giovedì, settembre 17, 2009

Gli uomini dovrebbero essere comunisti

Gli uomini dovrebbero essere comunisti.

Se si mettono a fare gli individualisti tutto va storto. Quando se ne vanno per la loro strada finiscono per impantanarsi nel fango e quello sguazzare lo chiamano ricerca della propria via. Come comunisti avrebbero una strada comune, costruirebbero una società uguale per tutti, invece si dividono e sono terribilmente emotivi.

L'individualismo non si addice al maschio, ma non bisogna dirlo sennò poi se la prendono e non mettono più piede in casa. Restano in strada. Ecco come sono fatti gli uomini: sono così. Ognuno pensa che la propria strada sia eccezionale, anche se il deserto è segnato da migliaia di strade identiche sulle quali le famiglie finiscono stremate, le donne cadono lungo il tragitto, i bambini prendono coscienza di quale sfortuna sia avere un padre individualista. Su quelle strade ci sono rimaste intere generazioni, è stato inventato anche l'autostop, il viaggetto romantico, le canzoni sdolcinate, gli stivali consumati, le risposte a monosillabi alle domande fondamentali della vita, su quelle strade si è cominciato a vendere dischi di tango, cantanti che parlano sempre della stessa identica cosa, di partire, mondo boia, gli uomini entrano in quello spirito anche se stanno progettando un viaggio personalizzato dal divano al cesso. Non fai in tempo a farli vedere una foto a colori di una strada tra i canyon che già hanno uno stivale fuori dalla porta.

Il senso originario della strada era permettere di spostarsi facilmente da un luogo all'altro. La strada non è stata inventata per camminarci senza meta col berretto a visiera di traverso. Si dovrebbe presumere che i maschi lo sappiano, visto che sono stati loro a costruire la strada. Probabilmente andò così, quando la prima strada fu ultimata si tirò a sorte chi sarebbe stato il primo della banda a percorrerla, e da solo. Non in gruppo, ovviamente no: da solo. Gli altri uomini si arrampicarono in cima al canyon per ritrarre l'immagine di quell'individuo solitario, e fu così che nacque la prima rappresentazione del mondo della solitudine. La solitudine l'hanno inventata i maschi, non le donne, i cani o i bambini, che poi sono quelli che devono sopportarla.

(Colpi al cuore, di Kari Hotakainen)

9 commenti:

Vex ha detto...

Che cagata! :P

gigì ha detto...

Son gli stivali, che ti han dato fastidio, eh?

Vex ha detto...

no quella parte mi è piaciuta!! ma ora scappo che ho il treno! (è il termine comunista che a me falo stesso effetto che nazista o fascista)

gigì ha detto...

Ommioddio! Vex, ma questo era VERAMENTE un uso ironico del termine! Psicologico!! No, dai, fai solo finta di non aver capito...

paolangela ha detto...

Sai qual è il problema secondo me? che anche il femminismo ha fallito.
Non siamo riuscite a sviluppare un modo per emanciparci svincolato dal modello maschile. ci siamo liberate dalla schiavitù della vita domestica divenendo delle caricature dei maschi.
Così rimaniamo sole noi, condanniamo i nostri figli alla peggiore solitudine: quella dei figli unici (e qui scatenerò polemiche, ma gli psicologi concordano nell'importanza di avere una persona che cresce con te, che con te si confronta, alla pari, non come un grande. Poi non datemi addosso subito: anch'io sono figlia unica e so che ci son fratelli che aspettan solo di colpirti alle spalle, e che ogni caso va da sè e non si può far di tutta l'erba un fascio).
Freud lo disse un secolo fa: il comunismo è un'utopia, la più bella e la più grande. sfortunatamente, però, l'uomo desidera primeggiare sui propri simili, anche al prezzo della loro morte.
Cosa potremmo fare per i malati con tutti i soldi che gli Stati spendono per gli armamenti?

Vex ha detto...

L'avevo capito, però dovevo scappare a prendere il treno e quindi sono stato sintetico! Però (per quanto scritto bene) mi sembra dica un sacco di sciocchezze. Il discorso sull'individualismo maschile non ha proprio senso, non è individualismo uscire di casa e confrontarsi con altre persone, ma d'altronde nell'ottica femminile tutto quello che non le include è un elemento estraneo e di distrazione dal nucleo familiare.
Paola mi sa che il problema del femminismo (e in questo lo è anche del comunismo) sta nel fatto che pone il problema sull'uguaglianza uomo-donna (che non esiste e non esisterà mai per ovvie ragioni la principale delle quali che un uomo non partorirà mai) e non solo sulla parità dei diritti civili. Non conosco Freud ma il fatto abbia sostenuto che il comunismo sia la più grande e bella utopia mi fa credere che come sia moolto sopravvalutato. L'uguaglianza è innaturale, imporal provoca più danni che benefici, in fondo Hitler voleva una Germania di Uguali e spersonalizzata in cui qualsiasi forma di diversità venisse ripulita e eliminata. Gli eserciti si basano sull'uguglianza e sulla eliminazione dell'individuo, per farlo assorbire dallo spirito di corpo. Insomma, l'eliminazione dell'individualità è il passo fondamentale per eliminare il dissenso, per far smettere alle persone di pensare con la propria testa, renderle docili e farle ubbidire agli ordini. Forse dovreste rileggervi Orwell, la dichiarazione di independenza americana, Tocqueville e l'epitaffio per i caduti del primo anno di guerra del peloponneso di Pericle come riportato da Tucidide.

gigì ha detto...

Vex, sei magnifico! Per una volta che non avevo intenti politici!! Ora tutti e due mi avete dato un sacco di spunti di riflessione... Che accantono immediatamente per un sano e variegato weekend!! Baci a tutti!

Vex ha detto...

Mmmm Time danaos et dona ferentes,
P.S. se lo trovi leggi davvero il discorso di Pericle.. sembra scritto oggi.

paolangela ha detto...

ok, stasse cerco in internet.