Un giro di vite proporzionale
Nuove regole per conti correnti e libretti di risparmio. La nuova manovra prevede una revisione delle imposte articolata che porterà a un incremento generale, ma proporzionale delle imposte di bollo sui conti correnti e sui dossier titoli.
Sui conti correnti esiste dal 1972 un bollo annuale di 34,2 euro che viene ora eliminato nei casi di giacenza media sul conto corrente di una cifra inferiore a 5000 euro, ma rimane negli altri casi che riguardino persone fisiche (le famiglie). Nel caso in cui invece il conto corrente sia intestato a una persona non fisica, quindi per esempio a un’azienda, il bollo sale dai 73,80 euro di prima a 100 euro. Dai libretti di risparmio postali lo Stato in media non prevede gettiti aggiuntivi in quanto dal bilancio delle stesse Poste Italiane si desume che la consistenza media delle giacenze è di circa 4000 euro.
Importanti anche le variazioni sui dossier titoli dove la più grande novità si registra sull’utilizzo del valore di mercato dei titoli in portafoglio che sostituisce quello nominale ormai chiaramente privo di senso. Questo in pratica allevierà le imposte, per esempio, sui titoli di Stato che scontano prezzi in forte calo negli ultimi mesi. La percentuale da pagare sul valore di mercato dei titoli in portafoglio viene semplificata e ammonta allo 0,1% nel 2012 e allo 0,15% nel 2013. In passato il metodo era completamente diverso e prevedeva imposte da 34,2 euro per deposito titoli fino a 50 mila euro (calcolati sul valore nominale), per 70 euro fino a 150 mila euro, per 240 euro fino a 500 mila euro e per 680 euro (sempre annuali) oltre i 500 mila euro.
Il tetto massimo di 1.200 euro nell’imposta da bollo su prodotti d’investimento sarà mantenuto solo per il 2012 e in seguito salterà. Ridotte ancora le esenzioni che in pratica si limitano ai buoni postali fruttiferi con rimborso inferiore ai 5 mila euro, ai fondi pensione e ai fondi sanitari. Sembra che siano fuori anche i conti deposito oltre all’oro e all’argento fisico. Ricadono invece nel nuovo regime un po’ tutti gli altri titoli di investimento mobiliare e immobiliare, gli ETF, le valute, i contratti per differenza, quote di Sicav, derivati etc.
Cambiano le cose per i commercianti che godono di un tetto massimo fissato all’1,5% nelle commissioni pagate sugli strumenti di pagamento elettronico (carte di credito o pagobancomat per esempio).
Compare inoltre per la prima volta una tassazione delle attività finanziarie detenute all’estero da persone fisiche residenti in Italia. Nel biennio 2011-2012 questa imposta sarà pari allo 0,1% dell’attività finanziaria e dal 2013 in poi salirà allo 0,15% (l’1,5 per mille).
Quanto ricaverà alla fine dal giro di vite lo Stato? Secondo le valutazioni della Banca d’Italia sul 2010 i patrimoni in conti deposito e gli strumenti finanziari non soggetti a deposito erano circa pari a 1.900 miliardi di euro. In semplici termini numerici i dossier titoli sarebbero pari attualmente a circa 10 milioni mentre i conti correnti sarebbero quattro volte di più, ossia circa 40 milioni. Questo porterebbe un incremento del gettito di competenza di 1,982 miliardi di euro nel 2012 e di 3,018 miliardi di euro annui a partire dall’anno successivo. Risorse importanti insomma sulle quali più che altrove, tra taglio del bollo sotto le giacenze di 5000 euro e gradualità proporzionale del dossier titoli, si intravede un intento perequativo della manovra.
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