Come sapete son stato a L'Aquila e ho visto&sentito il dramma che ha colpito quella popolazione... quindi di certo non posso esser accusato di mancanza di sensibilità verso chi ha vissuto quel trauma.
Detto ciò, nessuna persona al mondo ad oggi (chi lo sa poi che in futuro si trovi un modo) può prevedere dove e quando accadrà un terremoto.
Quindi quello che stiamo sentendo in questi giorni è assurdo ( http://www.focus.it/scienza/l-aquila-sei-anni-di-carcere-per-gli-scienziati-della-commissione-grandi-rischi_C12.aspx )
L'altra sera si discuteva di questo e la Tizi consigliava di andare a legger la paginetta del verbale della riunione che tenne la Commissione Grandi Rischi il 31 marzo 2009 (una settimana prima del sisma n.d.r.)
Eccola qui sotto:
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Su segnalazione di Tizi...
RIUNIONE COMMISSIONE GRANDI RISCHI
L’Aquila, 31 marzo 2009
Verbale
Sono presenti, per la commissione grandi rischi,
Prof. Barberi (vicepresidente),
Prof. Boschi (INGV), accompagnato dal Dott. Selvaggi (Responsabile CNT),
Prof. Calvi (EUCENTRE),
Prof. Eva (Università di Genova),
per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile,
il Prof. De Bernardinis (vicecapo settore tecnicooperativo),
Prof. Dolce (Direttore Ufficio Rischio Sismico),
l’Assessore della Protezione Civile della Regione Abruzzo,
il Sindaco del Comune di L’Aquila,
il Dott. Altero Leone (Responsabile della PC regionale),
altri rappresentanti del DPC e della Regione.
La riunione ha inizio alle ore 18.30.
Apre i lavori il Prof. De Bernardinis che porta i saluti del Capo del
Dipartimento della Protezione Civile. La
riunione odierna si è resa
necessaria per esaminare la fenomenologia sismica in atto da alcuni mesi
nel territorio della Provincia Aquilana, che è culminata con la scossa
di magnitudo 4.0 del 30.03.09. Alla riunione partecipano le massime
autorità scientifiche del settore sismico, in grado di fornire il quadro
più aggiornato e affidabile di quanto sta accadendo.
Il Prof. Dolce fornisce un primo inquadramento delle problematiche da
affrontare, con riferimento al quadro che emerge dalle registrazioni e
valutazioni dell’INGV e della rete RAN del DPC, e dalle notizie fornite
dalle Protezione civile regionale sui danneggiamenti subiti dalle
costruzioni. Distribuisce un documento preparato dal DPC, nel quale sono
riportate, tra l’altro, le registrazioni accelerometriche della RAN ed
alcune elaborazioni. Evidenzia come la scossa di ieri sia stata
preceduta da una sequenza sismica che dura oramai da quasi sei mesi, con
scosse di magnitudo mai superiore al 2.7, e seguita da una serie di
scosse, la prima delle quali di magnitudo 3.5 seguita da altre di
magnitudo inferiore. Evidenzia inoltre come si siano registrati picchi
di accelerazioni piuttosto alti, rispetto alla magnitudo, fino a 0.14g. A
queste registrazioni corrispondono però spettri di risposta di forma
stretta, con picco per periodi molto bassi, ed una durata di pochi
secondi.
Prende poi la parola il Prof. Boschi, per completare il quadro
conoscitivo del fenomeno. L’attività sismica a L’Aquila si manifesta in
un’area di confine tra due grosse strutture sismogenetiche.
I forti
terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. Improbabile
che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può
escludere in maniera assoluta.
Il dott. Selvaggi riporta come la sequenza in corso sia molto seguita
dal Centro Terremoti, che localizza e segnala tutte le scosse di
magnitudo almeno 1.4. Procede quindi ad un commento del documento
dell’INGV distribuito all’inizio della riunione. L’area appare
caratterizzata da un’attività pressochè costante, con terremoti
distribuiti su tutte le ore del giorno e della notte, e non
prevalentemente in alcune ore.
Al termine dell’esposizione del quadro conoscitivo, prende la parola il
Prof. Barberi, per indirizzare e condurre la discussione, specificando,
innanzitutto, gli scopi della riunione:
1) fare una valutazione oggettiva degli eventi sismici in atto in relazione a quanto si possa prevedere;
2) discutere e fornire indicazioni sugli allarmi diffusi nella popolazione.
A proposito del primo punto, il Prof. Barberi
evidenzia come sia
estremamente difficile fare previsione temporali sull’evoluzione dei
fenomeni sismici. Si può fare riferimento alla conoscenza storica, da
cui emerge l’elevata sismicità del territorio abruzzese.
La domanda da
porre agli specialisti è se nei terremoti del passato c’è testimonianza
di sequenze sismiche che precedono forti terremoti.
Il Prof. Eva
spiega cha la casistica è molto limitata, anche perchè
terremoti così piccoli non venivano registrati nel passato.
In tempi
recenti non ci sono stati forti eventi, ma numerosi sciami che, però,
non hanno preceduto grossi eventi (esempio in Garfagnana). Ovviamente
essendo la zona di L’Aquila sismica, non è possibile affermare che non
ci saranno terremoti.
Il Prof. Boschi spiega che, se si guarda una faglia attiva, la sismicità
è in un certo modo sempre attiva, manifestandosi attraverso scorrimenti
lenti, piccoli terremoti e, talvolta, terremoti forti. Quindi la
semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce
fenomeno precursore. Guardando l’Italia nel suo complesso probabilmente
c’è una logica che governa lo sviluppo dei terremoti. E ancor più questa
logica può riguardare l’intero pianeta Terra. Ma questa logica non è
ancora nota e non è perciò possibile fare previsioni. E’ invece molto
noto che
il Comune di L’Aquila è classificato in zona 2, e dunque è
caratterizzato da una sismicità che
richiede una particolare attenzione
verso le costruzioni, che vanno rafforzate e rese capaci di resistere ai
terremoti.
Il Prof. Calvi fa notare, sulla base del documento distribuito dal DPC,
che le registrazioni delle scosse sono caratterizzate da forti picchi di
accelerazione, ma con spostamenti spettrali molto contenuti, di pochi
millimetri, e perciò difficilmente in grado di produrre danni alle
strutture. C’è quindi da attendersi danni alla strutture più sensibili
alle accelerazioni, quali quelle a comportamento fragile.
Il Dott. Selvaggi evidenzia come ci siano stati anche alcuni terremoti
recenti preceduti da scosse più piccole alcuni giorni o settimane prima,
ma è anche vero che
molte sequenze in tempi recenti non si sono poi
risolte in forti terremoti.
Il Prof. Barberi
conclude che non c’è nessun motivo per cui si possa
dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere
considerata precursore di un forte evento.
Riguardo al secondo punto, l’Assessore alla PC della regione chiede se
si possa affermare con sicurezza che non si debba dare credito a
chiunque affermi di poter fare previsioni e proponga strumenti allo
scopo.
Il Prof. Barberi, riferendosi a quanto sta accadendo a L’Aquila, spiega
come
le misurazioni del gas Radon ai fini previsionali dei terremoti sia
un problema molto vecchio e oramai a lungo studiato, senza arrivare a
soluzioni utili. Sicuramente in preparazione o in concomitanza dei
fenomeni sismici ci sono fenomeni geochimici, la cui complessità è,
però, tale da non poter essere utilizzati come precursori. Dunque,
oggi
non ci sono strumenti per fare previsioni e qualunque previsione non ha
fondamento scientifico. Il problema va, invece, visto nei termini
generali, perché
l’unica difesa dai terremoti consiste nei rafforzare le
costruzioni e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto. Un
altro importante aspetto da curare ai fini di protezione civile è
migliorare il livello di preparazione a gestire un’emergenza sismica.
Tutti i componenti della Commissione concordano con questa valutazione.
Il Prof. De Bernardinis, infine, pone la questione sul tipo e entità del
danneggiamento che terremoti di questo tipo possono procurare.
In relazione a quanto detto in precedenza dal Prof. Calvi, il Prof.
Dolce evidenzia la vulnerabilità di parti fragili non strutturali e
evidenzia come sia importante, nei prossimi rilievi agli edifici
scolastici, verificare la presenza di tali elementi, quali
controsoffittature, camini, cornicioni in condizioni precarie.
La riunione ha termine alle ore 19.30.
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Ora, molti di noi hanno fatto l'esame di Sismica (e pure la tesi) e leggendo converranno che non mi pare abbiano detto nulla di diverso da quello che si sa: ci sono state tante scosse negli ultimi mesi; al di là della magnitudo sono state importanti le accelerazioni; L'Aquila è zona sismica, ci sono stati in passato terromoti devastanti, i tempi di ritorno sono di centinaia di anni; ecc...
Nessuno ha detto "tranquilli non ci sarà un evento devastante", anche perchè su che basi si poteva far un'affermazione del genere?
L'unica cosa che ad oggi (lo ribadisco x' tutti ci si augura che col progresso scientifico domani in qualche modo si scopra il metodo per prevederli!!) si può fare è la PREVENZIONE, ossia costruire in modo antisismico e cercar di migliorar l'esistente.
Anche le mappe del rischio sismico sono solo indicative e basate sulla storia: caso esemplare l'ultimo terremoto in Emilia, avvenuto in una zona che stando ai casi storici registrati non era particolarmente "rischiosa".
Non ha nessuno senso condannare delle persone, chiunque esse siano, perchè non hanno evacuato la città! e cosa evacuavi, l'Aquila, la provinicia, tutto l'Abruzzo?
e per quanto tempo?
Ribadisco sono morte 300persone ed è stata una tragedia ma non ha senso seguire la consetudine italiana della caccia al caproespiatorio.
Gli unici che si possono condannare son quelli che non hanno costruito con le dovute accortezze in una zona altamente sismica e che lo è da sempre!
Solo che in Italia ci si dimentica velocemente della storia e delle sue tragedie invece di prenderle come esempi da non ripetere (nel 1944 c'è stata eruzione del Vesuvio, ma negli ultimi 60anni non si è fatto altro che costruire li intorno. Ogni anno ci sono esondazioni che distruggono tutto, ma si continua a costruire nel letto dei fiumi. e si potrebbe proseguir per ore con esempi di questo tipo)
Se poi si deve per forza impiccare qualcuno su pubblica piazza così la Massa è accontentata proseguiamo pure su questa strada, ma qui si torna davvero ai tempi del Medioevo e dei roghi!