http://www.mymovies.it/film/2006/ildiavolovesteprada/trailer/
trailer originale:
www.youtube.com/watch?v=zicgut4gpwU
"A bunch of crazy people"
Rimane lo stupore degli abitanti del luogo. C'è chi giura, infatti, di aver visto il gruppo pregare in ginocchio vicino agli alberi ogni giorno. E persino il sindaco non sa più cosa pensare. Gli italiani, infatti, pare che raramente escano dal loro insediamento, costantemente sotto sorveglianza. Ma secondo la versione del primo cittadino di Xul devono essere persone ricche, perché «hanno costruito case bellissime». Lancia un allarme, invece Gaspar Baquedano López, direttore del programma anti-suicidi dell'ospedale psichiatrico «Yucatán». «Il rischio - ha dichiarato- è che questo gruppo di italiani possa innescare un processo di psicosi locale».
Insomma, come già era successo alla vigilia del 2000, l'ansia del catastrofismo torna a stimolare l'immaginario collettivo. E non bisogna per forza andare in Messico per inventarsi soluzioni originali. Una società di Pontedera, la Matex Security Projects, realizza bunker anti fine del mondo, veri e propri rifugi antiatomici validi anche contro inondazioni, attacchi chimici e batteriologici. Secondo la Matex, in vista del 2012 un migliaio di persone ha già ordinato versioni personalizzate del carissimo bunker.
Mai come in queste drammatiche ore ci sentiamo di dar ragione all’economista Luigi Zingales quando dice che l’Italia è una peggiocrazia, il governo dei peggiori. La prevalenza del cretino, o comunque del mediocre, raggiunge la sua apoteosi in quella caricatura di democrazia che è diventata la nostra democrazia. Oggi qualsiasi persona di buonsenso, di destra o di sinistra, riconosce che questa politica svilita dai clown e dalle caste dovrebbe affidarsi ai seri e ai competenti. Figure alla Mario Monti, per intenderci. E ce ne sono tante. Ma qualsiasi persona di buonsenso sa anche che, se i Mario Monti si presentassero alle elezioni, le perderebbero. Perché non sono istrionici né seducenti. Verrebbero surclassati da chi conosce l’arte della promessa facile e dello slogan accattivante, in quanto una parte non piccola degli elettori è così immatura da privilegiare i peggiori: per ignoranza, corruzione, menefreghismo.
Dirò una cosa aristocratica solo in apparenza. Neppure le sacrosante primarie bastano a garantire la selezione dei migliori. Per realizzare una democrazia compiuta occorre avere il coraggio di rimettere in discussione il diritto di voto. Non posso guidare un aeroplano appellandomi al principio di uguaglianza: devo prima superare un esame di volo. Perché quindi il voto, attività non meno affascinante e pericolosa, dovrebbe essere sottratta a un esame preventivo di educazione civica e di conoscenza minima della Costituzione? E adesso lapidatemi pure.
Da La Stampa del 03/11/2011.
ps: http://leonardo.blogspot.com/2011/11/vota-chtulhu.html
Soffrire di cuore e non saperlo. Come sempre, oltre ai controlli medici di routine, le cure tempestive sono quelle che permettono di salvare la vita a numerose persone, ecco perché è importante fare attenzione a tutti i segnali inviati dal nostro corpo, perché a volte possono nascondere problemi più gravi. Per esempio, per quanto riguarda l'infarto, le persone sono convinte che il sintomo 'ufficiale' sia avvertire una fitta al petto o un dolore a un braccio. Potrebbe non essere così. Esistono infatti altri cinque insospettabili sintomi comunemente non riconducibili a questa cardiopatia che, in alcune circostanze, potrebbero essere considerati un campanello d'allarme.
Mal di collo: La tensione al collo potrebbe segnalarvi che il vostro cuore non sta bene. Se notate che il dolore non passa né con del ghiaccio né con della pomata, chiedete al medico di fare degli esami più approfonditi. I nervi danneggiati del tessuto cardiaco, infatti, potrebbero inviare un messaggio di dolore (al midollo spinale) che si può estendere sia sul collo sia sulla spalla.
Mal di orecchio e di mascella: Non avete preso freddo, non avete l’otite e pure state facendo i conti con un fastidioso quanto persistente dolore diffuso all’orecchio che si diffonde anche alla mascella. Potrebbe essere il cuore. Il motivo è il medesimo del collo. I nervi danneggiati del cuore inviano un messaggio di dolore che in questo caso colpisce, non tanto un punto preciso, quanto l’intera zona dell’ orecchio e della mascella.
Fiato corto e vertigini: Vi gira la testa o fate fatica a respirare. Più del 40% delle signore che ha avuto un infarto, ha dichiarato di aver avuto questi sintomi nei giorni precedenti al malessere. Le arterie, infatti, si bloccano e il cuore riceve meno ossigeno, la sensazione è quella di respiro corto e affanno. Questi sono anche i primi sintomi di angina pectoris e, se non soffrite di asma o di qualsiasi altra patologia polmonare, è consigliabile andare subito dal medico.
Due lavori, due stipendi, benefit deluxe. A partire dall'auto blu. Prova provata che nelle Regioni, se Mario Monti userà le forbici, c'è da tagliare, tagliare, tagliare. Si pensi che la Campania ha più dipendenti che Lombardia, Piemonte e Liguria insieme. E che organici «alla lombarda» permetterebbero risparmi per oltre 785 milioni.
Dice un rapporto della Corte dei Conti che quelle Regioni varate nel 1970 per alleggerire lo Stato, si sono via via gonfiate come un panettone impazzito. Al punto che oggi quelle 15 che sono a statuto ordinario hanno 40.384 dipendenti. Vale a dire 78,8 ogni 100 mila abitanti. Tanti, ma vale più che mai la regola del pollo di Trilussa. C'è infatti chi non arriva a 34, come appunto la Lombardia guidata da Roberto Formigoni, e chi sfonda la barriera del suono clientelare come il Molise. Dove Michele Iorio, dello stesso partito del collega milanese (a dimostrazione che anche in questo caso le differenze di colore non sono poi così importanti) governa su un piccolo regno che ogni centomila abitanti di regionali ne ha 291: 8 volte e mezzo di più.
«Polentoni» e «terroni»? Fino a un certo punto. Tanto è vero che, sempre rispetto all'unità di misura citata, la «destrorsa» regione Piemonte di dipendenti ne ha 70,5 e cioè più del doppio dei cugini lombardi. E non ha neppure peso, come dicevamo, la tintura rossa o blu. Prova ne sia che l'Umbria, da sempre amministrata dalla sinistra, ha proporzionalmente il doppio dei «regionali» (159 contro 74,5 ogni centomila residenti) della vicina Toscana. Quanto alla tanto maledetta «Roma ladrona», il Lazio si ritrova a essere con l'indice 62,8 non solo nettamente al di sotto della media ma addirittura di regioni comunemente più virtuose quali l'Emilia-Romagna (68) o la Liguria (68,6).
Una giungla inestricabile. Che dimostra come il principio di autonomia costituzionale abbia avuto giorno dopo giorno un'interpretazione assai singolare: ogni Regione va per conto proprio. Con sprechi e diseconomie in molti casi allucinanti. Basti dire che, se si utilizzasse come criterio generale il parametro della Lombardia (quei 34 «regionali» scarsi ogni centomila residenti) quelle quindici regioni ordinarie, che hanno esattamente le stesse competenze, potrebbero tagliare addirittura 23.015 unità. E svolgere gli stessi compiti quotidiani con appena 17.369 persone. Con un risparmio, per le casse pubbliche, di 785 milioni e 350 mila euro l'anno. È la somma che avrebbe permesso lo scorso anno di compensare largamente il costo (645 milioni) degli interventi d'emergenza per i disastri ambientali. Oppure permetterebbe di coprire in nove anni il costo del piano straordinario di infrastrutture per il Sud. Per non parlare dei risparmi impliciti nel dimagrimento di strutture spesso elefantiache e inefficienti: ogni ufficio in più, ogni dirigente in più, ogni funzionario in più vuole mettere becco in questa o quella pratica. Non sono una ricchezza: sono un lacciuolo supplementare.
Ci sono numeri davanti ai quali è impossibile non fare un salto sulla sedia. Quei 17.369 dipendenti che utilizzando il «parametro lombardo» basterebbero a far funzionare le 15 Regioni ordinarie, sono infatti meno di quanti sono oggi in carico alla Campania (che negli ultimi quattro anni ha ancora gonfiato gli organici di circa il 10%), alla Puglia, alla Calabria, alla Basilicata. I quali sono 17.607. E non parliamo della Sicilia. Dove, secondo i giornalisti Enrico Del Mercato ed Emanuele Lauria, autori del libro «La zavorra» (un atto d'accusa della classe dirigente locale micidiale proprio perché scagliato da siciliani) i dipendenti complessivi del ciclopico carrozzone guidato da Raffaele Lombardo, compresi forestali e precari e dipendenti delle Asl, sono 144.147. Ma ne riparleremo.
Per adeguarsi al parametro virtuoso, il governatore della Campania Stefano Caldoro sarebbe costretto ad affrontare moti di piazza: dovrebbe perdere 6.007 dipendenti, con un risparmio pazzesco, pari a oltre il 68% della spesa per gli stipendi. Parliamo di una cifra che nel 2009 avrebbe coperto un terzo del disavanzo sanitario regionale. Ma ancora più dura sarebbe la cura per una Regione "rossa" per eccellenza come l'Umbria. Il suo personale dovrebbe dimagrire di quasi il 79%, passando da 1.432 a 305 unità. E anche le Marche potrebbero avere bruttissime sorprese, dovendo scendere da 1.487 a 529 dipendenti. Mentre il personale di una terza Regione storicamente amministrata dal centrosinistra, la Basilicata, sarebbe ridotto di cinque volte: da 1.052 a 200.
C'è chi dirà: certo, Stato, Regioni ed Enti locali sono da sempre un ammortizzatore, soprattutto al Sud. Vogliamo licenziare tutti quelli in soprannumero? Buttare nella disperazione, di questi tempi, decine di migliaia di famiglie? No, certo. Ma è fuori discussione che numeri come quelli devono dare risultati diversi. Garantire un'efficienza diversa. Da recuperare anche attraverso una maggiore elasticità. E una rottura con vecchi meccanismi inaccettabili a maggior ragione dall'Europa, chiamata oggi a intervenire per arginare problemi dovuti proprio alla scarsa credibilità.
Quale credibilità può avere, ad esempio, una regione come quella campana governata fino all'anno scorso da Antonio Bassolino dove le promozioni sono state distribuite per anni nel modo indecente denunciato da un rapporto degli ispettori della ragioneria generale dello Stato? C'è scritto, in quel dossier, che pressoché tutti i dipendenti hanno goduto, nel periodo compreso fra il 2002 e il 2008, di «progressioni orizzontali». Cioè, in gergo tecnico, aumenti di stipendio concessi nel pubblico impiego a parità di mansione. Fatta eccezione per 21 persone che proprio non potevano essere salvate a causa di gravi provvedimenti disciplinari, solo fra il 2004 e il 2005 ne hanno goduto in 7.254 sui 7.275 allora in servizio. Vale a dire il 99,7%. Dov'è, il «merito»? Perché mai un inglese, un francese, un danese dovrebbero tirar fuori soldi per un Paese come il nostro se prima non spazza via scelte clientelari e indecenti come queste? Come la spieghiamo, agli europei, la sproporzione insultante nella distribuzione dei dirigenti?
Il record assoluto lo detiene il Molise. Con 320 mila abitanti, non solo ha quei 934 dipendenti regionali di cui dicevamo. Ma la bellezza di 87 dirigenti: undici volte di più, in proporzione, di quelli che avrebbe allineandosi alla Lombardia: 8. Ma sono tante le regioni che perderebbero grappoli di dirigenti: scenderebbe da 221 a 128 del Veneto, da 114 a 35 l'Abruzzo, da 93 a 23 l'Umbria, da 167 a 52 la Calabria, da 71 a 15 la Basilicata...
Una strage di colletti bianchi. Immaginatevi dunque la preoccupazione, nel caso il nuovo governo decidesse di mettere ordine, di quel «colletto» di cui dicevamo, il calabrese Nicola Durante. Un uomo dalla doppia vita. Nella prima guadagna una busta paga come giudice del Tar di Salerno, dove dicono di vederlo quando c'è udienza e dove mesi fa ha annullato il sequestro di una casa abusiva perché il decreto di abbattimento non era stato notificato al titolare dell'abuso ma consegnato a mano a suo fratello. Nella seconda fa il Capo dell'Ufficio Legislativo della regione Calabria, dove è stato preso dal governatore Giuseppe Scopelliti con un contratto da 176.426 euro e 57 centesimi l'anno. Più una «retribuzione annua di risultato». Più i rimborsi spese «a pie' di lista». Più il «trattamento di missione nella misura massima prevista per la dirigenza regionale». Più, a spese dei cittadini, si capisce una speciale «copertura assicurativa della responsabilità civile e amministrativa per i danni eventualmente arrecati a terzi o alla Regione nell'esercizio dell'attività istituzionale, ivi comprese le eventuali spese di giudizio sostenute». «E l'auto blu?», direte voi ansiosi. Tranquilli: ce l'ha, ce l'haGIOVENTU' CARD, in collaborazione con il Consorzio Brescia Mercati, propone due incontri GRATUITI riservati ai possessori della GIOVENTU' CARD per riscoprire il gusto ed il piacere di un'alimentazione sana ed equilibrata.
Due momenti ricchi di attività, assaggi, spunti e approfondimenti per riportare sulle nostre tavole le varietà di frutta e verdura necessarie al nostro benessere.
Gli incontri si svolgeranno presso l'Ortomercato di Brescia in Via Orzinuovi n. 6
GIOVEDI' 17 NOVEMBRE
dalle 18.30 alle 20.30
GIOVEDI' 24 NOVEMBRE
dalle 18.30 alle 20.30
Al termine di ogni incontro verrà offerto un aperitivo di degustazione!
L'iscrizione è gratuita ma obbligatoria.
Per segnalare la tua partecipazione manda una mail a claudia.ghidori@
presso
L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Brescia, da sempre sensibile alle problematiche del proprio territorio, facendo seguito all'adozione del Piano di Governo del Territorio del Comune di Brescia, avvenuta con Deliberazione del Consiglio Comunale il 29 settembre 2011, e considerata la possibilità di presentare osservazioni fino al 20 dicembre 2011, organizza, per i propri iscritti, un incontro con gli estensori del Piano.
Saranno presenti l'Assessore all'Urbanistica ed alla Gestione del Territorio Avv. Paola Vilardi, il consulente del Comune di Brescia Prof. Arch. Francesco Karrer, e il Responsabile del Settore Urbanistica Arch. Gianpiero Ribolla che illustreranno i punti salienti del nuovo strumento urbanistico e saranno disponibili per domande e chiarimenti.
Programma:
Ore 17.30 Saluto del Presidente dell'Ordine Ing. Marco Belardi
Ore 17.40 Saluto dell'Assessore Avv. Paola Vilardi
Ore 17.50 Interventi del Prof. Arch. Francesco Karrer e dell'Arch. Gianpiero Ribolla
Ore 19.00 Dibattito