venerdì, agosto 24, 2012

Il mantello dell'invisibilità

Su segnalazione di Ciccio...


Il mantello dell’invisibilità di Harry Potter è quasi realtà
Andrea di Falco, capo ricercatore presso la scozzese Saint Andrew University, ha messo a punto il “Metaflex”: materiale rivoluzionario che, non assorbendo la luce, permette l’invisibilità.

Un materiale che renda invisibili gli oggetti di cui è fatto è l’argomento di ricerca della task force di scienziati capitanati dall’italiano Andrea di Falco presso la Saint Andrew University. Attraverso l’elaborazione di un metamateriale che non assorbe le onde luminose il ricercatore annuncia che manipolare la luce non sarà più un mito. La notizia ha fatto il giro del mondo e la ricerca è stata ovviamente pubblicata in modo approfondito sul New Journal of Physics. Ma vediamo come funziona in soldoni.

INDICE DI RIFRAZIONE NEGATIVO - Quello in questione è un cosiddetto metamateriale, un materiale totalmente artificiale creato in laboratorio per ottenere proprietà non disponibili in natura. Solitamente, queste proprietà ricercate, non dipendono dalla composizione dello stesso ma dalla struttura. Ma veniamo al nostro caso specifico. La proprietà conferita al metamateriale in questione è l’indice di rifrazione negativo. Inciso: l’indice di rifrazione indica quanto la luce che penetra attraverso una sostanza sia più lenta della velocità della luce nel vuoto. Tutte le sostanze hanno indice di rifrazione positivo che implica l’assorbimento delle onde elettromagnetiche da parte dei vari mezzi e quindi la visibilità degli stessi. Un materiale con indice di rifrazione negativo ha quindi le potenzialità per essere invisibile. Ma non è questa la scoperta.

METAFLEX – I metamateriali del genere finora realizzati riuscivano a mantenere la proprietà solo in forma piatta e rigida, non esattamente ideale per la creazione di oggetti flessibili (come il mantello..). Ecco quindi dove Di Falco e la sua equipe sono riusciti: creare una membrana di metamateriale, una pellicola polimerica ribattezzata Metaflex proprio per la flessibilità guadagnata, che ha tutte le carte in regola per essere assemblata e per andare a creare oggetti tridimensionali flessibili a indice di rifrazione negativo. Una delle applicazione più incredibili, afferma lo stesso Di Falco nell’articolo del New Journal of Physics afferma: “I metamateriali ci permettono finalmente di manipolare la luce a piacimento. Il Metaflex può essere utilizzato per creare nuovi tipi di tessuti e nell’essay spieghiamo quanto sia semplice applicarlo alle lenti a contatto ed utilizzare queste come protesi”.

EMULI – Insomma, il mantello di Harry Potter è vicino, ci sta pensando uno scienziato italiano (una laurea a Roma Tre, un dottorato all’Università di Palermo e poi il successo planetario all’estero, ovviamente). Per chi volesse invece emulare il maghetto in modi un po’ più caserecci e maldestri può predere ispirazione da quello che sta succedendo in India dove la popolazione dei gufi selvatici è stata falcidiata per riti magici o per addomesticarli a mo’ di Hedwig asiatici.

4 novembre 2010

Nessun commento: