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Se volete approfondir...
La “chiusura della Rete” per rettifica è, ormai, davvero vicina.
La Commissione Giustizia del Senato ha, infatti, all’esito dell’esame del famigerato comma 28 attraverso il quale si è, sin dall’inizio, esteso a tutti i “siti informatici” l’obbligo di rettifica previsto dalla preistorica disciplina sulla stampa, non ha ritenuto di approvare numerosi emendamenti volti a restringere l’ambito di applicazione di tale disciplina alle sole testate telematiche.
I Senatori hanno, invece, optato per l’approvazione di un emendamento a dir poco inutile e certamente inidoneo a risolvere il problema, secondo il quale l’obbligo di rettifica riguarderebbe “tutti i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”.
Questo il testo del comma 28, come destinato ad essere proposto al voto dell’assemblea:28. All’articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il terzo comma è inserito il seguente:
«Per le trasmissioni radiofoniche o televisive, le dichiarazioni o le rettifiche sono effettuate ai sensi dell’articolo 32 del testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177. Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono»;
b) al quarto comma, dopo le parole: «devono essere pubblicate» sono inserite le seguenti: «, senza commento,»;c) dopo il quarto comma è inserito il seguente:
«Per la stampa non periodica l’autore dello scritto, ovvero i soggetti di cui all’articolo 57-bis del codice penale, provvedono, su richiesta della persona offesa, alla pubblicazione, a proprie cura e spese su non più di due quotidiani a tiratura nazionale indicati dalla stessa, delle dichiarazioni o delle rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini o ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro reputazione o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto di rilievo penale. La pubblicazione in rettifica deve essere effettuata, entro sette giorni dalla richiesta, con idonea collocazione e caratteristica grafica e deve inoltre fare chiaro riferimento allo scritto che l’ha determinata»;
d) al quinto comma, le parole: «trascorso il termine di cui al secondo e terzo comma» sono sostituite dalle seguenti: «trascorso il termine di cui al secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica e sesto comma» e le parole: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo e quarto comma» sono sostituite dalle seguenti: «in violazione di quanto disposto dal secondo, terzo, quarto, per quanto riguarda i siti informatici, quinto e sesto comma»
Resta, dunque, l’obbligo di rettifica per i gestori dei blog negli stessi termini ed a rischio delle medesime sanzioni proprie di un editore e si chiarisce (ma chi avrebbe mai potuto dubitarne?) in modo ambiguo ed ipocrita che tale obbligo si riferisce anche ai veri e propri giornali online (ci sarebbe mancato solo che la legge sulla stampa dovesse applicarsi ai blog e non ai giornali online!).
Qui di seguito il testo di un comunicato stampa del Sen. Vita che promette di tornare all’assalto del famigerato emendamento nel corso dell’esame finale in aula:Roma, 20 maggio 2010
INTERCETTAZIONI: VITA (PD), “NORMA SU SANZIONI A BLOG DA RIVEDERE”
“Il provvedimento proposto dal governo sulle intercettazioni telefoniche è
una prova ‘tecnica’ di regime autoritario. Se dovesse mai passare, si porrà
il problema della disobbedienza civile. E’ amaro dirlo, ma la coscienza lo
impone. Carcere e multe per giornalisti ed editori, censura e bavaglio per
l’informazione.
Se ne è parlato di meno, ma il testo contiene anche una improvvida norma sui
siti e sui blog, equiparati impropriamente, per ciò che riguarda le
rettifiche, ai giornali quotidiani con il rischio evidente di aprire la
strada a sanzioni per la maggior parte di loro insostenibili. Già nella
seduta di ieri si è avviato un chiarimento in seno alla commissione
Giustizia, ma sarà necessario tornarci. Infatti, maggioranza e governo hanno
voluto a tutti i costi mantenere la dizione generica di ‘siti informatici’,
che si presta appunto ad essere interpretata come una scure
omnicomprensiva”.
Non credo ci sia altro da aggiungere: l’impatto del DDL intercettazioni sul mondo dell’informazione online e offline si presenta sempre più minaccioso e devastante.
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