mercoledì, febbraio 03, 2010

Conto alla rovescia per imbavagliare il Web

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?
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Ci interessa!!!


Atteso entro il 4 febbraio il parere del Parlamento sul decreto Romani

di Giampaolo Scaglione

A voler imporre un pesante giogo alla libera diffusione delle idee via Internet la Cina non è sola. C’è un partner d’eccezione, che risponde al nome di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, nelle vesti stavolta, di tycoon.

La faccenda è recentissima e poco nota, oscurata com’è stata dalle ultime notizie di reato sul fronte Mediaset (ipotesi di compravendita di titoli cinematografici a prezzi gonfiati con relativa frode fiscale etc. etc.). Oltreoceano se n’è parlato, in compenso, persino su Time.

In apparenza, si tratta di misure che accoglierebbero nella nostra legislazione una direttiva comunitaria (la 2007/65), che prevede di mettere al bando de lege la pornografia dagli schermi degli internauti in tenera età. Non solo: anche i siti dal contenuto violento sarebbero d’ora in poi territorio proibito per bambini e adolescenti. Un’iniziativa in sé lodevole, insomma.

Tanta solerzia da parte del governo nei confronti di navigatori meno…scafati per ragioni anagrafiche ha un suo perché: si vuole de facto attribuire agli Internet provider – cioè le aziende che permettono lo smistamento del traffico in Rete – la responsabilità di quel che accade sul Web: a partire, come è ovvio, dalla liceità dei contenuti.

Con una similitudine non troppo azzardata, sarebbe come rendere la concessionaria di un’autostrada responsabile della guida pericolosa di un’automobilista in stato di ebbrezza. Basterebbe ben poco, in definitiva, a mettere fuori legge un qualsiasi video o un qualsiasi blog, senza che esso sia in sé "pornografico" o "violento": una (anche) piccola violazione di copyright e il gioco (del governo) è fatto.

È altrettanto chiaro che i contenuti "vietati" per ragioni di salvaguardia del diritto d’autore potrebbero tornare in gioco…a pagamento su siti che la stessa Mediaset potrebbe fornire, in un domani non troppo lontano.

Da notare che, a ovest dell’ex-cortina di ferro, l’Italia sarebbe il primo e unico Paese ad avere in vigore misure di legge di questo genere. Il pericolo "censura" comincerebbe così a concretizzarsi. Molto presto, peraltro, dato che entro il 4 febbraio le commissioni di entrambe le Camere che sono state interpellate sulla questione dovranno esprimere un loro parere; poi sarà il Consiglio dei Ministri, in una delle sue prossime riunioni, a prendere l’ultima decisione, ovvero a ratificare la volontà delle alte sfere governative, senza fare sconti a chicchessia.

A prevenire ogni possibile obiezione è sceso in campo Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni nonché berlusconiano della primissima ora nonché ispiratore del decreto legislativo in questione (che verrà deliberato dal Consiglio dei Ministri il prossimo 4 febbraio) "non intende mettere il bavaglio all’informazione on-line né limitare la possibilità di espressione di blogger e utenti dei social network". E tanto per essere chiari, a finire sotto la lente d’ingrandimento del governo sono Youtube e Facebook. Il primo, per essere il più importante punto di riferimento per chi cerca immagini in Rete – e Mediaset non può non essere danneggiata da eventuali violazioni di copyright.

Per Fb il discorso si fa più complesso: in gioco, le pagine che inneggiano alla violenza contro Berlusconi, da dove sarebbe partito secondo il ministro Maroni l’input per l’attentato di Milano al premier nello scorso dicembre.

Tartaglia, il mancato carnefice, vittima di una suggestione mediatica di origine non televisiva, insomma. Pesanti le sanzioni previste dal governo per i siti che non rispetteranno le indicazioni contenute nel decreto: multe fino a 150.000 euro, per intenderci. Niente, però, rispetto ai 500 milioni di euro che Mediaset avrebbe intenzione di chiedere a Youtube-Google a titolo di risarcimento danni per l’abuso del materiale video prodotto dall’azienda del premier.

Come a dire: la libertà ha un prezzo. Per Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd, la strategia del Biscione ha come obiettivo un rilancio in grande stile della tv (privata, come è ovvio) quale asse portante della comunicazione di massa. I cinesi, dal canto loro, lo fanno per una questione ideologica e per introdurre una sorta di autarchia dell’e-commerce.

Ma attenzione: c’è chi crede, come Carlo Carnevali Maffe, docente alla Bocconi di Milano, che la direttiva europea recepita dal governo italiano possa introdurre una sorta di "fattore di regolazione" della Rete: "Io non posso considerare Youtube un qualcosa che ha apportato dei benefici all’umanità – ha chiarito il professore in un’intervista – piuttosto diamoci una piattaforma legale più aggiornata per dare a tutti pari opportunità nella competizione in Rete".

Dal quartier generale in Europa di Youtube-Google si spera in un ripensamento del governo italiano prima del fatidico 4 febbraio. Ma a voler considerare i precedenti in questo senso (vedi innalzamento dell’Iva a Sky), non c’è da essere troppo ottimisti: sarà una coincidenza, ma Internet è (o era?) l’unico ramo della comunicazione ancora non dominato dalle aziende del premier.

Su segnalazione di Paola.

8 commenti:

Fede ha detto...

Premetto che parlo da ignorante nel senso che il testo della legge non l'ho letto, ma mi permetto di criticare l'articolo. Secondo me ha una serie di passaggi logici che di concreto non hanno nulla!
1)se dovessi parlare di qualcosa di importante che è accaduto recentemente parlerei del terremoto di Haiti. Berlusconi, con tutti i media a sé asserviti, non ha nessun interesse a far parlare della sentenza Mediaset. Oppure...
2)Non ho capito il passaggio in cui i contenuti violenti o pornografici per i bambini possono in primis diventare questioni di copyright, in secondo luogo regolare il traffico degli adulti
3)Mediaset offre già i suoi contenuti a pagamento sul web, mi pare che si chiami Ri-video e se qualche porblema di copyright si pone, credo che la Warner o la Sony Music abbiano qualche interesse in più del signor Berlusconi...e di sicuro più strumenti legali e finanziari per farsi valere. Tantopiù che youtube da già ampi poteri di cancellazione dei video a chi ne detiene i diritti. Questioni di copyright mi sembrano ben più inerenti ai ciruiti peer-to-peer
4) In francia gli internet provider sono già stati incaricati di sorvegliare il traffico dei loro utenti e specificatamente per il peer to peer...senza troppi giri di parole o scuse. Dopo tre avvisi ti tagliano la connessione. (ok, devono sottostare ad un ok di un ufficio governativo, ma di fatto sono i poliziotti della rete, anche se non i giudici)
5) Passare da problemi(supposti) di copyright a censura ben ce ne passa...
6) youtube e facebook sono setacciati dall'alba al tramonto dai giornalisti di studio aperto per trovare il povero cane abbandonato e da quelli del tg2 per gli atti di bullismo...è noto che se un gruppo dissidente volesse organizzare un attentato partirebbe da lì, no? Così, alla luce del sole...i matti non credo passino per forza da facebook o youtube per avere idee strane in testa. Credo che il bar del quartiere vada meglio!
7) Cosa c'entrano i 500 milioni in tutto questo? Se passasse il decreto, se effettivamente la supposta questione copyright dovesse entrare in gioco, Mediaset potrebbe far cancellare i video (e ne ha già ampiamente diritto) e basta. E i 500 milioni? Cosa cambierebbe? Nulla. La legge, per come poco spiegata, non è retroattiva, non influirebbe sul verdetto e processo come prima.
8) Sarò male informato io ma non mi risulta che nessun provider sia di proprietà di Berlusconi. Non farebbe prima a istituire un organismo di supervisione di internet a livello governativo? Perfettamente mascherato, ma efficacemente studiato...
9) la più importante: come dice la "popolare" canzone...INTERNET IS FOR PORN! Riuscire a far sparire il porno da internet...credo sia più facile conquistare il mondo (in effetti il prof. assomiglia un po' a quell'ometto...devo trovare Mignolo ora!)
Detto questo sostengo anche che internet deve essere il più libera possibile. Non digerivo la legge che equiparava i blog a testate editoriali e non digerirei una legge che istituisce un regime di polizia sui dati che si scambiano. Meno leggi ci sono a legare la comunicazione via internet meglio è e credo che sia un ambiente tanto dinamico che sia difficile da bloccare con l'apparato burocratico che abbiamo, con i suoi ritmi. Esempio pratico di questa difficoltà di regolazione è visibile in Cina ed Iran (e penso che ce sia molta di differenza con l'Italia) da cui tante informazioni passano comunque.

Fede ha detto...

P.S. Mi pare molto peggio avere mille legittimi impedimenti per presenziare ai processi pendenti ma avere il tempo di correre al san Raffaele per valutare gli esiti dell'attentato. (me l'ha chiesto il magistrato...) e MOOOLTO figura di ca--a (e preoccupante se si vogliono vedere i precendeti storici) invece questa: http://www.corriere.it/politica/10_febbraio_02/libro-berlusconi-foto-ritoccata_70d1b068-1018-11df-9603-00144f02aabe.shtml
(riporto il titolo: "Folla e bandiere clonate, volto illuminato
Le foto ritoccate del nuovo libro su Silvio") ma per favore...

fede ha detto...

ultimo p.s. Se il volo pindarico porno-copyright fosse stato fatto dal governo non mi stupirei, ma in caso il giornalista l'ha spiegato veramente in maniera orribile!

Vex ha detto...

Anch'io penso che meno lacci ci siano su internet e meglio sia. Certo quello del copyright è un problema serio, (come anche la tutela dei minori, ma quello sarebbe facilmente risolvibile se i genitori svolgessero il loro ruolo e limitassero l'accesso a internet ai bambini) ogni volta che posto un articolo col copia incolla mi chiedo se sto commettendo una violazione. Leggendolo sul blog non andiamo sulla pagina del giornale, facendone diminuire il suo valore in termini di pubblicità... Però è lo stesso concetto di copyright che dovrebbe essere rimesso in discussione perchè arretrato rispetto ai moderni mezzi di divulgazione. Riguardo all'articolo... Boh non ho capito niente di quello che dice la legge, e fa mille giri per dire che il cattivo è berlusconi, e che è l'ennesima legge per il suo interesse e per le sue aziende. Mah, mi sembra un pò tirato per i capelli. Cazzarola sembra che per certa gente una legge sia sbagliata SOLO E SOLTANTO SE Berlusconi ne ha dei vantaggi personali, (per altri è vero l'opposto), che sia giusta o sbagliata in se e in che termini, non ha nessuna importanza.

Marco ha detto...

Ieri la Giorgia mi ha anticipato, volevo postar questi
http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/02/02/news/decreto_romani_click_sicuro-2163307/
http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/01/14/news/video_su_internet_stretta_del_governo_rispettare_il_diritto_d_autore-1941563/

Ora,assolutamente d'accordo sul voler controllare contenuti porno&tutte le schifezze affini,ma, come dice Vex, questo sta ai genitori!Puoi metter il parental control, i filtri e mille altri modi x limitar al minimo (impedir è impossible)il fatto che tuo figlio si imbatta in cose che nn dovrebbe veder. Non è invece accettabile che il governo con questa "scusa" (e tutte le altre) venga a porre dei limiti a tutti!In un blog si discute,si scambiano idee che possono esser a favore/contro chi c'è al potere. Questo però non significa che se uno malato lancia una statuetta in ghigna al presidente è x' ha letto su Facebook che Berlusconi è brutto o cattivo!In passato si discuteva in un bar o ad un circolo, ma non lo chiudevano x questo!!!
Per quanto riguarda il copyright, li la situazione è un po' più complicata...
l'UNICA COSA che dobbiam fare TUTTI (e praticamente l'abbiam sempre fatto) QUI SUL BLOG è mettere SEMPRE IL LINK delle notizie/articoli che postiamo:
non ci costa nulla, è giusto nei confronti di chi ha scritto il pezzo e poi rende rintracciabile la fonte.

gigì ha detto...

Che poi in caso vengono a prendere voi. hihi.

paolangela ha detto...

Secondo me gli italiani si stanno svendendo la libertà infatuati da un nanetto malefico.
Il problema è che gli anziani possono, con lpetà, aver perso capacità critica, ma i giovani...

Vex ha detto...

Mmmh non è problema di nano malefico... Tutti i governi si stanno interrogando su come tutelare il copyright su intenet, e stanno seguendo strade sbagliate perchè assecondano la lobby degli editori. Però se si preferisce pensare che la fonte del male sia solo MrB... boh... sicuramente è più vicino alle esigenze degli editori, ma non credo che altri governi e di altro colore non lo siano (il senatore De Benedetti conta qualcosa o sbaglio?). Ciò non toglie che da quel poco che ho capito sia una legge pessima.