mercoledì, agosto 24, 2011

Niente più ponti

Mentre eravam tutti in spiaggia i nostri politici hanno lavorato facendo una "bella"manovra.
Siamo stati molto vicini ad una "patrimoniale" (si vocifereva come quella del 1992 di Amato) ma per ora pare non se ne faccia nulla.
Per il resto sono state fatte molto proposte, alcuni intelligenti altre meno ma la sensazione è sempre quella che si navighi a vista quando invece dovrebbero aver le palle x far una manovra strutturata che farebbe di sicuro molto malcontento (= perdere le prossime elezioni) ma che serve x evitar di mandar per aria sto paese.

Intanto, tra le tante "inculate" che subiremo, eccone una che non fa piacere (soprattutto ora che son appena finite le ferie :) )...


Le festività civili spostate alla domenica
per avere più produttività

Il Primo maggio si sposta alla domenica, addio al caro vecchio ponte. Spostamento anche per il 25 aprile e il 2 giugno. Nella bozza anche le feste dei patroni delle città

Addio per sempre ai ponti all' italiana, ai magici incastri 25 aprile-1 maggio che, tra un mercoledì e un martedì (per esempio nel 2007) regalavano una settimana di vacanza. Le feste laiche, non previste dal decreto del 28 dicembre 1985 che applicava gli effetti del Concordato con la Santa Sede del 1984, verranno spostate alla domenica, probabilmente la successiva. Fino a ieri sera tardi era sicuro lo slittamento al lunedì, così come compariva nella bozza del decreto. Ma in conferenza stampa Tremonti è stato chiarissimo: «Accorpamento delle festività laiche alla domenica come accade a livello europeo». Aggiunta di Berlusconi: «Questo significa "niente ponti"» E così niente più pause il 2 giugno (festa della Repubblica), il 25 aprile (La Liberazione), il 1 maggio (festa dei lavoratori). Vivremo in un continuo 2011, anno in cui molti «ponti» vacanzieri sono spariti per colpa del calendario: il 25 aprile è stato il lunedì dell' Angelo, il 1 maggio una domenica. Concordato alla mano, restano intatti il 1 gennaio (Maria Madre di Dio), il 6 gennaio (Epifania), 15 agosto (Assunzione), il 1 novembre (Tutti i Santi), l' 8 dicembre (Immacolata Concezione), 25 dicembre (Natale) e per il comune di Roma il 29 giugno. La capitale, proprio perché «ospita» il Vaticano, manterrà (unica in Italia) il privilegio di festeggiare i propri santi patroni (san Pietro e Paolo) nel giorno previsto dal calendario. Nella lista concordataria non è compresa Pasqua (perché sempre domenica) né lunedì dell' Angelo (Pasquetta), trasformato in un uso. Resterà festa o sparirà? La cancellazione delle «festività non concordatarie» dovrebbe comportare l' abrogazione dei ponti locali: i santi patroni delle città rimarrebbero un ricordo. Se così fosse davvero, niente più sant' Ambrogio il 7 dicembre a Milano (quest' anno è un mercoledì che, col giovedì 8, avrebbe prodotto un «ponte milanese» fino a domenica 11). Lo stesso per san Petronio a Bologna (4 ottobre, nel 2011 un mercoledì), san Gennaro a Napoli (19 settembre). Bisogna risalire al 1977 per ritrovare una soppressione altrettanto corposa: 4 novembre (Forze Armate, ora la prima domenica di novembre), il 19 marzo (san Giuseppe), lo stesso 29 giugno, san Pietro e Paolo (allora nazionale), l' 11 febbraio (Concordato), feste mobili come il Corpus Domini o l' Ascensione che dal giovedì slittarono alla domenica. Ora, da tagliare, non resta quasi più niente. Ma non è mai detto.

13 agosto 2011
da corriere.it

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