martedì, settembre 27, 2011

Il nuovo "forfettone"

Nuovo regime dei minimi 2012:
sotto i 35 anni tassazione al 5%

Il nuovo regime dei minimi 2012 per aprire la partita Iva dovrebbe assorbire i precedenti due regimi di imposta ossia quello che si chiama spesso forfettone o forfettino e il regime dei minimi precedente dal primo gennaio 2012 e per il quale in questo articolo potete leggere una piccola guida con consigli pratici ed un vademecum per l’apertura della partita Iva e la gestione della vostra attività.

Il reddito imponibile derivante dal percepimento e l’incasso dei ricavi della vostra nuova attività sarà soggetto ad una tassazione sostitutiva Irpef del 5% e ripeto del cinque per cento, tassazione estremamente vantaggiosa nel rispetto dei requisiti di seguito indicati.

L’adesione al nuovo regime dei minimi 2012 per chi vuole aprire la partita Iva
L’adesione al nuovo regime è consentita per coloro che rispettano una serie di requisiti, primo tra tutti quello di aver iniziato un’attività a partire dal 2008 o la stanno per aprire ora. Questo perchè l’elemento di novità è proprio la durata del regime che può essere di massimo 5 anni e può essere applicato solo fino all’anno di imposta in cui avviene il compimento del 35esimo anno di età anagrafica.

Non dovete aver aperto la partita Iva per la stessa attività prima del primo gennaio 2008. (al di là del limite del reddito & gli altri vincoli riportati poi, qui sta la "fregatura": noi siam tagliati fuori quasi tutti..... )

Esistono poi anche altri requisiti come non aver conseguito nell’anno di imposta precedente, oltre al fatto di essere residenti fiscalmente in Italia (per le spiegazioni sulla residenza fiscale e residenza anagrafica consultate l’apposito articolo) ossia incassato compensi superiori a 30 mila euro, non aver effettuato cessioni all’esportazione, non aver effettuato in esclusiva o anche in via prevalente cessioni di immobili, o anche di semplici porzioni di di questi o di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi e non essersi avvalsi nell’esercizio della proprie attività di collaboratori occasionali, anche non occasionali e /o di dipendenti.
Altro requisito richiesto è di non aver acquistato nel triennio precedente l’apertura della partita Iva beni strumentali per un valore superiore a 15 mila euro. Il valore di 15 mila euro deve essere inteso per la parte destinata all’attività, per cui per intenderci se acquistate una macchina da 30 mila euro e l’adibite a vostra autovettura si presume un utilizzo promiscuo pertanto non avrete sforato, in quanto considererete il 50% del valore. Inoltre non può accedere nemmeno chi ha svolto nei tre anni precedenti attività di lavoro di impresa, ha partecipato a società di persone o altre associazioni, ha svolto attività artistica o professionale, o anche socio di una società di capitali o di una sas con ruoli gestionali

Inoltre l’attività non deve rientrare in quelle che sono disciplinate dai regimi speciali dell’Iva.

Il requisito invece più ostico e di difficile interpretazione è quello che prevede l’impossibilità ad accedere al nuovo regime dei minimi dal 2012 qualora l’attività o l’impresa che si vuole aprire non è una mera prosecuzione di un’altra attività precedentemente svolta come lavoro dipendente, lavoro autonomo, professionista, collaboratore coordinato e continuativo. Ora spiegarvi cosa si intende può non essere chiaro a tutti e non esiste una formula. Tuttavia vi posso dire che la valutazione circa l’elemento di novità richiesto dal legislatore deve sussistere in relazione al contenuto dell’attività ossia rispetto agli elementi sostanziali dell’attività e quindi rispetto alle dotazioni di mezzi strumentali e alle caratteristiche dell’attività e non solo rispetto alle caratteristiche formali finalizzate a godere della minore tassazione. Per esempio fare riferimento al codice atecofin per identificare la tipologia di attività nuova rispetto alla precedente può essere utile a capire se l’attività è nuova rispetto alla precedente oppure no.

Vantaggi del Nuovo regime dei minimi
IL legislatore fiscale ha permesso una serie di agevolazioni in termini non solo di tassazione ridotta al solo 5% ma anche in termini di obbligli amministrativi in quanto coloro che potranno aderire potranno non tenere le scritture contabili ed i registri Iva. Inoltre non dovrete effettuare le liquidazioni Iva non essendo praticamente considerati soggetti iva. Inoltre la sostitutiva del 5% copre anche il pagamento dell’Irap.

Fatturazione del regime dei minimi
Fermo restando che potete approfondire l’argomento della fatturazione nell’articolo dedicato proprio alla guida alla fatturazione, vi anticipo che nelle fatture inserirete i vostri onorari, il vostro contributo previdenziale ma non l’Iva. Applicherete in fattura solo la tassazione a titolo di ritenuta d’acconto del 5% se fatturerete a delle società sostituti di imposta oppure se fatturerete a persone fisiche quello che incassate non comprenderà il 5% che poi andrete a versare nella dichiarazione dei redditi quindi occhio ai calcoli per l’onorario in fattura!

Adesione al regime dei minimi 2012
Per l’adesione al regime dei minimi vi ricordo che questo è un regime naturale per i professonisti nel senso che il fisco presuppone che aderite al momento dell’apertura pertanto non c’è bisogno di esplicitare niente nel modello di apertura che trovate nella sezione modelli del sito. Parliamo del mododulo di apertura della partita iva in cui dovrete indicare il codice attività atecofin, i vostir data anagrafici e fiscali e dove intenderte tenere le vostre scritture contabili valorizzando i campi del modello AA7.

Non sembrano tuttavia ad oggi presenti norme che esonerano, al contrario del vecchio regime dei minimi, i contribuenti dagli studi di settore.

Vi invito sempre a leggere anche gli altri articoli correlati e la categoria dedicata alle libere professioni in cui troverete anche altri articoli interessanti che i aiuteranno a comprendere cosa e come scaricare i costi e come abbattere il redditi imponibile sfruttando le norme messe a disposizione del legislatore.

Dall’analisi letterale del dato normativo presente nel decreto sviluppo anche se il legislatore fa riferimento a “i regimi forfettari” esplicita solo il regime dei minimi di cui alla L. 244 del 2007 ma non menziona quello ex art. 13 della L.388 del 2000. Sarebbe necessario un chiarimento da parte dell’agenzia delle entrate sull’argomento essendo dubbio il passaggio dell’articolo 27 del decreto.

4 settembre 2011
da tasse-fisco.com


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15 commenti:

ceco ha detto...

a me sta storia di non mettere l'IVA nella fattura ad un cliente privato mi sembra un'ingiustizia totale e una distorsione del mercato...
perchè qualcuno deve essere il 20% più conveniente di me solo perchè non espone l'IVA?
per essere più competitivo devo scontare ulteriormente del 20%....
cazzata...

ciccio ha detto...

condivido!!!
CAZZATA TOTALE!!!

perchè NON dovete esporre l'iva ai privati ????????????????????????? e io si' ?????????????' che al max la recupero per un 2-3 % ????

lu ha detto...

In teoria Ceco non essendo soggetto Iva non te la spesi e quindi non la addebiti. Sono d'accordo con te che distorce il mercato almeno ad impressione, ma in teoria dovresti avere i prezzi del 20% più alti perchè per te l'iva è un costo.

Marco ha detto...

vi sfugge anche il 5% (5!!!!!) di tassazione....

è fatto per agevolare i giovani che cominciano (visto che ora hanno messo il limite di 35anni. prima nn c'era ed era oggetivamente una stronzata x' un dipendente si poteva tener aperta partitaiva e col forfettone fatturare dei lavori extra senza esporre iva, il tutto tassato "solo" al 20%) e cmq un libero prfessionista che x 5anni prende meno di 30mila euro nn scampa molto bene

Vex ha detto...

E' fatto per agevolare i dipendenti a partita IVA sostanzailmente. neolaureati che non hanno contratto e devono aprire la partita iva per lavorare. Come noi qualche anno fa. Non avendola aperta, non ricordo, ma anche qualche anno fa c'erano delle agevolazioni no?

ceco ha detto...

mhm..considerando che di spese non ne hai molte e che chi scarica l'iva lo fa al 40 %...direi che non c'è storia, chi aderisce al regime è come se facesse il 20% di sconto al cliente privato...senza smenarci un tolino...

ceco ha detto...

...sinceramente non vedo perchè bisogna agevolare i dipendenti che hanno anche la partita IVA...che significa?becchiamo quelli che lavorano in nero...solito ragionamento italiano

anche per noi c'erano agevolazioni, il 10% di tasse per tre anni...infatti non discuto questa parte, anzi l'invidio molto...il problema è l'IVA.

lu ha detto...

No Ceco, sui beni strumentali (pc, disto, ecc..) te la scarichi tutta l'iva.
Per esempio, a me un pc costa 1000 euro, per chi ha quel regime 1200 (non scarica l'IVA).
Certo che conviene, soprattutto per l'IRPEF, ma sul discorso IVA non so fino a che punto sia un guadagno, a meno che tu abbia zero spese durante l'anno.
Se aggiungi il fatturato massimo a 30.000 euro e il limite sui beni strumentali a 15.000 euro non è che fai molto impresa, scatti subito all'aliquota ordinaria.
Concordo che i dipendenti siano dipendenti e le p iva delle p iva e non commistioni.

ceco ha detto...

lo so, ma nei primi anni il pc lo cambi una volta ogni quattro anni, la macchina meno...se arrivi a scaricare 600-700 euro medi di iva all'anno sei un mago...ma hai 6300 euro annui di sconto al cliente da gestirti...boh...non mi sembra giusto

Vex ha detto...

Ceco... dipendenti con partita iva non intendo persone che hanno un contratto da dipendente che vogliono aprire partita iva, intendo la condizione della maggior parte dei neolaureti in cerca di nuova professione. Che risultano partite iva ma non sono liberi profassionisti e hanno un basso reddito. Direi che un agevolazione verso chi inizia un rapporto di dipendenza senza avere alcuna tutela contrattuale sia corretto.

Vex ha detto...

Mettila così sei neolaureato per iniziare a lavorare devi aprire parti iva per forza perchè altrimenti non ti pagano ovvero ricordate la vostra sitauazione 4/5 anni fa. Non credo che tu debba temere concorrenza da questo puneto di vista.

Vex ha detto...

di qual cliente parli? del datore di lavoro che all'inizio della professione ti paga come se fossi uno stipendiato ma con la paritta iva?

ceco ha detto...

vex...se parli di p.iva non parlare di dipendente, altrimenti si fa confusione, anche se di fatto è come essere dipendenti senza alcuna tutela.
la concorrenza non è solo nel firmare i CA o fare progetti da 10000 euro di parcella...ma anche in pratiche, pratichette, certificazioni, L10, in cui per un 20% di differenza ci si scanna etc etc.
ripeto e poi basta, se vuoi capire capisci:
non sono contrario alle agevolazioni i primi anni, ne ho usufruito pure io ma irpef è una cosa, iva un'altra.

Vex ha detto...

eeeeh scaldet mia per na miseria! je dù solj ;) bon gò capit... resto dell'idea che agevoli per la stragande maggioranza i neolaureati e solo una infima percentuale di possibili concorrenti, ma se ti senti minacciato avrai le tue buone ragioni.

lu ha detto...

Dare agevolazioni ad una categoria che non puoi o non riesci a proteggere non è proprio una bella mossa...
Aggiungo che quello del lavorare coi privati e trovare modi ed evitare di addebitargli l'iva è un problema che molti colleghi hanno risolto elegantemente anche senza l'autorizzazione dello stato :-)