Grazie al grande impegno di tutti questo appello e' stato letto e firmato da circa 36.000 persone. Ci auguriamo che molti altri si aggiungano a questa battaglia di civilta'.
Autodeterminazione "No all'espropriazione del diritto a governare liberamente la propria vita".
No alla cancellazione del diritto fondamentale all'autodeterminazione. La Camera dei deputati sta discutendo una legge sulle disposizioni riguardanti la fine della vita che va proprio in questa direzione. Ma il legislatore non puo' impadronirsi della vita delle persone, negando loro la dignita' nel vivere e nel morire.
Lo dice esplicitamente l'articolo 32 della Costituzione:
"la legge non puo' in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana"
L'appello
La Camera dei deputati sta discutendo un progetto di legge su Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento. Se questo testo fosse approvato nella forma attuale, le persone vedrebbero gravemente limitati i propri diritti, sarebbero espropriate della possibilità di governare liberamente la propria vita. Il diritto all'autodeterminazione, definito fondamentale dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 438 del 2008, sarebbe cancellato.
Il progetto di legge è ingannevole. L'alleanza terapeutica tra paziente e medico è sostanzialmente vanificata da un testo che pone ripetutamente il medico di fronte al rischio di responsabilità penali: il medico, quindi, sarà indotto a tenere comportamenti "difensivi", dettati dall'esigenza di porsi al riparo da responsabilità , piuttosto che orientati all'autentico bene del paziente. Il consenso informato della persona è sostanzialmente cancellato: alla persona vengono imposti comportamenti e sottratte possibilità di decisione, si introduce un obbligo di vivere in contrasto con la libertà di scelta del soggetto interessato, del suo potere di disporre del proprio corpo (Corte costituzionale, sentenza n. 471 del 1990).
Le dichiarazioni anticipate di trattamento altro non sono che una inutile macchina burocratica: inutile, perchè prive di ogni valore giuridico vincolante e perchè viene escluso che la persona possa esprimere la propria volontà proprio in relazione ai trattamenti sanitari che più possono incidere sulla sopravvivenza, come l'alimentazione e l'idratazione forzata.
Il progetto di legge è ideologico. Afferma l'indisponibilità della vita: ma questa è una affermazione in palese contrasto con l'ormai consolidato diritto al rifiuto e alla sospensione delle cure, che in moltissimi casi è già stato esercitato con la consapevolezza che si trattava di una decisione che avrebbe portato alla morte. Nega il diritto di rifiutare trattamenti come l'alimentazione e l'idratazione forzata, escludendone il valore terapeutico in contrasto con l'opinione delle società scientifiche e con l'evidenza della pratica medica.
Il progetto di legge assume così un carattere autoritario. Legittimi punti di vista non possono essere trasformati in norme che si impongono alla volontà delle persone violando i loro diritti fondamentali. La discrezionalità del legislatore, in questi casi, è esclusa esplicitamente dall'articolo 32 della Costituzione: "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."
Gli studiosi che sottoscrivono questo appello vogliono in primo luogo ribadire la necessità di avere come ferma guida quella dei principi costituzionali. Hanno per ciò elaborato anche un documento analitico di valutazione del progetto di legge, che viene inviato ai parlamentari ed è disponibile sul sito www.autodeterminazione.it, al quale potranno accedere tutti coloro che intendono dare il loro sostegno all'appello.
ADC
autodeterminazione.nobavaglio.it
(son state già raccolte più di 39mila firme)
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