Il Fisco a caccia di evasori. Via Facebook
Le news comunicate attraverso i social network possono aiutare gli esattori. Ma anche i topi di appartamento
WASHINGTON - Utenti di Facebook state in guardia soprattutto da voi stessi. Occhio a cosa scrivete. Chiacchierare sul web non è più tanto sicuro e tra un messaggio e un altro rischiate di fornire, senza volere, informazioni importanti sul vostro conto. Così, se non vi beccano i ladri, possono scovarvi gli ispettori del fisco. Dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, è sempre più difficile tutelare la riservatezza delle proprie conversazioni on-line e l'eccessiva circolazione involontaria dei fatti propri comincia a creare qualche problema.
TOPI DA FACEBOOK - Nel Regno Unito c'è il pericolo che i topi d'appartamento usino i dati forniti sul web dagli utenti stessi per organizzare al meglio i loro furti. Lo sostiene una compagnia assicurativa, la Legal & General, che per questo motivo potrebbe in futuro far pagare di più agli iscritti dei social network. Per la compagnia, infatti, Facebook è una miniera di informazioni sulle abitudini quotidiane dei suoi frequentatori. Ad esempio, dice quando uno è fuori casa per il week end o parte per le vacanze. A quel punto, ai ladri basta andare on-line per sapere quando colpire indisturbati.
FISCO TRA GLI «AMICI» - Stesso discorso per quanto riguarda il fisco: negli Stati Uniti, prima di chattare sui social network, è meglio regolare ogni pendenza con il fisco. Altrimenti si rischia grosso. Tra chi legge le vostre conversazioni on-line potrebbe esserci un agente delle tasse, in grado di rintracciare ogni vostra irregolarità fiscale seguendo semplicemente i dati che involontariamente fornite sul web. Sta capitando in diversi stati americani, come racconta oggi il Wall Street Journal. In Minnesota, ad esempio, le autorità sono state capaci di scovare un evasore di lungo corso leggendo su My Space che sarebbe tornato nella sua città d'origine a lavorare come agente immobiliare. L'evasore aveva scritto il nome del suo nuovo datore di lavoro, per cui è stato un gioco da ragazzi fare le verifiche del caso e beccare le sue malefatte fiscali. Più o meno la stessa storia in Nebraska, dove gli ispettori fiscali hanno recuperato 2.000 dollari da un Dj che, sempre su My Space, ha raccontato di aver lavorato a un mega party, ovviamente non pagando una lira di tasse su quanto aveva guadagnato.
EVASORI «GOOGOLATI» - Un'altra tecnica che sta dando ottimi risultati è dare la caccia ai potenziali evasori dando un occhio su Google: sempre in Nebraska un agente ha recuperato 30mila dollari non dichiarati trovando, grazie al motore di ricerca, il nome di un sospetto nulla tenente tra i maggiori dirigenti di un'azienda molto nota. Ovviamente la legge americana sulla privacy limita questo tipo di indagini sul web: gli ispettori fiscali - sottolinea il giornale - sono autorizzati a usare solo le informazioni on-line che sono disponibili a tutti, visibili al pubblico. Per questa ragione My Space offre maggiori possibilità investigative di Facebook. Per quanto riguarda quest'ultimo popolarissimo social network gli ispettori non sono autorizzati a diventare «amici» delle loro «vittime», usando false informazioni. Ma ciò non rappresenta una garanzia assoluta: come accade nel caso dei ladri, una volta che il fisco sospetta su casi di evasione e poi verifica che ci sono state irregolarità reali, sarà molto difficile per l'evasore contestare il modo con cui si sono acquisite le informazioni da cui sono partite le indagini.
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