sabato, gennaio 07, 2012

Niente Down in Danimarca

Questa la notizia: http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/nientedowninDanimarca.aspx
Lasciando perdere la fonte e le considerazioni di merito del giornalista, prendendo la notizia nuda e cruda per quello che è, riporto questa intervista fatta a Norberto Bobbio (http://it.wikipedia.org/wiki/Norberto_Bobbio) 21 anni fa.

Alla vigilia del referendum sull’aborto, il «Corriere della sera» dell’8 maggio 1981 pubblicò un’intervista di Giulio Nascimbeni a Norberto Bobbio. Il filosofo, tra i massimi esponenti della cultura laica del dopoguerra, spiega così le sue ragioni a favore della vita.

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Sono con Norberto Bobbio nel suo studio di Torino, fra scaffali gremiti e tavoli coperti da giornali e riviste. «Non parlo volentieri di questo problema dell’aborto» mi dice. Gli chiedo perché. «È un problema molto difficile, è il classico problema nel quale ci si trova di fronte a un conflitto di diritti e di doveri».

Quali diritti e quali doveri sono in conflitto?

«Innanzitutto il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere. È lo stesso diritto in nome del quale sono contrario alla pena di morte. Si può parlare di depenalizzazione dell’aborto, ma non si può essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto».

Lei parlava di diritti, non di un solo diritto

«C’è anche il diritto della donna a non essere sacrificata nella cura dei figli che non vuole. E c’è un terzo diritto: quello della società. Il diritto della società in generale e anche delle società particolari a non essere superpopolate, e quindi a esercitare il controllo delle nascite».

Non le sembra che, così posto, il conflitto fra questi diritti si presenti pressoché insanabile?

«È vero, sono diritti incompatibili. E quando ci si trova di fronte a diritti incompatibili, la scelta è sempre dolorosa».

Ma bisogna decidere.

«Ho parlato di tre diritti: il primo, quello del concepito, è fondamentale; gli altri, quello della donna e quello della società, sono derivati. Inoltre, e questo per me è il punto centrale, il diritto della donna e quello della società, che vengono di solito addotti per giustificare l’aborto, possono essere soddisfatti senza ricorrere all’aborto, cioè evitando il concepimento. Una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto soltanto lasciandolo nascere».

Quali critiche muove alla legge 194?

«Al primo articolo è detto che lo Stato "garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile". Secondo me, questo diritto ha ragione d’essere soltanto se si afferma e si accetta il dovere di un rapporto sessuale cosciente e responsabile, cioè tra persone consapevoli delle conseguenze del loro atto e pronte ad assumersi gli obblighi che ne derivano. Rinviare la soluzione a concepimento avvenuto, cioè quando le conseguenze che si potevano evitare non sono state evitate, questo mi pare non andare al fondo del problema. Tanto è vero che, nello stesso primo articolo della 194, è scritto subito dopo che l’interruzione della gravidanza non è mezzo per il controllo delle nascite».

E se, abrogando la legge 194, si tornasse ai «cucchiai d’oro», alle «mammane», ai drammi e alle ingiustizie dell’aborto clandestino? L’aborto è una triste realtà, non si può negarla.

«Il fatto che l’aborto sia diffuso, è un argomento debolissimo dal punto di vista giuridico e morale. E mi stupisce che venga addotto con tanta frequenza. Gli uomini sono come sono: ma la morale e il diritto esistono per questo. Il furto d’auto, ad esempio, è diffuso, quasi impunito: ma questo legittima il furto? Si può al massimo sostenere che siccome l’aborto è diffuso e incontrollabile, lo Stato lo tollera e cerca di regolarlo per limitarne la dannosità. Da questo punto di vista, se la legge 194 fosse bene applicata, potrebbe essere accolta come una legge che risolve un problema umanamente e socialmente rilevante».

Esistono azioni moralmente illecite ma che non sono considerate illegittime?

«Certamente. Cito il rapporto sessuale nelle sue varie forme, il tradimento tra coniugi, la stessa prostituzione. Mi consenta di ricordare il Saggio sulla libertà di Stuart Mill. Sono parole scritte centotrent’anni fa, ma attualissime. Il diritto, secondo Stuart Mill, si deve preoccupare delle azioni che recano danno alla società: "il bene dell’individuo, sia esso fisico o morale, non è una giustificazione sufficiente"».

Questo può valere anche nel caso dell’aborto?

«Dice ancora Stuart Mill: "Su se stesso, sulla sua mente e sul suo corpo, l’individuo è sovrano". Adesso le femministe dicono: "Il corpo è mio e lo gestisco io". Sembrerebbe una perfetta applicazione di questo principio. Io, invece, dico che è aberrante farvi rientrare l’aborto. L’individuo è uno, singolo. Nel caso dell’aborto c’è un "altro" nel corpo della donna. Il suicida dispone della sua singola vita. Con l’aborto si dispone di una vita altrui».

Tutta la sua lunga attività, professor Bobbio, i suoi libri, il suo insegnamento sono la testimonianza di uno spirito fermamente laico. Immagina che ci sarà sorpresa nel mondo laico per queste sue dichiarazioni?

«Vorrei chiedere quale sorpresa ci può essere nel fatto che un laico consideri come valido in senso assoluto, come un imperativo categorico, il "non uccidere". E mi stupisco a mia volta che i laici lascino ai credenti il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere».

6 commenti:

Marco ha detto...

Siamo al solito punto: quando si da la possibilità di scelta, ci sarà sempre qualcuno che la usa in modo che non riteniamo giusto.
Allora dobbiamo privare tutti di questo diritto?
Come già detto più volte, l'esser favorevole o meno alla possibilità di abortire non implica affatto che poi ci si avvarrà di tale diritto. quando si parla in astratto di certe cose è "facile" arrocarsi sulle nostre posizioni, ma chi ci dice come reagiremmo/ci comporteremmo in una tal situazione che ora non ci immaginiam neanche?
spero vivamente di non dover mai vivere una qualsiasi situazione in cui ci si ponga di fronte alla possibilità di abortire, ma l'idea che nel caso capitasse ci possano esser possibilità di scelta è sicuramente meglio di non averne.
ovviamente questa è solo la mia opinabilissima opinione e chiunque è liberissimo di criticarla.

lu ha detto...

Ne abbiamo già discusso, certo, sono opinioni personali.
Ma vi ho segnalato questo articolo perchè secondo me è un esempio di come stiamo andando nella strada dell'uso dell'aborto come... "selezione della specie".
Un domani faremo lo stesso anche per i potenziali diabetici, autistici o altre malattie?
Non voglio fare processi all'idee, ma segnalare un fatto: qualcuno sta pensando all'aborto selettivo. E nella nostra amata e millenaria Europa. Meditiamoci visto che è appena passato Natale.

lu ha detto...

Un'altra nota, visto che dici "privare tutti di questo diritto". L'intervista di Bobbio fa riflettere che il diritto c'è anche nei confronti del feto e, anche se lui non lo dice lo dico io, del padre, "titolare" al 50% del nascituro. L'intervista, posta su temi laici e non religiosi, fa notare che nella pratica sono coinvolti "diritti di terzi", tra i quali uno che non può assumere un avvocato.

Ultima parentesi: è vero che in situazioni "di emergenza" uno magari ragiona/agisce diversamente da situazioni normali e di tranquillità. Ma è ora, in momenti in cui non sei spalle al muro, che acquisisci nozioni, sviluppi opinioni e assodi nel tuo essere interiore quei principi fondanti su cui poi, a cui poi, in caso di scelta improvvisa, farai affidamento per decidere.

Per dirla con Kant: "il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me".

Marco ha detto...

D'accordissimo sul farsi un'opionione ed approfondire le cose.
Però ci sta che a parità di "informazioni di input", poi ci possano esser conclusioni diverse.
Questo sul concetto generale, x' credo sia ovvio che nessuno possa appoggiare l'utilizzo dell'aborto per fare selezione della specie. Ricorda drammaticamente quanto fatto da quei fanatici con la svastica 70anni fa.
Sta cosa della Danimarca non l'avevo mai sentita: prima avevo fatto una ricerca rapida in internet, in italiano si trovano solo link che riportano all'Avvenire, in inglese non c'è moltissimo, con la notizia che già girava nel 2008.
Bisogna capire quanto sia affidabile. Come detto, se fosse vera, ovviamente sarebbe folle.

paolangela ha detto...

una cosa è la selezione della specie, un'altra la libertà della donna, che portando il figlio in grembo non può sfuggire come un uomo. Credo che sian giuste e condivisibili le argomentazioni di Bobbio, ma non si deve dimenticare che x una donna la scelta non è facile e non tutte purtroppo siamo eroine

Vex ha detto...

Posso obiettare che il problema dell'aborto oggi è da rivedere di fronte a una società che non giudica più la giovane madre come una svergognata da emarginare? Fino a 30-40 anni fa le donna abortivano perchè il "disonore" di un figlio fuori dal matrimonio le avrebbe annientate. Oggi questo non vale. Le ragioni dell'aborto non sono più dettate dalla necessità di sopravvivenza all'interno della società, ma semmai dalla comodità, dal cambio di routine e da 9 mesi di fatica (nel caso in cui non si voglia tenere il figlio), non una scelta facile, ma nemmeno così difficile. E piuttosto si dovrebbe fare molto di più sul campo dell'educazione e dell'informazione sessuale, anche per prevenire la diffusione dell'aids oltre che per educare alla scelta del contraccettivo.