardano, non era tuttavia mai accaduto in precedenza che un programma televisivo riuscisse a raccogliere un ascolto da televisione generalista, e in maniera non episodica, senza essere trasmesso da Rai, Mediaset o da La7», sottolinea Santoro, secondo il quale «questo risultato è stato reso possibile dalla straordinaria mobilitazione dei nostri 100mila sostenitori che ogni settimana continuano a crescere. Grazie agli introiti pubblicitari, le loro donazioni costituiscono un patrimonio ancora sostanzialmente intatto e rappresentano un'assicurazione sulla vita di Servizio Pubblico. Siamo perciò felici di annunciare che da giovedì 12 gennaio torneremo in onda con rinnovato vigore, e con una nuova opportunità per chi vorrà seguirci: Servizio Pubblico sarà visibile non solo sulle televisioni regionali, su internet e dagli abbonati Sky ma anche su Cielo al canale 26 del digitale terrestre. L'avventura continua».
giovedì, gennaio 12, 2012
Soffri di mal di testa? Fare sesso con gli amici potrebbe fartelo passare!
lary, una 22enne studentessa del Connecticut, deve aver creduto di non aver sentito bene. Sì perché quando è andata dal medico della sua Università lamentando frequenti e fastidiosi mal di testa si è vista rispondere “Fai più sesso!”” Ilary però non ha un fidanzato, e alla sua obiezione il professore le ha risposto “Allora trova qualche amico!“.
Vi sembra strana la risposta? All’Università del Connecticut è stato svolto uno studio comparativo, due gruppi di giovani pazienti di sesso femminile che soffrono spesso di emicranie sono state per diversi mesi sottoposte ad un esperimento. Al primo gruppo erano somministrati i più recenti farmaci contro il mal di testa, mentre al secondo gruppo era vietato prendere medicinali.
Il risultato? In presenza di un’attività sessuale frequente le ragazze che non prendevano alcuna cura sono risultate essere quelle che meglio hanno superato il problema delle emicranie.Sembra che fare l’amore infatti produca nel nostro organismo delle sostanze di origine ormonale che vanno a influire sui centri cerebrali, rallentando le cause del dolore.
E se non ho un fidanzato come faccio? Semplice, basta avere alcuni amici, si farà la loro gioia e si risolverà in fretta un problema tanto frequente quanto fastidioso.
Ad ogni modo intendo aprire una clinica per la cura del mal di testa! :D
Treno "verde"
Airtrain, aria fresca nelle carrozze dei treni
Green e di design. Si tratta di AirTrain, un progetto nato da un'idea dello studio VittoriLab per garantire ai passeggeri dei treni un'aria salubre e costantemente depurata all'interno dei vagoni.
Piante mangia-anidride carbonica.
Per farlo, VittoriLab ha preso a prestito una tecnologia brevettata dalla NASA: per migliorare la qualità dell'aria, vengono utilizzate determinate piante che assorbono molto rapidamente le emissioni di anidride carbonica, rilasciando abbondante ossigeno. Un vero e proprio depuratore naturale.
Sole&acqua.
Per garantire la massima efficienza del sistema verde, VittoriLab ha studiato un sistema per cui le piante, collocate in un'apposita cella trasparente che corre lungo tutto il soffitto, ricevono abbondante luce dall'esterno. Per mantenere sempre idratati gli esemplari, è stato creato un bacino di raccolta dell'acqua piovana intelligente in grado di calcolare quando le piante necessitano di idratazione.
Oltre ad essere un esempio di sostenibilità, gli AirTrain promettono di diventare presto anche un modello di biodesign, dimostrando come natura e tecnologia possano lavorare a braccetto e migliorare l'aria e l'aspetto di un semplice vagone-treno.
Le proteste su Groupon
La protesta online delle vittime dei «deal»
Su Facebook la pagina «Groupon: problemi e denunce»
La società si difende: i delusi possono essere rimborsati
MILANO — Megasconti, ma anche insoddisfazione. Non solo offerte eccezionali per giri in Ferrari o in mongolfiera. Il fantastico mondo di Gropoun, il sito di social shopping approdato in Italia 18 mesi fa, oggi si popola di proteste, reclami, minacce di denunce. Malcontento tra gli utenti, ma pure fra le aziende che dovrebbero erogare i servizi. A sorpresa, il trionfo dei deals spesso non fa felici i partner di Groupon. Come è possibile? Schiacciate dall’enorme numero di acquisti o prenotazioni, a volte le società si trovano costrette a bloccare le forniture oppure a ritardarle senza tempi certi.
IL CASO - È successo a una pasticceria di Milano, la prima nel capoluogo lombardo ad aver aderito all’offerta di vendere paste e torte sotto costo: 9 euro al chilo, anziché 24, una proposta lanciata il 28 novembre. Come è andata? Un successone. Peccato che i seicento coupons venduti in pochi giorni non facciano sorridere i titolari. Troppo lavoro sotto Natale, in più perdite sicure nel bilancio. «Abbiamo avvertito il sito — spiega la pasticciera —, purtroppo per dicembre non possiamo prendere prenotazioni per i clienti di Groupon. Il buono vale sei mesi — promette la pasticciera — quindi, riprenderemo la fornitura dopo le feste». Dai dolci alle vacanze. Non sono stati fortunati neppure quelli che per Capodanno avevano contato su un bel soggiorno in Sardegna, in un hotel a quattro stelle, antica residenza nobiliare risalente al XVIII secolo «una delle più rappresentative abitazioni padronali di Sardara e del Medio Campidano». Novecentocinquanta coupons venduti a fronte di 50 concordati. Per questo «Casa Diana» ha annullato il contratto, con un annuncio sul proprio sito per placare l’ira dei consumatori. E un consiglio: «Chiedete il rimborso a Groupon». Una parrucchiera bolognese, Roberta Zanarini, invece, sta provando da un mese a rescindere il contratto di fronte alla mole di shampoo, tagli, meches, colore e altro ancora, che l’aspetterebbe se dovesse soddisfare in sei mesi i 450 coupon venduti in ottobre, a soli 29 euro. «Non so più come uscirne — racconta —, quelli di Groupon mi avevano promesso un centinaio di acquisti, invece mi sono trovata travolta dalle prenotazioni. Se rifiuto, la gente se la prende con me, invece non sa che i soldi finiscono nelle casse dell’azienda e noi partner li prendiamo solo a prestazione erogata». Quanto guadagna un partner? «Nel mio caso, ma credo sia abbastanza la regola, prenderò il 50 per cento di quello che i clienti pagano per il coupon, il resto lo trattiene il sito».
LA PALESTRA - Sempre a Bologna c’è una palestra che ha registrato il record di acquisti: 600 abbonamenti, quando ne erano stati concordati appena 80. «Conosco il titolare — spiega Roberta —, adesso ha problemi grossi con la clientela storica, troppi iscritti e disagi per tutti». C’è anche un’estetista nei guai, che chiede di non rivelare il nome: «Seicentocinquanta coupon venduti da smaltire giro di sei mesi, in pratica 6.500 fanghi che neppure le terme di Salsomaggiore potrebbero effettuare». Casi italiani. Ma il ciclone Groupon ha scosso anche i partner inglesi. Il problema sembra sempre il medesimo. Si lamenta sulle pagine del Daily Mail mister Harman, 53 anni, titolare di un pub famoso per il patè di fegato di pollo: «Negli ultimi sei mesi ho sgobbato per preparare 750 pranzi. Il guadagno? 5 sterline e mezzo a pasto». Sono andati a ruba anche i coupon per l’acquisto di cupcakes, 102 mila pezzi venduti in pochi giorni, gioia per il palato dei fortunati acquirenti, ma anche rovina per la pasticciera inglese Mrs Brown: «Per soddisfare gli ordini dovrò assumere altri dipendenti, ho fatto i conti: perderò 2 sterline e mezzo per ordine».
SU FACEBOOK - Sul fronte dei consumatori la protesta infuria su Facebook. Sono quasi 350 i clienti delusi (numero in costante crescita) che gridano vendetta. Determinati, ostinati, irriducibili, si sono riuniti in gruppo tre settimane fa. Non solo per riavere i soldi, ma anche per demolire l’immagine del «market» con una pubblicità negativa che, al primo impatto, scoraggerebbe chiunque dall’intraprendere qualsiasi acquisto virtuale. Il gruppo si chiama «Groupon: problemi e denunce», e cerca di affrontare difficoltà e intoppi legate a compravendite non andate a buon fine. Storie natalizie, come quella di Elena di Milano: «Ho comprato un albero di Natale il 27 novembre, regolarmente pagato, con una e-mail di conferma inviatami da Groupon: mai consegnato. Ho mandato decine di e-mail e perso ore in telefonate senza avere alcuna risposta dal sito. Ieri ho inviato una diffida con un ultimatum, se non vengo risarcita, farò una denuncia». Regali natalizi mancati per Emanuela P. di Varese: «Io ho ordinato due paia di Ugg (stivali in montone, ndr) il 26 ottobre. Nonostante abbia mandato sollecitazioni via e-mail e chiamato diverse volte il servizio clienti, non ho ottenuto alcun risultato. Inutile dire che gli stivali non li voglio più e rivoglio i miei soldi, 149 euro, sulla carta di credito».
I SUGGERIMENTI - I consigli su Fb non mancano. Chi ne sa di più è Fabrizio Gallina, che insieme a Roberto Poggi è tra i fondatori del gruppo: «Avevo comprato un Iphone che naturalmente non è mai arrivato. Dopo mesi di insistenze, ho cercato di guardarmi intorno, e su internet ho cercato persone che come me avevano avuto una brutta esperienza. Ora eccomi qua, attraverso il gruppo su Facebook, aiuto chi non sa come uscire dalla rete di Groupon». Un altro punto di contestazione è quello delle fatture. Argomento forte di Roberto Poggi, che dalle pagine del social network non si stanca di raccomandare di farsele mandare: «Spesso non arrivano con il prodotto, e a farne le spese è la durata della garanzia. Anche in questo caso la parola d’ordine è «non demordere».
LA DIFESA - Come si difende Groupon? «Non in tutti i casi si stabilisce un limite alle vendite — spiega Federica Moscheni, communication manager —, se esiste, noi rispettiamo il tetto massimo fissato nel contratto. Quando non c’è, e il problema è legato al partner che non riesce a soddisfare l’acquirente, l’utente può chiedere il rimborso a noi». E il caso dell’hotel sardo, Casa Diana? «Abbiamo sbagliato noi. C’è stato un ritardo nella comunicazione del numero dei coupons da vendere e non abbiamo fatto in tempo a bloccare l’offerta. Per questo abbiamo già provveduto ai rimborsi».Nessuna obiezione, però, sui problemi con la clientela: «Sappiamo che ci sono delle lamentele, ma tutto è legato al business che in Italia è cresciuto molto rapidamente. Cerchiamo di migliorare, di fare di meglio, ma ci sono anche i clienti soddisfatti: loro, di certo, non si fanno sentire».mercoledì, gennaio 11, 2012
martedì, gennaio 10, 2012
Due contributi
Groupon, la scure degli Ordini sui professionisti
è interessante anche leggere i commenti della gente, per capire cosa ne pensa.
L'altro è relativo alla diffusione dei dispositivi "chiusi" a scapito dei pc. C'è da riflettere anche su questo, a mio avviso.
Perchè i computer generici spariranno
Anche se non si vuole andare a vedere tutto il video o leggere tutta la traduzione, il riassunto iniziale è uno spunto per capire la situazione. E in che direzione si rischia di andare se non si è consapevoli di ciò che si acquista.
Alle 9 in punto, la versione di Oscar
Ecco chi non paga l'ICI
Dossier
Chiesa, associazioni, ambasciate
i privilegiati che non pagano l'Ici
Il Vaticano - con 115 mila case e 9 mila scuole - fa la parte del leone,
ma la lista degli esentati è molto lunga. Dentro la zona grigia
dell'uso non commerciale, si infilano migliaia di attività
sanitarie, didattiche, ricettive
CHIESA ma non solo. L'ombrello della norma Taglia-Ici non ripara solo gli immobili (quelli ad uso "non esclusivamente commerciale") del Vaticano. Certo il mattone di Dio - 115mila case, 9mila scuole, 4mila tra ospedali e centri sanitari - fa la parte del leone. Ma la platea dei beneficiari dell'esenzione dall'imposta è molto più ampia. Non pagano tutte le altre confessioni religiose. Zero tasse per le associazioni non profit, le ong, le ambasciate, le Fondazioni liriche, i palazzi intestati a Stati esteri. Niente Ici nemmeno per edicole, cappelle nei cimiteri, musei e per le proprietà di Comuni, Province e Regioni utilizzate a fini istituzionali.
La legge prevede l'esenzione per gli immobili di enti senza fine di lucro "destinati allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive". Come succede per il patrimonio della Santa Sede, però, anche qui esiste una ampia area grigia dove l'uso "non commerciale" dei beni è difficile da certificare. Ci sono ospedali controllati da pseudo-Onlus (e accreditati con il servizio sanitario nazionale) che fatturano centinaia di milioni.
Fondazioni che affittano case e palazzi di lusso incassando fior di quattrini ogni anno senza dover pagare un centesimo di imposta. Circoli sportivi e dopo-lavoro traasformati in piccoli - e ricchissimi - villaggi Valtur del tutto esentasse. Ecco l'elenco degli "utilizzatori finali" più importanti della norma Taglia-Ici. E quello delle realtà sociali più vicine al mondo dell'assistenza sociale che in realtà - malgrado di solito si pensi il contrario - sono costretti a pagarla.
RELIGIONI
Musulmani e buddisti salvi come i cattolici
Tutti i luoghi di culto non pagano l'Ici. Vale per parrocchie, moschee, sinagoghe, anche per l'unico edificio in mano all'Unione Buddista Italiana. Per tutti vale l'esenzione dei beni utilizzati a fini "non esclusivamente commerciali". Con i Comuni incaricati di valutare eventuali abusi. Una recente sentenza della Commissione tributaria provinciale di Lecco, per dire, ha esentato dall'imposta un ex-opificio trasformato in "luogo di culto dalla locale comunità mussulmana".
CIRCOLI
Biliardini e ristoranti sfuggono alla gabella
I circoli ricreativi che fanno capo a organizzazioni non a fine di lucro non pagano l'Ici. Vale ad esempio per i 5.500 circoli e sodalizi Arci, anche se l'associazione – conferma il presidente Paolo Beni – paga l'imposta sulle parti di edificio legate ad attività commerciali come ristoranti. È forse una delle partite più delicate, visto che in molte di queste realtà operano attività di ristorazione. "Ma sono rette dal volontariato e funzionano solo per i soci", assicura Beni.
ONLUS
Molte cause in tribunale per gli immobili affitati
Tutte le Onlus e le Ong sono esentate dal pagamento dell'Ici, almeno per gli edifici che usano come sedi proprie e non a fine di lucro. Non paga Emergency, non paga Medici senza frontiere, non paga l'Associazione per la ricerca sul cancro e la Lega per il filo d'oro. Chi invece dispone di un patrimonio di immobili messi a reddito (cioè affittati) è costretto - almeno in teoria - a onorare con il fisco il pagamento dell'imposta, anche se la materia è ancor oggi oggetto di confronto giuridico.
SCUOLE
Niente tassa agli istituti legati agli enti no-profit
Un altro tema delicato è quello delle strutture sanitarie e scolastiche. Le cliniche private (convenzionate o meno con sistema sanitario nazionale) devono pagare l'Ici. Gli enti non commerciali convenzionati con la sanità pubblica - tra cui diverse istituzioni religiose o Onlus - invece no, almeno sui reparti ospedalieri mentre sul patrimonio immobiliare a reddito si paga tutto. Zero Ici anche per le scuole private che fanno capo a enti non a fine di lucro indipendentemente dal livello delle loro rette.
PARTITI
Pagano tutta l'imposta sulle abitazioni ereditate
I partiti politici non beneficiano di alcuna esenzione Ici. "Noi per la sede di Torre Argentina sborsiamo 2-3mila euro l'anno" mette i puntini sulle "i" Mario Staderini, segretario dei Radicali. Paga il Pd, pagano le fondazioni degli ex-Ds cui è stato dirottato il patrimonio di case (5.800 immobili) girato dai militanti. Fanno la loro parte - perché obbligati dalla legge - pure gli eredi della vecchia Democrazia Cristiana. Anche se durante i burrascosi anni di Tangentopoli e della diaspora della Balena bianca è svanita nel nulla una dote di qualche centinaio di edifici di pregio.
SINDACATI
Patrimonio milionario, non ricevono sconti
I sindacati (come Confindustria) pagano l'Ici. Sia per le loro sedi istituzionali che per gli altri immobili destinati a reddito. Si tratta di un patrimonio importante. Solo la Cgil ha oltre 3mila tra uffici e delegazioni lungo tutta la Penisola. La Cisl ne ha addirittura 5mila. Il mattone nel portafoglio della Uil ha un valore stimato di circa 35 milioni. Un "tesoretto" accumulato grazie a lasciti, donazioni e investimenti nel corso degli anni e cresciuto sullo zoccolo duro dei beni ereditati (esentasse) per legge dalle vecchie rappresentanze sindacali dell'era fascista.
Roma - La Chiesa cattolica è la prima della lista degli "imputati". Ma in Italia l’elenco dei privilegiati che non pagano l’Ici è lunghissimo. Partiti, associazioni di categoria, sindacati, enti e fondazioni con funzioni sociali, scientifiche, di ricerca o culturali, centri studi e casse di previdenza: sono tanti, grazie alla legge 504 del 1992, ad aver approfittato in questi anni delle esenzioni fiscali.
Epicentro del patrimonio non tassato, Roma. Dove il fenomeno, benché legale, è talmente diffuso e pervasivo da assumere il carattere dell’iniquità. E così mentre il governo reintroduce l’Imu sulla prima casa, rimangono liberi dall’imposta non solo le sedi di Pdl e Pd, Cisl, Uil e Confindustria, ma anche le loro articolazioni. Come spiegare, altrimenti, l’esenzione della sede sociale del Circolo canottieri Tevere Remo che al suo interno ospita open bar, ristorante, sale di lettura e biliardo? O il Tennis Club Parioli, dotato di 22 campi da tennis, tre per il calcetto e una palestra attrezzata?
Basta dare uno sguardo alla congerie di organismi che nel corso del tempo ha chiesto e ottenuto di non pagare l’Ici grazie a una semplice autocertificazione: a Roma sono 2.800, proprietari in un modo o nell’altro di 3.500 immobili. E se il grosso dell’elenco è fatto dagli edifici di culto come le parrocchie (722) e le chiese (104), ma solo quelle che stanno su suolo italiano e non godono della extraterritorialità spettante agli edifici del Vaticano, discorso diverso vale per le confraternite trasformate in alberghi o bed & breakfast, per le 600 fondazioni politiche, bancarie, farmaceutiche (dalla Pfizer alla Telecom, passando per la dalemiana ItalianiEuropei, la Mediolanum di Doris e i Figli del Littorio che offrono borse di studio alla prole degli aviatori) e le 320 varie associazioni.
Ci sono i produttori di bovini e gli allevatori di suini, i coniglicoltori, i podologi e i fioristi, c’è persino l’Unione per la produzione della patata, quella per la tutela dei cavalli da trotto, nonché l’istituto italiano alimenti surgelati.
Congregrazioni e confraternite
Ufficialmente il patrimonio immobiliare della Chiesa al di fuori delle mura Vaticane, dunque esente da tributi, è contemplato negli articoli dal 13 al 16 dei Patti Lateranensi. Comprende una serie di basiliche, conventi e palazzi (Dataria, Cancel leria e Propaganda Fide in Piazza di Spagna), oltre ad alcuni edifici che hanno progressivamente assunto il medesimo status: l’Università Gregoriana, gli Istituti biblico e orientale. Tuttavia il Concordato prevede speciali agevolazioni anche per le proprietà della Santa Sede e degli «enti ecclesiastici o religiosi».
Questa definizione abbraccia anche quelle, tante, confraternite e congregazioni che ospitano attività commerciali: ristoranti, pensionati, persino hotel di charme. L’Istituto dei Fratelli di San Gabriele, per esempio, gestisce l’omonima casa d’accoglienza per visitatori e pellegrini in via Trionfale, «a 10 km dal Vaticano», recita la brochure che mette a disposizione una parte dei locali della Casa generalizia. Sono trenta le camere circondate da un parco con parcheggio per automobili e pullman, la presenza di una cappella la rende esente dall’Imu. Il piccolo Istituto suore carmelitane teresiane, in via Tasso, offre prezzi stracciati. O la Casa delle suore della Sacra Famiglia di Urgel, in via Dandolo, al Gianicolo: 25 euro la singola, 45 la doppia. E non paga l’Ici.
Fondazioni politiche
È l’istituto dentro al quale finisce di tutto. Una "zona grigia" che alimenta il sospetto che le "fondazioni politiche" siano utilizzate come paravento per lucrare uno speciale regime fiscale e tributario. E così se i partiti sono Ici-free per legge, usufruiscono dello stesso trattamento anche gli spazi che ospitano scuole di politica e centri di ricerca. Perché non ci sono solo la Fondazione Fanfani, Iotti, Sturzo e Gramsci, ma anche la Fondazione Liberal (dal 2009 Liberal-Popolare) che vanta ben due immobili non tassati e, dice il sito, «ha natura politico culturale di orientamento liberalconservatore e teocon, è stata fondata ed è guidata da Ferdinando Adornato, attuale deputato e coordinatore dell’Unione di Centro».
Poi c’è la Fondazione ItalianiEuropei (voluta da Massimo D’Alema), la Cristoforo Colombo per le libertà presieduta dall’ex ministro pdl Claudio Scajola, la Libera Fondazione di Giustina Destro, berlusconiana pentita, la scuola Democratica fondata da Walter Veltroni, l’ex finiana Fare- Futuro ora guidata da Adolfo Urso, la Fede e Scienza del centrista Rocco Buttiglione, la Magna Carta del pidiellino Gaetano Quagliarello. Senza dimenticare la Fondazione Willy Brandt, presieduta da quell’Ettore Incalza, già capo della struttura tecnica di missione dell’ex ministro Matteoli, invischiato nell’inchiesta sui Grandi eventi per aver beneficiato di 520 mila euro pagati dall’architetto Zampolini per conto dell’imprenditore Diego Anemone per l’acquisto della casa della figlia.
Cultura e ricerca
Non sono solo le Fondazioni politiche a non versare un euro nelle casse del Campidoglio. I colossi della farmaceutica come la Pfizer e la Serono vantano un immobile esente Ici a testa. Così le maison dell’alta moda che si occupano di cultura: Alda Fendi e Carla Fendi; Biagiotti, Capucci, Fontana. Ancora, la Fondazione Cecchi Gori. Gli istituti di credito (Bnl, Credito cooperativo, Banca delle comunicazioni) e grandi aziende come Telecom Italia. L’Astrid di Franco Bassanini svolge ricerche sulla riforma delle istituzioni e l’innovazione nella pubblica amministrazione, ed è esente dall’imposta. Diversi immobili free seguono il filone produttivo: la Rete imprese presieduta da Giuseppe De Rita e la fondazione Ricerca e Imprenditorialità guidata dall’ex capo di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini.
Centri studi
Mondo variegato e potente. Il più blasonato è senza dubbio l’Aspen institute, i cui presidenti onorari sono Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio, quello operativo è l’ex ministro Giulio Tremonti, il direttore generale è stato fino a un paio di settimane Marta Dassù, il neo-sottosegretario agli Esteri. Nel comitato esecutivo siedono, fra gli altri, il premier Mario Monti, i due Letta, Fedele Confalonieri e Romano Prodi.
Associazioni
Onlus, certo, ma anche sigle che riuniscono appassionati delle più varie arti e settori di nicchia. Come l’Associazione nazionale allevatori del cavallo da sella italiano o i consulenti tributari. C’è l’Associazione romana cremazione e quella dei fioristi, l’Associazione nazionale allevatori razze charolaise e limousine, due tipi di bovini dal raro mantello bianco, oltre a vari gruppi di produttori ortofrutticoli. Il lungo elenco, 320 realtà, si chiude con "L’agricoltura è vita".
lunedì, gennaio 09, 2012
"The Pacific" su Rete 4
http://compagniaindie.blogspot.com/2010/05/pacific.html
viene trasmesssa in chiaro su Mediaset...
Steven Spielberg e Tom Hanks su Rete4
The Pacific ha ottenuto buoni ascolti nella sua trasmissione statunitense su HBO ed è stato premiato dalla critica con ben sette Emmy Awards vinti, un esempio di come la televisione e la storia si possono fondere in modo tale da realizzare un prodotto di qualità e di conoscenza.
giovedì ore 23.35 su rete 4
Se si perde il biglietto dell'autostrada...
Perdere il biglietto del pedaggio autostradale: per molti è uno dei peggiori incubi di quando si è in viaggio e non crediate sia un evento così raro. Basta semplicemente ritirare il biglietto al casello e poggiarlo troppo vicino al finestrino in modo che durante il viaggio o alla prima sosta, il prezioso tagliando possa "prendere il volo".
Come comportarsi allora in quest'infausta eventualità? Fermarsi e cercare il dispettoso pezzo di carta è possibile, ma solo nel caso ci si trovi ancora nel punto dove abbiamo effettuato la sosta, mentre è ovviamente da escludere qualora ci si trovi in piena marcia, troppo pericoloso! Preso atto che il nostro biglietto non è più tra noi, sorge (inevitabile) il ragionevole timore di come effettuare il pagamento una volta giunti al casello d'uscita. Senza contare lo spauracchio del leggendario "casello più distante"; minaccia con la quale sono cresciute intere generazioni di automobilisti: chi entrava a Firenze arrivando a Roma sprovvisto di biglietto, doveva in ogni caso pagare da Milano
Yahoo! Auto - I poteri degli Ausiliari del traffico.
La brutta notizia è che la norma non è cambiata: infatti secondo l'Art.176/16 CdS, per l'utente che "è sprovvisto del titolo di entrata, il pedaggio da corrispondere è calcolato dalla più lontana stazione di entrata per la classe del suo veicolo". A livello pratico, al casello d'uscita, previo intervento dell'operatore, ci verrebbe quindi consegnato uno scontrino di "mancato pagamento" con tutti i dati del veicolo (classe e targa), di transito (data, ora e casello di uscita) e l'importo da versare calcolato secondo quanto previsto dal Codice della Strada.
C'è però un buona, anzi ottima notizia: tutte le autostrade italiane prevedono la possibilità di compilare un'autocertificazione riguardante il casello effettivo di entrata, così che si possa pagare il corrispettivo realmente dovuto, il tutto senza alcuna maggiorazione anche online con carta di credito. Se qualcuno però pensa di poter il furbo per risparmiare sul pedaggio allora è il caso che raffreddi gli entusiasmi: le Società che gestiscono le autostrade possono infatti verificare che quanto dichiarato nell'autocertificazione corrisponda al vero; operazione semplice considerato il gran numero di telecamere presenti in ogni casello. Ovviamente, gli autori di "falsa testimonianza" vanno incontro a conseguenze ben poco piacevoli, anche penali.
domenica, gennaio 08, 2012
Foto della settimana
18 agosto 2008
Durante una mini vacanza dolomitica in Val di Fassa tentiamo di salire le cinque dita del Sassolungo, fermandoci però, causa freddo (il giorno prima sulla II Torre del Sella nevicava!!!!!! ed era il 17 agosto!!!!), alla forcella tra pollice e indice, non male comunque come posto; durante la discesa, dai prati sopra il Rifugio Passo Sella, si può godere di questa vista sulle Torri del Sella a sinistra, sul Piz Boè e sul Sass Pordoi.