venerdì, agosto 03, 2007

Top 50 degli insulti nello sport

La curiosa "top 50" delle più gravi ingiurie o battute mai pronunciate da atleti Tra gli italiani citati il Trap e, come vittima, Amoruso. Furoreggiano Alì e McEnroe
Times: l'insulto di Materazzi a Zidane è il peggiore nella storia dello sport

ROMA
- Per il Times non ci sono dubbi. Nella classifica online stilata dal quotidiano inglese sui peggiori insulti della storia dello sport, il gradino più alto del podio lo merita il difensore azzurro Marco Materazzi. Un giudizio a priori, "per qualunque cosa abbia detto alla sorella o alla madre di Zidane" nella finale della Coppa del Mondo del 2006.

"Nessuno è sicuro su quello che il difensore ha detto durante la finale ma, l'insulto di Materazzi infastidì Zidane a tal punto che questi gli rifilò una testata nel torace e poi venne espulso" ricorda il giornale britannico.
La classifica stilata dal Times vede, sul podio, anche un "vivace" scambio di battute tra giocatori di cricket, il lanciatore australiano Glenn McGrath, e Eddo Brandes, suo grande rivale dello Zimbabwe: "Perché sei così grasso?", "Perché ogni volta che mi faccio tua moglie, mi regala un biscotto".
Medaglia di bronzo per quello che Roy Keane presumibilmente disse a Mick McCarthy, l'allenatore dell'Irlanda che lo rispedì a casa durante la Coppa del Mondo del 2002.

I colori azzurri sono rappresentati anche dall'attuale allenatore del Salisburgo, Giovanni Trapattoni (18°) che rispose così a chi gli chiedeva, nel 2004, di una possibile convocazione di Paolo Di Canio in Nazionale: "Solamente se scoppia la peste bubbonica". Per il Trap un onorevole 18/o posto. Un altro calciatore italiano, Lorenzo Amoruso, fu invece oggetto di insulti. La sua opaca stagione ai Rangers, nel 2000, scatenò le pesanti critiche del leggendario coach Tommy Docherty: citando chi, ad inizio della sfortunata stagione, aveva accostato il difensore pugliese all'idolo scozzese Billy McNeill, disse "Non ricordo di averlo visto diventare m....".

Rimanendo nel pallone, da notare il 31° posto di uno scatenato George Best sulle qualità calcistiche di David Beckham: "Non sa calciare col piede sinistro, non sa colpire di testa, non è bravo nei tackle e non segna molto. A parte questo è ok". Lo Spice Boy, invece, è il protagonista dell'insulto numero 48. La frase di troppo, il classico "figlio di..." è rivolta, in spagnolo, a un guardialinee - Beckham vestiva ancora la maglia del Real Madrid. Per lui cartellino rosso. Beckham in seguito sostenne di non essersi "reso conto che quello che avevo detto era qualcosa di cattivo. In precedenza lo avevo sentito anche da alcuni miei compagni di squadra". Vista la pessima attitudine degli anglosassoni con le lingue a loro avviso "minori", c'è persino da credergli.

Scorrendo la classifica si trovano delle vere e proprie perle. Non poteva mancare ( John Mc Enroe22°), tanto talentuoso sul campo da tennis quanto indisciplinato. "Che problemi hai, a parte essere disoccupato, idiota e cretino?", disse il mancino statunitense a uno spettatore. Niente male nemmeno la battutaccia del comico Nick Hancock nei confronti di David Seaman dopo l'ennesima papera del portiere della nazionale inglese "Se suo padre avesse messo il preservativo quando l'ha concepito saremmo campioni del mondo".
Non manca il grande Mohammed Alì, con una battuta ai danni di Joe Frazier: anche il pugile più famoso della storia (che non a caso ha raccolto, tra i molti soprannomi, anche quello di "Labbro di Louisville") ne aveva per tutti, da Foreman a Norton.

Tra le più curiose (15a), il motto pubblicitario sulla maglietta del britannico Daley Thompson, a lungo dominatore incontrastato del Decathlon, atletica leggera - "E' gay il secondo atleta più forte del mondo?" - durante i Giochi olimpici del 1984 in riferimento alle voci che circolavano su Carl Lewis, per molti, ma evidentemente non per Daley, il più grande personaggio a calcare le piste negli anni '80. Tra le più perfide (13a), una Maria Sharapova ancora poco più che adolescente che, interpellata sulla possibilità di emulare le gesta della collega e connazionale Anna Kournikova, a quel tempo la pin-up del tennis, rispose: "No, io voglio vincere delle partite".

La presenza ricorrente dei tennisti in questa curiosa quanto soggettiva graduatoria, sembra proprio contraddire l'elegia dello sport dei "gesti bianchi": la palma del politically uncorrect va a Richard Krajicek (25o), olandese vincitore del torneo di Wimbledon nel 1996, che delle colleghe, e della storica querelle sui premi differenziati per sesso a Wimbledon (sanata solo quest'anno), disse: "L'ottanta per cento delle tenniste 'top 100' è rappresentato da maialine grasse che non meritano la parificazione dello stipendio''.

2 agosto 2007
da repubblica.it

alcune sono fantastiche!!! uahahahahaha

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