venerdì, novembre 20, 2009
A Berlusco’ ricordati degli amici
Ha fatto bene l’astuto D’Alema a fidarsi della parola di Berlusconi, che si era solennemente impegnato a sostenerlo ventre a terra per la nomina a “Mister Pesc”, cioè a ministro degli Esteri d’Europa. Infatti è passata la baronessa laburista inglese Catherine Ashton. Si consuma così l’ennesimo trionfo politico di Max che – fra la Bicamerale, il minigoverno con Cossiga & Mastella, le poltrone sfumate di presidente della Camera e della Repubblica – ha collezionato più fiaschi di una cantina sociale. Ma continua a passare per un tipo “molto intelligente”, a prescindere. Non ha ancora capito che l’inciucio all’italiana funziona sempre a senso unico: è un “do ut des” dove si notano soltanto i do della sinistra, e mai i des del Cavaliere. Infatti il centrosinistra ha resuscitato tre volte l’ometto morente, il quale invece ha sterminato una dozzina di leader del centrosinistra. E quello che non è riuscito a sconfiggere, Prodi, glielo ha gentilmente fulminato il centrosinistra due volte su due. Ora, per somma beffa, il Pdl si accinge a ritirare la ghedinata del processo breve, anzi morto, per sostituirla con il geniale disegno di legge Finocchiaro-Calvi, presentato e fortunatamente non approvato alcuni anni fa, che sortisce lo stesso risultato: ammazza sia il processo Mills sia il processo Mediaset. Invertendo l’ordine degli schieramenti, il prodotto non cambia. In fondo a che altro serve il centrosinistra in Italia se non a salvare Berlusconi? Chi scriverà la storia di questi 15 anni non potrà prescindere dalla gag di Corrado Guzzanti nei panni di Rutelli con la voce di Sordi: “A Berlusco’, so’ anni che te portamo l’acqua co le orecchie, che ce voi pure ‘a scorzetta de limone? A Berlusco’, ricordate degli amici, ricordate de chi t’ha voluto bbene”. Archiviato Berlinguer come un nonnetto un po’ rinco a causa del suo patologico senso dello Stato, il centrosinistra ha assorbito tutto il peggio delle culture anti-statali e anti-legalitarie dei gruppettari anni 60 e 70: le stesse che avevano portato naturalmente i vari Sofri, Boato, Liguori, Marcenaro, Panella, Briglia dalla sinistra extraparlamentare a Craxi e molti di essi da Craxi a Berlusconi (non a caso, Boato era relatore per la giustizia in Bicamerale, e andava d’amore e d’accordo con Gelli e con Previti). Poi le ha mescolate con il giustificazionismo piagnone dei cattocomunisti e con l’antica avversione dei cattolici integralisti e papalini allo Stato risorgimentale. Il nemico è sempre quello: la legge e chi la fa rispettare. Ieri, ad Annozero, Vauro ha giustapposto le sparate contro la giustizia italiana di Cesare Battisti e di Silvio Berlusconi: assolutamente intercambiabili. “In Italia la giustizia non è al di sopra delle parti e l’opposizione vuole vincere le elezioni tramite la magistratura” (Battisti, Il Giornale, 5-11-2009). “Vedo una democrazia in libertà vigilata sotto il tacco dei giudici politicizzati” (Berlusconi alla Confesercenti, 25-6-2008). “Consegnarmi alla giustizia significherebbe consegnarmi nelle mani dei miei avversari politici” (Battisti, Agi, 10-11-2009). “Sono oggetto di un’inaudita catena di inchieste giudiziarie segnate dal più ostile e prevenuto accanimento” (Berlusconi, 29-1-2003). “Riaffermo la mia condizione di perseguitato politico” (Battisti, 30-1-2009). “Sono l’uomo politico più perseguitato” (Berlusconi, 10-10-2009). Uno è un delinquente comune, condannato per quattro omicidi e coccolato da mezza sinistra europea. L’altro è il premier italiano e leader del centrodestra. Parlano la stessa lingua. Solo che Berlusconi ha chiesto l’estradizione di Battisti per sbatterlo in galera. E Battisti non ha mai pensato di usare le frasi di Berlusconi per convincere i giudici brasiliani che i loro colleghi italiani sono “matti, mentalmente disturbati, e antropologicamente diversi dal resto della razza umana”. Uomo di poca fede. MARCO TRAVAGLIO
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6 commenti:
Sai cos'è la cosa che più non sopporto? Per avere uan riforma della giustizia essere costretto a votare chi questa riforma la vuole fare per i suoi fini personali. Mi piacerebbe tantissimo che qualcun altro dicesse che nel nostro paese c'è un corto circuito giudiziario, che va risolto in maniera sistematico, che la divisione delle carriere costituisce la differenza tra un sistema giuridico di tipo inquisitorio con un sistema garantista. Che aspettare 5 anni per una sentenza è indegno, che essere sottoposti a carcerazione preventiva per un anno e passare quello successivo agli arresti domiciliari è osceno, qualcosa da repubblica popolare/sovietica/fascista. Che la magistratura non può autogovernarsi secondo logiche sindacali, che il CSM non è la terza camera (e anzichè occuparsi delle leggi del parlamento per il quale c'è la corte costituzionale, dovrebbe occuparsi delle incompetenze della magistratura e vigilare sulla sua efficenza). Insomma mi piacerebbe che qualcun altro (che non lo faccia per pararsi il culo) avesse il coraggio di dire che in Italia, la Giustizia è uguale per tutti solo nella sua applicazione puramente arbitraria e insindacabile. Arbitrarietà che spesso va a colpire delinquenti, ma altre volte va a colpire persone oneste, alcune sopportano di vedere la propria vita infangata, altre (come l'On. Moroni per esempio) piuttosto preferiscono la morte. Ma noi siamo contro la pens di morte... negli altri paesi, a casa nostra che minchia ce ne fotte??
In due minuti che alle 13.30 esco...siamo d'accordo che a parte i giudizi in merito al perche' si vuole fare, segare i processi a due anni ben lungi dall'ottenere uno slancio dell'efficienza indurrebbe solo le difese a tirare il brodo il piu' possibile lungo per aspirazione alla morte naturale del processo? (E non inizio neanche la questione dell'ingiustizia nei confronti delle vittime, parlo proprio solo del punto "sarebbe una riforma questa?")
Forse non è una buon norma, di sicuro no per i processi in corso, probabilmente sì per quelli futuri. La cosa si risolve facilmente facendo una legge che snellisca complementarmente alcune procedure. D'altrocanto la pubblica accusa si troverebbe a accelerare i processi, anzichè prolungarli a piacimento. E parlandoci chiaro... una giustizia che dopo 5 anni porta a un'assoluzione perchè il fatto non sussiste, inchiodando una carriera politica, non è giustizia. 5 anni buttati nel cesso perchè in quell'epoca era di moda indagare un certo tipo di persone. E il PM che ha iniziato l'inchiesta e quello che l'ha conclusa (sì perchè nel frattempo il primo era diventato giudice e graziadio una legge nell'interesse di Mr B ha fatto sì che non potesse esercitare nello stesso posto ma dovesse essere trasferito) non hanno subito nulla. Ah no, l'ultimo, poichè l'avvocato della difesa, in corso di dibattimento, aveva usato termini poco lusinghieri nei confronti della qualità dell'indagine, ha querelato l'avvocato in questione per diffamazione, il quale ha dovuto risolvere la faccenda presentando le sue scuse. Ah la GIUSTIZIA italiana che gran cosa!! No il principio del processo breve e giustissimo e la norma non sarebbe nemmeno così male se non coinvolgesse i processi già in corso.
Allora non siamo d'accordo...e vabbe', niente di nuovo!
:D
http://www.youtube.com/watch?v=j2VqvttqHSM&feature=player_embedded
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