mercoledì, ottobre 31, 2007

Pazza natura

IL CAVAL-ZEBRA

It looks as if someone tried to give a zebra a respray. . . then ran out of white paint halfway through the job. But in reality there is no artificial colouring on display here. This amazing but natural coat belongs to Eclyse the zorse.
Her father is a zebra, while her mother is a horse. And she's walking proof of how a child inherits genes from both parents.

Eclyse has earnt its stripes as one of the zoo's main attractions.
For while most zebra-horse crossbreeds sport stripes across their entire body, Eclyse only has two such patches, on its face and rear.
The one-year-old zorse was the accidental product of a holiday romance when her mother, Eclipse, was taken from her German safari park home to a ranch in Italy for a brief spell.
There she was able to roam freely with other horses and a number of zebras, including one called Ulysses who took a fancy to her.
When Eclipse returned home, she surprised her keepers by giving birth to the baby zorse whose mixed markings betray her colourful parentage.
The foal was promptly given a name that is in itself a hybrid, of her parents' names. Now she's become a major attraction at a safari park at Schloss Holte Stukenbrock, near the German border with Holland, where she has her own enclosure. Udo Richter, spokesman for the park, said, "You can tell she is a mix just by looking at her. But in temperament she can also exhibit characteristics from each parent. "She is usually relatively tame like a horse but occasionally shows the fiery temperament of a zebra, leaping around like one." Horses and zebras are often crossbred in Africa and are used as trekking animals on Mount Kenya
da dailymail.co.uk



Molto voraci, fanno incetta di acciughe e naselli. Pescatori preoccupati
La California invasa dai calamari giganti
Lunghi fino a due metri e pesanti diverse decine di chili, questi grandi animali stanno mettendo a rischio l'economia della zona

Alcuni dei calamari giganti recuperati al largo delle coste californiane (Ap)
Alcuni dei calamari giganti recuperati al largo delle coste californiane
LOS ANGELES (Usa) – Gli amanti degli anelli impanati probabilmente già si stanno fregando le mani e accarezzando la pancia. Ma l’invasione di calamari giganti che sta interessando le coste della California centrale è una vera iattura per i pescatori della zona, che temono di ritrovarsi senza più materia prima nelle acque un tempo assai generose del Pacifico. Questi grandi invertebrati rischiano infatti di lasciare a bocca asciutta tonni e altri esemplari che, come i «jumbo squid», si nutrono di piccoli pesci, come ad esempio acciughe e naselli. La presenza di questi ultimi, in particolare, ha registrato un fortissimo calo, tanto da far lanciare alle associazioni ittiche un vero e proprio allarme.
TEME L’UOMO - E’ un predatore vorace il Dosidicus Gigas, ma non è assolutamente un pericolo per l’uomo, al di là delle leggende che raccontano di persone letteralmente inghiottite dall’Humboldt, come è anche conosciuto il maxi totano degli oceani. «Qualora si dovesse imbattere in un essere umano – spiega dalle colonne di Usa Today Louis Zeidberg, ricercatore della Stanford University e coautore di uno studio sulla ploriferazione dei calamari giganti nel Pacifico pubblicato sull’ultimo numero dell’autorevole rivista scientifica Pnas – l’Humboldt si precipiterà a razzo nella direzione opposta».
CAMBIAMENTI CLIMATICI - Non sono stati i riflettori di Hollywood nè il fascino delle grandi spiagge ad attirare i super-calamari verso la California. Zeidberg chiama in causa i cambiamenti climatici e ricorda come alcuni esemplari questa specie normalmente diffusa solo nelle zone equatoriali siano stati rinvenuti addirittura al largo dell’Alaska. Nelle acque californiane hanno fatto la loro prima comparsa sul finire degli anni Novanta, in concomitanza con l’influenza esercitata da El Nino. Ma quelli che erano episodi sporadici si sono ben presto moltiplicati fino ad arrivare all’attuale e preoccupante situazione, evidenziata proprio dall’università di Stanford che ha effettuato negli ultimi quindici anni numerosi monitoraggi dei fondali utilizzando sensori e piccoli batiscafi senza equipaggio.
NASELLI A RISCHIO - A favorirne l’espansione è stato anche il contemporaneo calo delle popolazioni di tonni e squali che dei calamari sono grandi predatori. Non ci sarebbe nulla di male nella presenza in mare di questo grande cefalopode, che arriva mediamente a una lunghezza di due metri e ad un peso di una diverse decine di chili (ma nei mesi scorsi in Nuova Zelanda è stato rinvenuto anche un esemplare di 10 metri per una stazza di 450 chili), se non fosse che proprio la sua voracità potrebbe avere ripercussioni gravi sull’economia che ruota attorno al mercato ittico. I naselli del Pacifico, il pesce più gettonato della zona dal punto di vista commerciale, stanno scomparendo e le associazioni di pescatori lanciano l’allarme, soprattutto qualora si presenteranno annate di magra. Resta ora da vedere come sarà possibile fronteggiare l’invasione.

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