Playboy è in vendita, non rende più
Nei primi tre mesi dell’anno ha perso 10 milioni di euro. Licenziato un quarto del personale. Troppo porno sul web
MILANO - Hugh Hefner vuole vendere Playboy perché ormai non rende più. Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, l’impero fondato oltre mezzo secolo fa dall’83enne editore americano ha perso qualcosa come 10 milioni di euro (ovvero, tre volte tanto rispetto all’anno scorso) e avrebbe già iniziato a tagliare furiosamente i costi, licenziando il 25% del personale. E la colpa sarebbe della pornografia che circola liberamente in rete e che avrebbe avuto pesantissime ripercussioni sulle vendite della rivista che, negli anni Settanta, era la lettura preferita degli universitari di mezzo mondo e che ancora oggi negli States è il magazine maschile più venduto.
CESSIONE - Stando a quanto riporta il Daily Mail che riprende una serie di indiscrezioni pubblicate dalla stampa Usa e dal New York Post in particolare, Hefner (che detiene il 70% della compagnia) sarebbe pronto a dire addio al suo impero per una cifra vicina ai 230 milioni di euro, che gli permetterebbe di continuare a mantenere il suo dispendioso stile di vita, fatto di conigliette sempre meno vestite e megaparty nella Playboy Mansion di Los Angeles. E dopo che la Apollo Capital Partners e la Providence Equity Partners si sarebbero chiamate fuori dalla corsa, ecco spuntare il nome della Virgin Media di sir Richard Branson quale potenziale acquirente, sebbene non ci sia ancora stata alcuna conferma ufficiale dalle parti. Anzi, un portavoce di Playboy ha smentito ogni ipotesi di cessione, aggiungendo, però, che «verranno ascoltate tutte le proposte che potranno essere giudicate interessanti per gli azionisti». La scorsa settimana, la figlia di Hefner, Christine, aveva tagliato gli ultimi ponti con l’azienda di famiglia, dopo che già a gennaio aveva lasciato il suo posto di direttore operativo di Playboy.