mercoledì, novembre 26, 2008

cLe donne provano la temperatura del ferro da stiro toccandolo. Brucia ma non si bruciano. Respirano forte quando l’ostetrica dice «non urli, non è mica la prima». Imparano a cantare piangendo, a suonare con un braccio che pesa come un macigno per la malattia, a sciare con le ossa rotte. Portano i figli in braccio per giorni in certe traversate del deserto, dei mari sui barconi, della città ai piedi su e giù per gli autobus. Le donne hanno più confidenza col dolore. Del corpo, dell’anima. È un compagno di vita, è un nemico tanto familiare da esser quasi amico, è una cosa che c’è e non c’è molto da discutere. Ci si vive, è normale. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformandolo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza. Ignorarlo, domarlo, metterlo da qualche parte perché lasci fiorire qualcosa. È una lezione antica, una sapienza muta e segreta: ciascuna lo sa.

Concita de Gregorio “Malamore. Esercizi di resistenza al dolore”

3 commenti:

Anonimo ha detto...

e tutto questo come si coniuga con la sindrome pre-mestruale e annessi e connessi?
Ah ho capito il dolore è trasformato riflettendolo sul maschio! ;-)

Anonimo ha detto...

...secondo me tutto deriva dal fatto che la donna trattiene gli istinti primordiale a cui invece l'uomo, animale assai più saggio, da libero sfogo...tipo le puzzette...quanto dolore trattentuto per cosa?... e poi smettialmola con sta cosa del parto...alla fine la casa rimane sempre a voi...tse tutte uguali voi donne
pronto...cosa?...
dicevi laura?....si si tesoro scusa...hai ragione tu..

paolangela ha detto...

Per questo gli uomini son pelati!
(risposta comm. 1)