mercoledì, luglio 21, 2010

Prima centrale idrogeno al mondo

Enel inaugura la prima
centrale a idrogeno del mondo

Costata circa 50 milioni di euro, produrrà elettricità
e calore per 20mila abitazioni a Fusina (Venezia)

Serviranno alcuni decenni per abbassare i costi dell'energia prodotta con l'idrogeno e uscire dalla nicchia dei progetti sperimentali, puntando a una più ampia diffusione di questo combustibile. Intanto Enel ha inaugurato nei giorni scorsi il primo impianto industriale del mondo alimentato con l'idrogeno: è la centrale a ciclo combinato di Fusina (Venezia), che possiede una potenza installata pari a 16 Mw per un investimento complessivo di circa 50 milioni di euro. L'impianto utilizza ogni ora quasi una tonnellata e mezzo d'idrogeno, proveniente dal petrolchimico di Porto Marghera. Produrrà circa 60 milioni di kWh l'anno, capaci di soddisfare la domanda energetica di 20mila abitazioni e risparmiando 17mila tonnellate di CO2 essendo le emissioni prossime allo zero. L'attuale tecnologia dell'idrogeno, però, è fino a sei volte più costosa rispetto a una centrale termoelettrica tradizionale. Per il momento, come ha spiegato l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, l'esempio di Fusina è destinato a rimanere una perla isolata per parecchio tempo, finché l'approvvigionamento dell'idrogeno costerà meno. Bisognerà proseguire sul terreno della ricerca scientifica e tecnologica, come sta avvenendo con il consorzio Hydrogen Park, nato nel 2003 in Veneto per sviluppare progetti nel campo dei trasporti e della generazione elettrica.




Inaugurata il 12 luglio a Fusina
Presso Venezia la prima centrale elettrica
al mondo alimentata a idrogeno

L'impianto Enel da 16 megawatt si basa su un ciclo combinato per produrre energia e calore

FUSINA (Venezia) - La prima centrale elettrica di dimensioni industriali alimentata a idrogeno al mondo è entrata in funzione lunedì 12 luglio a Fusina, in provincia di Venezia. L'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni hanno inaugurato l'impianto. La scelta di Fusina come sede della sperimentazione è dovuta alla presenza della centrale termoelettrica a carbone e del vicino polo petrolchimico di Marghera che ha fornito le materie prime. L'impianto, con una potenza di 16 Mw, si basa su un ciclo combinato in cui un turbogas viene alimentato con idrogeno per produrre energia elettrica e calore. Il turbogas è equipaggiato con un a camera di combustione sviluppata per essere alimentata con idrogeno, senza emissione di CO2 e con bassissime emissioni di ossidi di azoto. L'energia termica liberata dalla combustione viene convertita in energia elettrica nella turbina a gas, sviluppando una potenza di circa 12 Mw, mentre i fumi di scarico sono costruiti esclusivamente da aria calda e vapore acqueo. L'impianto ha richiesto un investimento complessivo di circa 50 milioni di euro.

IMPIANTO - Il rendimento del ciclo viene aumentato sfruttando il calore presente nei fumi di scarico per produrre vapore ad alta temperatura che, inviato alla centrale a carbone esistente, produce ulteriore energia per una capacità aggiuntiva di circa 4 Mw, con un rendimento elettrico complessivo pari al 41,6%. L' impianto è in grado di produrre 60 milioni di kilowattora all'anno e può soddisfare l'esigenza di 20 mila famiglie, evitando l'emissione di 17 mila tonnellate di anidride carbonica. Dopo un'ampia sperimentazione, concordata con Regione Veneto, Provincia e Comune di Venezia, la centrale è in grado di utilizzare in piena sicurezza 70 mila tonnellate di combustibile derivato dalla raccolta differenziata e dal trattamento dei rifiuti solidi urbani (Cdr). È l'equivalente dei rifiuti prodotti da 300 mila persone: usando al posto del carbone il Cdr per alimentare le caldaie della centrale, ne viene recuperato il contenuto energetico ed evitata la messa in discarica, risparmiando emissioni di CO2 pari a circa 60 mila tonnellate all'anno.

«UNA PERLA» - Si tratta di una «perla ingegneristica unica al mondo. Utilizza idrogeno anche se per il momento questa tecnologia è 5-6 volte più costosa di un impianto normale. Per questo non dobbiamo smettere di investire in Ricerca e sviluppo», ha sottolineato l'ad dell'Enel Fulvio Conti.

12 luglio 2010
da corriere.it

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