giovedì, luglio 22, 2010

Solita storia all'italiana?


Il 6 maggio 2009, ore 3:32, a un mese esatto dal terremoto de L’Aquila, le radio italiane hanno trasmesso per la prima volta la canzone
Domani 21/04.2009: riadattamento del pezzo (quasi) omonimo scritto nel 2003 da Marco Pagani, figlia dell’impegno di 56 artisti italiani radunati sotto il nome di “Artisti per l’Abruzzo” con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricostruzione della città. La canzone ha incassato oltre un milione di euro, che gli artisti hanno versato al ministero dei beni culturali.
A distanza di oltre sei mesi dal versamento, e nonostante la trasparenza richiesta fin dall’inizio dai promotori del progetto, si è persa traccia della somma, inizialmente destinata alla ricostruzione del Conservatorio «Alfredo Casella» e del Teatro Stabile d’Abruzzo de L’Aquila.
E quindi oggi il supergruppo si riunisce di nuovo, stavolta per firmare una lettera rivolta al ministro Bondi, pubblicata da
La Stampa:


"Dove sono i fondi per l'Aquila?"
I musicisti italiani al ministro Bondi:
usate il denaro che abbiamo raccolto



GLI ARTISTI UNITI PER L'ABRUZZO*
Onorevole Ministro Bondi, pochi giorni dopo il terremoto che ha colpito l'Abruzzo nel 2009 ci siamo ritrovati in uno studio di registrazione di Milano e tutti insieme, nello stesso giorno, abbiamo realizzato una canzone, «Domani 21/04/2009».

Abbiamo pubblicato in tempi velocissimi un cd per manifestare la solidarietà del mondo della musica popolare italiana verso le vittime del terremoto e per raccogliere fondi per sostenere la ricostruzione.

Tutti insieme abbiamo deciso di destinare il denaro che avremmo raccolto ad un progetto che avesse anche un valore simbolico, legato in qualche modo al nostro ambito di musicisti e performer: la ricostruzione del Conservatorio «Alfredo Casella» e del Teatro Stabile d'Abruzzo de L'Aquila.

La canzone è diventata un grande successo e il cd è stato il più venduto del 2009 raccogliendo 1.183.377,35 euro. Questi soldi sono stati versati sul conto corrente del ministero dei Beni Culturali con l'impegno preciso di far utilizzare quel denaro per le ricostruzioni, rendendo tracciabile in totale trasparenza il percorso di ogni centesimo. Le alleghiamo il comunicato finale che abbiamo diffuso a proposito.

Questa trasparenza è un dovere che sentiamo nei confronti degli abruzzesi, di coloro che hanno comprato la canzone e di noi artisti che abbiamo aderito all'iniziativa. Abbiamo deciso di devolvere il denaro ad una ente governativo perché crediamo che oggi sia urgente e possibile ristabilire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini. Le ultime notizie da L'Aquila ci raccontano di una popolazione ancora alle prese con enormi problemi, aggravati dalle difficoltà e dalle lentezze con le quali si sta entrando nella fase di ricostruzione dei centri storici. L'Aquila e l'Abruzzo hanno ancora bisogno di molta attenzione e di impegno.

I riflettori dei media si stanno spegnendo e la questione della ricostruzione pare avviata verso un cammino di politicizzazione che mette a rischio la coesione del Paese intero nei confronti di un dramma che ci riguarda tutti. La nostra iniziativa è stata una goccia nel mare del denaro raccolto per far partire la ricostruzione de L'Aquila ma ci rendiamo conto del suo valore simbolico e per questo Le scriviamo, senza nessuna volontà polemica e senza nessun tono inquisitorio, ma con la decisa intenzione di esigere una risposta chiara da Lei o dai funzionari incaricati di gestire il denaro raccolto nel fondo del ministero per la ricostruzioni dei luoghi della cultura a L'Aquila.

Alle nostre ripetute domande sui tempi e i modi relativi all'utilizzo dei soldi raccolti il Suo Ministero non ha mai risposto in modo chiaro. Le scriviamo direttamente per avere il Suo sostegno per quel che riguarda l'utilizzo del denaro da noi raccolto. I ricavati dalle vendite di «Domani 21/04.2009» sono stati dall'inizio riservati ai lavori di ristrutturazione del Conservatorio e del Teatro Stabile d'Abruzzo: il Suo Ministero ci ha comunicato che ad ora l'unica destinazione è il Conservatorio Alfredo Casella che però ci risulta essere nella zona rossa de L'Aquila e dunque a tutti è chiaro che chissà quando e se cominceranno i lavori di ricostruzione. Vista la situazione ancora drammatica in cui versa la popolazione abruzzese crediamo che sarebbe più sensato individuare insieme una destinazione più prossima e tangibile, che consenta ai cittadini d'Abruzzo di utilizzare SUBITO queste risorse che, seppur poche e di certo inadeguate alle dimensioni delle loro grandi difficoltà, potrebbero almeno contribuire a risolvere qualcosa e soprattutto nell'immediato.

Attendiamo una sua risposta perché attraverso la nostra iniziativa ci sentiamo coinvolti direttamente nel destino di quelle terre colpite dalla tragedia del terremoto e vorremmo insieme a Lei e al Ministero da Lei presieduto contribuire a stimolare il più possibile le politiche di ricostruzione e di trasparenza. Aspettiamo una risposta insieme a tutti i cittadini de L'Aquila e a coloro che hanno sostenuto l'iniziativa «Domani» acquistando il disco. Grazie Signor Ministro.

* Jovanotti, Pagani, Sangiorgi, Afterhours, Baglioni, Battiato, Baustelle, Bersani, Bluvertigo, Carboni, Caparezza, Albano, Caselli, Casino Royale, Consoli, Cremonini, Dolcenera, Elio e le storie tese, Elisa, Fabi, Fabri Fibra, Ferreri, Ferro, Finardi, Frankie hi- energy, Giorgia, Grignani, di-ax, Ligabue, Malika, Mango, Maroccolo, Marracash, Morgan, Morandi, Nannini, Negramaro, Negrita, Nek, Agliardi, Pacifico, Palma, Pausini, Paci, Pelú, Pezzali, Ranieri, Renga, Ron, Ruggeri, Ruggiero, Sud sound system, Tricarico, Vecchioni, Venditti, Venuti, Zucchero.

20 luglio 2010
da ilpost.it

1 commento:

FRANCESCA ha detto...

Già.... la stessa cosa è successa con i soldi raccolti dal concerto "Amiche dell'Abruzzo" - San Siro - Giugno 2009. Le cantanti a Matrix, 2 settimane fa circa, hanno chiesto al Sindaco esattamente la stessa cosa: "che fine hanno fatto tutti i soldi raccolti?". Il Sindaco ha risposto che quei soldi erano destinati a strutture da ripristinare in zona rossa, zona tutt'ora inaccessibile. Ma la domanda è: non vi era proprio altro da ricostruire per cui valesse la pena investire quei soldi? Mah.... Come sempre, la solita storia all'italiana. Concordo.