sabato, aprile 23, 2011
Lettera a Gesu'
Pummelvision, tutta la vita in un video
con tutte le foto di Facebook, Flickr o Tumblr
Di servizi web che consento di creare montaggi video a partire da un insieme di foto ne esistono a bizzeffe, gratuiti e a pagamento, utilizzabili con o senza iscrizione, con l’aggiunta di effetti più o meno scenografici e via dicendo.
Tuttavia nel caso in cui volessimo realizzare una semplice presentazione contente tutte le foto che rappresentano la nostra vita, o quanto meno quella online, a quale servizio sarebbe meglio attingere?
Semplice! A http://pummelvision.com/
Si tratta di una nuova risorsa online, utilizzabile in maniera del tutto gratuita e senza dover eseguire alcuna procedura di registrazione che, in modo estremamente semplice ed intuitivo, permetterà di creare un suggestivo filmato contente tutte le foto presenti sul proprio account Facebook, Flickr o Tumblr che saranno visualizzate in modo estremamente veloce con tanto di musichetta di sottofondo.
Una volta aperta la pagina web dell’applicativo l’utente non dovrà far altro che specificare il servizio, tra quelli elencati in precedenza, del quale usufruire per prelevare le foto (da notare che non è possibile scegliere quali immagini includere e quali no ma saranno visualizzate tutte senza alcuna esclusione) ed autorizzarne l’utilizzo, scegliere se pubblicare il video su YouTube o su Vimeo a seconda delle preferenze e della disponibilità dell’account e, infine, procedere eventualmente al processo di condivisione. Fatto!
Certo, nulla di nuovo, ma considerando il suggestivo risultato finale vale la pena di sperimentare quanto offerto da Pummelvision.
Per avere un idea circa il videomontaggio restituito dal servizio è possibile dare uno sguardo ad un apposito filmato dimostrativo visionabile cliccando qui.
venerdì, aprile 22, 2011
Il problema è che abbiamo paura, basta guardarci.viviamo con l’incubo che da un momento all’altro tutto quello che abbiamo costruito possa distruggersi. Con il terrore che il tram su cui siamo possa deragliare. Paura dei bianchi, dei neri, della polizia, dei carabinieri. Con l’angoscia di perdere il lavoro ma anche di diventare calvi, grassi, gobbi, vecchi, ricchi. Con la paura di perdere i treni, di non arrivare in orario agli appuntamenti. Paura che scoppi una bomba, di rimanere invalidi, paura di perdere un braccio, un occhio, un dito, un dente, un filo, un foglio. Un foglio su cui avevamo scritto una cosa importantissima. Paura dei terremoti, paura dei virus, paura di sbagliare, paura di dormire. Paura di morire prima di aver fatto tutto quello che dovevamo fare. Paura del vicino di casa, paura delle malattie, paura di non sapere cosa dire. Paura delle donne, paura degli uomini, paura dei germi, dei ladri, dei topi e degli scarafaggi. Paura di puzzare, paura di votare, di volare. Paura della folla, paura di fallire, paura di cadere, di rubare, di cantare. Paura della gente. Paura degli altri. (da Happy Family)
Orso come Jackson
VERGOGNOSO....
"L'ex presidente croato Stjepan Mesic, scrive l'agenzia Hina, «ha inaugurato il museo dedicato a Marko Polo nella città cinese di Yangzhou». «Marko» Polo? Con la «k»? Esatto. Mesic ha anzi ricordato solennemente quel «viaggiatore del mondo nato in Croazia che ha aperto la Cina all'Europa». I cinesi, pare, hanno applaudito. Prova provata che le nostre autorità non sanno fare il loro mestiere: è mai possibile farsi scippare Marco Polo?
[.....]
Ma il punto non è questo. Ammesso che possa esistere l'ipotesi che Marco fosse nato casualmente a Curzola (anche Italo Calvino, per dire, nacque casualmente a l'Avana ma a nessuno verrebbe in mente di definirlo uno «scrittore cubano»), non solo l'isola che oggi i croati chiamano Korcula era di cultura venezianissima, come testimoniano la città vecchia, le porte con il «Leon» e la cattedrale di San Marco, ma era un feudo della famiglia Zorzi. E tale sarebbe rimasta fino alla metà del quindicesimo secolo.
[....]
Alla larga dal nazionalismo rancoroso e dal risentimento per l'espulsione di 350 mila italiani dall'Istria, dal Quarnero e dalla Dalmazia: abbiamo già visto, proprio nella ex Jugoslavia, cosa può succedere se si coltiva l'odio. È andata così, amen. Lo sgarbo di Yangzhou, però, è l'ultimo di una serie di «appropriazioni indebite» da parte dei nazionalisti di Zagabria di un patrimonio culturale che non è loro.
Vale per quei dépliant turistici di Spalato dove i nazionalisti slavi ribattezzarono il Leone di San Marco «Leone post-illirico». Vale per il promemoria «addomesticato» fornito a Giovanni Paolo II per la sua visita in Dalmazia del 1988 che indusse il Papa a dire che «Spalato e Salona hanno un'importanza del tutto particolare nello sviluppo del cristianesimo in questa regione, a partire dall'epoca croata e poi in quella successiva romana», come se gli slavi non fossero arrivati al seguito degli Avari tra il settimo e l'ottavo secolo ma un millennio prima. Vale soprattutto per la mostra nella Biblioteca Vaticana inaugurata in occasione del Giubileo da Franjo Tudjman, uno che nello sforzo di annientare anche il ricordo della cultura veneto-italiana si era spinto a definire Marco Polo «croato di stirpe e di nascita».
Si intitolava, quella mostra, «Arte religiosa e fede croata». Ma, a dispetto del tentativo di spacciare la Basilica veneziana di Parenzo quale «alta espressione dell'arte croata», lo stesso professor Miljenko Domijan, uno dei coordinatori, riconobbe col quotidiano «Novi List» che si trattava di una forzatura.
Effettivamente, spiegò lo studioso, l'esposizione spacciava col marchio croato tante opere figlie della cultura italiana: «Non si poteva fare altrimenti perché la produzione di esclusiva etnicità croata ha scarso valore. Non so proprio che cosa potremmo mostrare, sarebbe tutto sotto un certo livello». Furono così croatizzati il ritratto del vescovo di Spalato di Lorenzo Lotto, una Pietà del Tintoretto, un busto argenteo di Santo Stefano opera dell'oreficeria di Roma, una statua di San Giovanni da Traù del toscano Niccolò Fiorentino, l'arca di San Simone di Francesco da Milano (nel catalogo ribattezzato «Franjo iz Milana»), una tela del Carpaccio e ancora piani e documenti della cattedrale di Zara in stile pisano o di quella di Sebenico costruita da Giorgio Orsini da Zara. Croatizzato, si capisce, col nome di Juraj Dalmatinac...La stordi di Indovina Chi?
giovedì, aprile 21, 2011
And I believe in some kind of path That we can walk down, me and you
"Tempesta" con le mani
Fantastica interpretazione di questo gruppo che simula un
temporale con battiti di mano..e pure i fulmini.....e poi... continua
Cosa pensano gli uomini oltre al sesso
IL CASO
Cosa pensano gli
uomini oltre al sesso?
Il libro (bianco) diventa un bestseller
L'insolita opera di un 39enne diventa un bestseller
MILANO - Con ogni probabilità non è una sorpresa che un libro dal titolo A cosa pensano gli uomini, oltre al sesso?, dove le parole «uomini» e «sesso» sulla copertina sono scritte a caratteri cubitali, diventi in breve tempo un bestseller. E non sorprende neppure che l'opera abbia superato nel frattempo i più popolari Harry Potter e Il Codice Da Vinci nelle vendite online del portale Amazon. Sfogliando le 200 pagine il lettore (e la lettrice) può finalmente trovare la risposta alla annosa questione, ovvero a ciò che gli uomini pensano al di là del sesso. Il responso, a quanto pare, è molto semplice: «Assolutamente a niente». Il volume è infatti completamente in bianco. Ma c'è chi lo trova «comodissimo».
CASO EDITORIALE - Nelle classifiche di vendita di Amazon.com What Every Man Thinks About Apart From Sex, di Sheridan Simove sta ottenendo risultati imprevisti: ha superato sia Dan Brown col suo Codice Da Vinci che la scrittrice JK Rowling con Harry Potter e l'Ordine della Fenice. Ovviamente, il 39enne autore, laureato in psicologia a Oxford, mai si sarebbe aspettato tanto successo. Il libro, uscito il giorno di San Valentino, costa 4,69 sterline. Il motivo dell'inaspettato favore del pubblico è quasi certamente da attribuire al passaparola degli studenti in tutto il Regno Unito. Sebbene l'opera sia composta da 200 pagine completamente bianche, e non ci sia dunque nulla da leggere, alcuni intraprendenti universitari inglesi hanno comunque trovato una utile applicazione per il volume: «Per scherzo l'ho regalato ad un amico e questo ha iniziato ad usarlo come taccuino per prendere appunti alle lezioni», ha raccontato al Telegraph uno studente dell'Università di Nottingham. «In pochi giorni è scoppiata una vera e propria mania nel campus, tutti dovevano averne una copia», ha aggiunto.
«39 ANNI DI ACCURATE RICERCHE» - Ogni tanto affiorano studi, o presunti tali, volti a dimostrare quanto gli uomini pensino al sesso. Benché i maschi siano effettivamente «concentrati» sulla riproduzione della specie, non esiste alcun metodo scientifico per misurare quanto questo desiderio affiori nell'arco delle giornate. Tuttavia, Sheridan Simove, la pensa diversamente: «Questo libro è il risultato di 39 anni di accurate ricerche ed esperimenti. E dopo tanti anni di duro lavoro ho finalmente realizzato che gli uomini non pensano assolutamente a niente oltre al sesso». Lo scrittore, che in copertina si autodefinisce persino «professore», è noto nel Regno Unito come autore televisivo, performer e inventore di gadget bizzarri in vendita online. Non è nuovo a idee stravaganti: in passato è balzato agli onori delle cronache per aver cercato di modificare il suo nome nel conto corrente della sua banca in «God», ma è stato fermato quando l'istituto si è rifiutato di riconoscere il cambiamento.
mercoledì, aprile 20, 2011
Pensa 'npò
Indagati per una tangente da 22mila euro
Ci sono anche due assessori della Lega Nord tra i quattro arrestati nell’operazione ‘Easy ground‘, eseguita stamattina dalla polizia di Brescia. Per i cinque indagati – uno in stato di libertà – le accuse sono di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e, in un caso, di peculato. Sotto accusa per aver intascato una tangente da 22mila euro, Mauro Galeazzi, 48 anni, assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici del comune di Castel Mella, e il capo ufficio tecnico Marco Rigosa, 45 anni, con un incarico da assessore nel vicino comune di Rodengo Saiano. Le altre due persone arrestate sono Antonio Tassone, 68 anni, un imprenditore di Lumezzane - altro comune bresciano – e Andrea Piva, 36 anni, geometra di Rodengo Saiano. Il quinto indagato in stato di libertà è ancora un dipendente del comune di Castel Mella.
Sul caso indagano i magistrati della procura di Brescia. La corruzione sarebbe avvenuta per accelerare la realizzazione di un centro commerciale su un’area sottoposta a vincolo paesaggistico-ambientale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Tassone utilizzava il geometra Piva per mantenere rapporti con il capo ufficio tecnico del comune di Castel Mella e l’assessore Galeazzi. Lo scopo dell’imprenditore era quello di velocizzare l’approvazione del piano urbanistico e ammorbidire i controlli della commissione paesaggistica sul terreno vincolato e già opzionato con un contratto preliminare.
Dei 22mila euro stabiliti come tangente, 12mila sarebbero andati alla società di Andrea Piva, mentre altri 10mila sarebbero stati consegnati in contanti dallo stesso geometra a Marco Rigosa che, a sua volta, ne avrebbe girato una parte all’assessore. Galeazzi è indagato anche per peculato, perché avrebbe usato per motivi personali il cellulare di servizio – intestato alla provincia di Brescia – a lui assegnato in quanto pubblico ufficiale.
Tutto il pop con 4 accordi
Ecco la dimostazione di come la muscia pop si basa semplicemente su 4 accordi!
Questo trio di "comici" australiani (il ciccio mi fa rider solo a guardarlo :D ) dimostra...
E qui un "malato" ha fatto un video con 65 canzoni!!!
(con nome del gruppo e della canzone)
"Quiz" di Google
al giorno a cui rispondere usando lo stesso motore di ricerca.
Con lo scopo di migliorare la cassetta degli attrezzi
Roma - Lunedì sarà semplice. Martedì un po' meno. Mercoledì comincerà a essere complicato. Venerdì si tratterà di un vero rompicapo. Non è la difficoltà crescente di essere reattivi alla sveglia mattutina, bensì della nuova idea made in Mountain View: A Google A Day puzzles.
Il debutto ha avuto luogo niente meno che sull'edizione cartacea del New York Times, nella stessa pagina del cruciverba. Si tratta della frase misteriosa che da oggi comparirà sull'homepage di BigG la cui risposta, manco a dirlo, arriverà googlando più o meno facilmente.
"El Dorado è vicina a una famosa collina che non è sulla Terra. In che anno è stata fotografata?" oppure "Se fossi stato nel bacino di Somme River durante l'estate del 1918, quale lingua avresti dovuto parlare per comprendere i codici di comunicazione britannici?": questi e altri enigmi vivacizzeranno la navigazione sul motore di ricerca nei giorni feriali.
Scopo del gioco è quello di cercare le risposte attraverso lo stesso sito: ma non tutti, avvisano da Mountain View, saranno in grado di usare il motore di ricerca in maniera corretta. Per questo motivo, BigG è alla ricerca di persone motivate e desiderose di conoscere gli strumenti di navigazione offerti.
Attraverso A Google A Day, infatti, gli utenti avranno la possibilità di imparare nuove vie per la ricerca e rispondere a domande molto specifiche. In questo modo Google avrà modo di procedere a ritroso e osservare in che modo i dati sono tracciati e valutati.
"Dal momento che il mondo dell'informazione continua a esplodere, speriamo che A Google a Day stimoli la vostra immaginazione e aiuti a scoprire tutti i tipi di quesiti da sottoporre a Google per ottenere la risposta", si legge in un post sul blog ufficiale di Mountain View.
Gli indizi sono vaghi abbastanza da non consentire di raggiungere il risultato per mezzo di poche parole chiave comuni. Per i golosi di enigmi, dunque, l'appuntamento sarà quotidiano (eccetto il weekend) e online per i prossimi quattro mesi.
martedì, aprile 19, 2011
Cielo stellato spettacolare
Con il "timelapse" la Via Lattea diventa uno show
Il cielo stellato dell'Arizona - condensato in pochi minuti di timelapse - regala uno spettacolo unico nel suo genere. Questo meraviglioso movimento degli astri si specchia sulle acque del Willow Springs Lake, al confine con il Nuovo Messico
Nomen omen
Figa in Vaticano
Si chiama Maria Jesus Figa la nuova ambasciatrice spagnola
nello Stato pontificio. Ed è difficile non vederci una nemesi
Vazquez aveva annunciato lo scorso marzo che avrebbe lasciato l’incarico il 15 aprile. Il 14 aprile, è fissata un’udienza con Papa Benedetto XVI. Dopo, sarà Maria Jesus Figa a rappresentare la Spagna. E non si sa se viene più da ridere a pensare alla reazione dei cardinali oppure alle battutine di Berlusconi.
Si è sbizzarrita anche la Littizzetto con battute a gogo sulla notizia:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-3c227278-b8c3-4127-8565-75c96c2e35a6.html#p=0
lunedì, aprile 18, 2011
Nuovo Certificato Prevenzione Incendi
Le facciate con la "faccia"
case sembrano un volto
9 aprile 2010
da repubblica.it
Sono fottuta
L'isola di plastica nell'oceano
Giovanni Soldini affronta la questione del Pacifico invaso dai resti dopo il terremoto, che diventano un rischio per la navigazione
Quelle storie del Giappone alla deriva
Il primo pensiero che ti viene è che dietro quel tetto, quel pezzo di casa, quell' automobile, c' era una famiglia, un uomo, una storia. Ma subito dopo penso a un' altra cosa, che è ancora più grave, perché riguarda il futuro, riguarda la vita che sarà ancora messa in pericolo.
Le migliaia di detriti dello tsunami che ha colpito le coste giapponesi l' 11 marzo scorso fluttueranno verso la California, l' Oregon, l' Alaska, le Hawaii prima di tornare indietro impiegando sei anni, cambieranno consistenza, forma e saranno scambiate per cibo dai pesci e dagli uccelli.
È un disastro ambientale di dimensioni epocali, senza precedenti, senza misure di intervento possibili. Il problema non è solo di chi rischia la vita navigando in quelle acque (pescherecci, navi mercantili, barche da diporto) dato che è pressoché impossibile evitare ostacoli semi sommersi (gli americani stanno addirittura pensando di riscrivere le rotte delle loro navi nel nord del Pacifico).
In gioco è l' ecosistema di tutto un oceano. Trasformato in spazzatura da milioni di piccoli frammenti di plastica. Alcuni finiranno sulla coste della California, altri verranno risucchiati dalla Great Pacific Garbage Patch, l' «isola di plastica» o anche «isola della spazzatura». È uno sterminato concentrato di rifiuti che ha cominciato a formarsi negli Anni Cinquanta, ha raggiunto lo spessore di un metro e si stima occupi il 3 per cento della superficie del Pacifico. Non l' ho mai vista. Ma mi fa impressione l' idea di questo buco nero che per via delle correnti catalizza gran parte della plastica galleggiante che c' è nel mare. E la plastica non è un problema da poco. Quasi tutti i pesci, i cetacei e gli uccelli trovati morti sulle spiagge di tutto il mondo hanno la pancia piena di pezzi di plastica. Che scambiano per calamari o altri cibi per loro appetitosi. È successo anche in Italia nel dicembre del 2009, quando un gruppo di capodogli si spiaggiò sulle coste della Puglia e l' autopsia dimostrò che la causa della morte era l' ingente quantità di plastica che era stata mangiata. Ma le acque dell' Oceano Pacifico non trasportano solo detriti. Nel mare di fronte a Fukushima si registrano livelli altissimi di radioattività a causa dell' acqua scaricata dalla centrale.
Una catastrofe per il Giappone e per tutti i paesi vicini. Le correnti non hanno confini e porteranno le acque radioattive chissà dove. Di fronte a una tragedia di simili dimensioni mi viene da pensare che una possibile strada da percorrere c' è. Non è sufficiente metterci una toppa. Bisogna rendersi conto che i costi ambientali non possono più essere lasciati fuori dal conto economico. È solo facendo i conti fino in fondo che apparirà chiaro che l' unica via possibile da perseguire per il futuro del pianeta e dell' umanità è quella delle energie rinnovabili, dei materiali biodegradabili e dello sviluppo sostenibile.