sabato, maggio 19, 2012

Lotta contro i mulini a vento?


Btjunkie.org bloccato dalle autorità italiane

Btjunkie.org è stato bloccato dalle autorità italiane: il popolare motore di ricerca di "file Torrent" è stato così chiuso all’accesso dalla Magistratura e dalla Guardia di Finanza. In realtà al momento attuale è possibile entrare liberamente nel portale, effettuare ricerche e individuare file da scaricare con gli appositi client, tuttavia la situazione è ancora tutta in divenire. Solamente nelle scorse ore era intervenuto il presidente di FIMI, Enzo Mazza, lodando l’iniziativa come innovativa e importante.

Btjunkie.org è uno dei tanti siti che non si occupa di ospitare fisicamente i file torrent, quanto di offrire un motore di ricerca veloce e affidabile per trovare i file stessi, dalla rete. Con l’operazione Poisonous Dahlia, della Guardia di Finanza di Cagliari insieme alla Magistratura, è arrivata l’azione delle autorità italiane.
L’ordine di inibizione all’accesso era arrivata direttamente dal PM senza la convalida del GIP per la ricorsa al riesame come accaduto col caso di Pirate Bay. In questo caso sarà consentito soltanto il ricorso alla Cassazione. Un “colpo” importante che colpiva 500.000 potenziali utenti italiani.
Btjunkie.org ha messo su un bel business, quantificato in 3.5 milioni di euro all’anno, e il presidente FIMI Enzo Mazza è entusiasta del blocco “E’ un’importante messaggio mandato dalla Magistratura alle associazioni criminali che favoriscono la distribuzione illegale di musica“.



BtJunkie, oscurato anche proxyitalia.com

La Guardia di Finanza ha oscurato il sito proxyitalia.com poiché consentiva l'accesso a BjJunkie nonostante il blocco del DNS.
La guerra esplosa attorno al portale BtJunkie vede salire la tensione per una vicenda che si fa giorno dopo giorno sempre più complessa. La guerra al tracker, infatti, sta tirando in ballo ogni elemento che consente agli italiani di aggirare il blocco per accedere comunque ai server del sito, cercando così di tagliare per quanto possibile le fonti di accesso al servizio operando tramite l’oscuramento dei canali principali utilizzati.
La prima mossa è stata quella dell’oscuramento del dominio. Alla luce della possibile mancata adozione del provvedimento da parte di due Internet Service Provider, inoltre, si è giunti alla denuncia di Fastweb ed NGI per favoreggiamento della pirateria (con tanto di accuse respinte dall’AIIP). La terza tappa tira ora in ballo proxyitalia.com, oscurato in giornata dalla Guardia di Finanza. Secondo quanto indicato dall’ANSA, il sito è stato creato in Canada ed allocato in Germania: «consentiva l’accesso dall’Italia al portale multimediale pirata “btjunkie”, uno dei più grandi supermercati mondiali del falso multimediale. L’operazione è stata effettuata in attuazione di un provvedimento emesso in via d’urgenza dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia. Le Fiamme Gialle hanno scoperto che la registrazione del dominio “proxyitalia.com/btjunkie.org” era avvenuta in risposta ad un altro provvedimento della magistratura cagliaritana che dallo scorso aprile aveva vietato l’accesso al sito pirata e indagato due internet provider, Fastweb e Ngi, per favoreggiamento per non aver bloccato tutti gli accessi a “btjunkie”».
Quella che è nata come una questione legale rischia di affogare ora in una questione tecnica: le autorità possono realmente pensare di fermare tutti gli infiniti strumenti esistenti per l’aggiramento di un blocco imposto a livello di dominio? La via praticata è realmente una soluzione o piuttosto aggiunge un problema ad un altro, creando così un polverone legale nel quale il dibattito va a perdersi?
A margine di quanto accaduto occorre infatti ricordare come l’accesso ai portali oscurati sia estremamente semplice nonostante lo sforzo delle Fiamme Gialle e tutto ciò per l’esistenza di strumenti comuni di facile adozione che gran parte dell’utenza conosce. Il rischio è quello di tentare di svuotare il mare con un cucchiaio: denunce, domini oscurati e provvedimenti della Procura finiscono insomma vanificati da un semplice DNS cambiato, mandando in fumo gli sforzi profusi e svuotando in buona parte di significato la lotta contro il portale nel mirino.

15 luglio 2011
da webnews.it




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