giovedì, agosto 04, 2011

saltellando fra i blog

Default Italia: 99 Giorni al Fallimento – Cosa Vuol Dire Fallire per un Paese

Default, la parolina straniera che tanti pronunciano con leggerezza, è considerata generalmente una malattia leggera che prima o poi tutti devono fare, come il morbillo, gli orecchioni o la scarlattina.
Niente di più falso. Il livello di sviluppo di una nazione non si misura solo col PIL o con la tecnologia che è in grado di progettare/produrre, ma anche dalla pace sociale, dalla sicurezza che è in grado di assicurare ai propri cittadini. Non solo in termini di repressione della criminalità, ma in termini di certezza delle istituzioni: la legge, l’ordine, l’assistenza sanitaria, la chiarezza nei rapporti di lavoro, la stabilità dei redditi e l’affidabilità che lo stato è in grado di garantire quando fa una promessa ai suoi cittadini.

Fallire non è solo dire: non sono in grado di pagare i miei debiti, ma anche rinunciare di colpo al livello di sviluppo raggiunto con il lavoro di tante generazioni. In queste ore si parla di tutto: iva sociale, prelievi coatti della tredicesima e di un’altra mensilità per tutti i dipendenti e pensionati, eliminazione dell’assistenza sanitaria diretta, abrogazione dell’articolo 18 per garantire una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, posticipo dell’erogazione dei trattamenti di fine rapporto (le liquidazioni, per intenderci).

Si tratta sicuramente di misure efficaci perché garantiscono gettiti e risparmi immediati, sicuri, quantificabili e una sorta di finanziamento indiretto all’industria tramite la possibilità di poter licenziare in tutta libertà e di poter trattenere le liquidazioni. Altro che le fesserie della riduzione dei costi della politica. Solo l’abolizione delle province e delle comunità montane richiederebbe anni per il trasferimento delle competenze, mentre l’eliminazione dei vitalizi causerebbe una pioggia di ricorsi per la negazione di un diritto acquisito. Ora che i creditori bussano alla porta ci vogliono i denari, non le promesse.

Immaginate quale tipo di nazione ci aspetta dopo l’11-11-11, la data nella quale il Sole 24 Ore ha previsto il fallimento per l’Italia. Stipendi prelevati di forza dallo stato, medicine e visite a pagamento, licenziamenti con una semplice letterina prestampata, una cambiale al posto della liquidazione, rischio di poter perdere la casa perché non si è in grado di pagare il mutuo o il fitto. Praticamente la pace civile abrogata da un giorno all’altro.

Certo, magari a chi legge brucia il sedere perché fino a oggi ha lavorato come un ciuco, paga il mutuo e non ha un euro di debito. Perché si dovrebbe trovare precipitato nel terzo mondo senza aver fatto nulla? Questa domanda ha una risposta semplicissima: perché fino ad oggi si è disinteressato di quello che la politica faceva al suo paese. Ha accettato che un gruppo di potere ristretto detenesse il controllo del suo destino mentre lui guardava Valentino Rossi in tv e si è interessato veramente di Berlusconi solo quando c’era da guardare le fotine della Ruby o della Minetti su internet. Si pecca per opere, ma anche per omissioni.

L’inverno del 2011 inizia ad agosto. Farà tanto freddo che tutti ci ammaleremo d’anarchia.

DELLEFRAGILICOSE

7 commenti:

PIZ ha detto...

http://www.unavignettadipv.it/public/blog/upload/MN%20-%20falce%20e%20martello%20Low.jpg

PIZ ha detto...

Conflitto di interessi?

http://tv.repubblica.it/politica/berlusconi-investirei-in-mie-aziende-in-borsa/73818/72109?pagefrom=1

Vex ha detto...

Quindi una bella patrimoniale? Visto che il debito dello stato è grande, ma l'indebitamento dei privati è minimo? Il problema non è il debito pubblico italiano che ricordo al netto degli interessi sul debito,l'Italia presenta conti in positivo. Il problema è che l'Unione Europea è ancora un ibrido. Una moneta unica su cui nazioni diverse pagano interessi diversi per i rispettivi debiti nazionali. L'Italia ha dei problemi di funzionalità della spesa pubblica e di riduzione della stessa. Ma quello che sta accadendo adesso non ha nulla a che fare con le debolezze italiane. E' piuttosto relativo alle debolezze strutturali dell'Unione Europea. Ma se è l' occasione per sforbiciare un pò di spese inutili e ridurre la presenza dello Stato nell'economia ben venga.

Guelfo ha detto...

non ne capisco granché di economia ma leggendo l'articolo del blog e l'originale del sole 24ore il problema da affrontare ancor prima che monetario mi sembra strutturale, da un lato la Germania in ripresa economica dall'altro praticamente tutto il resto d'Europa in stagnazione per non dire in lenta e progressiva recessione... lo spred tra BtP e Bund è solo uno dei mille parametri che evidenziano questa diversità...
...la spesa pubblica italiana è certamente un grosso problema (e come tale va risolto), ma prima, secondo me, si dovrebbe trovare un modo per allineare tutti gli stati europei... non ha senso che in un'unica entità come dovrebbe essere l'Europa, con un'unica moneta, la stessa quota di debito pesi in maniera notevolmente diversa sulle tasche dei cittadini.
Da questo punto di vista gli stati uniti dovrebbero essere un esempio...da loro l'innalzamento del tetto del debito pesa in egual misura sulle tasche di un cittadino del Montana come su quelle di un cittadino della California (almeno in termini generali), e molto probabilmente i 2 stati hanno livelli di produttività molto differenti.

Vex ha detto...

hai perfettamente ragione guelfo... la Grecia paga se non sbaglio l'11% dul suo debito... la Germania molto meno... Secondo voi la Grecia può fallire? Certo che sì, potrebbe se fosse uno stato in uno stato federale (come è successo a inizio mese al Minnesota) non potrà mai fallire come Stato membro dell'unione Europea, perchè altrimenti la nostra moneta sarebbe carta straccia... E questo vale tanto più per l'Italia. Quindi dimentichiamoci il rischio default, che peraltro non corriamo e preoccupiamoci di come recuperare competività, ricordandoci che se siamo dove siamo ora è per colpa di un eccesso di Stato rispetto all'iniziativa privata, non per un suo difetto.

Vex ha detto...

e intanto per colpa di questa deficienza strutturale dell'europa, gli interessi sul mio mutuo crescono!:D

paolangela ha detto...

il Vex del secondo intervento ha ragione.
Uno stato solo potrebbe aver dei vantaggi fallendo, uno stato membro dell'Europa, con investimenti stranieri non può fallire