sabato, ottobre 27, 2007

EMERGENCY

Non riesco più a vedere il post di Fede sull'ospedale di Emergency in Sudan... Però volevo rispondere lo stesso. Fede chiedeva perchè scegliere di costruire una clinica "di eccellenza" in una terra disastrata in cui si muore di guerra, fame ed epidemie, molto più frequentemente che di malattie cardiache. L'ospedale in questione, infatti, si occupa di malattie cardio-vascolari; mi pare di aver capito che si tratti dell'unico del suo genere, non solo in Sudan, ma in buona parte dell'Africa. L'eccellenza dunque riguarda il livello di qualità, non l'eccesso di specializzazione, in quanto le malattie del cuore sono molto diverse fra loro e diffuse, anche in un Paese in cui si muore "di più d'altro". Mi pare di aver capito che l'ospedale, aperto da poco, lavori già a pieno regime, curando pazienti che provengono anche da regioni molto lontane, sia nel Sudan che in altri Paesi. Soprattutto, consentendo ai medici di effettuare operazioni a cuore aperto difficilmente realizzabili nelle strutture più diffuse sul territorio, di medio o basso livello, cura persone che semplicemente sarebbero morte. Non nel modo più comune, per il loro Paese, ma comunque morte.

I miei fidatissimi consulenti medici (Silvia&Sandra) mi dicono che in Italia la prima causa di morte sono le malattie cardio-vascolari (ho chiesto, perchè io avrei scritto i tumori). Ma credo che nessuno si sentirebbe per questo di dire che i soldi spesi nella ricerca di cure per le malattie rare (leggi: di cui muoiono meno persone che di infarto), sono mal spesi e dovrebbero confluire tutti nei reparti di cardio-chirurgia.

Scegliere di fare qualcosa significa sempre rinunciare a fare qualcosaltro, con quelle stesse energie, lo stesso tempo, gli stessi soldi. Ma qualcosa è fatto.

L'ho tirata lunga (Fede, ne ho approfittato perchè mi piaceva molto lo spunto... Ne parliamo ancora? A casa tua mentre mi spieghi Diana??)
Ciao!

6 commenti:

Marco ha detto...

ok, allora c'era un post di Fede: venerdì prima di uscir dall'ufficio l'ho letto di corsa e mi ero ripromesso di risponder ieri, ma non l'ho più trovato.

Comunque argomento di difficile "soluzione": a logica sono anch'io per impiegar le "poche" risorse disponibili per cercare di salvare il maggior numero di persone. Purtroppo in ogni caso si tratta di dover decider chi lasciar morire e chi cercar di aiutare...

Fede ha detto...

Grazie per la risposta, volevo fare un paio di modifiche ieri (visto che nessuno aveva ancora commentato) poi ho avuto problemi sul pc e il post è andato perso e non avevo voglia di rifarlo! Nel post ammettevo la mia ignoranza di quello che passa in Africa, nel senso che la percezione di quello che veramente succede è mediata (e distorta) dai mezzi di comunicazione, quindi la reale necessità di tale centro non mi è chiara. Non voglio fare classifiche su chi si più importante salvare (una vita è una vita, siamo d'accordo): quello che ha causato il mio sfogo è stato l'approccio propinato per presentare tale ospedale. "non solo assistenza sanitaria per i bisogni di base, ma anche cure altamente specializzate per affermare e praticare il diritto a essere curati per tutti gli esseri umani." Io sarei per "più fatti e meno pugnette"!! Mi aspettavo più lato pratico!! E giusto per citare ancora il sito di emergency "Il Centro «Salam» di cardiochirurgia costituisce il nucleo di un progetto di assistenza sanitaria altamente specializzata e gratuita rivolto alla popolazione del Sudan e dei 9 paesi confinanti." Quindi non alta qualità, ma alta specializzazioneda cui spero discenda anche alta qualità). Da qui poi si può affrontare un discorso di rapporto qualità/quantità e di sostenibilità. Non farei nemmeno un paragone con l'Italia, i cui abitanti hanno la fortuna di poter prevenire in mille modi i problemi cardiovascolari, sebbene in molti non abbiano idea di cosa sia uno stile di vita misurato e sano. Colesterolo? Ma l'intingolo è così buono!! Mac Donalds? Solo due volte la settimana! Con uno stile di vita più sano probailmente il cancro sarebbe la causa di morte più diffusa. L'attenziona allora sì DEVE andare alle ricerche nelle malattie meno comuni o in generale lì dove c'è ignoranza, lì dove manca la comprensione dei meccanismi scatenanti e/o di tutto ciò che segue. In Africa un ospedale che salva 200 persone all'anno mi pare una goccia nel mare. Utile, ma proprio perchè una vita è una vita, perchè non salvare 30 persone con la malaria invece che salvarne una con un cuore malato? E come è possibile servire anche un solo quarto di un continente vasto come l'Africa quando mancano i mezzi e le infrastrutture per trasportare i pazienti? Il paragone che mi viene, per quanto stupido, è quello del ponte sullo stretto: a che pro farlo, quando poi mancano le strade per arrivarci? Non è meglio sistemare gli acquedotti in Sicilia con un decimo dei soldi?
Queste erano le cose che mi più avevano scioccato! Mi sentivo preso per i fondelli, ecco!

Anonimo ha detto...

Malattie comuni e non comuni.
Non preoccupatevi, in Italia, dove in assoluto si spende poco, si pensa prima a quelle più comuni, inoltre le cause farmaceutiche investono su terapie, non cure (per chi non sa la differenza, una ritarda, l'altra guarisce), perchè più lucrose dal momento che possono essere somministrate per l'intera vita dello sfortunato e non una volta soltanto risolvendo il problema, il capitalismo insegna.
Per tutti il consiglio è leggere un libro di Strada, per capire cos'è la guerra o come si vive in guerra.
Secondo, sde non volete che si costruiscano ospedali "d'eccellenza" in Africa, non lamentatevi quando certi malati giungono in Italia come molti gfanno davanti ad alcuni servizi della TV pensando a dove vanno le nostre tasse.
Mi vedo d'accordo con Giorgia, tra parentesi, chi si ammala di malaria ed è a fare il volontario deve tornare in Italia per avere speranze di rimettersi completamente

Fede ha detto...

Il libro di Strada non l'ho letto, come già ampiamente dichiarato: ho detto che sono ignorante in merito! E per questo chiedevo delucidazioni. Però posso ribattere con l'ultima provocazione? Allora perchè non fare un centro d'eccellenza sulla malaria? E, tra parentesi, non mi sono mai (né ho sentito mai, sono sincero) lamentato perchè 30-50-100 persone venivano trasferite in Italia per essere curate di un male ingestibile in Africa. Se qualcuno lo facesse, gli si potrebe far notare che con le nostre tasse facciamo sopravvivere non 30, nè 50, ma un migliaio di politici che meriterebbero di fare un po' la fame. Di fatto però, a parte casi isolati ed eccezionali, non ho mai sentito nessuno che venisse portato qui per canali ufficiali.

Anonimo ha detto...

Purtroppo evidentemente solo a me capita di scontrarmi con l'ignoranza bruta del nostro popolo.
Comunque la provocazione non era riferita in particolare a te, perchè non ti ho mai sentito esprimere tali idee.
A me ciò che sconvolge dei racconti di persone che conosco su questi paesi è come tutto sia guasto, neppure i caschi blu mantengono un'integrità mentale; forse i medici, lottando giornalmente contro la morte, restano gli unici con dei valori.

PIZ ha detto...

Non mi sembra corretto che Paola quando parla di: "Purtroppo evidentemente solo a me capita di scontrarmi con l'ignoranza bruta del nostro popolo", faccia evidente riferimento a me.
Non credo che verrò al vostro matrimonio.

PIZ