venerdì, luglio 08, 2011

La pochezza di Fini e la finezza di pochi

di Emanuele Fucecchi

8 luglio 2011

Indiscrezioni gossip danno Fini in crisi di coppia per scoperte sentimentali legate alla più triste casa del catasto di Montecarlo. Questo giustificherebbe assai la sua assenza e bisognerebbe fargli gli auguri. Certo una cosa ormai è certa: la sue separazioni politiche e personali non hanno generato quei frutti che si attendeva la destra e che ci aspettavamo anche noi che non la votiamo.

Berlusconi decede (meraviglioso Silvio ieri mentre ascoltava ossequioso Scilipoti!) e non è nata una destra laica, liberale, legalitaria. Questo progetto è morto quando Gianfrancuccio ha deciso di entrare nel terzo polo che è chiaramente il contrario di questi tre magici termini. In quel momento abbiamo scoperto che oltre ad essere un delfino spiaggiato non aveva neanche strategia sui tempi medi. Il 14 dicembre poi abbiamo saputo che era una sega pure in tattica.

È molto triste perché il progetto rimane valido e appena il nano verrà lanciato dal cannone del circo nei cieli del ricordo si aprirà uno spazio enorme. Tonino l’ha intuito alla grande e non vuole presentarsi ai prossimi elettori di destra come quello che odiava Berlusconi. È una cosa saggia che però non avrà esiti perchè quelle praterie a destra le invaderà la Lega. A due condizioni: se riuscirà a sfilarsi in tempo da questa tangentopoli della libertà. E soprattutto se riuscirà a conciliare di nuovo il leghismo Maronita con quello scissionista e a darla a bere ancora una volta che si può mandare l’esercito in val di Susa e difendere nello stesso tempo le valli dal tirannico Stato Italiano. Operazione difficile ma non impossibile, visto il deserto attorno. Alfano e il pdl invece confermeranno quello che sono da anni: un pallido ricordo di politica e democrazia.

1 commento:

lu ha detto...

Il discorso Fini FLI è complesso perchè non è mai stato un piano a breve termine.
Non è stata un'uscita alla Mastella per intenderci, vieni ed arraffa. È, soprattutto a livello locale, un movimento mediamente giovane e dinamico, anche se ad oggi lo ammetto lontano dai numeri di AN.
Di sicuro c'è un aspetto che i giornalisti non hanno ancora capito: i numeri del Palazzo non sono rappresentativi dei numeri reali in cui saremmo se oggi andassimo alle urne. Quindi dire FLI ha pochi parlamentari non significa nulla, è un partito nato qualche mese fa e preceduto da una campagna acquisti del capo che tutti conosciamo.
I punti per me sono due: bisogna credere nell'idea e svincolarsi dall'idea di siamo bravi se siamo tanti.