giovedì, febbraio 04, 2010

Sordi, ciechi e solitari la nostra vita al tempo dell'iPod

http://www.repubblica.it/rubriche/bussole/2010/02/03/news/sordi_ciechi_e_solitari_la_nostra_vita_al_tempo_dell_ipod-2179413/

Oggi mi sono recato a Milano in treno. Ne ho approfittato per accompagnare mio figlio Nicola a Vicenza. A scuola. Si è seduto in auto, nel sedile dietro. Io ho cominciato a parlargli. Delle lezioni del mattino, del Chievo, di suo fratello, del viaggio a Londra, ormai prossimo. Così, per risvegliarmi insieme a lui, vista l'ora. Nessun segnale. Nessuna risposta. Non dormiva, come immaginavo. Semplicemente, era altrove. Da solo con se stesso. IPod e cuffie. Immerso nel suo metal, in grado di svegliarlo, sicuramente, più di ogni chiacchiera con me. Così ho rinunciato.

Ho proseguito fino all'incrocio accanto al suo liceo. Mi sono fermato con il rosso, la porta si è aperta. E lui se n'è andato con un ciao distratto. Risucchiato dal flusso degli studenti. Tutti rigorosamente attrezzati di cuffia e Ipod. Tutti soli in mezzo agli altri. Ho tirato dritto fino alla stazione. Parcheggiata l'auto, ho preso al volo il Freccia Rossa (o forse Argento, non ricordo). E mi sono sistemato al mio posto. Il vagone, pieno di professionisti, in missione. Tutti con il portatile aperto, sul tavolino di fronte a loro. Intenti a navigare, comunicare via email, Facebook, Twitter. Alcuni immersi nella visione di un film o di un video. Con cuffia. Per non disturbare e non essere disturbati. Poi i cellulari. Un concerto di suonerie, le più diverse. Sinfonie, riff di James Brown, accordi dei Deep Purple, rombi di monoposto di Formula 1. Cani che abbaiano e bimbi che piangono. Meno fastidiosi, certo, dei dialoghi e delle risposte. I cazzi loro recitati ad alta voce, ci mancherebbe. Abituati ad essere soli in mezzo al mondo. Sempre soli. Tutti soli. Ovviamente, armati di occhiali neri. Per guardarsi intorno senza mostrare gli occhi. Cioè: senza essere visti. In mezzo al vagone, tre persone (sindacalisti, mi pare) impegnate a discutere. A voce alta, ma non più degli altri che telefonavano. Le ho trovate irritanti, tanto era strano vedere e sentire dei passeggeri parlare tra loro. Uno davanti all'altro. Gli unici a comportarsi come non fossero da soli. Insopportabile. Per cui ho aperto la mia cartella, ho estratto il Mac Air, mi sono connesso alla posta elettronica e ho indossato gli occhiali neri. Poi, ho acceso i'iPod. E, mentre dalle cuffie uscivano le note di Karma Police dei Radiohead, mi sono sentito tranquillo. Anch'io: finalmente solo.

Ilvo Diamanti

9 commenti:

Marco ha detto...

Quindi quando ci troviamo e siamo sempre i più casinisti nel raggio di 500m non è colpa nostra: sono gli altri che sono un po' orsi e troppo silenziosi e fanno risaltare ancor di più le nostre "suadenti" voci ;-)

gigì ha detto...

Credo che la apple abbia inventato le cuffiette "a penetrazione" proprio per questo motivo. Credo.

ciccio ha detto...

bell'articolo/riflessione: paura...
seria paura....

PSPSPSPSPSPSPS:
cmq... e' sicuramente un fenomeno + diffuso al nord italia.... a Napoli i bambini mica vanno per strada con l'Ipod!!!... Ah, gia'...caz... quasi dimenticavo... al sud NON esistono i "professionisti in missione, tutti con il portatile aperto, sul tavolino di una metro...", secondo me non esistono neanche gli AppleStore... che tèrù!

Vex ha detto...

bello! ma non è un problema di tecnologia… Leggere un libro/un giornale/una relazione sul treno o nel bar o in un qalsiasi luogo pubblico porta a isolarsi tanto quanto dietro a un notebook, o ascoltando un Ipod.

ciccio ha detto...

azz.. in effetti Vex hai ragione...
se uno viaggia non puo' "attaccar bottone" con tutti quelli che gli stanno intorno... inevitabilmente si tende ad isolarsi...

pero', lo sai anche tu... chissa' per quale principio fisico se vivi in un palazzo di Messina, ci si conosce tutti e si sa tutto di tutti, se vivi in un palazzo ad Aosta, in ascensore neanche ci si parla...

cioe', quello che voglio dire... e' che sordi, ciechi e solitari a 360° mi sembra che ci stiamo davvero diventando sempre +! ufffff!!

Vex ha detto...

bè questo è vero...Poi alle volte si finisce sempre nello stesso posto a mangiare e ci si trova a fare meccanicamente gli stessi riti, senza magari conoscere nemmeno il nome di chi ti serve e viceversa... Anche se ogni tanto c'è il bisogno di alienarsi dal mondo!

gigì ha detto...

Bugia, bugia!! Non sapete quanti ne ho agganciati con la storia del "maddai...proprio il mio autore preferito!!!"
Un libro E' socializzazione!!

Comunque io resisto: record di "attacco bottone" nella cloakroom for ladies del prestigiosissimo Reform Club di Londra... E son riuscita a farmi dire "but that's a gorgeous dress!" IO!!!!!!

...non ha prezzo...

Marco ha detto...

E come è andata con gli Italians????
Hai parlato con Severgnini???

gigì ha detto...

eeee...ora casino perche' devo recuperare il lavoro perso, ma vi raccontero' per bene!