martedì, dicembre 07, 2010

15 commenti:

vex ha detto...

E scrivergli invece una letterina come a Babbo Natale pare brutto? Comunque aspiranti suicidi non sulle linee ferroviarie.. lì al massimo comunicate con i piccioni.

lu ha detto...

Riflessiva. Secondo me chi si suicida non crede in Dio, e quindi non ha nulla da comunicargli. O forse ci crede come "idea" ma non come "entità".
Però un pensiero riflessivo, grazie.

vex ha detto...

Comunque non sulle ferrovie, please!! Si riesce solo a farsi dare dei patetici perdenti sfigati, se lo si fa buttandosi contro un treno.

gigi' ha detto...

"Là - si diceva, guardando nell'ombra del carro la sabbia mista a carbone di cui erano sparse le traverse - là, proprio nel mezzo, e lo punirò, e mi libererò da tutti e da me stessa".
Voleva cadere sotto il primo vagone che giungesse alla sua altezza nel punto mediano; ma il sacchetto rosso che aveva preso a togliere dal braccio, la trattenne, ed era già tardi; il punto mediano le era passato accanto. Bisognava aspettare il vagone seguente. Un sentimento simile a quello che provava quando, facendo il bagno, si preparava a entrar nell'acqua, la prese, ed ella si fece il segno della croce. Il gesto abituale della croce suscitò nell'anima sua tutta una serie di ricordi verginali e infantili, e a un tratto l'oscurità che per lei copriva tutto si lacerò, e la vita le apparve per un attimo con tutte le sue luminose gioie passate. Ma ella non staccava gli occhi dalle ruote del secondo vagone che si avvicinava. E proprio nel momento in cui il punto mediano fra le ruote giunse alla sua altezza, ella gettò indietro il sacchetto rosso, ritirò la testa fra le spalle, cadde sulle mani sotto il vagone e con movimento leggero, quasi preparandosi a rialzarsi subito, si lasciò andare in ginocchio. E in quell'attimo stesso inorridì di quello che faceva. "Dove sono? che faccio? perché?". Voleva sollevarsi, ripiegarsi all'indietro, ma qualcosa di enorme, di inesorabile le dette un urto nel capo e la trascinò per la schiena. "Signore, perdonami tutto!" ella disse, sentendo l'impossibilità della lotta. Un contadino, dicendo qualcosa, lavorava su del ferro. E la candela, alla cui luce aveva letto il libro pieno di ansie e di inganni, di dolore e di male, avvampò di una luce più viva che mai, le schiarì tutto quello che prima era nelle tenebre, crepitò, prese ad oscurarsi e si spense per sempre.

LEV TOLSTOJ, Anna Karenina

lu ha detto...

Avere avuto a che fare con un suicida provoca nei familiari e negli amici rimasti un senso di colpa difficilmente superabile in breve tempo. Accettiamo la morte naturale o per malattia perchè la vita ci ha preparati. Ma quando una persona vicina si toglie la vita la domanda che ti fai è "Potevo evitarlo?". Lui si toglie la vita e risolve i suoi problemi, ma ne lascia di amari a quelli a cui teneva.

vex ha detto...

e poi tutti quei pezzi di anna karenina sparsi sui binari per centinaia di metri.... Voglio dire vi buttate sotto un treno? almeno numeratevi le membra del corpo così è più facile ricomporvi, tipo puzzle... echeccavolo!

Ugo Balestrieri ha detto...

Lunedì scorso... Suicidio... Ragazza di 27 anni... Madre da 2 mesi...
C'è poca letteratura e molto dramma nel suicidio...
Comunque la ragazza aveva messo il collo a cavalcioni del binario ed il macchinista del treno ha trovato la testa a 4.5m dal corpo...
Terrificante...

lu ha detto...

Esatto poca letteratura e molto dramma. E la figlia? E i genitori? E il padre della piccola? Ci immaginiamo i sensi di colpa? Ecco secondo me perchè chi si suicida non può credere in Dio nel senso della fede. Sarebbe una contraddizione in termini.

Ps: discorsi seri in vista del Natale?

vex ha detto...

Mmmh bèh le mie battute son macabre, ma nella loro crudezza rispondono al vero. Inoltre penso che il ridicolizzare il suicidio e il suicida, sia un deterrente crudele e spietato ma molto efficace. Chi vorrebbe mai morire sapendo che la sua fine sarà fonte di sadiche risate tra i vivi? La serietà e la compassione verso un gesto così terribile e tragico, in un certo senso tendono a nobilitarlo. E per urtare il dolore, misto a rimorsi e rimpianti che il gesto lascia, si ignorano la vigliaccheria, la pateticità e l'egoismo del suicida nonchè la banalità e l'inutilità di un gesto immensamente stupido. Per citare un mio carissimo amico "ho pietà per il suicida, ma disprezzo quello che ha fatto."

ceco ha detto...

Nonostante la mia totale ignoranza in materia credo che se si è nella condizione di suicidarsi le parole vigliaccheria, pateticità, banalità non abbiano un gran significato e ci siano ben pochi deterrenti.
La maggior parte delle volte è difficile accorgersi della disperazione che si nasconde dentro alcune persone.
Molte volte però, facciamo fatica ad osservare e capire le persone che ci stanno accanto, anche per le cose apparentemente meno importanti. Forse è per non voglia, forse perchè è più facile o forse più semplicemente per egoismo.

lu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lu ha detto...

E' per quello che ho detto prima che il problema post-suicidio è il senso di colpa dei congiunti che restano. Alcuni si sentono direttamente responsabili anche se cercano di spiegargli che malattie fisiche o mentali hanno portato la persona al gesto e che loro non c'entrano nulla.
Il cercare la platealità (ponti, treno, altro) è un modo del suicida per prendere "coraggio" e perchè spesso il suicidio è un gesto disperato (ma purtroppo inutile) di richiesta di aiuto.

vex ha detto...

già poveri piccoli patetici suicidi... Però ricordate che la platealità non corre sulle ferrovie! Piuttosto andate sul ponte di brooklin che ci son anche i telefoni con l'sos suicidio e che vi mettono in diretto contatto con lo psicologo.

Ugo ha detto...

Ma è gratis lo psicologo o te lo addebitano poi? :-))

vex ha detto...

EHEH Solo in caso di successo! :D