venerdì, dicembre 02, 2011

La regina degli assenteisti


La donna, 45 anni, è indagata per truffa e falso
Due figli inventati, portantina ai domiciliari
Al Sant'Orsola, 6 giorni di lavoro in 9 anni:
solo dopo 8 i controlli e il licenziamento

BOLOGNA - A modo suo ha stabilito un record difficile da battere: in nove anni è riuscita a lavorare appena sei giorni, il resto del tempo l’ha passato a casa (stipendiata), in malattia o in gravidanza. Peccato che Ettore e Agata, i nomi dei bimbi per i quali aveva ottenuto il congedo per maternità, non sono mai esistiti. La fannullona da guinness è un’ausiliaria ospedaliera in servizio al Sant’Orsola dal 1995 e impiegata, si fa per dire, nell’area assistenziale. Dal 2002, quando è nata sua figlia, quella vera, in ospedale non si è quasi mai vista.

Silvia S., bolognese di 44 anni, è stata arrestata lunedì dai carabinieri del Nas in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari chiesta dal pm Claudio Santangelo e firmata dal gip Alberto Gamberini. La donna, licenziata a giugno dal Policlinico per aver superato il tetto massimo di assenze, è accusata di truffa aggravata e falso ideologico in atto pubblico, in pratica avrebbe costruito un castello di bugie e ingannato tutti (Policlinico, Inps e Fisco) garantendosi stipendio, assegni di maternità e detrazioni per figli mai nati.

Ci sono voluti otto anni alla direzione sanitaria del Sant’Orsola per capire che qualcosa non quadrava. La dipendente «fantasma» era già sotto la lente per le prolungate assenze dovute a una dermatite (vera) da contatto con i detersivi riconosciuta come causa di servizio. Poi nel luglio 2010 in ospedale si sono accorti che nelle autocertificazioni presentate dall’ausiliaria c’erano incongruenze nelle date di nascita dei bimbi. A volte era sbagliato addirittura l’anno e in qualche caso pure il luogo. Così è scattata la segnalazione ed è partita l’inchiesta. Secondo le indagini Silvia S., descritta come scaltra e parecchio introdotta nell’ambiente, al punto da spacciarsi per psicologa del Sant’Orsola con medici e ginecologi, ha iniziato a fare carte false nel 2003 quando al consultorio in zona Corticella che l’aveva seguita per la prima gravidanza, quella vera, ha detto che era di nuovo incinta, rischiava un aborto e doveva stare a riposo.

Il medico le ha rilasciato il certificato di gravidanza a rischio e le ha prescritto analisi che non ha mai fatto. Da lì sono partiti a cascata tutti i benefici. Stesso copione nel 2008, quando a rilasciare il certificato è stata una ginecologa del Maggiore a cui la donna ha portato l’incartamento del consultorio e un referto del pronto soccorso per una presunta emorragia. Lamentava dolori all’addome e il medico le ha prescritto ecografie e visite alle quali non si è mai presentata. In tutto questo tempo ha prodotto false autocertificazioni in cui ha dichiarato che i figli erano nati in Spagna. I carabinieri hanno spulciato l’anagrafe, anche quella dei nati all’estero. Niente.

Nel frattempo le assenze per dermatite o per svenimenti da inalazione di detersivi, proseguivano senza sosta grazie ai certificati di una decina di medici di base di un poliambulatorio bolognese, sui quali sono in corso accertamenti. L’ausiliaria è difesa dall’avvocato Elisabetta d’Errico: «Aspettiamo l’interrogatorio di garanzia», dice l’avvocato. Èin programma sabato. Oltre al profilo penale le viene addebitato un danno erariale di 33.117 euro.


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