mercoledì, giugno 08, 2011

Un incubo infinito


Sul volo della morte Rio-Parigi
l'agonia durò 3 minuti e mezzo


Nuovi particolari sul tragico viaggio dell'1 giugno 2009.
Il pilota diceva: "Dati sballati"


È durata 3 minuti e 30 secondi l’agonia delle 228 persone che si trovavano a bordo dell’Airbus A330 di Air France che, partito da Rio de Janiero verso Parigi, precipitò nell’oceano Atlantico il primo giugno 2009. In quel breve lasso di tempo, il velivolo era in caduta libera, con i computer fuori controllo, e uno dei piloti ha detto: «Tutti i dati sono sballati».

A due anni dal dramma, il Bea (Bureau Enquete Analyse) ha potuto leggere le scatole nere, ripescate incredibilmente in fondo al mare neanche un mese fa ancora in buono stato, e ricostruire gli ultimi istanti del volo AF447. L’emergenza inizia verso le 2 di notte con uno stall warning (allarme di stallo , due ore e mezza dopo il decollo da Rio. Appena otto-nove minuti prima il capitano ha lasciato i comandi ai due copiloti, per il suo turno di riposo. L’aereo sta per entrare in una zona di forte turbolenza.

La situazione precipita nei minuti che seguono: alle 2:10:05 (UTC), il pilota automatico si disattiva, i parametri della velocità cominciano ad impazzire e parte l’allarme di stallo. A questo punto l’Airbus è salito a 12mila metri, prima di cominciare una discesa senza scampo: 3 minuti e 30 secondi di terrore, in cui i piloti non riescono a riprenderne il controllo. In meno di un minuto, due misure di velocità diverse si accendono sui monitor, una di queste indica un abbassamento brutale della velocità. Un’avaria che per molti tecnici è dovuta al malfunzionamento dei sensori Pitot (Thales) che, gelando a certe altitudini, forniscono dati erronei sulla velocità. Più volte i copiloti richiamano il comandante, ma quando quest’ultimo rientra in cabina, non riesce a riprendere il controllo.

«Nessuna delle indicazioni che abbiamo è valida», dice uno dei piloti alle 2:12:02. Sono i momenti finali dell’aereo, che sta precipitando di 10.000 piedi al minuto con il muso leggermente verso l’alto. La registrazione delle scatole nere si ferma alle 2:14:28. Il rendiconto mostra che i piloti hanno tentato più volte di far cabrare l’aereo, comando che, fanno notare già fonti di stampa e esperti, è contrario alla procedura standard d’emergenza. In caso di stallo, si applica, spiegano, la manovra opposta, la picchiata. Il Bea ha già promesso un nuovo rapporto entro la fine di luglio, che potrà in particolare far luce su questo aspetto. La nota di oggi per• non soddisfa le famiglie delle vittime brasiliane, per le quali niente è ancora detto sulle cause reali dell’incidente. Da tempo mettono in causa la concezione dell’A330 nell’incidente per il quale Air France e Airbus sono già imputate di «omicidio colposo».

Per voce degli avvocati hanno chiesto una procedura per direttissima al tribunale di Tolosa. Da parte sua, Liberation pubblica una nota giudiziaria del 20 marzo 2011 che è riuscito a procurarsi, in cui si legge che il dramma va imputato anche alla «mancanza di preparazione» dei piloti nell’affrontare questo tipo di crisi e che le procedure messe a punto da Airbus per risolvere i problemi legati ai sensori erano «difficili da applicare» e «inadatte» alla situazione.

27 maggio 2011
da lastampa.it

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