mercoledì, febbraio 28, 2007

Notizie assurde dal mondo

Insegnante mozza la lingua a un bambino di soli 7 anni.
Sporta denuncia da parte della famiglia. L'avvocato della madre ad Affari: "Quella donna è disperata, ha dovuto anche lasciare il lavoro"

MILANO-Un taglio netto, da parte a parte. "Tira fuori la lingua che te la mozzo". Una frase agghiacciante. Una ricostruzione drammatica. Soprattutto perchè gli attori, carnefice e vittima, sono una insegnante e un bambino, di soli sette anni, di una scuola del nord ovest di Milano. La colpa del piccolo? Aver parlato, aver disturbato, aver messo in mostra la propria vivacità. Alla fine, l'insegnante di sostegno - 22 anni - prende le forbici e taglia la lingua al bimbo, di origini extracomunitarie. Un fatto gravissimo, che ha causato al piccolo una corsa all'ospedale pediatrico "Vittore Buzzi" e un piccolo intervento non chirurgico con annessi cinque punti di sutura. "Era solo un gioco, non volevo", dirà poi, mentre il piccolo veniva medicato.
"Affari" ha chiamato l'avvocato della famiglia, che si è costituita parte civile dopo aver sporto denuncia. Il legale Pietro Porciani è molto chiaro: "E' assurdo, allucinante quanto è successo. Un atto di una fesseria inaudita".
Ecco l'intervista all'avvocato:

Avvocato, lei ha visto il bambino?
E' venuto ieri sera da me in studio, alle 19 circa. Gli ho fatto aprire la bocca e ho visto la lingua, con i punti di sutura.
Ma riesce a parlare?

Riesce a parlare ma non vuole mangiare assolutamente. E' brutto essere costretti a ingurgitare solo gelati e yogurt per nutrirsi. E poi, non vuole tornare a scuola.
E la madre?

La madre si è dovuta licenziare perchè se il piccolo non è a scuola, lei non può andare a lavorare. Si immagini il danno enorme per questa famiglia. Non sappiamo neppure quando durerà la malattia fisica. Ed enormi incognite ci sono su quella mentale.
Sarà affidato a uno psicologo?

Sicuramente ci sarà un pool che lo seguirà. Faccia conto che, anche ieri sera, venendo da me diceva: "Io a scuola non ci voglio tornare perchè ho paura". Noi gli abbiamo spiegato che quella insegnante non c'è più, che è stata rimossa. Ma, ovviamente, è molto spaventato. Speriamo che riesca a superare il trauma, ma i danni sono stati molto importanti. Quella scuola gli ricorda un'aggressione subita.
Cosa rischia la professoressa?

Intanto è stata sospesa. E' vero che si trattava di un'insegnante di sostegno, ma nel momento in cui esercita il suo lavoro, è responsabile di una scolaresca. Rischia un processo per lesioni. E poi valuteremo tutte le aggravanti che possano essere comminate. La cosa grave è l'esempio che danno queste persone. Io ai miei tempi venivo messo fuori dalla porta per 10 minuti, mica mi tagliavano la lingua se ero esuberante. Sono cose inconcepibili.
Come si spiega questo gesto irresponsabile?

Potrebbe essere stato uno scatto di nervi. Ma se si è insegnanti non bisogna averne. I bambini vanno rispettati. Non esiste che si prenda un bambino e lo si aggredisca, lo si riempia di botte o gli si tagli la lingua. E' assurdo. Andremo fino in fondo perchè in questa famiglia extracomunitaria, ora, la madre ha perso il lavoro.
Ci potrebbe essere uno sfondo razzista per questa vicenda?

Tendo ad escluderlo, a priori. Ma quanto successo è comunque molto grave.

27 febbraio 2007

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