venerdì, dicembre 12, 2008

Certo che siamo un popolo di babai

Maiale, è "psicosi diossina"
Zampone e cotechino,

ora la tradizione è a rischio


Secondo Giacomo Franco Carbone, presidente genovese dei macellai Ascom, non si correrebbero rischi: «Carré e braciole - spiega arrivano nei negozi dal Piemonte o dall'Emilia»

MONICA DI CARLO Giacomo Franco Carbone amponi e cotechini, quest'anno, rischiano di rimanere sugli scaffali dei supermercati. In questi giorni, anche a Genova, i consumi si sono praticamente azzerati. I consumatori temono che i "maiali alla diossina" possano finire nel piatto proprio il giorno della festa. Intanto l'Irlanda conferma: la sostanza contenuta nei mangimi avvelenati da oli industriali che ha contaminato i maiali è stata mangiata da alcune mandrie di bovini, finendo nelle loro carni. Ma in braciole e carré venduti in macelleria nella nostra città, assicura Giacomo Franco Carbone, presidente della Libera associazione macellai aderente ad Ascom, diossina non ce n'è. Questo perché i tagli venduti nei negozi della nostra città arrivano dal Piemonte o dall'Emilia e mai dall'estero. «I genovesi, al contrario degli abitanti di altre zone d'Italia - spiega Carbone - non mangiano molto maiale. Il rapporto tra consumo di carne bovina e quello di carne suina è di 10 a 1. Inoltre la razza di maiali usata per il consumo sotto forma di braciole e di carré non è quella contaminata in Irlanda. E' anche bene precisare che nelle nostre macellerie non non arriva nemmeno la carne bovina irlandese». Come ricorda la Cia, Confederazione italiana agricoltori, «per la carne bovina ogni allarmismo appare fuori luogo» perché «sua provenienza è facilmente riconoscibile dall'obbligo dell'indicazione di provenienza in etichetta, e quindi il consumatore è in grado di riconoscere dove è nato ed è stato allevato l'animale e dove è avvenuta la macellazione». Secondo il presidente dei macellai, insomma, i consumatori genovesi che fanno acquisti in macelleria non avrebbero niente da temere. Per cancellare ogni possibile dubbio futuro, le associazioni dei consumatori chiedono che le procedure di tracciabilità già applicate alla carne bovina vengano estese a quella suina. Federconsumatori, in seguito alla vicenda della carne di maiale alla diossina proveniente dall'Irlanda, chiede che «l'origine dei cibi e delle materie prime che li costituiscono venga riportata chiaramente nell'etichetta». L'associazione chiede anche di aumentare «verifiche e controlli su questo tipo di prodotto alimentare e dei suoi derivati» per «toglierli dalla vendita» tutti i prodotti che possano nuocere alla salute. «Ancora una volta -dice Car mela Minniti, presidente ligure di Federconsumatori - chiediamo con grande determinazione una messa in moto effettiva e concreta dell'Agenzia per la sicurezza alimentare italiana e che si decida con celerità all'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine delle materie prime nei prodotti alimentari». Per la Federconsumatori, infine, «non ci devono essere controindicazioni» al «diritto di scelta e quindi di informazione del cittadino consumatore sulla questione fondamentale della propria alimentazione». Cotechino , vendite paralizzate
10 dicembre 2008
da europass.parma.it


Qualche anno fa psicosi mucca pazza.... seguita poi da psicosi aviaria... entrambe dovevano portare allo sterminio della popolazionr mondiale, ma come x magia 1 settimana dopo aver monopolizzato tg e stampa nessuno ne ha più parlato.
In Italia quanti sono stati i veri casi di esseri umani malati x muccapazza ed aviaria??!?!?!
Ed ora sotto col "porcel"!
certo che l'italiano medio si fa influenzar/intortare in maniera imbarazzante...


PS: tutti noi abbiam mangiato piùepiù volte da Pasquale... abbiamo rischiato molto di più li! hehe! (Emilio docet)

1 commento:

lu ha detto...

E' bello che ci sia il turnover degli animali, così nessuno è scontento e si finiscono le scorte ormai avariate dell'anno precedente: prima mucca, poi polli, ora porcello. L'anno prossimo sarà la volta del cavallo e a seguire pesce.