Australia
Fai shopping, Ikea ti tiene il marito
«Mi tiene d’occhio il marito mentre vado a far compere?»
C’è già chi la definisce un’idea sessista, non gli uomini che si sono accomodati nella créche per adulti di Ikea, a Sydney, in Australia. Loro, felici, a smanettare con videogiochi, flipper e calciobalilla, e le mogli, poco più in là, a soffermarsi per lunghi minuti (che spesso ai loro compagni sembrano ore) davanti a eserciti di comodini, divani, tende, lampadari. Magari prendere appunti con le minimatite con logo che tutti almeno una volta nella vita abbiamo usato e poi rubacchiato guadagnando l’uscita. Non prima di litigare con quei nomi nordici, esotici quanto incomprensibili: Kvarnvik, Byholma, Stenstorp, Förhöja...
Ebbene, al posto dell’impronunciabile Kvarnvik (che poi, a chi rimanesse il dubbio, è un contenitore), gli uomini australiani parcheggiati dalle loro compagne hanno letto scritte ben più amichevoli, come Space Invaders: uno dei videogiochi più semplici e intramontabili della storia del computer. Una manopola per spostarsi e un tasto per sparare ad alieni, esteticamente molto grezzi, che si avvicinano. Un mito per chi era adolescente nei primissimi anni Ottanta e oggi si ritrova con moglie o fidanzata a metter su (o semplicemente a posto) casa.
Gli altri svaghi messi a disposizione dei mariti lasciati in custodia da Ikea sono il flipper, la XBox, il biliardino, e una tv che sputa immagini di sport vari. Un condensato del meglio e del peggio della giornata di relax al maschile, in cui non potevano mancare bibite e snack assortiti, dalle patatine ai mini hot-dog. Tutto gratis ovviamente, tanto la dolce metà con la testa tra gli scaffali e la mano nel portafoglio saprà come bilanciare la spesa una volta arrivata alla casse.
Quel che per ora è solo un esperimento, nato in concomitanza con la Giornata del Papà, potrebbe anche prendere piede. In Europa non è ancora previsto l’allestimento di questa area per mariti allergici allo shopping. Ma su Internet, dalle parti di San Francisco, c’è già chi sta chiedendo a gran voce lo sbarco di Manland. “Terra degli uomini”, così si chiama questa bislacca idea metà australiana e metà svedese, che riprende il nome dell’area bambini “Smaland”, rivelatasi un vero successo planetario.
Questa è l’Ikea, almeno a Sydney. Dove i piccoli scorrazzano felici tra scivoli, pupazzi e maxicuscini colorati. E i grandi ciondolano perfettamente a loro agio tra tv al plasma e alieni al computer che sembrano disegnati da un occupante di “Smaland”. D’altronde date a un uomo di qualsiasi età o latitudine un biliardino e vedrete che farà lo stesso largo sorriso del figlio lasciato a nuotare in una vasca di palle colorate qualche metro più in là. O di qualche moglie che usa la carta di credito con la stessa abilità e disinvoltura con cui i mariti pigiano i tasti del caro vecchio flipper.
Poi tutti a casa. Ricreazione finita. Tanto c’è Ikea che pensa a tutto. Ma proprio a tutto: c’è pure una voce che ricorda a mogli e fidanzate di andare a riprendersi i rispettivi consorti. Anche perché, una volta a casa, non è male avere qualcuno che ti dà una mano a montare quei comodini nuovi con quel nome strano.
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