domenica, novembre 15, 2009

Chissà come mai...

I consumi sono il 20% in più di quanto si dichiara al fisco

Il tenore della vita reale degli italiani viaggia a livelli molto più alti di quelli registrati dal fisco. I consumi delle famiglie - nel 2007, ultimo anno confrontabile - hanno staccato i valori dei redditi dichiarati con il modello Unico o il 730, che in media si sono fermati il 20% sotto il livello delle spese. In media, perché in alcune regioni come la Calabria la distanza fra spese e redditi dichiarati sfiora il 50%, in Sicilia è al 38,6% e si mantiene sopra quota 30% anche in Campania e Puglia. La fotografia fiscale si rivela meno sgranata al Nord, dalla Lombardia (dove si spende "solo" il 5,8% in più di quel che si dichiara) al Piemonte (13,3%) e all'Emilia Romagna (14,6%). Il Lazio, con il 19,5%, e le Marche con il 18,8%, sono in linea con la media nazionale del 19 per cento.

Discorso a parte meritano Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta, dove la forbice fra consumi e redditi ufficiali è aperta come nei territori del Mezzogiorno ma il fenomeno si spiega anche con altri fattori. Occorre considerare infatti che queste regioni autonome offrono ai residenti contributi e incentivi per l'acquisto di beni di valore importante (valga per tutti, la prima casa) per cui in realtà l'entità dei consumi è da riferire non solo a redditi prodotti dalle famiglie ma anche agli aiuti ricevuti dagli enti.

Certo, l'equazione «dimmi quanto consumi e ti dirò quanto guadagni» va un po' precisata. Se fosse sempre vera, la caccia agli evasori fiscali sarebbe quasi un gioco da ragazzi, anche per la stessa amministrazione finanziaria. E il redditometro sarebbe lo strumento perfetto per stanare i furbi delle tasse.

Il punto, però, è che non sempre è possibile individuare una correlazione diretta tra consumi e reddito: molti possono "spendere" attingendo dal risparmio oppure indebitandosi. Eppure il confronto tra quanto mediamente si sborsa per mantenere sé e la propria famiglia (il dato sui consumi finali è quello indicato nella Relazione generale sulla situazione economica del Paese, 2008, pubblicata dal ministero dell'Economia e delle Finanze) e quanto si dichiara al fisco, qualche problema lo segnala. E riaccende l'attenzione, e per certi aspetti l'allarme, sui temi dell'evasione fiscale e del sommerso, oltre che sul ruolo dell'economia illegale.

I dati elaborati dal Sole 24 Ore dicono che ogni 100 euro lordi indicati nel modello Unico ben 120 se ne vanno in acquisti di tutti i tipi di beni e servizi. Come accennato, si potrebbe osservare che alcuni consumi (almeno quelli più importanti, l'aquisto della casa per esempio) si sostengono attingendo ai risparmi o a forme di indebitamento. Tuttavia questa circostanza è certamente riequilibrata e corretta da almeno tre punti che occorre considerare:

1) il confronto è stato operato con il reddito complessivo lordo e non con quello netto spendibile (più basso, in media, del 20-25%);

2) non tutto ciò che viene guadagnato viene speso (c'è una componente di risparmio, pur in calo rispetto al passato);

3) chi consegue redditi in nero ed evade il fisco non necessariamente li spende, ma può anche risparmiarli.

A riprova di ciò c'è il fatto che il confronto diventa ancora più impietoso se i consumi vengono confrontati non con il reddito dichiarato, ma con il reddito fiscale effettivamente disponibile per le famiglie (e quindi dopo aver tenuto conto di deduzioni, detrazioni e imposta pagata).

A livello nazionale la distanza tra acquisti e guadagni (fiscali) sale a circa il 50%: come dire che ciò che viene denunciato nei modelli fiscali basta per pagare la metà dei consumi.
In Calabria, il divario tra entrate dichiarate e uscite vola all'80% e la Lombardia, che rimane comunque la regione più virtuosa, arriva a sfiorare il 40 per cento.

Le differenze tra regioni restano, naturalmente, una delle questioni più spinose. Tanto più se si guarda distintamente ai valori procapite dei redditi e dei consumi. Così, per esempio, in Calabria si dichiarano redditi mediamente inferiori della metà rispetto a quelli dichiarati in Lombardia.

Distanza che però non si riproduce osservando i consumi, che sono certamente inferiori a quelli dei lombardi ma si scostano al massimo del 30% circa.

Un'ultima considerazione riguarda il fatto che, a livello nazionale e in valore assoluto, i consumi totali (916 miliardi nel 2008) superano i redditi dichiarati (770 miliardi) per circa 146 miliardi di euro. Che diventano poco meno di 170 se invece di considerare il reddito lordo dichiarato si osserva il reddito disponibile.

Valori, in fondo, non molto distanti dalle più accreditate stime sull'economia sommersa, sempre oscillanti tra i 150 e i 200 miliardi di euro.


7 settembre 2009
da ilsole24ore.com

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