lunedì, luglio 01, 2013

Basta edificare su suolo agricolo!

Ogni volta che giro in bici nelle nostre campagne mi accorgo che sparisce un campo e con esso terreno coltivabile.
Siamo la pianura più fertile al mondo, non è possibile cementarla così alla cazzo!!!!
Basterebbe una semplice legge: da domani non si può più costruire nulla su suolo agricolo.
Punto!
Vuoi fare nuovo edificio? semplicemente, demolisci uno dei tanti ruderi/capannoni abbandonati e edifichi li sopra. C'è talmente tanta di quella "merda" decadente in giro che il posto non manca di certo.

E se non si vuole demolire, si può riqualificare: è quello il futuro per l'edilizia per uscire dalla sabbie mobili



CasaZera, la formula per 
riabitare gli spazi industriali 

Ogni giorno in Italia, secondo i dati Ispra, vengono urbanizzati 14.000 metri quadrati di suolo libero. Eppure non esiste secolo, nella storia dell’umanità, che abbia lasciato un patrimonio edilizio ricco quanto quello del Novecento, oggi in gran parte abbandonato e destinato a demolizione. Immensi e fascinosi complessi industriali, un tempo simbolo del boom produttivo e – come un palazzo antico - dell’ascesa delle dinastie imprenditoriali che hanno fatto la storia economica del Paese, rischiano di rimanere inutilizzati e ospitare il degrado delle aree periferiche delle città, proprio mentre la necessità di arginare il consumo di suolo diventa una questione improrogabile.

Adesso però esiste una soluzione più efficiente della demolizione, presentata ieri in anteprima agli operatori del settore, all’Environment Park di Torino. Si chiama CasaZera, è il frutto concreto del progetto Ecostruendo (finanziato dalla Regione Piemonte attraverso il polo del green building Polight, con il concorso di risorse comunitarie dei fondi FESR), e promette “cinque zeri”: zero consumo di suolo, zero spreco di risorse, zero tempo, zero energia, zero errori di progetto. O meglio “nearly zero”, quasi zero, come fanno correttamente notare i progettisti. Non stiamo però parlando di avveniristici prototipi o di ricerca pura, ma di un sistema-prodotto , leggero ed energeticamente sostenibile, in grado di finire sul mercato già nei prossimi mesi e intercettare la crescente domanda di soluzioni costruttive low cost (sia nella produzione che nella gestione) che consentano la conservazione degli edifici industriali unita a rapidità esecutiva e velocità autorizzativa. A impegnarsi in questo obiettivo sono state infatti sette imprese private: la DE-GA SpA, come capofila, Confortaree, Golder Associates, Habicher Holzbau, Onleco, Tecnologie Impiantistiche e studio T.R.A., in collaborazione con il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino.


Il modulo sperimentale inserito nelle ex Officine 
Nebiolo di Torino, Courtesy of DE-GA SpA

Ma torniamo alle promesse. Se l’annullamento del consumo di suolo è un obiettivo comune anche alle demolizioni, la differenza è che, queste, portano con sé anche la distruzione e lo spreco dell’energia immagazzinata negli edifici. Il sistema CasaZera ottimizza invece il ciclo di vita perché recupera, in buona parte, con opere edili minime, le strutture esistenti  e le integra con componenti in legno prefabbricati, altri materiali a basso impatto ambientale e impianti ad alte prestazioni. CasaZera è dunque una costruzione a secco prefabbricata, realizzata in buona parte in stabilimento, con macchine a controllo numerico che ottimizzano l‘impiego dei materiali e riducono, rispetto al cantiere, i rifiuti da costruzione e gli errori, grazie a un processo di produzione standardizzato. Anche i tempi risultano notevolmente ridotti. Dal 1990 la semplificazione delle norme urbanistiche ha infatti reso più rapida e snella la procedura di approvazione degli interventi che conservino gli edifici esistenti e CasaZera permette quindi di operare direttamente, senza strumenti urbanistici esecutivi, consentendo di ridurre a 30 giorni il processo autorizzativo di interventi anche di grandi dimensioni. Last but not least , il conseguimento degli obiettivi energetici: 75% di energia da fonte rinnovabile (solare termico, fotovoltaico e biomasse) integrata con metano o teleriscaldamento e unita a sistemi di recupero calore, raffrescamento, ventilazione meccanizzata e illuminazione a LED – il tutto controllato da un avanzato sistema di domotica progettato ad hoc e sviluppato per essere facilmente utilizzabile da chiunque.

Il sistema CasaZera è stato inoltre pensato tenendo presenti, come requisiti di progetto, gli standard dei protocolli di certificazione energetica e ambientale più diffusi in Italia, come GBC Home, CasaClima e Itaca. Per quanto riguarda il recupero e riuso dei materiali, ad esempio, l’obiettivo di ogni progetto dovrà essere quello di “contenere l'utilizzo di materiali vergini all'interno del processo edilizio e di ridurre i rifiuti, diminuendo in questo modo gli impatti ambientali associati all’estrazione ed ai processi di lavorazione delle materie prime”.

Secondo Giorgio Gallesio, amministratore delegato della capofila DE-GA, “siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione nel modo di costruire e abitare”, che si diffonderà nei prossimi anni a partire dal social housing, dalle residenze universitarie e altre aree di intervento, sia pubbliche che private, dove la necessità è, sempre più, quella di conciliare il contenimento dei costi di costruzione e manutenzione con il raggiungimento di alti standard qualitativi.  

Il primo modulo sperimentale, incapsulato nell’intelaiatura delle ex Officine Nebiolo di Via Bologna, a Torino, verrà inaugurato il prossimo 18 aprile e poi abitato e monitorato per 12 mesi da tre studenti del Politecnico di Torino, per testarne l’efficienza tecnologica e il comfort abitativo.
27 marzo 2013


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