giovedì, ottobre 25, 2012

Torniamo al tempo di Galileo?

Come sapete son stato a L'Aquila e ho visto&sentito il dramma che ha colpito quella popolazione... quindi di certo non posso esser accusato di mancanza di sensibilità verso chi ha vissuto quel trauma.

Detto ciò, nessuna persona al mondo ad oggi (chi lo sa poi che in futuro si trovi un modo) può prevedere dove e quando accadrà un terremoto.
Quindi quello che stiamo sentendo in questi giorni è assurdo ( http://www.focus.it/scienza/l-aquila-sei-anni-di-carcere-per-gli-scienziati-della-commissione-grandi-rischi_C12.aspx )

L'altra sera si discuteva di questo e la Tizi consigliava di andare a legger la paginetta del verbale della riunione che tenne la Commissione Grandi Rischi il 31 marzo 2009 (una settimana prima del sisma n.d.r.) 
Eccola qui sotto:


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Su segnalazione di Tizi...

RIUNIONE COMMISSIONE GRANDI RISCHI

L’Aquila, 31 marzo 2009

Verbale

Sono presenti, per la commissione grandi rischi,
Prof. Barberi (vicepresidente),
Prof. Boschi (INGV), accompagnato dal Dott. Selvaggi (Responsabile CNT),
Prof. Calvi (EUCENTRE),
Prof. Eva (Università di Genova),
per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile,
il Prof. De Bernardinis (vicecapo settore tecnicooperativo),
Prof. Dolce (Direttore Ufficio Rischio Sismico),
l’Assessore della Protezione Civile della Regione Abruzzo,
il Sindaco del Comune di L’Aquila,
il Dott. Altero Leone (Responsabile della PC regionale),
altri rappresentanti del DPC e della Regione.

La riunione ha inizio alle ore 18.30.

Apre i lavori il Prof. De Bernardinis che porta i saluti del Capo del Dipartimento della Protezione Civile. La riunione odierna si è resa necessaria per esaminare la fenomenologia sismica in atto da alcuni mesi nel territorio della Provincia Aquilana, che è culminata con la scossa di magnitudo 4.0 del 30.03.09. Alla riunione partecipano le massime autorità scientifiche del settore sismico, in grado di fornire il quadro più aggiornato e affidabile di quanto sta accadendo.

Il Prof. Dolce fornisce un primo inquadramento delle problematiche da affrontare, con riferimento al quadro che emerge dalle registrazioni e valutazioni dell’INGV e della rete RAN del DPC, e dalle notizie fornite dalle Protezione civile regionale sui danneggiamenti subiti dalle costruzioni. Distribuisce un documento preparato dal DPC, nel quale sono riportate, tra l’altro, le registrazioni accelerometriche della RAN ed alcune elaborazioni. Evidenzia come la scossa di ieri sia stata preceduta da una sequenza sismica che dura oramai da quasi sei mesi, con scosse di magnitudo mai superiore al 2.7, e seguita da una serie di scosse, la prima delle quali di magnitudo 3.5 seguita da altre di magnitudo inferiore. Evidenzia inoltre come si siano registrati picchi di accelerazioni piuttosto alti, rispetto alla magnitudo, fino a 0.14g. A queste registrazioni corrispondono però spettri di risposta di forma stretta, con picco per periodi molto bassi, ed una durata di pochi secondi.

Prende poi la parola il Prof. Boschi, per completare il quadro conoscitivo del fenomeno. L’attività sismica a L’Aquila si manifesta in un’area di confine tra due grosse strutture sismogenetiche. I forti terremoti in Abruzzo hanno periodi di ritorno molto lunghi. Improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703, pur se non si può escludere in maniera assoluta.

Il dott. Selvaggi riporta come la sequenza in corso sia molto seguita dal Centro Terremoti, che localizza e segnala tutte le scosse di magnitudo almeno 1.4. Procede quindi ad un commento del documento dell’INGV distribuito all’inizio della riunione. L’area appare caratterizzata da un’attività pressochè costante, con terremoti distribuiti su tutte le ore del giorno e della notte, e non prevalentemente in alcune ore.

Al termine dell’esposizione del quadro conoscitivo, prende la parola il Prof. Barberi, per indirizzare e condurre la discussione, specificando, innanzitutto, gli scopi della riunione:

1) fare una valutazione oggettiva degli eventi sismici in atto in relazione a quanto si possa prevedere;

2) discutere e fornire indicazioni sugli allarmi diffusi nella popolazione.

A proposito del primo punto, il Prof. Barberi evidenzia come sia estremamente difficile fare previsione temporali sull’evoluzione dei fenomeni sismici. Si può fare riferimento alla conoscenza storica, da cui emerge l’elevata sismicità del territorio abruzzese. La domanda da porre agli specialisti è se nei terremoti del passato c’è testimonianza di sequenze sismiche che precedono forti terremoti.

Il Prof. Eva spiega cha la casistica è molto limitata, anche perchè terremoti così piccoli non venivano registrati nel passato. In tempi recenti non ci sono stati forti eventi, ma numerosi sciami che, però, non hanno preceduto grossi eventi (esempio in Garfagnana). Ovviamente essendo la zona di L’Aquila sismica, non è possibile affermare che non ci saranno terremoti.

Il Prof. Boschi spiega che, se si guarda una faglia attiva, la sismicità è in un certo modo sempre attiva, manifestandosi attraverso scorrimenti lenti, piccoli terremoti e, talvolta, terremoti forti. Quindi la semplice osservazione di molti piccoli terremoti non costituisce fenomeno precursore. Guardando l’Italia nel suo complesso probabilmente c’è una logica che governa lo sviluppo dei terremoti. E ancor più questa logica può riguardare l’intero pianeta Terra. Ma questa logica non è ancora nota e non è perciò possibile fare previsioni. E’ invece molto noto che il Comune di L’Aquila è classificato in zona 2, e dunque è caratterizzato da una sismicità che richiede una particolare attenzione verso le costruzioni, che vanno rafforzate e rese capaci di resistere ai terremoti.

Il Prof. Calvi fa notare, sulla base del documento distribuito dal DPC, che le registrazioni delle scosse sono caratterizzate da forti picchi di accelerazione, ma con spostamenti spettrali molto contenuti, di pochi millimetri, e perciò difficilmente in grado di produrre danni alle strutture. C’è quindi da attendersi danni alla strutture più sensibili alle accelerazioni, quali quelle a comportamento fragile.

Il Dott. Selvaggi evidenzia come ci siano stati anche alcuni terremoti recenti preceduti da scosse più piccole alcuni giorni o settimane prima, ma è anche vero che molte sequenze in tempi recenti non si sono poi risolte in forti terremoti.

Il Prof. Barberi conclude che non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento.

Riguardo al secondo punto, l’Assessore alla PC della regione chiede se si possa affermare con sicurezza che non si debba dare credito a chiunque affermi di poter fare previsioni e proponga strumenti allo scopo.

Il Prof. Barberi, riferendosi a quanto sta accadendo a L’Aquila, spiega come le misurazioni del gas Radon ai fini previsionali dei terremoti sia un problema molto vecchio e oramai a lungo studiato, senza arrivare a soluzioni utili. Sicuramente in preparazione o in concomitanza dei fenomeni sismici ci sono fenomeni geochimici, la cui complessità è, però, tale da non poter essere utilizzati come precursori. Dunque, oggi non ci sono strumenti per fare previsioni e qualunque previsione non ha fondamento scientifico. Il problema va, invece, visto nei termini generali, perché l’unica difesa dai terremoti consiste nei rafforzare le costruzioni e migliorare la loro capacità di resistere al terremoto. Un altro importante aspetto da curare ai fini di protezione civile è migliorare il livello di preparazione a gestire un’emergenza sismica. Tutti i componenti della Commissione concordano con questa valutazione.

Il Prof. De Bernardinis, infine, pone la questione sul tipo e entità del danneggiamento che terremoti di questo tipo possono procurare.

In relazione a quanto detto in precedenza dal Prof. Calvi, il Prof. Dolce evidenzia la vulnerabilità di parti fragili non strutturali e evidenzia come sia importante, nei prossimi rilievi agli edifici scolastici, verificare la presenza di tali elementi, quali controsoffittature, camini, cornicioni in condizioni precarie.

La riunione ha termine alle ore 19.30.

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Ora, molti di noi hanno fatto l'esame di Sismica (e pure la tesi) e leggendo converranno che non mi pare abbiano detto nulla di diverso da quello che si sa: ci sono state tante scosse negli ultimi mesi; al di là della magnitudo sono state importanti le accelerazioni; L'Aquila è zona sismica, ci sono stati in passato terromoti devastanti, i tempi di ritorno sono di centinaia di anni; ecc...
Nessuno ha detto "tranquilli non ci sarà un evento devastante", anche perchè su che basi si poteva far un'affermazione del genere?

L'unica cosa che ad oggi (lo ribadisco x' tutti ci si augura che col progresso scientifico domani in qualche modo si scopra il metodo per prevederli!!) si può fare è la PREVENZIONE, ossia costruire in modo antisismico e cercar di migliorar l'esistente.
Anche le mappe del rischio sismico sono solo indicative e basate sulla storia: caso esemplare l'ultimo terremoto in Emilia, avvenuto in una zona che stando ai casi storici registrati non era particolarmente "rischiosa".

Non ha nessuno senso condannare delle persone, chiunque esse siano, perchè non hanno evacuato la città! e cosa evacuavi, l'Aquila, la provinicia, tutto l'Abruzzo?
e per quanto tempo?
Ribadisco sono morte 300persone ed è stata una tragedia ma non ha senso seguire la consetudine italiana della caccia al caproespiatorio.
Gli unici che si possono condannare son quelli che non hanno costruito con le dovute accortezze in una zona altamente sismica e che lo è da sempre!
Solo che in Italia ci si dimentica velocemente della storia e delle sue tragedie invece di prenderle come esempi da non ripetere (nel 1944 c'è stata eruzione del Vesuvio, ma negli ultimi 60anni non si è fatto altro che costruire li intorno. Ogni anno ci sono esondazioni che distruggono tutto, ma si continua a costruire nel letto dei fiumi. e si potrebbe proseguir per ore con esempi di questo tipo)

Se poi si deve per forza impiccare qualcuno su pubblica piazza così la Massa è accontentata proseguiamo pure su questa strada, ma qui si torna davvero ai tempi del Medioevo e dei roghi!



7 commenti:

lu ha detto...

Ottime considerazioni. Una sola nota: siamo sicuri che evacuare 60.000 persone non avrebbe fatto morti o feriti?
Io ne dubito fortemente. E poi dove li fai evacuare? A 50 km? E se il terremoto colpisce quella zona e non quella evacuata?
I politici si riempiono la bocca di parole che nemmeno conoscono, e mi fa schifo che pensino che il nostro lavoro sia come il loro, ovvero privo di responsabilità personali. Nessuno della Commissione si è mai nascosto dietro un dito scaricando il barile, mentre i vari prefetti e super-amministratori non hanno mai smesso di giocare al rimpallo.
Sono disgustato, dal messaggio che passa presso l'opinione pubblica in questo senso.

Vex ha detto...

Sottoscrivo in pieno marco.

Stefano ha detto...

Dagli anziani ho sentito dire: “Poerà Italia, èn vènsèm po’ dè guère”.
Qui non si tratta di vincere guerre, ma il concetto è lo stesso. Povera Italia, da qui non ti riprendi più, da qui non riporti più vittorie, da qui ti arretri.
E allora all’estero che concetto passa? Italia paese di mafiosi e p…., paese in cui nessuno vuole investire, paese in cui i pagamenti e la giustizia non sono certi, non danno sicurezza, paese dove dominano gli indovini sulla scienza.
Beh, direi evoluto questo paese.

E alla fine una domanda mi sorge spontanea: perché in tutto il mondo, anche in zone con maggior rischio sismico, invece che perdere tempo ad indovinare dove, come e quando, avverrà un evento sismico, si applicano per costruire meglio? Perché si affidano a tecniche costruttive CONSOLIDATE e non a previsioni nel futuro? Ma diteglielo che basta una sfera di cristallo, due programmi televisivi di “approfondimento” e qualche migliaio di “Pappagalli mangerecci” per evitare tutti quei mostri in cemento armato.
Le crociate le abbiamo già iniziate, la caccia alle streghe pure, ora ci mancavano pure gli indovini, quale sarà la prossima evoluzione?..... Poerà Italia…..

Marco ha detto...


Stanotte magnitudo 5 tra Calabria e Basilicata.

Ecco che accadde 1mese fa con la commissione Grandi Rischi:
http://www.polisblog.it/post/26277/terremoto-nel-pollino-lo-sciame-aveva-fatto-litigare-la-commissione-grandi-rischi-e-franco-gabrielli

Stefano ha detto...

Io farei evacuare l'intero paese

http://legacy.ingv.it/roma/reti/rms/bollettino/index.php?date=2012_03_16&lang=it

Oppure organizzerei danze propiziatorie per convincere la placca Africana a lasciare in pace la placca EuroAsiatica

lu ha detto...

Segnalo che Gabrielli è quel genio che ha detto che gli emiliani hanno gestito meglio la situazione post-sisma degli aquilani

http://luciofattori.blogspot.it/2012/10/emiliani-sono-meglio-degli-aquilani.html?m=1

ANNABET ha detto...

Guarda un po'... Un'altro terremoto... I maghi indovini non sono ancora stati messi a capo della commissione grandi rischi visto che tutti si sono dimessi?????
E' veramente uno schifo... Noi siamo indignati e l'opinione pubblica se n'è già dimenticata... Persone così non fanno abbastanza audience... Non sono mica Foxy Noxy o Avetrana...
Una vita dedicata allo studio dei terremoti e poi condannati per la mancata previsione di un fenomeno imprevedibile... Direi che a livello internazionale facciamo sempre figure di m... Altro che bunga bunga...