sabato, agosto 04, 2007

Rafting con bambole gonfiabili

La gara delle bambole gonfiabili

Il freddo deve aver dato alla testa a questo gruppetto che in Russia si è sfidato in una gara molto particolare. Un rafting sul fiume Vuoska a bordo non delle tradizionali canoe che si usano solitamente in questo sport estremo, ma a cavalcioni di bambole gonfiabili.
La particolare iniziativa si chiama “Bubble Baba Challenge” e a quanto si nota dalle immagini attira molti atleti pronti a galleggiare sul gelido fiume con la loro bambola gonfiabile.

La singolare competizione è un appuntamento fisso che si svolge nella cittadina di Losevo, un piccolo paesino a pochi chilometri di San Pietroburgo. Ogni anno atleti intraprendenti, con la loro bambola gonfiabile sotto braccio, sfidano le correnti del fiume Vuoska.
Non deve essere tanto facile: già per fare rafting ci vogliono forza e coraggio, figurarsi per affrontare un fiume con una bambola gonfiabile! Di sicuro si galleggia, però!
Unica regola: è vietato "intrattenersi" con la propria bambola durante la gara...


Ed ecco il video dell'evento...

e qui la galleria fotografica:
foto

venerdì, agosto 03, 2007

Top 50 degli insulti nello sport

La curiosa "top 50" delle più gravi ingiurie o battute mai pronunciate da atleti Tra gli italiani citati il Trap e, come vittima, Amoruso. Furoreggiano Alì e McEnroe
Times: l'insulto di Materazzi a Zidane è il peggiore nella storia dello sport

ROMA
- Per il Times non ci sono dubbi. Nella classifica online stilata dal quotidiano inglese sui peggiori insulti della storia dello sport, il gradino più alto del podio lo merita il difensore azzurro Marco Materazzi. Un giudizio a priori, "per qualunque cosa abbia detto alla sorella o alla madre di Zidane" nella finale della Coppa del Mondo del 2006.

"Nessuno è sicuro su quello che il difensore ha detto durante la finale ma, l'insulto di Materazzi infastidì Zidane a tal punto che questi gli rifilò una testata nel torace e poi venne espulso" ricorda il giornale britannico.
La classifica stilata dal Times vede, sul podio, anche un "vivace" scambio di battute tra giocatori di cricket, il lanciatore australiano Glenn McGrath, e Eddo Brandes, suo grande rivale dello Zimbabwe: "Perché sei così grasso?", "Perché ogni volta che mi faccio tua moglie, mi regala un biscotto".
Medaglia di bronzo per quello che Roy Keane presumibilmente disse a Mick McCarthy, l'allenatore dell'Irlanda che lo rispedì a casa durante la Coppa del Mondo del 2002.

I colori azzurri sono rappresentati anche dall'attuale allenatore del Salisburgo, Giovanni Trapattoni (18°) che rispose così a chi gli chiedeva, nel 2004, di una possibile convocazione di Paolo Di Canio in Nazionale: "Solamente se scoppia la peste bubbonica". Per il Trap un onorevole 18/o posto. Un altro calciatore italiano, Lorenzo Amoruso, fu invece oggetto di insulti. La sua opaca stagione ai Rangers, nel 2000, scatenò le pesanti critiche del leggendario coach Tommy Docherty: citando chi, ad inizio della sfortunata stagione, aveva accostato il difensore pugliese all'idolo scozzese Billy McNeill, disse "Non ricordo di averlo visto diventare m....".

Rimanendo nel pallone, da notare il 31° posto di uno scatenato George Best sulle qualità calcistiche di David Beckham: "Non sa calciare col piede sinistro, non sa colpire di testa, non è bravo nei tackle e non segna molto. A parte questo è ok". Lo Spice Boy, invece, è il protagonista dell'insulto numero 48. La frase di troppo, il classico "figlio di..." è rivolta, in spagnolo, a un guardialinee - Beckham vestiva ancora la maglia del Real Madrid. Per lui cartellino rosso. Beckham in seguito sostenne di non essersi "reso conto che quello che avevo detto era qualcosa di cattivo. In precedenza lo avevo sentito anche da alcuni miei compagni di squadra". Vista la pessima attitudine degli anglosassoni con le lingue a loro avviso "minori", c'è persino da credergli.

Scorrendo la classifica si trovano delle vere e proprie perle. Non poteva mancare ( John Mc Enroe22°), tanto talentuoso sul campo da tennis quanto indisciplinato. "Che problemi hai, a parte essere disoccupato, idiota e cretino?", disse il mancino statunitense a uno spettatore. Niente male nemmeno la battutaccia del comico Nick Hancock nei confronti di David Seaman dopo l'ennesima papera del portiere della nazionale inglese "Se suo padre avesse messo il preservativo quando l'ha concepito saremmo campioni del mondo".
Non manca il grande Mohammed Alì, con una battuta ai danni di Joe Frazier: anche il pugile più famoso della storia (che non a caso ha raccolto, tra i molti soprannomi, anche quello di "Labbro di Louisville") ne aveva per tutti, da Foreman a Norton.

Tra le più curiose (15a), il motto pubblicitario sulla maglietta del britannico Daley Thompson, a lungo dominatore incontrastato del Decathlon, atletica leggera - "E' gay il secondo atleta più forte del mondo?" - durante i Giochi olimpici del 1984 in riferimento alle voci che circolavano su Carl Lewis, per molti, ma evidentemente non per Daley, il più grande personaggio a calcare le piste negli anni '80. Tra le più perfide (13a), una Maria Sharapova ancora poco più che adolescente che, interpellata sulla possibilità di emulare le gesta della collega e connazionale Anna Kournikova, a quel tempo la pin-up del tennis, rispose: "No, io voglio vincere delle partite".

La presenza ricorrente dei tennisti in questa curiosa quanto soggettiva graduatoria, sembra proprio contraddire l'elegia dello sport dei "gesti bianchi": la palma del politically uncorrect va a Richard Krajicek (25o), olandese vincitore del torneo di Wimbledon nel 1996, che delle colleghe, e della storica querelle sui premi differenziati per sesso a Wimbledon (sanata solo quest'anno), disse: "L'ottanta per cento delle tenniste 'top 100' è rappresentato da maialine grasse che non meritano la parificazione dello stipendio''.

2 agosto 2007
da repubblica.it

alcune sono fantastiche!!! uahahahahaha

giovedì, agosto 02, 2007

Stella FOR PRESIDENT

Volete arrabbiarvi pure oggi???
E allora ecco fresco fresco di giornata l'articolo di Gian Antonio Stella



Le spese della politica. La Basilicata «lavora» solo 55 ore l'anno
Fannulloni, sprechi e rimborsi Il folle federalismo delle Regioni
In Piemonte e Sicilia gli stipendi più alti. La Toscana costa più dell'Emilia Bilancio-record in Sardegna.


Michele Iorio, presidente della Regione Molise (Prisma)Perché il presidente del consiglio regionale pugliese deve guadagnare quasi il triplo del suo collega umbro? E perché un consigliere marchigiano deve avere un pacchetto di diarie e rimborsi non tassato fino a tre volte più basso d'un pari grado piemontese?Ecco cosa ti viene in mente, a leggere i bilanci comparati delle venti regioni italiane. Ed ecco, accecante, la prova che la trasparenza è il cuore di ogni possibile riforma. Il punto di partenza essenziale per capire come l'autonomia, il federalismo, il principio sano della sussidiarietà siano stati interpretati da molte assemblee regionali come un invito insano: fate quello che vi pare. Ognuno per sé. Al punto che, in rapporto agli abitanti, il «parlamentino» valdostano costa oltre 22 volte più di quello lombardo.Tutti i dati, fino a ieri scomposti, scoordinati, difficili da mettere insieme se non a prezzo di tanta fatica e tanta pazienza, sono finalmente su Internet. A disposizione di tutti. Sul sito della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.Certo, a leggere i documenti non tutti sono stati puntuali nelle risposte alle sollecitazioni della presidenza. Mancano, per esempio, i dati delle sedute dell'assemblea, delle ore impiegate in aula o delle riunioni delle commissioni del Molise, della Calabria, della Campania. E molti altri ancora.Lo sforzo fatto dai consigli e coordinato da Alessandro Tesini, presidente del parlamento friulano-giuliano, fossero a maggioranza di sinistra o a maggioranza di destra, va però riconosciuto. er la prima volta i cittadini possono fare dei confronti. Calcolare. Capire.E arrabbiarsi, qua e là. Per quale dannatissima ragione, citiamo un caso, la pensione- base dei deputati regionali molisani, emiliani, liguri, veneti o marchigiani corrisponde al 65% dell'indennità parlamentare, quella dei pugliesi al 90% e quella dei siciliani o dei friulani al 100%? E proprio qui sta il rischio.Portati allo scoperto ed esposti finalmente al giudizio della gente, che potrebbe ricordarsene al momento del voto, alcuni potrebbero essere tentati di fare marcia indietro. E serrare il catenaccio tornando a rinchiudersi nel fortilizio di prima, avvolto dalle nebbie.Oddio, non che adesso sia tutto chiaro. L'obiettivo della massima trasparenza nei bilanci (quello siciliano ha sparpagliato in 7 posti diversi la stessa voce «acquisto di libri, riviste e giornali anche su supporto informatico» perché i 128 mila euro spesi non dessero nell'occhio) è ancora lontano. Basti dire che perfino due regioni vicine e politicamente gemelle come la Toscana e l'Emilia Romagna, pur rispondendo al proprio organismo di raccordo e non a cronisti impiccioni e sfaccendati, hanno presentato ciascuna i propri dati secondo i propri parametri, una comprendendo e l'altra no una voce fondamentale quale il costo del personale. Risultato: occorre tirare le somme per proprio conto per scoprire che, con mezzo milione di abitanti in meno, il «parlamento» fiorentino costa quasi 10 milioni di euro più di quello bolognese.Per non dire di quello siciliano che, coi suoi quasi 157 milioni di euro (messi a bilancio ma non inseriti tra i dati a disposizione sul sito internet di cui scriviamo) costa quanto le assemblee di Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Liguria e Puglia messe insieme. Eppure è battuto, in rapporto alla popolazione, non solo dal consiglio della Sardegna (57 euro per abitante o addirittura di più se al combattivo sito isolano altravoce.net risulta nel 2007 una spesa complessiva non di 95 bensì di 102 milioni di euro) ma anche da quello trento-altoatesino. Dove, a sommare le assemblee provinciali e quella regionale (che di fatto coincidono) si sfiorano i 52 euro pro capite. Contro i 7,59 dell'assemblea lombarda, che come dicevamo è abissalmente meno costosa di quella valdostana la quale, pro capite, di euro ne pesa addirittura 169.Tema: hanno senso questi squilibri? C'entrano qualcosa con il diritto all'autonomia? C'è una ragione alla base dell'enorme differenza tra la mole di lavoro dell'aula piemontese, dove nel 2006 si sono tenute 97 sedute per un totale di 255 ore di lavoro parlamentare e quella dell'aula lucana, dove le sedute sono state 23 e le ore di sosta dei consigliere al loro seggio soltanto 55, cioè un quinto? Boh... Misteri. Come misteriosi restano i motivi per i quali la Toscana ha 10 gruppi consiliari e la Puglia 21. C'è più democrazia sotto i trulli che sui colli del Chianti? O solo più casino? Ancora più sbalorditivi tuttavia, per tornare all'incipit, sono gli squilibri tra i diversi stipendi dei nostri rappresentanti. Stipendi che, avendo la Conferenza delle Regioni insistito perché ogni assemblea fornisse le cifre nette, vere, reali, in busta paga, rovesciano luoghi comuni e riservano un sacco di sorprese.Stando ai dati ufficiali forniti dal sito infatti (arriveranno smentite?) i parlamentari regionali più pagati non sarebbero affatto i siciliani ma i piemontesi. Che tra indennità, diarie, rimborsi auto e benzina eccetera, possono arrivare a 16.630 euro. Seguono i pugliesi (13.830), gli abruzzesi (13.359), i lombardi (12.555) e giù giù tutti gli altri (i siciliani stanno a 10.946) fino ad arrivare ai valdostani (6.607), ai trentini (6.614) e, in coda, agli umbri: 6.597.Non meno clamorose sono le differenze «dentro» lo stipendio. Dove puoi scoprire, sbarrando gli occhi per la sorpresa, che l'indennità dei deputati abruzzesi (7.274 euro: la più alta) è più che doppia rispetto a quella dei confinanti colleghi marchigiani, che non arrivano a 3.128 euro. E che il pacchetto di voci non tassabili (diarie, rimborsi...) è di soli 518 euro per i valdostani ma può schizzare da 2.482 fino a 10.176 per i vicini piemontesi.Un rapporto sbalorditivo. Più o meno simile a quello che c'è tra i presidenti delle assemblee, che stando al sito guadagnano generalmente esattamente quanto il governatore. Il più pagato, come si diceva, è quello pugliese: 18.885 euro. Seguono i colleghi della Sardegna (14.644), della Sicilia (14.329), dell'Abruzzo (13,844), della Calabria (13.353) e via via, a scendere, fino a quelli della Toscana (7.498) e dell'Umbria, che chiude a 7.102. Pagato poco più di un terzo di chi guida l'assemblea barese. E torniamo al tema: cosa c'entrano con la legittima e sacrosanta autonomia degli enti locali questi assalti alla diligenza che negli anni, per colpa ora di maggioranze di destra e ora di sinistra, hanno portato il presidente del consiglio dell'Abruzzo (reddito pro capite 19.442 euro) a prendere quasi quattromila euro più di quello dell'Emilia (reddito pro capite 28.870) e quello della Calabria (reddito pro capite 14.336) più di quello della Lombardia (reddito pro capite 30.028)? Non sarà il caso che si cominci finalmente a distinguere tra il diritto all'autonomia e il vizietto di farsi gli affari propri?
Gian Antonio Stella
02 agosto 2007

mercoledì, agosto 01, 2007

Weekend a Napùle

Grazie ai miei nonnini e gli splendidi cuginetti... e soprattutto alla loro piscina che ci rinfrescava dopo le lunghe e calde giornate... ci siamo goduti un bel fine settimana partenopeo!!

cosi', dopo i primi stupori della Giorgia di fronte ad uno stile di vita,
diciamo, un po' diverso...
la nostra Giardina si e' adattata perfettemente alla cultura napoletana!!!!
e ha apprezzato, oltre al cibo, lo splendido paesaggio (quello in fondo e' il Vesuvio!! e P.zza Plebiscito...)

Anzi, diciamo che si è pure divertita a fare la Vip a Capri...
uno splendido isolotto dove tutto è un po' surreale... dove le modelle NON sudano sotto il sole a 40 gradi... dove puoi incontrare i modelli D&G che girano una pubblicita' sotto i faraglioni... (io ero troooppo impegnato a sudare!!!)e dove anche la polizia si tratta decisamente bene...
del resto... lo è stata tutta la piccola vacanzina un po' particolare per la nostra Giorgettina, ma la nostra ingegneressa ha superato l'esame alla grande!!! (neanche il peperone del nonno [ripieno di melanzane fritte, provola, ecc... ]l'ha fermata... MITTTTICA!!!!!)

Il blog omonimo

Un mio informatore segreto (agente 00Ponto) mi ha segnalato che in rete c'è un blog dal nome simile al nostro:


basta aggiungere un "delle" al nostro indirizzo e spuntano i vicentini...

Il nome deriva dalla musica "indie" (credo si legga "indi")...

.. certo che un solo post e per di più di 2 anni fà...

non ci siamo, non ci siamo!hehe!

Stasse aperitivo

Ricordo ai meno attenti (Ciccio who???)

che stasse dalle ore 18,30 in poi

ci si trova al BEACH per l'aperitivo!

A dopo!

martedì, luglio 31, 2007

CANCELLIAMOLI!!!!!!!!!!!!!


La proposta di Cesa
L’ultima frontiera dei privilegi: un’indennità contro le tentazioni
Onorevoli spesso lontani da casa? Le sedute sono in media 3 alla settimana


E l'«indennità tentazioni»? La pensata di Lorenzo Cesa spalanca ai già vezzeggiati politici nostrani nuovi orizzonti. Per evitare che un parlamentare in trasferta a Roma ceda ai pruriti e metta le corna alla moglie con una squillo, come Cosimo Mele, gli italiani si dovrebbero far carico di aumentare il suo stipendio per il «ricongiungimento familiare».
Un’idea, diamogliene atto, fantastica. Che darebbe vita a un frizzante dibattito d’aula. Questo diritto al ricongiungimento, concetto in genere utilizzato per gli immigrati che dopo anni di lavoro in Italia vorrebbero essere raggiunti da moglie e figli rimasti in un’isola delle Filippine o sulla peruviana Cordillera Negra, vale per tutti o solo per chi ha la famiglia che abita oltre Viterbo e Frosinone? Vale per le mogli regolarmente sposate o anche per le compagne more uxorio? Possono bastare altri 4.190 euro (4.678 a Palazzo Madama) come quelli dati per stipendiare i portaborse o sono pochi? È dura, vivere a Roma! Chi potrebbe mai negare a queste spose e conviventi (per i parlamentari iDico ci sono già) deportate nella capitale un appartamento in cui vivere dignitosamente in centro storico? Mobili e lampadari su misura dei propri gusti? L’abbonamento a Sky per le lunghe giornate di seduta assembleare? I viaggi in treno o in aereo anche, eventualmente, per la diletta prole? Una domestica per dare una mano in casa, un reparto di pronto intervento elettro-idraulico per i guasti, una baby-sitter per i pargoletti, una tessera per andare al cinema gratis?
Direte: che razza di idea! Attenzione: c’è chi vi accuserebbe di qualunquismo. Preso atto che la capacità di resistere alla carenza di sesso di un deputato del suo partito cattolico è molto più ridotta di quella di Sharon Stone e non supera una manciata di giorni (l’ha detto il Mele in un’intervista: «Questa storia non c’entra niente coi valori della fami glia. Non posso essere un buon padre e un buon marito solo perché dopo cinque giorni fuori casa mi capita un’occasione?») Lorenzo Cesa ha detto proprio così. Testuale: «Si parla tanto di costi della politica, ma al parlamentare bisognerebbe dare di più e consentire il ricongiungimento familiare. Perché la vita del parlamentare è dura, la solitudine è una cosa molto seria». Certo, c’è chi dirà che, come denunciò Giulio Andreotti tre anni fa, «si lavora in aula solo tre giorni la settimana, dal martedì al giovedì».
Chi ricorderà che un mucchio di volte, in questi anni, è capitato che la maggioranza andasse sotto o che provvedimenti importanti saltassero per mancanza di numero legale solo perché, al giovedì sera o al venerdì, troppi deputati e senatori avevano già preso l’aereo per tornarsene a casa. Chi sottolineerà che nell’ultima legislatura, per fare un esempio, le sedute a Montecitorio sono state 749 in 1.735 giorni: tre alla settimana. Chi calcherà la mano precisando che nei primi sei mesi del 2005, per prendere un periodo a campione, le sedute tenute di venerdì si contano sulle dita di una mano. Chi noterà infine, come dice un’inchiesta dei radicali diffusa ieri da Ugo Magri, che gli eletti alla Camera dell’Udc marcano mediamente visita a una votazione su quattro. Insomma: se l’irredentista irlandese Bobby Sands riuscì a resistere 66 giorni senza mangiare, prima di morire in carcere a Belfast, un deputato nostrano non può resistere in astinenza tre giorni la settimana?
Nella strepitosa sortita del segretario neo-democristiano, che deve essersi morso la lingua davanti alle reazioni sarcastiche non solo degli avversari ma perfino di qualche amico, c’è tuttavia da prendere atto di una novità. In altri tempi, altri democristiani avrebbero proposto all’incontinenza erotica soluzioni diverse. Il mitico Matteo Tonengo, un contadino piemontese eletto per lo scudocrociato, arrivò nei primi anni del dopoguerra a chiedere ai questori della Camera di usare il tesserino parlamentare anche per andare gratis al bordello. Altri tempi. Il caso «sex&coca» che vede oggi come protagonista Mele, tuttavia, non è affatto una novità di questa seconda repubblica.
Basti ricordare lo scandalo intorno alla morte di Wilma Montesi, la ragazza trovata senza vita nel 1953 sulla spiaggia di Capocotta, vittima (così si disse) di un festino a base appunto di sesso e di droga, scandalo che vide il coinvolgimento di Piero Piccioni (figlio di Attilio, allora vice-presidente del consiglio) e sul quale l’Unità arrivò a infierire con botta-risposta come questo: «A Capocotta poca coca cape». «Non poca coca cape a Capocotta». Ecome dimenticare Mary Fiore, la parrucchiera siciliana che, venuta a Romadecisa a far fortuna e diventata proprietaria d’un famoso salone di bellezza («Jeunesse», vicino a largo del Tritone) venne arrestata nel 1961 perché, come ha scritto Filippo Ceccarelli nel libro «Il letto e il potere », aveva «messo su un’agenzia di prostituzione d’alto bordo, frequentata da uomini ricchi e potenti», molti dei quali politici?
Per non dire dell’«affaire» che troncò la carriera di Ettore Santi, un deputato umbro che nel 1947 fu beccato dagli agenti in una pensione nel quartiere dietro la Fontana di Trevi con una signorina disponibile e un grammo di cocaina posato sul comodino. Non era democristiano ma apparteneva a un partito, quello repubblicano di Ugo La Malfa, che aveva un forte senso del decoro. Non cercò, lui, di scusarsi sbuffando polemicamente come il nostro onorevole di oggi «quanti parlamentari vanno a letto con le donnine?». Non invocò «ricongiungimenti familiari». E non si dimise dal partito: fu cacciato. E bollato col marchio di «on. Cocò». Un po’ di senso dell’onore, però, gli era rimasto. E nella convinzione di avere tradito chi lo aveva eletto si dimise da parlamentare. Dimissioni vere. Non da teatrino.


Gian Antonio Stella
Da Corriere della Sera del 31 luglio 2007

che dire.....
Ma VAFFANCULO!!!!!!

(tanto adesso è stato sdoganato dalla Cassazione...)

Quando si dice che i gatti neri portano sfiga...

Il gatto «angelo della morte»
Oscar, sette vite e un sesto senso
Vive in un istituto per anziani con malattie degenerative e «prevede» la morte dei degenti. Negli Usa è diventato un caso


Oscar vicino alla camera di un paziente (Internet)
Oscar vicino alla camera di un paziente
PROVIDENCE (USA) –
Oscar affascina il personale medico dell'ospedale Steere House di Providence negli Stati Uniti. Ha un bel mantello soffice di colore grigio-bianco, le sue zampine sono candide e vellutate. Ciononostante il bel micione crea inquietudine tra i pazienti nella casa di cura: già perchè l'animale sembra che riesca a presentire la morte dei malati. Il fenomeno è stato descritto anche dalla rivista medica New England Journal of Medicine, e trattato in questi giorni dai maggiori telegiornali del paese. «Il gatto riesce sempre ad apparire nel luogo qualche ora prima che il paziente muoia».

MORTE -
Il felino di due anni è stato allevato quando era ancora un cucciolo, è cresciuto nel reparto per demenza del centro di cura e riabilitazione «Steer House Nursing and Rehabilitation Center» nello stato di Rhode Island. Qua vengono assistiti pazienti malati di Alzheimer, Parkinson e altre malattie degenerative. Già all'età di 6 mesi il micio ha iniziato il suo personalissimo lavoro. Il personale medico si è accorto che il gatto era solito fare un giro quotidiano nei corridoi e nelle stanze dei ricoverati, esattamente come dottori e infermiere. Controllava spesso i residenti della casa, li annusava, li osservava e si metteva vicino alle persone, la cui morte avveniva di solito nel giro di poche ore. In 25 casi la «previsione» è risultata giusta. Quando il gatto si trova nella stanza di un ricoverato, il personale dell'ospedale ormai passa ad avvertire i congiunti. Perchè questo significa, nella regola, che il malato ha solo qualche ora di vita.
CONFORTO - «Non fa mai errori. Proprio come un sensitivo sembra che riesca a capire quando un paziente è vicino a morire», spiega il dottor David Dosa al New England Journal of Medicine. Dosa è un medico specialista di geriatria e professore presso l'Università di Brown a Providence. «Molti parenti trovano conforto in questo - prosegue Dosa -. Sono contenti se il micio tiene compagnia ai propri cari». E aggiunge: «Sembra che Oscar prenda molto sul serio il suo lavoro. Anche perchè di solito si tiene a distanza dalla gente. La sua non è una razza che si lega molto alle persone».
CAPACITA' - «E' vero che il gatto riesce ad avvertire la morte meglio delle persone che lavorano in questa struttura - dice Joan Teno della Brown-University, medico curante e esperta nella terapia di malati terminali - ma non penso che questo sia un gatto sensitivo. Credo, invece, che ci sia probabilmente una spiegazione biochimica». Durante una visita ad una paziente, la dottoressa Teno, si è accorta che la donna non mangiava più, aveva problemi di respirazione e le sue gambe erano di un colore bluastro - sintomi che spesso indicano una morte imminente. Oscar in quel caso non è restato nella stanza. «Pensavo che questa volta si fosse sbagliato finchè più tardi - erano oramai passate dieci ore - è apparso, è rimasto per due ore vicino al letto della paziente, dopodichè è deceduta». Un giorno il gatto prodigio è salito sul letto di un'anziana paziente della stanza numero 313. La sua presenza ha allertato il personale della casa di cura. E quando il nipote della paziente ha chiesto il perchè della presenza del gatto, sua madre gli ha spiegato: «È qui per aiutare la nonna ad arrivare in cielo». La paziente è morta dopo mezz'ora.
MEDAGLIA - «La maggioranza delle persone che si trova nell'ospedale è così malata da non rendersi nemmeno conto quando arriva il gatto», riferiscono i medici. Non sanno quindi che li aspetta probabilmente una morte in meno di quattro ore. Finora non è stata trovata nessuna spiegazione all'insolita capacità del felino. «Sono cose difficili da studiare. Penso che probabilmente i cani e i gatti possano percepire cose che noi non riusciamo a sentire», ha detto Thomas Graves, esperto di felini e coordinatore del College dell'Università dell'Illinois. Nei giorni scorsi a Oscar è stata pubblicamente assegnata una piccola medaglietta per la sua «compassionevole assistenza ai ricoverati».
27 luglio 2007


Ora voglio proprio sentire il commento della nostra Sara "Licia Colò" Giorgi, paladina dei felini...

... per una volta adotterei il "metodo Stefanino":se solo si avvicina un bel sciop e via!

lunedì, luglio 30, 2007

Dal vostro inviato!

Reduce da un bel weekend in giro per questo meraviglioso Paese, vi mando qualche foto che io ed Elisa abbiamo fatto in questa terra (non poi cosi' tanto) piovosa.

Delft, dove vivo, dalla torre del campanile (grazie Eli, lassù é troppo alto davvero!)
No, non é la foto storta...é la casa!! (e non é così infrequente!)
Ponti e canali...ci sono ovunque, qui siamo ad AmsterdamC'é anche la spiaggia...che si vuole di più?? (10 gradi per il costume?)Salto in Belgio (Brugge)
L'Aia
Tipica campagna qui attorno (il verde la fa da padrone qui...e non c'é nemmeno il sole!!)
Un po' d'arte...o meglio, di architettura!
Sempre parlando d'arte...ad Amsterdam le perle di saggezza si sprecano!