Il popolarissimo network cambia alcune righe fondamentali dei suoi termini di servizio. Da poco infatti, tutti i contenuti uploadati dagli utenti rimangono di proprietà di Facebook, anche se ci si disiscrive al servizio. Una mossa che apre scenari e accende inevitabili polemiche.
La Rete si è già infiammata di polemiche: Facebook ha recentemente cambiato, piuttosto in sordina per la verità, i suoi termini di servizio. Nella fattispecie, la modifica sotto processo del web è la rimozione di alcune righe specifiche relative ai diritti sui contenuti pubblicati dai singoli utenti.
Ma cosa è successo? In buona sostanza, se prima Facebook rimetteva tutti i diritti sul materiale pubblicato dai suoi utenti in mano agli utenti stessi, adesso il popolare social network dichiara espressamente che quei contenuti sono suoi e può farci quello che vuole, anche se l'utente decide di rimuovere il proprio account. Il materiale caricato resterà a disposizione di Facebook che potrà utilizzarli come crede, anche dal punto di vista commerciale. E se un utente si lamenta, c'è l'arbitrato. Ovvero, nessuna speranza di trascinare l'azienda in tribunale ed eventualmente avere ragione dei propri diritti in una materia, in verità, in cui questi diritti vanno ancora definiti.
Quello che sembra chiaro è che i cambiamenti riguardano anche i vecchi utenti: nei precedenti Termini di servizio veniva specificato che i medesimi avrebbero potuto essere modificati unilateralmente, senza alcun avviso.
Un'altra aggiunta importante rigurada la terminazione del servizio. Se l'utente rimuove il proprio account, Facebook mantiene comunque ogni diritto all'utilizzo, in secula seculorum.
martedì, febbraio 17, 2009
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7 commenti:
Io direi che Facebook in secula seculorum ci sta fregando...
Prima fa soldi a palate con le pubblicità, poi ci raspa pure i contenuti, tra cui quelli dei "creativi" che possono valere soldi...
Faccio un esempio: io sono un grafico, creo un logo e lo pubblico su Facebook. Poi lo vendo dopo un mese ad una azienda: Facebook però ne detiene i diritti... come la mettiamo?
Mi piace sempre meno Faccialibro.
Amen... in secula seculorum.
Ho sempre detto che l'importante è pubblicare cose di cui poi non ci si debba pentire (soprattutto foto e o filmati stupidi), e ciò vale anche per quello che pubblicano gli altri... ma su questo è più difficile avere controllo.
Cmq questa modifica al contratto prelude a una vendita di Facebook al miglior offerente. La proprietà dei contenuti lo rende sicuramente più appetibile.
Questo perché, a differenza di quando si possa pensare, dubito che Facebook allo stato attuale faccia palate di soldi. Anzi in teoria è in difficoltà a coprire le mega spese di server, connessioni etc etc...
Secondo me il problema non sono le foto "rischiose", sarebbero utili solo per il ricatto ma non credo sia negli obiettivi di FB, e nemmeno il furto di idee, come l'esempio del marchio che hao fatto prima. Per come vivono questi siti, ovvero di pubblcità sul traffico generato,per me il problema è principalmente che se il contenuto pubblicato da te genera contatti (e quindi soldi in pubblicità a FB) non puoi chiedere una percentuale al gestore perchè di fatto ne hai ceduto la proprietà.
Forse hanno cause pendenti di questo tipo, e sono corsi ai ripari. Tanto più che loro ne acquisiscono i diritti ma tu ne mantieni le responsabilità: in pratica "connuto e smazziato"...
Se non sbaglio Facebook ha anche gia' dichiarato di non guadagnare abbastanza dalla pubblicita', e di aver deciso per questo di vendere i dati degli utenti alle societa' di sondaggi...
Sì credo che più che altro il significato del coambio dei termini di utilizzo, sia proprio nella vendita dei dati al fine delle indagini di mercato. Catalogare tipologie di possibili clienti sfruttando la simpatica opzione diventa fan di o iscrizioni ai gruppi. Sostanzialmente nulla di "dannoso"(per adesso), solo fastidioso.
Comunque come tutte le cose (anche questo blog) basta usarle con la giusta prudenza.
Il problema di Facebook non è come TU lo usi, ma come gli ALTRI lo usano... Prima o poi succederà un casino è naturale, come è successo per Youtube, e allora stringeranno le maglie.
Il Vex mi ha anticipato: ma non è che, ad esempio, blogger ha le stesse condizioni?
Poi lunghi da me difendere Facebook: faccio parte della sparuta minoranza che non ce l'ha! siamo come le tribù dell'Amazzonia:siamo pochi ma resisteremoooooooooooooooooo
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