sabato, gennaio 22, 2011
La tua taglia
Le 10 cose da non dire sul posto di lavoro
Quando si è in ufficio, parlare un po' non fa mai male. Spesso però molti non si accorgono che ciò che dicono può seriamente condizionare l'ambiente di lavoro e danneggiare la propria reputazione agli occhi dei colleghi. E' per questo che bisogna evitare di pronunciare espressioni fuori luogo, battute poco professionali e risposte di getto. Se usate le parole sbagliate può diventare un guaio. Ecco quali sono, secondo Forbes.com, le dieci frasi da non dire assolutamente sul posto di lavoro.
"Non me ne occupo. E' il mio collega l'esperto di questo tipo di situazioni".
Dire una frase del genere a un capo comunicherà due cose: uno) non avete spirito di squadra; due) preferite dare responsabilità ad altri piuttosto che trovare soluzioni. Quindi, se vi viene chiesto di fare qualcosa di diverso dalle vostre mansioni, la risposta più adatta è: "Di solito non è il mio campo, ma vedo volentieri cosa posso fare".
"Guarda che ha fatto quello: è proprio un imbecille!"
Insulti violenti e pesanti si riflettono in maniera evidente sulla vostra personalità e sul vostro modo di lavorare. La dirigenza potrebbe considerarvi una persona non dotata di autocontrollo e rinunciare ad affidarvi clienti importanti.
"Sei incinta? Posso toccare?"
Mai chiedere a una donna se è incinta. L'imbarazzo che potreste provare se vi risponde che non aspetta un bambino è davvero sconvolgente. Allo stesso tempo, domandare a una collega al terzo mese di gravidanza se potete toccarle la pancia non è mai un gesto elegante. Fatelo solo se è lei a invitarvi.
"Ora che hai partorito lavori da casa? Bel lavoro, se ci riesci…"
Un modo perfetto per allontanare un collega è sminuire oppure invidiare la sua organizzazione del lavoro o i suoi benefit parentali. Perciò, anziché tentare di sembrare accondiscendenti, è meglio mantenere la conversazione su un tono positivo e professionale.
"Oddio, ho la diarrea"
Parlare in ufficio di bisogni fisiologici o di dettagli medici cruenti non è mai una buona scelta. Non solo perché i vostri colleghi cominceranno ad allontanarsi da voi ma anche perché non potete mai sapere chi altro può aggirarsi nelle vicinanze. Magari è proprio il vostro capo.
"Ieri notte mi sono devastato"
Fornire dettagli sulle proprie abitudini notturne mette spesso a disagio gli altri e contribuisce a farvi apparire poco professionale. E poi, regola pratica: mai entrare nel dettaglio su bevande alcoliche e incontri sessuali.
"Quante donne servono per avvitare una lampadina?"
Spesso si fa umorismo denigrando gruppi sociali, generi sessuali, provenienze, religioni e così via. Le battute sessiste, indelicate e volgari sono inaccettabili sul posto di lavoro, anche perché possono creare un clima sgradevole tra colleghi.
"Chi è quello schianto che lavora al quinto piano?"
E' assolutamente vietato fare riferimento all'avvenenza fisica di colleghe o di potenziali nuove assunte. E lo stesso vale per le donne con i colleghi maschi. Anche quando si tratta di semplici battute, possono essere ascoltate per caso e mettere qualcuno a disagio. Se proprio volete fare un apprezzamento sull'aspetto, fatelo sobrio e specifico, magari su un nuovo taglio di capelli o sul gusto nel vestirsi.
"Vorrei far esplodere questo posto"
In tempi come questi, un'esagerazione del genere potrebbe essere presa sul serio da qualche collega. Magari pensa davvero che volete far saltare in aria il vostro posto di lavoro. Nella migliore delle ipotesi può diventare diffidente nei vostri confronti e cominciare a temervi. Nella peggiore, invece, può denunciarvi e potreste ritrovarvi al centro di un'indagine.
"Hai votato per Berlusconi? Ma sei matto?"
Parlare di politica sul posto di lavoro non è vietato. L'importante è farlo con delicatezza: c'è chi si irrita facilmente. Quindi, fate attenzione a non esprimere opinioni o giudizi astiosi su un politico. Che sia Berlusconi, Fini, Bersani o chicchessia.
Non avete nessun altro argomento? Potete sempre parlare del tempo che fa.
venerdì, gennaio 21, 2011
Record di reciclaggio
LONDRA - Un anno intero di rifiuti dentro un solo sacco della spazzatura. Anzi, per la precisione un sacchetto. E' il record, britannico e forse mondiale, del riciclaggio ecologico, realizzato da una famiglia di tre persone residente a Longhope, contea di Gloucester, Inghilterra centrale. Non una setta di fanatici, bensì gente comune, come tutti gli altri, che fino a due anni or sono prestava solo un orecchio distratto ai danni provocati all'ambiente dalla società dei consumi e che certamente non avrebbe mosso un dito o fatto un piccolo sacrificio personale per cambiare la situazione. Poi, quasi per gioco, hanno cominciato a fare a meno dei sacchetti di plastica per fare la spesa. E da quel momento non si sono più fermati.
Nel 2009 sono riusciti a far stare tutta la spazzatura di un anno nel bidone dei rifiuti davanti a casa. Nel 2010 hanno provato a superarsi e hanno ridotto il loro ammontare di rifiuti a un singolo sacchetto: tutto quello che conteneva erano qualche giocattolo rotto, rasoi usa-e-getta non più utilizzabili e penne a biro rimaste senza inchiostro. Basta. Nient'altro. "Mi pare difficile immaginare che saremo capaci di fare meglio di così", dice Richard Strauss, il capofamiglia, 53 anni, facendosi ritrarre insieme alla consorte Rachel, 38, e alla figlia Verona di 9, che tiene in braccio il sacchettino della loro spazzatura annuale.
Come hanno fatto? Riciclando praticamente tutto quello che consumano, acquistando prodotti alimentari nei mercati e nelle fattorie locali, coltivando - come il Candido di Voltaire - un orticello e naturalmente portandosi dietro i propri sacchetti di tela quando vanno a fare la spesa.
"E' cominciato tutto così", ricorda Rachel. "Un giorno abbiamo visto in tivù un programma sui danni causati all'ecosistema marino dalla contaminazione con la plastica. Così abbiamo deciso di non usare più sacchetti di plastica per la spesa. All'inizio era un po' pesante, come fare la dieta o andare in palestra per rimettersi in forma, ma ben presto ci siamo abituati ed è diventato anche divertente". Oltre a comprare alimentari localmente, gli Strauss hanno iniziato a coltivare un orto in giardino: patate, carote, insalata, pomodori, fagioli, ora sono prodotti in casa. Rachel si è messa a cuocere pane e biscotti nel forno. Richard ha installato pannelli solari sul tetto e una stufa a legno per il resto del riscaldamento. Mobili, vestiti, oggetti che non servono più vengono donati ad associazioni di beneficenza. Tutto quello che avanza viene riciclato come composta, ossia fertilizzante misto. Alla fine non rimane quasi niente da buttare.
La famiglia Strauss ha creato un sito, myzerowaste.com, in cui discute i propri metodi di riciclaggio e scambia informazioni sul tema: ogni mercoledì pubblicano la lista (molto breve, in verità) di cosa hanno gettato via nella settimana precedente. Il sito riceve oltre 70 mila visite al mese.
"Riciclare è più semplice di quanto si immagina, non costa nulla anzi fa risparmiare e se tutti lo facessero sarebbe una grande differenza per la salute del pianeta", dice Rachel. Manca solo un editore che proponga loro un libro: come vivere felici senza rifiuti. Su carta riciclata, naturalmente.
da repubblica.it
giovedì, gennaio 20, 2011
Ironia sull'annuncio funebre
Quest'uomo è ministro.... come è possibile!?!?!?
LEGGE ABROGATA - La legge 283 del 1962 è quella che permette ai carabinieri del Nas e ai magistrati di perseguire penalmente fenomeni come le mozzarelle blu oppure casi meno eclatanti, ma molto frequenti, come la detenzione, nei negozi, di prodotti scaduti o conservati male: il problema è che, per effetto del decreto taglia-leggi del ministro della semplificazione Roberto Calderoli, è stata abrogata, e ora, come ha già sentenziato un tribunale del Sud Italia, «il fatto non è più previsto come reato».
PARASSITI & BUFALE - Il processo di Torino riguardava il responsabile di un minimarket di Torino sotto accusa per il ritrovamento di alici con larve di anisakis, un parassita che aggredisce il fegato del consumatore. Altre due cause in programma per giovedì subiranno lo stesso destino: rinvio o assoluzione. In ambienti ministeriali circola un parere secondo cui la 283/62 resta in vigore perché contiene un riferimento a un vecchio Testo Unico con disposizioni sugli alimenti. E qualche “esperto” ha definito una “bufala” la notizia che per i cibi avariati non c’è più reato. E lo stessso Calderoli è intervenuto per «rassicurare che le notizie diffuse da alcuni organi di stampa secondo cui sarebbe stata abrogata la legge n. 283 del 1962 in materia di tutela alimentare sono totalmente prive di qualsiasi fondamento». Purtroppo così non è. Una sentenza della Cassazione, terza sezione penale, del marzo 2010 vale più di interpretazioni e pseudo-cavilli: da metà dicembre 2010 la 283 del 1962 è da considerare cancellata. Chi sostiene il contrario allunga soltanto i tempi della vacatio.
CIBI «RINFRESCATI» - Al momento chi “rinfresca” i cibi surgelati cambiando etichetta, chi vende salsa di pomodoro cinese colorata con sostanze cancerogene, chi alleva e vende cozze tossiche, chi adultera vino od olio chimicamente (molti sarebbero gli esempi basta vedere le condanne che annualmente sono riportate in Gazzetta Ufficiale), non solo resta impunito ma nemmeno corre il rischio di una multa. Il procuratore Raffaele Guariniello, noto per le sue inchieste in materia, è al momento costretto a riporre la penna. Non può nemmeno firmare i rinvii a giudizio. E spiega: «La legge del 1962 non è un Testo Unico (si limita a modificare gli articoli di un vecchio testo). E non possiamo permetterci di restare con il problema aperto. È una spada di damocle su tutte le nostre indagini».
SEMPLIFICAZIONI - Strano ma vero, ma proprio quando sembra andare in porto l'etichettatura di origine - martedì 18 gennaio è previsto il via libera definitivo con l'approvazione della commissione della Camera in sede legislativa proprio per accelerare i tempi - chi vende cibo avariato o pesce andato a male la passa franca. E d’altra parte se non si voleva arrivare a questa situazione, senza cercare “furbizie” burocratiche, bastava “salvare” la legge nell’elenco previsto dalla normativa “taglia-leggi” del 2005. Quella del ministro Calderoli per intenderci, quella di semplificazione normativa. Tra gli oltre 170 mila atti normativi aboliti c’è cui anche la legge che punisce chi vende cibi adulterati che prevedeva fino a un mese fa un arresto da tre mesi a un anno o una multa fino a 46 mila euro. Legge che, peraltro, si era già tentato di “depenalizzare” nel 2007. E perché non si tratta di Codice o di Testo Unico?
QUEL CHE RESTA DELLA TUTELA - Vale la pena spiegare che cosa resta in vigore dopo il “Taglia-leggi”. “Rimangono in vigore: a) le disposizioni contenute nel codice civile, nel codice penale, nel codice di procedura civile, nel codice di procedura penale, nel codice della navigazione, comprese le disposizioni preliminari e di attuazione, e in ogni altro testo normativo che rechi nell'epigrafe la denominazione codice ovvero testo unico; b) le disposizioni che disciplinano l'ordinamento degli organi costituzionali e degli organi aventi rilevanza costituzionale, nonché le disposizioni relative all'ordinamento delle magistrature e dell'Avvocatura dello Stato e al riparto della giurisdizione; c) le disposizioni tributarie e di bilancio e quelle concernenti le reti di acquisizione del gettito, anche derivante dal gioco; d) le disposizioni che costituiscono adempimenti imposti dalla normativa comunitaria e quelle occorrenti per la ratifica e l'esecuzione di trattati internazionali; e) le disposizioni in materia previdenziale e assistenziale”.
SENZA PENA - Ma la legge 283/1962 si può considerare un “testo normativo che rechi nell'epigrafe la denominazione codice ovvero testo unico” (la “denominazione”, non già la mera “dicitura”, ndr)? E, quindi, non rientrare tra quelle abrogate? Sembrerebbe di sì visto come è intitolata: “Modifica degli articoli 242, 243, 247, 250 e 262 del testo unico delle leggi sanitarie…”. Il problema è che gli avvocati difensori, da qui la sentenza della Cassazione, hanno già dato la risposta (prima ancora che la legge venisse abrogata):« La 283/1962 non è un testo normativo che reca in epigrafe la denominazione “testo unico”». In più, desta allarme un’ulteriore considerazione: l’articolo 6 della legge, e cioè la norma che stabilisce le sanzioni penali, è stato modificato dall’articolo 4 della legge 26 febbraio 1963 numero 441, la cui epigrafe recita: «Modifiche ed integrazioni alla legge 30 aprile 1962, n. 283, sulla disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande… ». E in questo caso la denominazione “testo unico” non c’è proprio. Quindi l’articolo 6 sarebbe comunque abrogato e i reati non avrebbero pena. Con buona pace dei consumatori e dei produttori onesti.
mercoledì, gennaio 19, 2011
Il pdf con le intercettazioni contro Silvio
Il documento integrale dei giudici di Milano.
CALCESTRUZZO QUESTO SCONOSCIUTO
e qui ci son le linee guida del CSLP sulla messa in opera del cls strutturale. http://www.cslp.it/cslp/index.php?option=com_content&task=view&id=70&Itemid=1.
Una rinfrescatina di nozioni che oggi mi ha fatto bene!
Onda Calabra
Ecco tutto il testo:
martedì, gennaio 18, 2011
La nuova voce di DrHouse
Dr. House, addio alla voce italiana
Morto il doppiatore Sergio Di Stefano
E' morto a Roma l'attore e doppiatore di numerosi film e serie tv Sergio Di Stefano. L'artista è stato stroncado da un infarto all'età di 71 anni. Diplomatosi all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” è stato prima attore teatrale, poi televisivo ed è quindi approdato al mondo del doppiaggio, in cui ha prestato la voce a numerosi attori di grosso calibro. Negli ultmi anni Di Stefano ha doppiato l'attore Hugh Laurie in Dr. House.
Al cinema ha doppiato Jeff Bridges (”Starman”, “Il grande Lebonsky”, “Stick it”), John Malkovich (”Nel centro del mirino”, “Il ladro di orchidee”), Christopher Lambert (”Highlander”), Klaus Maria Brandauer (”Mephisto”), William Hurt, Kevin Costner e molti altri (per l’elenco completo, vi rimandiamo alla pagina a lui dedicata da Antonio Genna, che ha anche dato la notizia della sua scomparsa).
In tv, Di Stefano ha dato invece voce a numerosi personaggi di varie serie televisive, come Richard Dean Anderson (Jack O’Neil) in “Stargate SG-1¿, Bruce Campbell (Sam) in “Burn Notice”, Eric Pierpoint (Paul) in “Saranno famosi”, Michael Gross (Steven) in “Casa Keaton”, Tom Selleck (Richard) in “Friends”, Derek de Lint (Gerard) in “Alias”. Ma, soprattutto, negli ultimi anni ha contribuito al successo di “Dr. House” in Italia, doppiando proprio il protagonista Hugh Laurie
18 settembre 2010
Normattiva
Normattiva è una Banca Dati testuale in cui sono memorizzati tutti gli atti normativi numerati pubblicati in Gazzetta Ufficiale dal 1946 ad oggi.
- tanto nel testo pubblicato originariamente
- quanto nel testo vigente ad una data
- ma anche e soprattutto nel cosiddetto testo "multivigente"
lunedì, gennaio 17, 2011
Ma x' farsi prender a calci nella palle???
Un Arte Marziale che mina tutte le nostre convinzioni sui punti non allenabili dell'uomo...
Questa persona si è addestrata per 5 dolorosi anni di calci all' inguine e oggi ci dimostra che con un calcio forte che arriva ai 38 km/h non si fa male... lo possiamo definire l' uomo dalle palle d' acciaio!
Finalmente non si spreca più carta
La prima seduta del 2011 ha visto il primo utilizzo delle nuove modalità: gli assessori utilizzano dei monitor per visualizzare i documenti e gli atti della giunta.
Il segretario dispone di uno schermo multitouch dal quale gestisce quanto è necessario visualizzare sui singoli monitor di assessori e presidente. Le approvazioni, inoltre, ora avvengono utilizzando la firma digitale: in questo modo l'intero processo risulta più rapido e meno dispendioso anche in termini economici.
Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ritiene che si possano risparmiare in questo modo circa 30 tonnellate di carta ogni anno (3 milioni di fogli): "sarà possibile ottenere un notevole risparmio dal punto di vista economico ma anche ambientale. Questa e' la punta di un processo di semplificazione che la Regione Lombardia ha imposto a se stessa ma a vantaggio anche dei cittadini".
" Ogni cittadino, infatti" - continua Formigoni - "può entrare più facilmente in contatto diretto con la Regione e avere tutte le informazioni necessarie per conoscere le delibere e gli atti".
Il sistema adottato in giunta si integra con quelli informatici adottati dal protocollo, dall'archivio e dal Bollettino Ufficiale della Lombardia, che dal 2011 è completamente online, mentre la trasmissione degli atti avviene tramite la Posta Elettronica Certificata.